ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 16 ottobre 2018

Un sogno o una realta?

Una delle cose più sorprendenti che la Vergine della Rivelazione disse al veggente delle Tre Fontane...


« Facciamo insieme la pia pratica dei primi venerdì del mese, confessandoci e comunicandoci »... VALORE ED IMPORTANZA DELLE RIVELAZIONI PRIVATE E DELLE DEVOZIONI

Una delle frasi sorprendenti che la Madonna rivolse a Bruno alle Tre Fontane è la seguente: « Il giuramento di Dio è e rimane eterno ed immutabile. I nove venerdì del Sacro Cuore di Gesù che tu facesti prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato ». Sorprende e al contempo consola sapere che una devozione tanto semplice, come quella dei Primi Nove Venerdì al Sacro Cuore di Gesù, abbia potuto salvare l’anima di un peccatore traviato.

Soprattutto in un’epoca come la nostra in cui, sulla scia della stravagante idea di “maturità dogmatica” sono tanti coloro che disprezzano la dimensione devozionale della fede come qualcosa appartenente ad una forma di Cristianesimo ormai passato, preconciliare, adatto tutt’al più alle vecchiette, la Vergine della Rivelazione riafferma, di contro, la validità sempre attuale delle devozioni, in quanto queste racchiudono in sé valori sempre attuali e necessari per la vitalità della Chiesa.

Mi sembra allora opportuno cercare di comprendere i motivi di valore di questa pia pratica, dal momento che tanto potere ebbe per la conversione del protagonista delle Tre Fontane. Ciò che primariamente viene assicurato a colui che pratica i Primi Venerdì è la salvezza eterna, la meta a cui tende la vita di ogni uomo, come ricorda l’apostolo san Pietro (cf 1Pt 1, 6-9).

Si tratta della cosiddetta grande promessa del Sacro Cuore, per cui nessuno di coloro che avranno fatto bene i Nove Primi Venerdì morrà in peccato mortale perché gli sarà concesso:
a) se è giusto, la perseveranza finale nello stato di grazia;
b) se è peccatore, il perdono di ogni peccato mortale sia per mezzo della Confessione, sia per mezzo di un atto di dolore perfetto.


Lo spirito di amore e di riparazione è l'anima di questa Comunione mensile: amore che cerca di contraccambiare l'ineffabile carità del Cuore divino; riparazione per le freddezze, le ingratitudini, il disprezzo con cui gli uomini ripagano tanto amore. A questo va aggiunta anche quella testimonianza di fedeltà e perseveranza che il Signore tanto apprezza: per fare i Primi Venerdì, infatti è necessario portala avanti per lo spazio di 9 mesi, nel fervore o nell’aridità senza venir meno nel santo proposito da cui si era animati al momento di cominciare[1].

Utile rilevare come sia proprio in epoca moderna che il culto al Cuore del Salvatore – che del resto la Chiesa ha promosso sin dal Medioevo per mezzo di figure di santità del tutto singolari quali sant’Antonio, san Bonaventura, santa Matilde, santa Caterina da Siena, sant’Angela da Foligno, ecc. – conobbe il massimo sviluppo in seguito alle apparizioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alaquoque, nel XVIII sec.

In un periodo storico in cui il Giansenismo eretico proclamava i rigori della giustizia divina ed il Protestantesimo, sotto le varie denominazioni, spaccava la Chiesa di Dio, la devozione al Cuore di Cristo costituì un efficace antidoto per suscitare e rinnovare nei fedeli l’amore al Signore e la fiducia nella sua infinita Misericordia, di cui il suo Sacro Cuore è pegno e simbolo. Ed è propriamente lo spirito di amore e dedizione incondizionate che questa devozione vuole stimolare e irrobustire in seno Chiesa. Il precetto della carità verso Dio e, di riflesso, verso il prossimo resta e resterà sempre il culmine ed l’anima della vita morale del cristiano[2].

Note:

[1] Le promesse che Gesù fece a santa Margherita per i devoti del suo sacro Cuore erano ben 12:
1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato;
2. Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie;
3. Li consolerò in tutte le loro pene;
4. Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte;
5. Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa;
6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l'oceano infinito della misericordia;
7. Le anime tiepide si infervoreranno;
8. Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione;
9. La mia benedizione si poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l'immagine del mio Cuore;
10. Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti;
11. Le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai.;
12. A tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d'ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti (se necessari) ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo.

Questa dodicesima promessa è detta "grande", perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l'umanità.

