ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 27 dicembre 2018

Sotto gli occhi di tutti!

ASSALTO AL POTERE MONDIALE


I popoli europei devono uscire da quel campo di prigionia che è l’Ue, così come i buoni cattolici devono non già uscire dalla chiesa, ma costringere ad uscirne gli apostati ed eretici modernisti che l’hanno usurpata e manomessa 
di Francesco Lamendola  

 0 CARICA CROCIATI

Nel 1961 usciva il libro di Fritz Fischer Griff nacht der Weltmacht (Assalto al potere mondiale. La Germania nella guerra 1914-1918), tradotto in Italia da Einaudi, nel 1965, a cura dell’immancabile storico della sinistra militante, filo marxista e apologeta del mito resistenziale, Enzo Collotti, ben lieto che un collega tedesco attribuisse alla propria patria tutta la responsabilità della Prima guerra mondiale, o gran parte di essa, retrodatando anzi le sue responsabilità al 1871, perché, secondo il Fischer, sin dalla nascita del Reich i militari e gli industriali tedeschi non avevano fatto altro che preparare il grande assalto planetario.


0 assalto al potere
Il libro di Fritz Fischer Griff nacht der Weltmacht (Assalto al potere mondiale. La Germania nella guerra 1914-1918)

Al di là della assoluta inconsistenza della tesi, o, per meglio dire, delle sua risibilità, frutto di una tendenziosità ideologica sin troppo esplicita, resta il fatto che, ancora negli anni ’60, gli storici trovavano normale occuparsi di problemi come l’assalto al potere mondiale da parte di un singolo Stato, cosa che, secondo loro, sarebbe avvenuta almeno due volte, nel 1914 e nel 1939, senza contare la Guerra Fredda. In realtà, questo dimostra quanto fossero corti di vista e di cervello gli storici di formazione accademica; di quanto fossero attardati e obsoleti nei loro modi di pensare; di quanto poco avessero capito e meditato della duplice tragedia mondiale che aveva scosso l’Europa e il mondo nella prima metà del secolo. Anche la Guerra Fredda aveva insegnato loro poco o nulla; ma soprattutto la Grande Depressione del 1929 e, in seguito, tutto l’andamento dell’economia e della finanza mondiali. La verità è che nessuna singola nazione, neppure due nazioni sterminate e strapotenti, come l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America, hanno mai avuto l’ambizione, né la possibilità, di concepire un simile progetto; che avesse potuto concepirlo la Germania, con una popolazione, un’industria e delle risorse tanto più limitate, è addirittura inverosimile. Gli storici di professione non sembrano aver mai riflettuto a sufficienza su quel che ha significato lo sviluppo delle banche a partire dal XVI secolo, né sul significato della nascita delle banche centrali, come la Banca d’Inghilterra nel 1694; e se anche, allora, non era facile prevedere che sarebbero diventate tutte, alla fine, delle banche private, puramente speculative e quindi parassitarie nei confronti degli Stati, dei quali avevano tuttavia il monopolio nell’emissione del denaro, pure non doveva essere impossibile vedere il filo rosso che lega l’espansione dell’economia finanziaria ai principali eventi politici, sociali e culturali degli ultimi tre secoli. Così pure, e qui è difficile dire quanto la loro distrazione sia stata in buona fede, gli storici sembrano aver dedicato pochissimo interesse, e aver attribuito pochissimo rilievo, alla nascita e allo sviluppo della Massoneria, da quando, nel 1713, sorse ufficialmente la prima Loggia, a Londra (e sono già due coincidenze: la prima banca centrale, la prima loggia massonica ufficiale, negli stessi anni e nello stesso luogo); inoltre, sembrano esser stati ancor più distratti nel mettere in collegamento, e sia pure come ipotesi di lavoro, la diffusione della massoneria, il sorgere dei primi stati democratici, come gli Stati Uniti d’America, e l’offensiva anticristiana, che, dapprima sotto il nome di giurisdizionalismo, poi sotto quello più esplicito di anticlericalismo, si è messa in moto proprio a partire da quel periodo e non si è più fermata, passando attraverso recrudescenze sanguinose, come la Rivoluzione francese, o attraverso spoliazioni e persecuzioni più metodiche e meno cruente, come le soppressioni, gli incameramenti, le requisizioni culminate, sempre in Francia, nel 1905, ma attuate anche da molti altri Stati, prima e dopo, in particolare nel Messico a partire dal 1911 e nella Russia dal 1917. Insomma, pare che gli storici di professione non si siano accorti più di tanto (ma è credibile?) che, a partire dal 1700, ma specialmente nel corso del 1800 e del 1900, il potere finanziario ha soppiantato e sostituito il potere industriale e politico-militare nella scalata al dominio mondiale.

