Si sente la sua puzza, ma non lo si vuol vedere. La puzza del diavolo c’è, eccome ! La mostruosa congiura in atto e la stretta correlazione fra la negazione del diavolo e l'azione diabolica nella neochiesa del gesuita Bergoglio
di Francesco Lamendola
Uno dei fattori – uno, si badi; ma non dei meno importanti – che contribuiscono alla cecità di tanti cattolici di fronte alla deriva eretica e apostatica di cui la Chiesa sembra essere vittima in questi ultimi decenni, è, a nostro credere, il venir meno della concezione del Male inteso in senso soprannaturale, cioè nell’esistenza reale di Satana e dei suoi angeli infernali. Era perfettamente logico che si giungesse a questo punto, una volta imboccata la strada della storicizzazione delle Scritture e della razionalizzazione scientista della fede. Pare che oggi i cristiani provino imbarazzo, se non addirittura vergogna, a professare la stessa fede cattolica dei loro genitori e dei loro nonni: sono bastate meno di due generazioni per logorare dall’interno le basi stesse della loro fede.
Una fede senza la credenza nel soprannaturale sarà quel che si vuole, ma non è più la fede cristiana; e la fede nel soprannaturale comprende anche la ferma credenza nell’esistenza del demonio. Chi non capisce che negare l’esistenza del diavolo equivale ad attaccare frontalmente la fede, non ha capito nulla, o peggio. Il diavolo non è, nella teologia cattolica, un elemento in sovrappiù, leggermente folcloristico, che si può espungere senza conseguenze per l’insieme, o perfino con effetti positivi; al contrario: è un elemento sostanziale e decisivo. A prescindere dagli innumerevoli esorcismi che Gesù Cristo ha eseguito di persona e dei tanti discorsi che ha tenuto, con gli Apostoli e con le folle, su questo argomento, resta il fatto che, al principio della sua missione terrena, troviamo le tentazioni nel deserto da parte di Satana. Vogliamo considerale come un’allegoria, come una specie di favola poetica? Benissimo; ma allora dobbiamo avere la coerenza e l’onestà intellettuale di trarne la conseguenza che tutti e tre i Vangeli di Matteo, Marco e Luca sono altrettante favole e che nulla, in essi, deve esser preso alla lettera. E che dire degli Atti degli Apostoli, delle lettere di san Pietro e di san Paolo, o del libro dell’Apocalisse, l’ultimo testo della divina Rivelazione, nei quali si descrive l’incessante opera di distruzione delle anime compiuta dal diavolo, e si profetizza una battaglia finale fra lui e il Signore, avente per posta il destino dell’intera umanità? Favole anche quelle? Allegorie, immagini poetiche?
Il diavolo, parlando per bocca dei posseduti, si compiace atrocemente per il fatto che mai ha avuto in suo potere un così gran numero di cristiani e soprattutto di ministri di Dio.
Il preposito generale dei gesuiti, Sosa Abasal, è di quest’ultima opinione, avendo dichiarato alla stampa, fin dal 2103, che il diavolo non esiste e non è mai esistito, che è solo un’allegoria del male. E il papa non lo ha corretto, nessuna voce autorevole lo ha smentito. È strano, perché appena un padre Cavalcoli o un monsignor Livi, che sono illustri teologi, dicono qualcosa che non piace al signore argentino, subito vengono zittiti e invitati a meditare e non recare disturbo. Con altri si va ancor meno per il sottile: il commissariamento e la scomunica sono gli strumenti abituali di questo papato “misericordioso” nei confronti delle voci non allineate alla nuova pastorale e al nuovo magistero. Però se un pezzo da novanta della Chiesa dice chiaro e tondo che il diavolo non esiste, nessuno trova nulla da obiettare. Il che è semplicemente terribile, perché equivale a bollare Gesù come un mistificatore e un impostore: uno che faceva finta di esorcizzare gli indemoniati, ma in realtà non credeva all’esistenza del demonio, dunque prendeva in giro la gente e insegnava cose non vere. Quanto al racconto delle tentazioni nel deserto, a rigore dovrebbe essere considerato anch’esso come una semplice allegoria; però, considerando sia il protagonista di quell’episodio, sia la serietà della narrazione evangelica, non è possibile limitarsi a questa interpretazione: bisogna per forza concludere che gli autori dei Vangeli non sono attendibili, che non sono persone serie e che ci hanno rifilato per duemila anni delle favole invece di fatti reali.
Aprire le orecchie e sturarsi il naso? Si sente la sua puzza, ma non lo si vuol vedere: la massoneria ecclesiastica, (oggi al potere con il suo uomo di fiducia), il satanismo in Vaticano, la mafia si San Gallo sono realtà concrete, e sono strettamente intrecciate l'una con l’altra.
