IL PAPA ELOGIA LA TESTIMONIANZA DI MONS. VIGANÒ SENZA CITARLO PER DISCREZIONE. MA NO, È UNO SCHERZO. PERÒ…
Lo dico sin dalla prima riga, per non ingenerare confusione e mormorazione, Dio non voglia: questo è un post scherzoso.
Ieri, leggendo su Vatican News il reportage sulle parole del Pontefice, mi sono detto: guarda guarda, che elogio fa – sempre senza citarlo, ma si sa, è un’abitudine – dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Per usare le parole del geniale Fosco Maraini,
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
è un giorno per le vànvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero,
è un giorno a cantilegi, ad urlapicchio…
se il Pontefice finalmente riconosce il valore del gesto, anzi dei gesti, perché orami sono tre, dell’ex Nunzio.
Diceva infatti la collega Debora Donnini
“La testimonianza, la mormorazione e la domanda. Sono le tre parole su cui si sofferma Papa Francesco stamani nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta”. Il Pontefice notava che “la testimonianza mai nella storia è stata una cosa comoda sia per i testimoni – tante volte pagano con il martirio – sia per i potenti”. “Testimoniare è rompere un’abitudine, un modo di essere … Rompere in meglio, cambiarla. Per questo la Chiesa va avanti per testimonianze. Quello che attrae è la testimonianza, non sono le parole che sì, aiutano, ma la testimonianza è quello che attrae e fa crescere la Chiesa”.
Ah però! E poi ha ripetuto: La testimonianza “sempre rompe un’abitudine” e anche “ti mette a rischio”.
Il contrario della testimonianza aperta, del metterci la faccia e anche il resto , di affrontare situazioni e persone a viso aperto, è la strada, molto più comoda e così presente negli ambienti clericali della mormorazione, “il commento negativo per distruggere la testimonianza”. “Questo peccato di mormorazione è quotidiano, sia nel piccolo sia nel grande”, nota ancora Francesco rilevando che nella propria vita, ci si trovi a mormorare “perché non ci piace quello e l’altro” e invece di dialogare o “cercare di risolvere una situazione conflittuale, di nascosto mormoriamo, sempre a bassa voce, perché non c’è il coraggio di parlare chiaro”.Così avviene anche quando c’è “una testimonianza che a me non piace o una persona che non mi piace, subito si scatena la mormorazione”.
Chissà se nella mormorazione sono compresi anche gli attacchi ad personam del testimone e quello sport così praticato in questi tempi che in inglese si chiama “character killing” con articoli e libri? Ho continuato a leggere e ho pensato: eh sì, forse è a queste operazioni un po’ sudicie a cui si riferisce il Pontefice. Perché ha detto anche: “Quando un governo non è onesto cerca di sporcare gli avversari con la mormorazione. Che sia diffamazione, calunnia, cerca sempre. E voi che conoscete bene i governi dittatoriali, perché avete vissuto questo, cosa fa un governo dittatoriale? Prende in mano prima i media di comunicazione con una legge e da lì, incomincia a mormorare, a sminuire tutti coloro che per il governo sono un pericolo. La mormorazione è il nostro pane quotidiano sia a livello personale, famigliare, parrocchiale, diocesano, sociale …”.
Alla fine il Pontefice ha ricordato il tema della sua riflessione: : “la testimonianza”, che è provocante, “che fa crescere la Chiesa”, “la mormorazione” che è “come una guardia del mio interno perché la testimonianza non mi ferisca”.
Ci siamo, mi sono detto; vuoi vedere che adesso dopo queste confessioni si decide a rispondere a quelle semplici domande provocate da Viganò su McCarrick, e ordina finalmente una bella indagine apostolica sul caso del cardinale abusatore, della sua carriere, dei suoi appoggi e complicità, e magari anche sui finanziamenti che grazie a lui partivano (e arrivavano…)? Magari non oggi, magari domani o dopo. Ma i cattolici sono pazienti, sanno aspettare. Anche se, forse, quelli americani un po’ meno. Per non parlare della giustizia federale…
Se non avete fatto attenzione all’inizio, lo ripeto: è un post scherzoso, tanto che ci aggiungo un paio di vignette che circolano in questi giorni. Sull’ICI. Buon venerdì a tutti.
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