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Uno stravolgimento liturgico senza precedenti, un papa costretto alle dimissioni, sostituito da uno "Gesuita" imposto dalla mafia di San Gallo: questa è ancora la Chiesa di Cristo? I buoni cattolici devono non già uscire dalla chiesa, ma costringere ad uscirne gli apostati ed eretici modernisti che l’hanno usurpata e manomessa.

E così, mentre gli storici accademici discettavano, ancora negli anni ’60 del secolo scorso, se fosse stata la Germania a scatenare la Prima guerra mondiale, e se avesse voluto addirittura dare l’assalto al potere mondiale, sotto il loro naso si svolgevano due eventi paralleli e coordinati, che stavano cambiando la faccia del mondo, e che si configuravano, quelli sì, come una duplice manovra per attuare un assalto al potere planetario e instaurare un Nuovo Ordine Mondiale: la fondazione della Comunità Economica Europea, col Trattato di Roma del 25 marzo 1957, divenuta poi Unione Europea, col  Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (1992, l’annus mirabilis: col miliardario George Soros che realizzava immensi profitti provocando una crisi finanziaria che depauperava alcuni Stati europei, particolarmente l’Italia); e il Concilio Vaticano II,  indetto da Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959 (a soli tre mesi dalla sua elezione: che strana fretta, non è vero?), aperto l’11 ottobre 1962 e concluso l’8 dicembre 1965, da Paolo VI. Due eventi nettamente distinti, penserà qualcuno: quale legame ci potrà mai essere fra la nascita dell’Europa unita e il XXI concilio nella storia bi-millenaria della Chiesa cattolica? Eppure il legame c’è, eccome. Si studino i documenti, si legga tutta la documentazione di entrambi gli eventi, e si scopriranno delle curiose analogie, per non parlare della contemporaneità temporale. È come se un’unica regia avesse coordinato le due cose, l’una nell’ambito della società profana, l’altra nell’ambito della società cristiana. Ed entrambe le volte dichiarando degli scopi ben diversi da quelli effettivamente perseguiti. Questo non è un fare il processo alle intenzioni: è una osservazione che scaturisce naturalmente dalla constatazione di ciò che è effettivamente accaduto,  allora e negli anni seguenti.

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La duplice manovra per attuare "l'assalto finale" al potere planetario e per instaurare un "Nuovo Ordine Mondiale" è sotto gli occhi di tutti!

Nessuno, nel 1957, e, per la verità, neppure nel 1992, almeno a livello di opinione pubblica – evidentemente bene indottrinata dai mass-media – avrebbe immaginato quel che sarebbe diventata, nel terzo millennio, l’Unione Europea: l’impero della finanza e la prigione dei popoli. Nessun cittadino europeo avrebbe immaginato che il popolo greco sarebbe stato messo in ginocchio, che il suo governo sarebbe stato commissariato, che la sua economia sarebbe stata distrutta; né che uno Stato che vi aveva aderito solo parzialmente, conservando la propria sovranità monetaria, come la Gran Bretagna, sarebbe stato trattato con tanta ostilità e durezza e con tanta volontà punitiva  quando il suo governo, rispettando una richiesta popolare, avrebbe chiesto di uscirne. A tutti era stato detto che Adenauer, Schumann e De Gasperi avevano coltivato un nobile sogno: un sogno di fraternità, di collaborazione e di pace fra i rispettivi popoli, dopo la tragedia delle due guerre mondiali; quei nomi erano di per sé una garanzia, una sicurezza, una patente di nobiltà morale. Allora pochissimi avevano mai sentito parlare del Piano Kalergi; e i giornali e le televisioni si guardavano bene dal raccontare il devastante progresso che l’economia finanziaria stava compiendo ai danni dell’economia reale, dell’economia produttiva: forse perché la gente avrebbe potuto cominciare a chiedersi se, dopotutto, la tesi fascista della Seconda guerra mondiale come una lotta a morte dell’oro contro il sangue fosse stata così campata in aria, o non celasse un nucleo di verità. E nessun cattolico, nel 1959 o nel 1965, avrebbe mai immaginato che il tanto richiesto e tanto sospirato “rinnovamento” ecclesiale, che la tanto auspicata e sollecitata “apertura” della Chiesa alle istanze del mondo moderno, e il dialogo, e l’ecumenismo, eccetera, si sarebbero risolti in una resa incondizionata, in una auto-distruzione della propria tradizione, in un rovesciamento graduale, ma irreversibile, della morale e della stessa dottrina, oltre che inuno stravolgimento liturgico senza precedenti. In entrambi i casi, la buona fede della gente venne sorpresa da una serie di fatti che misero tutti davanti al fatto compiuto di una evoluzione imprevista e, a parere di molti, imprevedibile, oltre che indesiderata, nefasta e pericolosa.

