Ne avevamo scritto parlando del catto-penta-leghista episcopale, Massimo Gandolfini, ovviamente presente anche lui alla photo opportunity ministeriale che impazza oggi sui social network. Ancora una volta il Nostro è riuscito a non deluderci. E con lui tutta la sua corte.
Passano i governi, ma i volti della opposizione sintetica al gender di Stato restano invariabilmente gli stessi.
TROVA LE DIFFERENZE:
Deleterio il loro ridicolo canto di vittoria: ABBIAMO VINTO! STOP GENDER NELLA SCUOLA! che mira a indurre i genitori a credere che tutto sia sotto controllo e che l’indottrinamento omosessualista e genderista sia scongiurato grazie ai prodi cavalieri capitolini.
Alludono all’ultima circolare con cui il MIUR, esibendosi in una strepitosa tautologia, dispone che «la partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio, ivi inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa…è per sua natura facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori, o degli stessi se maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla frequenza». Dove apprendiamo innanzitutto, con viva soddisfazione, come ciò che non è obbligatorio è facoltativo.
Ma a parte questa illuminante scoperta, per la quale c’era bisogno di una interpretazione autentica, i “difensori dei nostri figli” hanno strappato il risultato di cui già avevamo scritto, e hanno spalancato finalmente le porte al genderismo democristiano.
In pratica, i suddetti difensori si applaudono perché hanno suggerito al ministro di dire così: insegnate pure agli scolari la bellezza della omosessualità o del transessualismo, accomodatevi, però prima avvisate i genitori; i quali, nel caso, possono esonerare il proprio figlio dal singolo corso extracurricolare (il virgulto sarà l’unico ad essere esonerato, quindi la pressione del gruppo porterà presto gli sparuti dissidenti a rientrare nei ranghi, col risultato ulteriore che tutti saranno “educati” dagli “esperti” alla perversione come valore, e lo saranno per giunta col consenso unanime delle vittime).
Inoltre la gentile concessione del ministero, ça va sans dire, vale solo per i corsi extracurricolari, perché va da sé che per il curricolo ce la dobbiamo mettere via, e tutta la propaganda che passa inesorabile attraverso i programmi aggiornati alle direttive europee e attraverso i libri di testo rivisti e corretti in chiave invertita, lo stesso nostro virgulto se la deve tracannare in religioso silenzio, dall’asilo fino all’università.
Infatti la legge 107 “la buona scuola”, con tutti i suoi rinvii, impone esattamente questo; il progetto POLiTe vive e lotta contro di noi; e tutto quello che ha denunciato ultimamente anche il quotidiano La Verità sulla manipolazione dei libri scolastici resta lì, indisturbato. Nonostante l’euforia e il sorriso fotogenico dei nostri eroi per tutte le stagioni.
Dunque, Vi comunichiamo ufficialmente che i programmi scolastici per le materie curricolari, i libri di testo, il materiale didattico tutto rimangono intrisi di propaganda genderista, sotto il presidio della legge. Verso questa propaganda micidiale ora, grazie all’ultima buffonata dei “difensori dei nostri figli”, i genitori avranno le difese immunitarie depresse.
Complimenti vivissimi.
– di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco
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