[2] Se alla fine tu avrai gli stessi sentimenti di ora, darò il mio nome alla setta; se invece cambierai idea, non parlarmene più”. Queste furono le parole con cui, nella sua semplicità, l’afflitta sposa di Cornacchiola, Iolanda, faceva la sua proposta al marito, sicura che il Sacro Cuore di Gesù le avrebbe fatto il miracolo di convertire il suo sposo. “Ebbene, farò queste Comunioni e voglio farle bene, con sincerità”, fu la risposta di Cornacchiola. E portò bene a termine la devota pratica. Nell’immediato non accadde nulla. “Fallita la prova, io e la moglie demmo il nome alla setta protestante”,racconta Bruno. Ma Dio conosceva il tempo ed il modo opportuni per intervenire per mantenere fede alle sue promesse ed il modo opportuni erano quel sabato del 1947, quel 12 aprile in cui l’evento miracoloso della Vergine della Rivelazione doveva determinare una svolta decisiva ed irreversibile nella vita di Bruno.

by Fr. Pietro - TEMPI DI MARIA

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PER APPROFONDIRE...




Nella nostra epoca assistiamo all’apice di un graduale e insidioso processo di scristianizzazione della società, che mira a distruggere ogni influenza del Vangelo nella vita dei popoli, sostituendo a poco a poco la vecchia Cristianità con un ateo «regno dell’Uomo», emancipato completamente dalla Legge divina. Questo processo viene sviluppandosi fin dal XV secolo, cioè da quando prese piede un umanesimo antropocentrico e neopagano.

Col tempo esso si è esteso dall’àmbito artistico-culturale a quello religioso, politico e socio-economico, per finire con l’imporsi nella vita pubblica con i totalitarismi del XX secolo e, più recentemente, con la propaganda socioculturale anarchica dell’attuale periodo «postmoderno», in cui si pretende di negare e svellere ogni radice cristiana del mondo europeo e dell’intero Occidente (1). Come rievoca Giovanni Paolo II, «purtroppo, alla metà dello scorso millennio, ha avuto inizio, e dal Settecento in poi si è particolarmente sviluppato, un processo di secolarizzazione che ha preteso di escludere Dio e il Cristianesimo da tutte le espressioni della vita umana. Il punto d’arrivo di tale processo è stato spesso il laicismo e il secolarismo agnostico e ateo, cioè l’esclusione assoluta e totale di Dio e della legge morale naturale da tutti gli ambiti della vita umana» (2).

Pio XII ha così descritto l’avanzare di questo processo, che possiamo denominare la Rivoluzione, con la «r» maiuscola: «Questo nemico (...) si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli, ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale e sociale dell’unità nell’ organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia, la ragione senza la fede, la libertà senza l’autorità; talvolta l’autorità senza la libertà». La Rivoluzione ha dapprima proclamato «Cristo sì, Chiesa no»; poi «Dio sì, Cristo no»; infine ha negato ogni legame dell’uomo col suo Creatore, proclamando: «Dio è morto, anzi Dio non è mai stato». Concludeva il Papa: «Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sull’umanità: una economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio» (3).

La più recente fase del processo rivoluzionario è quella esplosa nel mondo dal 1968, nel tentativo di compiere la dissoluzione della famiglia, della moralità pubblica e della civiltà, per imporre sulle loro rovine il dominio sociale delle passioni disordinate, specialmente della sensualità. Questa fase, giustamente definita come «rivoluzione culturale», agisce pacificamente mediante la moda, la pubblicità e i mass-media, producendo sempre più caos e persino morte spirituale, quando non anche fisica.

Ammonisce Giovanni Paolo II: «Oggi il cuore, creato per essere il focolare dell’amore, è diventato il focolare centrale del rifiuto di Dio, del peccato dell’uomo che si distoglie da Dio per attaccarsi ad ogni genere d’idoli» (4). D’altronde, il grave problema dell’uomo contemporaneo non sta tanto nel fatto di commettere abitualmente peccati, quanto nel fatto di aver perso il senso stesso del peccato, la coscienza del peccare. Convinto di essere ormai diventato adulto e autosufficiente, egli ignora o rifiuta la Rivelazione e la promessa della Redenzione, per rinchiudersi nei paradisi artificiali che lo anestetizzano da ogni sentimento di colpevolezza e gl’impediscono di pentirsi.

Così egli si mette al riparo dalla divina Misericordia, nella illusione che la giustizia non arriverà mai; ma in questo modo egli si preclude quel soprassalto di pentimento che, solo, potrebbe evitargli il duro risveglio della inevitabile punizione divina. Il dramma del nostro tempo ha dunque origine morale e religiosa; pertanto esso va risolto usando soprattutto mezzi spirituali, senza trascurare certo quelli materiali. Se ben praticata, la devozione al Sacro Cuore è forse l’arma per eccellenza contro questo processo sociale e spirituale che avversa la salvezza delle anime.