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Questa Europa è una degenerazione di quell’altra Europa, quella progettata negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso: è oggi solo una tomba di popoli, alla mercè di finanzieri senza scrupoli.

Quanti cittadini europei avrebbero immaginato che, nel 2018, lo spread (una parola che allora, del resto, nessuno conosceva) sarebbe diventato l’arma per mettere in ginocchio i governi non abbastanza pronti a inginocchiarsi davanti ai diktat della grande finanza, impersonata da quella super-banca centrale che è la Banca Centrale Europea, anch’essa ormai divenuta un istituto privato e anch’essa, però, detentrice dell’emissione del denaro, praticamente in regime di monopolio, nonché senza controlli, o meglio, con dei ridicoli controllori che sono, poi, i suoi stessi dirigenti? E quanti buoni cattolici avrebbero immaginato che, nel 2018, il papa in persona avrebbe bestemmiato impunemente contro la Santissima Trinità (le Tre Persone litigano sempre fra loro) e contro Gesù Cristo (si è fatto diavolo e serpente), avrebbe dato ragione a Lutero, avrebbe dichiarata non necessaria la conversione dei giudei, avrebbe baciato ilCorano e invitato alla santa Messa gli islamici, e ciò subito dopo l’ennesima uccisione di un prete cattolico da parte dei terroristi islamici, che però il papa si rifiuta di ammettere persino che esistano? Quanti avrebbero immaginato che la più fiorente comunità religiosa, quella dei francescani e delle francescane dell’Immacolata, sarebbe stata perseguitata per volere del papa? Quanti avrebbero immaginato che una cricca di cardinali massoni (la mafia di San Gallo) avrebbe attuato una cospirazione per manipolare l’elezione del pontefice e avrebbe piazzato il proprio candidato, dopo che il suo predecessore aveva avanzato delle dimissioni tanto strane quanto subitanee, il tutto senza che alcuno facesse domande scomode e senza che alcuno sollevasse la minima eccezione di diritto canonico, davanti a tante stranezze e davanti all’elezione al soglio pontificio di un gesuita, cosa assortamente contraria allo statuto di quell’ordine religioso e, infatti, mai avvenuta in cinque secoli? Quanti cattolici avrebbero immaginato, nel 1965, che non solo il latino sarebbe stato spazzato via, la lingua millenaria e universale della Chiesa, e che chitarre, tamburelli e nacchere avrebbero sostituito l’organo e il canto gregoriano, ma che i fedeli avrebbero preso l’Ostia consacrata in mano, stando in piedi, come si prende un tramezzino al bar? E che la Chiesa avrebbe cessato di parlare della penitenza, del sacrificio, del peccato, della grazia, del paradiso e dell’inferno, per parlare sempre e solo dei migranti, quegli stessi migranti che il potere finanziario generosamente sovvenziona, o sovvenziona le organizzazioni che li aiutano a trasferirsi dalla sponda sud alla sponda nord del Mediterraneo? E che in Svezia una donna vescovo, lesbica dichiarata e “sposata” con una donna, avrebbe proposto di togliere i crocifissi all’interno delle chiese per creare degli “spazi di preghiera” per gli islamici, in modo che questi possano sentirsi più a loro agio? E che, nei Paesi cattolici, dei preti avrebbero chiuso le “loro” chiese (come se fossero, appunto, una loro proprietà) il giorno di Natale, e soppresso il Sacrificio eucaristico, rifiutandosi di celebrare la Messa, per protestare contro le resistenze del governo italiano all’invasione africana ed islamica in atto? E che molti preti si sarebbero dichiarati apertamente fornicatori e omosessuali, e che sarebbero stati difesi dai loro vescovi, e stigmatizzati, invece, puniti e trasferiti i loro critici? Quanti cattolici avrebbero immaginato, nel 1965, che la Chiesa avrebbe taciuto davanti ai sempre più frequenti casi di eutanasia; che l’aborto, dopo essere passato nelle legislazioni statali grazie al voto dei cattolici stessi, sarebbe divenuto una piaga di portata biblica, eliminando milioni e milioni di nascituri, nel silenzio assordante della società e della chiesa stessa? E che invece di parlare dei sei milioni di nascituri soppressi nel ventre delle loro madri, i mass-media italiani si sarebbero concentrati, per esempio, il giorno d Santo Stefano del 2018, sulla morte di un bambino guatemalteco in un centro di accoglienza degli Stati Uniti, allo scopo di criminalizzare il presidente Trump (come se quella morte fosse avvenuta per colpa sua), forse il solo presidente americano eletto senza passare per le forche caudine della massoneria e del potere finanziario, grazie al fatto che è un miliardario e ha potuto pagarsi da sé la propria campagna elettorale?

