ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 26 novembre 2018

Scherzi dell’Io?


La nuova figura di “papa biforcuto” fa l’elogio dei “diritti dell’uomo”




Lo scorso 17 novembre si è svolta in Vaticano, nella sala Clementina, la cerimonia per la consegna dei “premi Ratzinger”… confessiamo che siamo rimasti sempre perplessi su questa strana iniziativa, visto che Ratzinger è ancora vivo… essa risale infatti al 2011.
Strano ma vero, Ratzinger, l’umile Ratzinger, si fa inneggiare da un’apposita Fondazione che ne sciorina i meriti e ne tesse le lodi. Sarà forse per questa sua caratteristica auto-celebrativa che ha fatto il gesto clamoroso delle dimissioni – magari sicuro che il suo nome sarebbe rimasto negli annali, ma senza contare che in seguito sarebbero potuti venire altri “papi” che avrebbero potuto metterlo in seconda fila -.
E sarà forse per questo che ha preteso di essere chiamato ancora col nome da papa e di vestirsi da papa… scherzi dell’Io!

Eppure c’è da chiedersi: scherzi dell’Io o precisa volontà sovvertitrice?  In entrambi i casi ci troviamo al cospetto dello stravolgimento del Papato: quella “petram” su cui Nostro Signore fondò la Sua Chiesa, si pretende possa e debba sdoppiarsi, realizzando l’operazione alquanto perniciosa del passaggio dall’unità alla molteplicità, dal segno divino dell’unità e dell’unione al segno satanico della molteplicità e della divisione, con la conseguenza di mettere in problematica – se possibile – il “non praevalebunt” promesso da Gesù Cristo… e in ogni caso ridurre “la pietra” in “pietre”… e potremmo dire in “macerie”.




L’incredibile di questa storia delle cosiddette “dimissioni” è che Ratzinger ha preteso di giustificare lo sdoppiamento del pontificato con l’originale e cervellotica considerazione che una sola persona non potrebbe assolvere il munus petrino, magari per stanchezza o parziale impotenza, così che la soluzione starebbe nella istituzione di un “papa orante” a fianco di un “papa agente”… nel caso presente in un “Ratzinger orante” a fianco – in Santa Marta – di un “Bergoglio agente”. E questo fino al paradosso canonico e mediatico che quando “il Papa” si presenta in pubblico per una cerimonia ufficiale, ecco apparire due personaggi vestiti di bianco… che chiamarli “due papi” è chiaramente ridicolo e sicuramente deleterio per i fedeli e il mondo… due “pietre”? o due uomini che non rappresentano più alcuna “pietra”?

Tornando al premio, ecco che abbiamo un papa che viene celebrato ed un papa che celebra… il celebrato, il quale peraltro si celebra anche da solo. Una sorta di circo.
Niente di strano, quindi, che in occasione di questo avvenimento ci sia stato un doppio pronunciamento papale: una sorta di dichiarazione papale biforcuta… un papato… due papi… due teste… due pronunciamenti… un papato biforcuto che deve necessariamente pronunciarsi doppiamente.
E lungi dall’essere un pronunciamento dal linguaggio biforcuto, si è trattato di un doppio pronunciamento che, non a caso, ha usato lo stesso linguaggio e lo stesso argomento; ed è questo che ci ha indotto a scrivere la presente nota.




Consegna dei “premi Ratzinger”


Il discorso di Jorge Mario Bergoglio

Nella sala Clementina, rivolgendosi ai componenti della Fondazione Vaticana “JosephRatzinger – Benedetto XVI” e ai premiati, Bergoglio ha dato una sonora sviolinata a Ratzinger (i neretti sono nostri):
«È questa una bella occasione per rivolgere insieme il nostro pensiero affettuoso e grato al Papa emerito Benedetto XVI. … con quello spirito fortemente ecclesiale che ha contraddistinto Joseph Ratzinger fin dai tempi della sua feconda attività teologica giovanile, quando diede già frutti preziosi nel Concilio Vaticano II, … Il suo è uno spirito che guarda con consapevolezza e con coraggio ai problemi del nostro tempo, e sa attingere dall’ascolto della Scrittura nella tradizione viva della Chiesa la sapienza necessaria per un dialogo costruttivo con la cultura di oggi

