ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 1 novembre 2018

La Tolomea

I sodomiti ed i bestemmiatori 


Cosa accomuna i sodomiti ed i bestemmiatori? Perché Dante li pone nel terzo girone del settimo cerchio dell'inferno? Facciamo un passo indietro. Nel settimo cerchio dell'Inferno Dante pone i violenti:

1) nel primo girone i violenti contro il prossimo (predoni ed assassini)
2) nel secondo i violenti contro sé stessi (suicidi)
3) nel terzo girone che è un sabbione reso rovente da una pioggia di falde infuocate, sono puniti i violenti contro Dio:
a) nella persona divina (bestemmiatori),
b) nella natura (sodomiti),
c) nell'operosità umana (usurai).

I primi devono stare sdraiati nella sabbia infuocata, i secondi devono camminare, i terzi devono star seduti e portano al collo una borsa con lo stemma della loro famiglia.

Purtroppo nell'epoca post-conciliare la violenza contro Dio ha assunto toni del tutto inaspettati soprattutto da parte di chi ha il compito di "trasmettere ciò che ha ricevuto". A partire da Montini, di cui si diceva avesse assunto il nome di "Paolo" (caduto in disuso sin dal 1552) in onore del suo amante omosessuale.

Egli pronunciò, in occasione dei funerali di Aldo Moro una terribile omelia che suona come un atto di accusa e quasi di bestemmia contro Nostro Signore: "Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico"

(È da notare come Paolo VI si senta superiore a Dio stesso usando il "plurale maiestatis" per sé stesso e dando del "Tu" a Dio)


Paolo VI, il papa che trasformò la Santa Messa in una "cena" protestante

Ai giorni nostri, con Bergoglio, la situazione è ulteriormente peggiorata: Da un lato non si cerca neppure più di nascondere le pulsioni omosessuali, ma addirittura il papa esalta un noto pederasta come don Milani del quale è sufficiente leggere questa lettera per rendersi conto a quali aberrazioni siamo giunti:


E questo senza contare tutte le prese di posizione di Bergoglio a favore dei sodomiti

1) Bergoglio ha ricevuto in udienza privata Diego Neria Lejarraga, una donna spagnola di 48 anni che si veste da uomo con la sua attuale "fidanzata". Secondo il quotidiano iberico Hoy, Lejarraga aveva scritto al Pontefice denunciando la propria condizione di "emarginazione" all'interno della Chiesa e in particolare nella città dove vive, Plasencia nella regione dell'Estremadura. Il Papa, colpito dello sfogo della donna vestita da uomo, le avrebbe poi telefonato invitandola in Vaticano. Lejarraga si dice "credente" e "praticante" ma dopo essersi fatta operare e aver "cambiato sesso" sarebbe stata allontanata dalla sua parrocchia, mentre il prete l'avrebbe bollata con l'appellativo di "figlia del diavolo". Le autorità vaticane, contattate dai giornalisti spagnoli, hanno deciso di non commentare.

2) Incoraggia la diffusione di libri che propugnano la diffusione dell'omosessualità e della teoria del "gender" nelle scuole elementari. Francesca Pardi e Maria Silvia Fiengo avevano scritto al Papa allegando una copia dei loro libri . Francesco ha risposto incoraggiandole a proseguire:«Sua Santità è grato per il delicato gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito» e «auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani», impartendo la benedizione apostolica alla famiglia.
Quali siano gli "autentici valori umani e cristiani" nella diffusione della teoria del "gender" e nella propaganda omosessuale lo sa solo Bergoglio



Evidentemente Bergoglio non ha mai letto (o non ha mai capito) il Vangelo secondo San Matteo: "qui autem scandalizaverit unum de pusillis istis qui in me credunt expedit ei ut suspendatur mola asinaria in collo ejus et demergatur in profundum maris."

(Chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d'asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare.)

Mons. Nunzio Galantino con una incredibile omelia a difesa della sodomia cambia il contenuto della Bibbia. Giunge a dire che Dio non punì Sodoma e che la salvò grazie al fatto che Abramo era un "uomo giusto".

Mons. Vincenzo Paglia, ex-presidente del Pontificio consiglio per la famiglia quando era vescovo di Terni mandò in bancarotta la diocesi sprecando milioni di euro per fare affrescare la cattedrale con dipinti che esaltano il vizio in cui gli omosessuali sono collocati in paradiso: addirittura si fece ritrarre lui stesso ignudo accolto in cielo tra gli altri sodomiti. È da notare che Mons. Paglia è uno dei fautori del "pauperismo".

Concludendo:
Ho l'impressione che molti personaggi delle gerarchie ecclesiastiche odierne
siano nella situazione di Frate Alberigo dei Manfredi dei frati gaudenti che si trova nella Tolomea, il nono cerchio terza zona, traditori degli amici e dei commensali (Inferno canto XXXIII).

La Tolomea ha una caratteristica unica: I traditori vengono dannati nel momento stesso in cui compiono il peccato. La loro anima raggiunge immediatamente l'Inferno mentre un diavolo prende possesso del loro corpo che continua a vivere nel mondo il tempo che è loro stato assegnato.

