È vivo solo chi si riconosce nello specchio di Dio. Siamo esseri storici, perché viviamo nella storia, ma siamo anche esseri spirituali, perché siamo capaci di riflettere e di agire tanto sulla natura quanto sulla storia
di Francesco Lamendola
Guardiamoci allo specchio: sappiamo ancora riconoscerci? Sappiamo ancora vedere e riconoscere noi stessi in quel volto, in quello sguardo, in quella espressione? La nostra generazione, la nostra società sarebbero ancora capaci di percepire se stesse, nella loro identità, nella loro continuità, oppure siamo già arrivati al punto che non ne sarebbero capaci, e che in quei volti, vedrebbero solo dei volti di estranei, lontani, indifferenti o incomprensibili? Se è così, allora è la fine: perché solo chi sa riconoscersi allo specchio, solo chi sa ricapitolare la propria vita, i propri valori, le proprie esperienze nella sintesi fra il passato e il presente, fra ciò che egli è stato e ciò che ora è divenuto, può dirsi ancora una persona viva. Gli altri, che non ne sono capaci, è come se fossero morti. Perdere la propria immagine è come perdere la propria ombra: significa votarsi al nulla, essere preda del nulla, vivere una vita di ombra fra le ombre, impalpabile, inconsistente, insignificante. Noi non possiamo vivere solo nel presente: sarebbe come rinunciare alla nostra anima, spogliarci di tutto quel che fa di noi quello che siamo, cioè della nostra essenza.