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Oggi pochi ricordano, che George Soros nel 1992 realizzava immensi profitti provocando una crisi finanziaria che depauperava alcuni Stati europei, in particolare l’Italia.

E come molti cittadini europei pensano e s’illudono che questa Europa è una degenerazione di quell’altra Europa, quella progettata negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, ma che la sua idea originaria era buona, anzi ottima, così molti cattolici continuano a credere e illudersi che quanto sta ora accadendo nella chiesa, la degenerazione liturgica, pastorale e dottrinale, sia un qualcosa che va molto al di là delle previsioni dei Padri conciliari del 1962, le cui intenzioni erano ottime, anzi eccellenti. E invece sono entrambe delle pie illusioni: la verità è che era tutto previsto, che si trattava di un’unica manovra giocata su due piani, da uno stesso regista; e i cui temi erano stati calcolati con precisione, dapprima per cuocere gli ingenui a fuoco lento, in modo che neppure si accorgessero di quel che stava accadendo; poi, a un certo punto, accelerando bruscamente i tempi, per mettere tutti quanti di fronte all’irreversibilità di quanto accaduto. E così ora gli europei si trovano dentro un’Europa che non avrebbero mai voluto, e i cattolici dentro una chiesa che non è più la loro, che non  è più la vera. Queste cose le hanno capite in pochi, o in pochi le dicono, forse perché non sono sul libro paga dei poteri finanziari che controllano ormai quasi tutta l’informazione, la cultura e le istituzioni scolastiche. Fra questi pochi c’è un personaggio rimasto misterioso, Cesare Baronio, un vero cattolico, uno degli ultimi, tanto lucido quanto onesto, il quale, nel suo articolo odierno rivolgendosi a padre Cavalcoli scrive (opportuneimportune.blogspot.com del 26/12/2018):
In campo politico, sin dalla sua fondazione, l’Europa aveva come scopo preciso il soverchiare le Nazioni e i popoli, per imporre un governo tirannico che preparasse la sinarchia massonica, preludio dell’avvento dell’Anticristo. In ambito ecclesiastico, sin dal Vaticano II, la neo-chiesa ha usato non dissimile strategia per imporre una tirannide in seno alla Chiesa, costringendo i Vescovi ad abdicare alla loro autorità apostolica a vantaggio di organismi collegiali coordinati da un’élite di corrotti. E come le norme europee impediscono qualsiasi sovranità nazionale in nome di una pretesa democrazia, così le attuali leggi canoniche sono strumentali all’imposizione della dittatura della setta modernista, preludio dell’avvento del Falso Profeta. Chi crede di poter ritornare ai presunti ideali dei padri fondatori dell’Unione Europea correggendo gli errori politici imposti dalla finanza speculativa commette lo stesso errore di chi - come Lei - crede di poter ritornare ai presunti ideali dei padri conciliari correggendo gli errori dottrinali imposti dal cosiddetto postconcilio. Ma non c’è nessun sogno europeo, bensì un incubo dei peggiori, che ha ridotto in miseria intere nazioni e imposto una rivoluzione ideologica ricorrendo a mezzi di coercizione di natura economica. Similmente, non c’è nessun sogno conciliare, ma un incubo che ha causato danni incommensurabili al popolo cristiano, imponendo una rivoluzione dottrinale e morale ricorrendo a mezzi di coercizione per via liturgica. 

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 Oggi nessuno può nascondersi dietro un dito, ma ciascuno si deve assumere, tutta intera, la propria responsabilità.

La conclusione? I popoli europei devono uscire da quel campo di prigionia che è l’Unione Europea, così come i buoni cattolici devono non già uscire dalla chiesa, ma costringere ad uscirne gli apostati ed eretici modernisti che l’hanno usurpata e manomessa. Vie di mezzo non ce ne sono, nessuna mediazione è possibile. Siamo arrivati al punto in cui bisogna giocare a carte scoperte, nessuno può nascondersi dietro un dito, ma ciascuno si deve assumere, tutta intera, la propria responsabilità: di fare o di non fare, di parlare o di tacere, di agire o di stare a guardare.

Assalto al potere mondiale

di Francesco Lamendola

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