ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 19 novembre 2018

"Gli sarà dato quello che sceglierà”

Suor Lucia si scontrò con un gesuita sull'Inferno: "La Madonna mi ha detto che molte, molte anime vanno all'inferno…



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« SIGNORI, L'INFERNO NON ESISTE. Lo ripeto: non esiste... »


«Via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25,41). Ben diciotto volte il Vangelo parla dell’Inferno e otto volte parla dell’eternità delle pene. La scena drammatica del ricco epulone che brucia tra le fiamme dell’Inferno, mentre il buon Lazzaro riposa nel seno di Abramo (cf Lc 16,29-36), ci dipinge a vivi colori l’esistenza e la terribilità di quella verità-realtà spaventosa che è l’Inferno, «eterno supplizio» (Mt 25,46).

Gesù ci spiega l’Inferno...
Gesù stesso ci ha presentato l’Inferno come “fornace ardente” (Lc 16,23-24), dove c’è appunto il «fuoco eterno» (Mt 18,8) e nello stesso tempo ci sono «tenebre, pianto e stridore di denti» (Mt 8,12), con un tormentoso «verme che non muore» (Mc 9,48). Là gli empi e dannati si troveranno fra i demoni (cf Mt 25,41), con la privazione di Dio (cf Lc 13,27-28), per sempre, eternamente «in preda ai tormenti» (Lc 16,23). Una delle similitudini più significative ed efficaci che Gesù adoperò per raffigurare al vivo l’orrore dell’Inferno è quella della Geenna. Ai tempi di Gesù, infatti, la Geenna era costituita da un vallone profondo, sito su un fianco di Gerusalemme, dove si gettavano tutte le immondizie della città e dove ardeva un fuoco perenne per bruciare lentamente tutte quelle immondizie che emanavano un fetore insopportabile. Similmente – smisuratamente in peggio – all’Inferno si raccoglieranno tutte le immondizie del genere umano, che sono gli uomini e donne perversi, malvagi, immondi, empi... morti in peccato mortale e perciò precipitati nella fossa terrificante dell’Inferno, dove bruceranno con «fuoco inestinguibile» (Mc 9,44), odiosi a Dio per tutta l’eternità. Certo, l’Inferno ci fa veramente terrore e come vorremmo che non ci fosse! Ha ben ragione san Bernardo di esclamare: «Oh Inferno, regione crudele: la tua memoria riempie di spavento l’anima mia!»; anche san Pio da Pietrelcina, lo stigmatizzato del Gargano, confidava ad un suo confratello che l’Inferno lo atterriva e che non gli riusciva mai di meditare sull’Inferno.

Chi è che va all’Inferno?...
Ma, se ragioniamo, possiamo e dobbiamo chiederci onestamente: chi è che va all’Inferno?... La risposta è semplice: all’Inferno ci va soltanto chi vuole andarci. Infatti, Dio non ci crea per l’Inferno, e nemmeno per il Purgatorio, ma per il Paradiso. Perciò Egli dona a tutti gli uomini i mezzi necessari per la salvezza, poiché «vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4). Ma, purtroppo, non sono affatto pochi quelli che rifiutano questi mezzi per la salvezza o non accettano il piano salvifico di Dio o non vogliono il Regno dei cieli o lo vorrebbero senza né amare né servire Dio... Questo è il mistero della libertà umana che non vuole accogliere la verità di Dio, ossia non vuole accogliere quella Verità divina che, sola, «ci farà liberi» (Gv 8,32). Dio rispetta anche questa volontà insana dell’uomo che finisce, quindi, col perdere il Paradiso e guadagnarsi l’Inferno eterno. E non si può di certo dare la colpa a Dio perché rispetta la nostra libertà, da Lui stesso donataci per nobilitarci. Non fu forse così per Adamo ed Eva nel paradiso terrestre?... Dio li aveva avvertiti: non mangiate quel frutto, per non morire (cf Gn 2,17). Essi invece disobbedirono, credendo al serpente ingannatore, e caddero nella colpa che li assoggettò allo «stipendio del peccato, ossia la m o r t e» (Rm 6,23).