- di Dott. Franco Rossini




Fumo LGBT nel Santuario di Caravaggio

Il prossimo 18 novembre si terrà presso il santuario di Santa Maria del fonte a Caravaggio un incontro dal titolo “Tavolo di dialogo fra diocesi lombarde e realtà cattoliche LGBT: quale presenza dei giovani LGBT nella Chiesa?”. 

Rif: locandina
La locandina, dove campeggiano i colori dell’arcobaleno invertito, rappresentativo di un umanesimo senza Dio, del trionfo della gnosi sulla genesi, ci informa che l’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’associazione “Cammini di Speranza” – sezione Lombardia e la Diocesi di Cremona; l’obiettivo è di avviare un percorso di reciproca conoscenza, apprezzamento e accoglienza, avvalendosi anche del contributo di rappresentanti lombardi del “Progetto Giovani LGBT” e di “genitori con figli LGBT”.
La prima impressione che se ne riceve è di sconcerto: è davvero inquietante l’espressione “realtà cattoliche LGBT”, che ponendo sullo stesso piano la dimensione religiosa e quella relativa all’orientamento sessuale, di fatto contribuisce a legittimare e di conseguenza ad approvare comportamenti contrari all’ordine naturale, perciò definiti disordini nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2357/58).
Lo stesso vale per i termini “giovani LGBT” e “genitori con figli LGBT”, che risultano riduttivi e degradanti perché definiscono una persona in base al proprio orientamento sessuale.
Sconcertante è anche la scelta del luogo che ospita l’evento: Santa Maria del fonte a Caravaggio, santuario che è nel cuore di milioni di fedeli in Italia e nel mondo, luogo sacro di indubbio rilievo nella devozione mariana.
Proprio a Caravaggio, il 20 giugno del 1992, S. Giovanni Paolo II rivolse un appassionato discorso ai giovani, richiamandoli alla bellezza della vita e alla necessità di impegnarsi nella sua difesa perché in ciascuna creatura umana rifulge l’immagine del suo Creatore:
“Dovete dire e gridare che la vita è dono meraviglioso di Dio e nessuno ne è padrone, che l’aborto e l’eutanasia sono tremendi crimini contro la dignità dell’uomo, che la droga è rinuncia irresponsabile alla bellezza della vita, che la pornografia è impoverimento e inaridimento del cuore. Dovete anche ricordare che la malattia e la sofferenza non sono castighi o condanne, ma occasioni per entrare nel cuore del mistero dell’uomo; che nel malato, nell’handicappato, nel bambino e nell’anziano, nell’adolescente e nel giovane, nell’adulto e in ogni persona, brilla l’immagine di Dio. Ma, soprattutto, dovete gridare al mondo che la vita è un dono delicato, degno di rispetto assoluto: che Dio non guarda all’apparenza ma al cuore; che la vita segnata dalla Croce e dalla sofferenza merita ancora più attenzione, cura e tenerezza.”
Siamo agli antipodi dell’interpretazione distorta del Vangelo proposta dall’associazione “Cammini di Speranza”, che scrive nel sito omonimo al capitolo relativo alla propria missione, di opporsi “ad una lettura esclusivista, fondamentalista e decontestualizzata del dettato biblico che contrappone l’unione eterosessuale all’unione omosessuale. Il progetto d’amore di Dio, che riguarda ogni uomo, non può essere compresso in forme statiche e storicamente determinate. I tempi sono maturi per porre, accanto alla famiglia eterosessuale tradizionale, anche il valore, non meno bello e ricco di simbolismo, delle coppie e delle famiglie lgbt”.
E’ utile ricordare, al riguardo, alcuni brani tratti dalla “Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali” (Epistula de pastorali personarum homosexualium cura) diffusa il 1 ottobre 1986 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede:
“L’attività omosessuale non esprime un’unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un’esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l’essenza stessa della vita cristiana.”
“Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l’omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico.”
“Questa Congregazione (per la Dottrina della Fede, ndr) incoraggia pertanto i Vescovi a promuovere, nella loro diocesi, una pastorale verso le persone omosessuali in pieno accordo con l’insegnamento della Chiesa. Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l’attività omosessuale è immorale.”
In definitiva questa iniziativa, più che un tavolo di dialogo, appare a tutti gli effetti una capitolazione alla mentalità del mondo, in opposizione a Cristo e al Vangelo, e perciò senza salvezza e senza speranza.
A questa amara constatazione si aggiunge l’aggravante di svolgersi in uno dei santuari italiani più amati e rappresentativi del mondo cattolico italiano.
Per tale ragione è stata promossa l’iniziativa di una lettera indirizzata al Vescovo della diocesi di Cremona, al Rettore del Santuario e al Presidente del Consultorio “Punto famiglia”, per replicare contro un atteggiamento di supina e spesso acritica resa a gruppi – peraltro ben organizzati e supportati – che parlano di integrazione, ma di fatto seminano divisione e confusione particolarmente nel mondo cattolico.
Wanda Massa

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