Ora, tutto questo è importante non solo sul piano teologico, ma anche sul piano pratico, perché, come abbiamo suggerito, c’è una stretta correlazione fra la negazione del diavolo da parte della neochiesa, e l’apostasia in atto, da parte della medesima neochiesa. Negare che il diavolo esiste può far comodo solo a chi non ha interesse a mettere in guardia i credenti contro il più grande dei pericoli; che, da mondo è mondo, è sempre quello che viene dall’interno, e non dall’esterno. Dai nemici esterni della Chiesa, infatti, è logica che non ci si possano aspettare confetti e caramelle; anche se, dal Concilio Vaticano II in poi, e specialmente da quando il cosiddetto ecumenismo è diventato uno dei cavalli di battaglia della neochiesa, pare che anche questo stia accadendo: che ci s’immagina essere scomparsi, come nebbia al sole, tutti i nemici esterni della Chiesa di Cristo. Ma come pensare che il nemico più pericoloso venga dall’interno, anzi, che sia già dentro la Chiesa, e che sia talmente forte da poterla colpire direttamente al cuore? Un pensiero del genere è talmente spaventoso, talmente inconcepibile, che, per esserne anche solo sfiorati, bisogna per forza credere che il diavolo esiste: infatti solamente il diavolo, cioè un essere immensamente intelligente, immensamente forte e immensamente malvagio, potrebbe aver concepito e reggere le fila di una congiura così mostruosa. Gli uomini, da soli, per quanto cattivi, o non oserebbero concepire una simile cospirazione, o non avrebbero le forze per tentare di metterla in opera. Ma con l’ispirazione e con il sostegno del diavolo, la cosa cambierebbe aspetto; la cosa diverrebbe possibile. E dunque, se qualcuno è davvero implicato in una simile cospirazione, questo qualcuno ha tutto l’interesse a spargere il veleno della negazione e dell’incredulità, magari anche del ridicolo nei confronti di quanti, a cominciare dagli esorcisti, sanno benissimo che il diavolo esiste, perché lo vedono, faccia a faccia, praticamente ogni giorno.
Una congiura mostruosa !
È una consequenzialità perfettamente logica. Chi si è allarmato e preoccupato per la deriva eretica e apostatica che travaglia la Chiesa, ai nostri giorni, non ha potuto, almeno qualche volta, non usare, anche solo mentalmente, parole come “diabolico” per qualificare il contegno di certi teologi, di certi sacerdoti, di certi vescovi e cardinali, e dello stesso signore argentino che occupa il seggio di San Pietro, vedendo come essi paiano trarre una sorta di acre compiacimento nel dire e fare delle cose che costantemente seminano il turbamento, l’amarezza, la sofferenza nei fedeli, o in una parte non trascurabile dei fedeli; che li spingono nell’angoscia, nel dubbio, nell’incertezza; che allontanano le pecorelle dall’ovile di Cristo, invece di avvicinarle. Parole rivolte perfino ai bambini, per esempio negando che si possa dire, da cristiani, una parola di verità sul mistero della sofferenza, e mettendoli addirittura in guardia contro quanti dicono di avere quella parola. Chi di noi non ha pensato, davanti a simili gesti e a simili discorsi, che i loro autori sono mossi da qualcosa di diabolico, perché è impossibile che non vedano e non comprendano il male terribile che provocano, e che, del resto, è manifestato apertamente da un numero crescente di persone, le quali sono scandalizzate e inorridite dal fatto che dei ministri di Cristo parlino e agiscano in tal modo? Ebbene: in quel compiacimento, in quel seminare dubbi, in quella ostinazione a fare e dire delle cose che non recano luce e sicurezza nel cuore dei fedeli, ma ne minano la fede e ne scuotono la speranza, vi è realmente, e non figuratamente,qualcosa di diabolico, d’infernale. Ma siccome molti cattolici post-conciliari sono stati cotti a puntino dai cuochi del modernismo e si sono abituati a pensare in maniera perfettamente immanentista, e perciò, in sostanza, non credono più al soprannaturale, ma hanno la testa piena solo di migranti, di accoglienza, di inclusione, di dialogo, di mense e dormitori da allestire dentro le basiliche, essi non hanno più, alla lettera, gli strumenti per leggere i segni e per capire quel che sta accadendo sotto i loro occhi e davanti al loro naso.La puzza del diavolo c’è, ma essi non lo vedrebbero neanche se si appollaiasse loro sulla spalla, perché hanno deciso che il diavolo non esiste e che chiunque ci creda è un cattolico tradizionalista e oscurantista, un cattolico d’altri tempi, che oggi non si può, semplicemente, prendere sul serio, ma soltanto compatire, se non addirittura trattare da nemico. E questa è, per definizione, la vittoria più grande che il diavolo possa riportare sopra gli uomini, specialmente sopra quelli che si dicono cristiani: poter agire alla luce del sole, senza più nascondersi, perché essi, tanto, non lo vedono, né sono disposti a vederlo, e anzi sono giunti al punto di chiamare bene il male e male il bene, di negare il peccato, di vantarsi dei loro vizi e di criticare o ridicolizzare la virtù e la piena confidenza in Dio.
Non stiamo parlando, lo ripetiamo, in maniera figurata. La massoneria ecclesiastica, il satanismo in Vaticano, la mafia si San Gallo sono realtà concrete, e, probabilmente, sono strettamente intrecciate l'una con l’altra. Il disordine sessuale, e particolarmente il peccato impuro contro natura, è, quasi certamente, il collante fra queste tre facce di una stessa cosa, nel senso che il vizio della sodomia, gli stupri a danno dei minori e, nei riti satanici, l’assassinio rituale, commesso in una cornice erotica, sono il perverso collante che lega in un patto scellerato, dal quale non si può tornare indietro – proprio per la sua enormità e per il suo carattere criminale, anche penalmente perseguibile - i disgraziati sacerdoti che si sono lasciati irretire nei lacci del demonio.
Sosa Abasal, ha dichiarato alla stampa, fin dal 2103, che il diavolo non esiste e non è mai esistito, che è solo un’allegoria del male. E il papa non lo ha corretto, nessuna voce autorevole lo ha smentito.
Si sente la sua puzza, ma non lo si vuol vedere
di Francesco Lamendola
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