La posta in gioco è la nostra sopravvivenza! Il cattivo uso del libero arbitrio e le migrazioni artificialmente indotte e sponsorizzate: la strategia portata avanti dalla élite che si serve di una immensa piramide di sottoposti
di Francesco Lamendola
Vogliono spingerci all’inferno: non dobbiamo permetterlo.
L’inferno nel quale stiamo scivolando ha una duplice natura. Da un lato, è il risultato delle nostre passioni disordinate, e si manifesta come devastazione dell’ambiente terrestre, come manipolazione crudele della natura, come abuso della dignità umana (clonazione, fecondazione eterologa, ecc.) e come egoismo, cattiveria, avarizia, che rendono caotici, brutali e meramente utilitaristici i rapporti sociali. Dall’altro lato è la risultante di una precisa strategia portata avanti dalla élite occulta, che si serve di una immensa piramide di sottoposti per diffondere i peggiori modelli e stili di vita, in modo da provocare il massimo del disorientamento, dell‘amarezza e della sofferenza, e da incentivare le politiche più aggressive e pericolose dei governi, nonché i fenomeni collettivi più disordinati e potenzialmente distruttivi, a cominciare dalle migrazioni artificialmente indotte e sponsorizzate.
Il primo ordine di fenomeni appartiene alla responsabilità individuale degli uomini e dipende da un cattivo uso del libero arbitrio; il secondo agisce in maniera subdola e sistematica, soprattutto per opera dei mass media che modellano i sentimenti e i pensieri di centinaia di milioni di esseri umani, spingendoli a scelte e comportamenti devianti, anormali, patologici, presentati però come del tutto legittimi e come mezzi necessari all’autorealizzazione di ciascuno. Di questo, perciò, la stragrande maggioranza delle persone non ha alcuna consapevolezza; il che è particolarmente grave, se si considera che al vertice della piramide dominata dall’élite non vi sono più degli esseri umani e delle forze umane, ma creature non umane e forze votate al male, cioè diaboliche.
Non è più il tempo degli ignavi: chi vuol capire quel che sta succedendo nel mondo, oggi, ha gli strumenti per farlo, perché il gioco della élite si sta facendo ogni giorno più scoperto.
Le forze del disordine stanno sferrando l’assalto decisivo contro i pilastri della vita ordinata: la fede religiosa, l’amor di patria e il senso della famiglia. Specialmente la famiglia: una volta fatta saltare quella, il loro obiettivo sarà sostanzialmente raggiunto. Al posto della vera famiglia, perciò, esse vogliono accreditare l’idea che qualunque unione, di qualunque genere, con dei bambini procurati in qualunque maniera, compresa la pratica dell’utero in affitto e l’acquisto su catalogo, è senz’altro una “famiglia”. In un ambiente così, ogni punto di riferimento viene meno: perfino l’identità sessuale; per non parlare del senso di stabilità. Si sta insieme finché se ne ha voglia, poi ci si lascia. Ci si lascia per mettersi con un altro uomo, o con un’altra donna, indifferentemente; e sempre di più sulla spinta di pulsioni erotiche e sempre meno per ragioni affettive o che abbiano a che fare col programmare una vita insieme, sulla base di valori comuni e di una visione della vita condivisa da entrambi. Si sta insieme soprattutto per accoppiarsi, o per le comodità materiali che la convivenza presenta, comprese quelle relative alle spese per l’affitto e il mangiare; tutto il resto è secondario, romanticismo, roba passata di moda. Contemporaneamente, si getta fango a più non posso contro la famiglia “tradizionale”, quella formata da un uomo, una donna e dei bambini nati dal loro reciproco amore. Bisogna presentare quel tipo di famiglia come una prigione, un manicomio, un inferno; un luogo orribile, ove avvengono le cose più brutte, schifose, inconfessabili, incesto compreso. Mentre la famiglie “arcobaleno”, quelle vengono presentate come luoghi di serenità, collaborazione, mutuo rispetto. Perciò bisogna aver chiaro questo: chi denigra la famiglia vera, chi la insulta, chi la sporca, chi ne traccia un ritratto repulsivo, che lo sappia o no è al servizio delle forze del disordine, le forze del male. Sono esse che ispirano questa campagna di diffamazione, e hanno il loro tornaconto. Chi si pone al loro servizio, sia pure senza averne piena coscienza, non è che un utile idiota di cui esse si servono a loro piacimento. In genere, l’utile idiota ha lui pure, o crede di avere, il suo tornaconto: se è un regista cinematografico, la prospettiva di una brillante carriera; se è uno scrittore, le porte spalancate delle grandi case editrici; se è un giornalista o un opinionista, il posto assicurato in qualche salotto televisivo, che potrà utilizzare come un pulpito laico da cui spruzzare escrementi contro la famiglia vera e i valori che la tengono in vita. La lussuria, la superbia e l’avarizia sono le passioni disordinate con cui il diavolo li prende all’amo, uno per uno.