E ha trovato l’occasione per parlare delle donne nella Chiesa e per suggerire velatamente la possibilità del sacerdozio alle donne (i neretti sono ancora nostri):
«Ma oggi desidero esprimere il mio particolare apprezzamento per le due personalità insignite del Premio. Sono veramente lieto che il Premio per la ricerca e l’insegnamento della teologia sia attribuito a una donna, la Professoressa Marianne Schlosser. … Non è la prima volta…, ma è molto importante che venga riconosciuto sempre di più l’apporto femminile nel campo della ricerca teologica scientifica e dell’insegnamento della teologia, a lungo considerati territori quasi esclusivi del clero. È necessario che tale apporto venga incoraggiato e trovi spazio più ampio, coerentemente con il crescere della presenza femminile nei diversi campi di responsabilità della Chiesa, in particolare, e non solo nel campo culturale

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/
11/17/0850/01846.html#italianohttp://press.vatican.va/content/salastampa/it/
bollettino/pubblico/2018/11/17/0850/01846.html#italiano





Le due lettere del doppio papa


Quest’anno, il 10 dicembre, ricorre il 70esimo anniversario della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”; per l’occasione si è svolta a Roma, presso la “Libera Università Maria Santissima Assunta” (15 e 16 novembre), l’VIII Simposio Internazionale sul tema “Diritti fondamentali e conflitti fra diritti”, organizzato dalla stessa Università e dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.
Non si poteva mancare di mettere insieme tutto questo e il conferimento dei “premi Ratzinger”; così i due papi hanno sentito il dovere di vergare e diffondere due lettere in cui mettono insieme i “premii Ratzinger” e i “diritti umani”.

Rivolgendosi entrambi “Al Reverendo Padre Federico Lombardi S.I., Presidente del Comitato di Amministrazione della Fondazione Vaticana “Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”
Bergoglio scrive:
«Mentre si avvicina il 70 anniversario dell’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è opportuno non solo celebrare la memoria di quello storico evento, ma anche impostare una riflessione approfondita sulla sua attuazione e sullo sviluppo della visione dei diritti umani nel mondo odierno. … Nel Discorso al Corpo Diplomatico del gennaio scorso, dedicato appunto a questa Dichiarazione, osservavo che essa mira a rimuovere i muri di separazione che dividono la famiglia umana e a favorire lo sviluppo umano integrale

Ratzinger scrive:
«… fin da quando sono stato informato – diversi mesi fa – del primo progetto del Simposio internazionale sul tema “Diritti fondamentali e conflitti fra diritti”, Le ho subito manifestato il mio apprezzamento per l’iniziativa, considerandola straordinariamente utile. In particolare mi è sembrato importante che si parli esplicitamente della problematica della “moltiplicazione dei diritti” e del rischio “della distruzione dell’idea di diritto”. È una questione attuale e fondamentale per tutelare le basi della convivenza della famiglia umana, che merita di essere messa ancora una volta a tema di una riflessione approfondita e sistematica, come il programma del Simposio dimostra di voler fare.»

https://it.aleteia.org/2018/11/16/allerta-due-papi-nuovi-diritti-spot-planned-parenthood/





1789 - Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino


Ciò che colpisce, in queste due lettere, è che il “papa biforcuto”… il doppio papa…, parla – parlano -  di diritti dell’uomo quali fattori indispensabili per la vita dell’intera umanità, e non spendono una parola – una – per i diritti di Dio, come se l’umanità non avesse minimamente bisogno di coltivare tali diritti divini.
In più, Ratzinger, da uomo colto, nota che bisogna preoccuparsi del fatto che i “diritti dell’uomo” possano essere messi in problematica dalla “moltiplicazione dei diritti”, quasi a sottolineare che non ci sarebbe niente di meglio dei “diritti dell’uomo” come sono stati redatti dall’ONU, che li hanno ricavati dalla “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” redatta in Francia nel 1789 come documento di riferimento per la Rivoluzione Francese e che da allora ha fatto il giro del mondo come base di una nuova concezione della vita che intende escludere Dio.
E Ratzinger e Bergoglio conoscono benissimo tutto questo e sanno benissimo che difendere ed elogiare i “diritti dell’uomo” equivale a sostenere l’ateismo e l’agnosticismo che imperano oggi nel mondo e che lottano per distruggere la Religione di Dio e la Sua Chiesa.
In realtà, ci troviamo al cospetto di due uomini che hanno abbandonato i loro doveri di chierici riguardo a Dio e alla salute eterna delle anime: due uomini che, figli devoti del Vaticano II, hanno abbandonato il culto di Dio per votarsi al culto dell’uomo.
A questa stregua è comprensibile che si pratichi il duplice papato, senz’altro in vista di un papato triplice o molteplice.


I due premiati

E’ sulla base di questa logica meramente umana e del tutto aderente allo spirito e alla volontà del mondo che sono stati scelti i due personaggi da premiare: la Professoressa Marianne Schlosser e l’Architetto Mario Botta.