Spiega un gesuita contemporaneo: «Prima della Rivoluzione Francese, il fedele aveva l’appoggio esterno della società cristiana; ma oggi che la società non è più tale, l’uomo deve trovare dentro di sé la forza per vivere da discepolo di Cristo, dev’essere rafforzato nella fede e nell’ amore. La devozione al Sacro Cuore non è altro che questo rafforzamento dell’ uomo interiore. E dato che la laicizzazione si manifesta oggi in tutta la sua estensione e gravità, solo ora questa devozione corrisponde ai tempi» (5).

L’efficacia del culto al Sacro Cuore ci viene confermata dalla grande avversione che i rivoluzionari provano verso di esso: quando non possono proprio ignorarlo, lo ridicolizzano o lo combattono in ogni modo. Il venerabile catalano José Torras i Bages (1846-1916), vescovo di Vich (Spagna), constatava: «La Rivoluzione è nemica dichiarata della devozione al Sacro Cuore di Gesù, perché un potente istinto le fa capire che è la devozione destinata a distruggerla» (6). Questa devozione costituisce l’estremo rimedio della divina misericordia, al quale dobbiamo ricorrere se vogliamo salvarci sia dalla rovina eterna che da quella temporale. Il padre Jules Chevalier scrisse già nel 1891: «La devozione al Sacro Cuore di Gesù venne rivelata dal Signore stesso e raccomandata dalla Chiesa come un efficace rimedio ai mali del mondo moderno» (7).

Leone XIII ha paragonato il simbolo del Sacro Cuore al segno celeste – certamente la Croce – apparso nel lontano 313 all’ Imperatore romano Costantino come pegno di vittoria: «In hoc signo vinces», «con questo segno vincerai» (8). Secondo il Papa, il Sacro Cuore è oggi il nuovo segno celeste che dev’ essere inciso dovunque, a cominciare dai nostri cuori; il suo messaggio è quello che dev’ essere accolto da tutti i fedeli, per affrontare le grandi sfide della nostra epoca contro la Fede. La Chiesa vincerà perché ha la promessa fattale dal Redentore nel Giovedì Santo: «Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!» (Gv.,16,33).

Eppure, appena il giorno dopo avveniva la tragedia della Passione e la sconfitta di Gesù sembrava irrimediabile. Egli era stato tradito, condannato a morte, ucciso. Era stato perfino abbandonato dai suoi discepoli e rinnegato da Pietro. Tutto sembrava finito. Ma, agli occhi di Dio, era l’opposto: tutto ricominciava preparando il trionfo della Risurrezione. E’ in questa prospettiva, è con questo spirito che devono vivere i fedeli del Sacro Cuore, immersi nel caos del mondo moderno. Anche sotto l’apparenza della indifferenza più sconfortante o della sconfitta più avvilente, essi devono aver fiducia e sperare senza timori né esitazioni, vedendo le cose nell’ ottica della Divina Provvidenza e ricordando sempre la promessa del Redentore stesso: Egli regnerà, nonostante i suoi nemici.

Note:
1) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Controrivoluzione, p. I c. 3. 148.
2) Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al III Forum Internazionale della Fondazione Alcide de Gasperi, del 23-2-2002.
3) Pio XII, discorso all’Azione Cattolica Italiana, del 12-10-1952.
4) Giovanni Paolo II, Omelia a Paray-le-Monial, del 5-10-1986.
5) L. Filosomi S.I., I primi venerdì del mese, pp. 49-50.
6) Cfr. «Cristiandad» (Barcellona), giugno-settembre 1989, p. 24. 153. Cfr. Aa.Vv., A espiritualidade do Coração, p. 130.
7) Cfr. Aa.Vv., A espiritualidade do Coração, p. 130.
8) Leone XIII, Annum sacrum, § 17

Tratto da:

Guido Vignelli, Il Sacro Cuore, Salvezza delle famiglie e della società, Luci sull'Est, Roma 2004, pp. 93-96.

Si veda anche:

Gesù a Suor Lucia: "Seguiranno il Re di Francia nella sciagura" - Paray-le-Monyal e Fatima, due destini incrociati...
Un sogno o una realta? Credetemi: una realtà! E vi spiego cos’è…



La Madonna a Fatima, nel luglio 1917, faceva una grandiosa e consolante promessa: « Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà ».
Tale evento sarà l’esito di quella sconfitta di satana che si avrà attraverso l’interferenza dei consacrati di Maria, come la divina Rivelazione e i Profeti di Maria hanno preannunciato.
Ma cos’è, nello specifico, questo tanto menzionato trionfo del Cuore Immacolato di Maria?
Un sogno o un realtà? Credetemi: una realtà!
Invito all’ascolto di questo mio intervento su radio Buon Consiglio (11.10. 2018) in cui provo ad offrire qualche risposta utile per capire meglio il contenuto misterico racchiuso nella promessa della Vergine Immacolata.

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