La posta in gioco è la nostra sopravvivenza !
Da quanto tempo è stata lanciata questa offensiva contro la nostra civiltà, contro le basi del nostro vivere civile, contro i fondamenti morali che ispirano il nostro sentire e guidano il nostro agire? Da molto tempo: da almeno tre secoli. Due date. 1694: nasce la Banca d’Inghilterra. 1713: nasce la Loggia di Londra. Il primo evento segna l’inizio dell’economia moderna, cioè del capitalismo finanziario: quel sistema dell’usura mondiale che sta stringendo il nodo scorsoio per soffocare e schiavizzare completamente la vita dei popoli. La seconda data segna l’avvento della massoneria in Europa e nel mondo: una società segreta che nasce e si sviluppa nutrendosi dell’odio per il cristianesimo e con la precisa volontà di sradicarlo, per sostituirlo – dietro la maschera della fede nel Grande Architetto dell’Universo - con un nuovo culto, il culto dell’uomo, e una nuova morale, la morale laica, terrena, immanente, relativa, al posto della morale assoluta. A partire da quell’epoca, chiunque si scagli contro la fede in Gesù Cristo, la patria e la famiglia naturale, opera all’interno di un esercito internazionale, potentissimo, ricchissimo, che ha le idee molto chiare, è disposto a servirsi di qualunque mezzo e dispone di risorse pressoché illimitate; mentre chiunque si adoperi in difesa del Vangelo, della patria e della famiglia, viene segnato sul libro nero, tenuto d’occhio, isolato, denigrato, calunniato dai poteri dominanti. Il minimo che può aspettarsi è di non fare carriera, di non aver mai successo, per quanti meriti oggettivi possa avere nel suo campo di attività; il peggio, è di essere trascinato in tribunale, disonorato, condannato, gettato in prigione, e, nei casi più gravi, assassinato. È successo a molti; può sempre succedere. In Messico, in Unione Sovietica, in Spagna, in Cina, nel corso del solo XX secolo sono stati massacrati migliaia di cristiani; in molti Paesi africani e asiatici, oggi, mentre noi stiamo discutendo, essi sono minacciati, perseguitati, terrorizzati, brutalizzati, scacciati, deportati, ammazzati. Chi difende la patria e la famiglia subisce persecuzioni meno clamorose, meno cruente, più sottili, ma non meno malvagie: qui si agisce soprattutto con l’arma della magistratura, si infliggono multe, si scaccia dai posti di lavoro, si mette alla berlina il malcapitato di fronte all’opinione pubblica. Lo si presenta come un moderno untore, si capovolge la verità e si fa di lui un fanatico, un intollerante, un violento, anche se si tratta della persona più mite di questo mondo e più rispettosa della legge. Una donna che si vanta di aver fatto abortire personalmente almeno diecimila altre donne, viene salutata come un grande personaggio, fa una brillante carriera politica, trova tutte le porte aperte; si crea una lista già bella e pronta apposta per lei, affinché possa candidarsi alle elezioni politiche senza neanche darsi il disturbo di raccogliere le firme. Ma se un professore parla in termini negativi dell’aborto in una scuola, magari proprio in una scuola cattolica, viene criticato, attaccato, licenziato: nessuno muove un dito in sua difesa, perfino il clero lo scarica, anzi, il clero è il più arrabbiato di tutti nel puntare il dito contro di lui, chiamandolo fomentatore di divisioni. Anche seun certo Gesù Cristo aveva detto: Porrò tre contro due e due contro tre; il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia e la figlia contro la madre. Naturalmente, Gesù, dicendo quelle cose, non intendeva affatto abolire il quarto comandamento, onora il padre e la madre; voleva semplicemente far capire che seguire il Vangelo in maniera coerente implica la possibilità di suscitare gravi incomprensioni anche fra gli amici e i parenti più stretti. Questo, però, è un discorso che non piace, oggi, al clero cattolico; di certo non piace al signore argentino che siede, abusivamente e indegnamente, sulla cattedra di san Pietro. Oggi è proibito suscitare divisioni, e tanto peggio per la verità; oggi è lecito solo gettare ponti, sempre più ponti, ponti dappertutto, per abbracciare tutti: anche chi vive nell’errore, nell’odio, chi detesta e combatte la vera chiesa e la vera dottrina, e non ha alcuna intenzione di ravvedersi, né di pentirsi.
La stragrande maggioranza delle persone non ha alcuna consapevolezza dell'opera dei mass media che modellano i sentimenti e i pensieri di centinaia di milioni di esseri umani, spingendoli a scelte e comportamenti devianti, anormali, patologici, presentati però come del tutto legittimi.
Non dobbiamo permetterlo
di Francesco Lamendola
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