Chi vuole andare all’Inferno...
Così è ancora adesso per l’umanità e così sarà fino alla fine dei tempi, per tutti e singoli gli uomini, ossia: chi non vuole obbedire ai Comandamenti di Dio, a Gesù Cristo e alla sua Chiesa significa che ha voluto scegliere da se stesso e per se stesso il regno di satana, contro il Regno di Dio; e pagherà irreparabilmente e orribilmente la sua ribellione a Dio, avendo scelto per l’eternità la sua condanna a dimorare nel “soggiorno dei diavoli” (Mt 25,41). Come si fa a non voler capire questo discorso che chiede l’esercizio giusto e saggio della propria libertà per una scelta di primaria importanza e gravità, quale è quella di evitare un’intera eternità di terrificanti sofferenze nell’Inferno di satana con i suoi angeli ribelli, senza più scampo?... Se l’uomo, comunque, non vuole obbedire a Dio, per lui l’Inferno è assolutamente giusto, dal momento che Dio ha parlato chiarissimamente e, anzi, possiamo dire che ha parlato anche in maniera lucida e tagliente, quando, nel Vangelo, Gesù si serve di un’espressione terribile contro gli uomini a Lui ribelli, poche volte citata, proprio perché è estremamente cruda: «Coloro che non mi hanno voluto per loro re, portateli qui e sgozzateli in mia presenza» (Lc 19, 27). Non meno cruda è anche l’affermazione scritta nella Lettera agli Ebrei che dice: «Orrenda cosa è il cadere nelle mani del Dio vivente» (Eb 10, 31). E ora concludiamo dicendo: «Chi vuol capire, capisca» (Mt 19,12).

Chi non vuole andare all’Inferno...
Chi vuole obbedire fedelmente ai Comandamenti di Dio, a Gesù Cristo e alla sua Chiesa, per andare in Paradiso, avrà sempre tutta la grazia divina necessaria per non andare all’Inferno – come avviene, appunto, per tutti i cristiani santi – nonostante i pericoli e le tentazioni del demonio, del mondo e della carne che purtroppo si stanno scatenando ancora più, di anno in anno, per le follie degli uomini che invece vogliono perdersi. In realtà, si potrebbe ricordare qui l’episodio di quel celebre predicatore che, a Parigi, fece sapere che avrebbe fatto una grande predica per dimostrare che l’Inferno non esiste. La notizia si diffuse e a quella predica partecipò, di fatto, una folla immensa, anche di uomini, una folla strabocchevole per la pur grandissima chiesa. Il predicatore parlò con grande vigore gridando: «Signori, l’Inferno non esiste. Lo ripeto: l’Inferno NON ESISTE... Ma... PER CHI?
- per chi vive sempre in grazia di Dio e prega ogni giorno;
- per chi non commette mai il peccato mortale;
- per chi partecipa alla Santa Messa domenicale;
- per chi si accosta con frequenza alla Comunione e alla Confessione;
- per chi osserva tutti i Comandamenti di Dio;
- per chi ha la filiale devozione alla Madonna;
- per chi pratica le virtù cristiane e ama la Chiesa.


Beato Giacomo Alberione
Ha scritto molto bene il Beato Giacomo Alberione affermando che «I dannati, secondo S. Giovanni Crisostomo, saranno più tormentati dal Paradiso che dall’inferno poiché per il cielo erano essi creati (e lo capiranno bene!); ma Dio lasciò loro la libertà. “Innanzi all’uomo la vita e la morte; gli sarà dato quello che sceglierà” (Sir 15,17). Dunque, i dannati incolpano solo se stessi; mentre tanti loro compagni hanno raggiunto il paradiso! Il peccato è grande torto fatto a Dio. Infatti toglie a Lui la gloria; è nera ingratitudine verso di Lui; è in sé orribile ribellione e incomprensibile temerarietà… Ai piedi di Gesù preghiamo: Signore, quante volte ho io meritato l’inferno per la mia folle passione! Guai a me se fossi morto in quella notte, in quel giorno! Stolto mercante che, per un fumo, una goccia di piacere, mi sarei acquistato un eterno dolore. Gesù mio, misericordia! per la Tua croce, per le Tue piaghe, per il Tuo cuore aperto dalla lancia!».

Rev. do Padre Stefano Maria Manelli
Fondatore dei Francescani dell'Immacolata

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