La prima, bavarese, è (dal curriculum pubblicato dalla Fondazione Ratzinger) “riconosciuta come una delle più profonde conoscitrici della teologia e della spiritualità della Patristica e del Basso Medioevo” … “È stata curatrice del Secondo Volume dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger”… “è ordinario di Teologia della spiritualità presso la Facoltà di Teologia cattolica dell’Università di Vienna” … “Nel 2014 è stata nominata da Sua Santità Papa Francesco membro della Commissione teologica internazionale e nel 2016 membro della Commissione sul diaconato femminile”
A questa versione ufficiale occorre aggiungere che la valida Schlosser è una sostenitrice della necessità che le donne rivestano ruoli istituzionali nella Chiesa, ed è altresì una sostenitrice del giovane Ratzinger. A lei, che cura la pubblicazione dell'Opera Omnia di Ratzinger-Benedetto XVI, questi ha affidato la pubblicazione in forma integrale della sua tesi su San Bonaventura che aveva presentato nel 1955 per l’abilitazione alla libera docenza di teologia e che fu respinta dai professori per la sua  coloritura eterodossa.




Il secondo, svizzero, è (dal curriculum pubblicato dalla Fondazione Ratzinger) “tra i fondatori dell’Accademia di architettura di Mendrisio, dove tuttora insegna e ha ricoperto la carica di direttore” … “ Durante il periodo trascorso a Venezia, ha occasione di incontrare Le Corbusier e Louis Kahn e di lavorare con loro” … “Sono caratteristici della sua architettura l’utilizzo del mattone e della pietra e gli edifici costituiti da volumi puri, … tra i quali gli edifici a cilindro tronco che trovano una prima realizzazione nella chiesa di San Giovanni Battista a Mogno e un successivo sviluppo nella Cattedrale di Evry, presso Parigi, e nella Concattedrale del Santo Volto a Torino. … Un’architettura, quella di Mario Botta, concepita sia come arte capace di fondersi in maniera armoniosa con la natura, le culture e le storie dei territori, sia come testimone concreta dei vissuti storici e delle aspirazioni umane”.
A questa versione ufficiale è necessario aggiungere che gli edifici di culto realizzati da Botta non hanno alcunché di cattolico e neanche di religioso, salvo una sorta di religiosità intrisa di panteismo e di orgoglio individuale, offerti all’ammirazione dell’uomo moderno che non crede più in Dio.
Di questo architetto abbiamo avuto modo di segnalare certe sue realizzazioni approvate ed elogiate dalla moderna gerarchia cattolica:

la cattedrale di Evry, Francia, 

la nuova chiesa di Mogno, Svizzera, 

la nuova chiesa di Paderno Seriate, Bergamo,

la nuova chiesa di Merate, Lecco,

la nuova chiesa del Santo Volto a Torino





La chiesa del Santo Volto a Torino, commissionata dall'Arcivescovo Card. Poletto.
Uno dei lavori dell'architetto Mario Botta premiati col “Premio Ratzinger”


di Giovanni Servodio

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2693_Servodio_Papa_biforcuto_pro_diritti_umani.html


Benedetto XVI: evangelizzare gli Ebrei "non necessario"

Benedetto XVI ha confessato in un numero recente della rivista tedesca anti-cattolica Herder Korrespondenz di non essersi mai espresso in favore di una evangelizzazione degli Ebrei, ma piuttosto in "favore del dialogo" e "non dell'evangelizzazione".

Secondo Benedetto XVI, Ebraismo e Cristianesimo sono semplicemente "due interpretazioni" della Bibbia [che si contraddicono tra di loro e pertanto non possono essere entrambe vere].

L'ex Papa scrive che il mandato missionario Cristiano riguarda tutti i popoli e le culture ed è "universale", ma così contraddice la sua dichiarazione, affermando che esiste "una eccezione":

“Evangelizzare gli Ebrei non era semplicemente nei piani [presunti] e non sarebbe necessario, perché solo loro, tra tutti i popolo, conoscevano il 'Dio ignoto'."

Le affermazioni strane di Benedetto contraddicono apertamente il Nuovo Testamento, che afferma in modo inequivocabile che Cristo ha inviato i suoi apostoli anche solo agli Ebrei. Solo in seguito anche i pagani sono stati inclusi nell'opera apostolica.

Escludere gli Ebrei dalla salvezza in Cristo, il bene supremo in questo mondo, è una forma suprema di antisemitismo.

Foto: © Mazur/catholicnews.org.uk, CC BY-NC-SA#newsHwvldcjbxi
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