Come spiegare ai cattolici che sono stati ingannati? Dal 1958 la massoneria ecclesiastica ha imposto una nuova chiesa solo formalmente erede di quella esistente, ma in realtà forgiata sulle idee del modernismo e protestantesimo
di Francesco Lamendola
Il problema che hanno di fronte i cattolici, oggi, è enorme e spinosissimo. In pratica, si tratta di questo: sessant'anni fa la massoneria, da tempo presente nella Chiesa, riuscì a piazzare il colpo decisivo: mettere un proprio uomo, o almeno un "amico", sul seggio di san Pietro. A partire da quel momento, c'è stato un silenzioso, graduale, sistematico esproprio della vera dottrina da parte della massoneria ecclesiastica, processo che ha conosciuto una svolta fondamentale con il Concilio Vaticano II, voluto dai vescovi massoni e dai loro amici ebrei del B'nai B'rith per aggredire al cuore il cattolicesimo. La stragrande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi era all'oscuro di tutto questo, per non parlare dei laici: il marcio si annidava nella gerarchia e specialmente nel collegio cardinalizio.
Questo fatto ha determinato una curiosa situazione: i vertici, o una buona parte dei vertici, ormai acquisiti alla congiura massonica, spingevano nel senso di una "riforma", non solo liturgica e pastorale, ma complessiva e che, con la scusa della interpretazione e dell'aggiornamento filologico, aggrediva la dottrina stessa, mirando a creare una nuova "chiesa", solo formalmente erede di quella esistente, ma, in realtà, forgiata sulle idee del modernismo e del protestantesimo, azzerando un po' alla volta la Tradizione e addomesticando le Scritture; la massa del clero e una parte dei vescovi restavano fedeli alla vera dottrina, ma subivano la suggestione delle idee di "rinnovamento" conciliare. Per venti, trenta, quarant'anni quelle idee hanno fatto strada, si sono diffuse, si sono imposte: le parole d'ordine della congiura, ammantate di rispettabilità e di ortodossia, sono entrate definitivamente nel bagaglio intellettuale e nella sensibilità del clero, agevolate dal succedersi delle nuove generazioni, sempre più facilmente manipolabili, perché sempre più sprovviste del retroterra di cultura religiosa e di spiritualità che possedevano quelle precedenti, formate nel sano clima anteriore al Concilio. Su questo cambio generazionale hanno puntato i congiurati massoni e modernisti, oltre che sulla graduale, abilissima sostituzione di contenuti dottrinali e di uomini fidati, a tutti i livelli della vita ecclesiale, partendo dai seminari e dalle facoltà teologiche, che sono divenuti vivai di eresie spacciate per "approfondimento della fede", e arrivando alle case editrici, alle riviste cattoliche, alle radio e alla televisioni controllate da uomini di chiesa.
L'’arcivescovo massone e piduista Annibale Bugnini, (nella foto con papa Montini). Con Augustin Bea, sono stati i grandi manovratori del Concilio Vaticano II: adesso, chi glielo spiega ai cattolici che sono stati ingannati, traditi, venduti? E non da qualche anno, ma da sessant’anni, cioè dal conclave del 1958 !
Si è fatto in modo che, suggestionati dal vento di "novità" e di "rinnovamento" spirante dal Concilio, sacerdoti e religiosi in buona fede incominciassero a introiettare una serie di idee non cattoliche, presentate, però, come la vera applicazione del Vangelo: fino alle aberrazioni odierne del signore argentino, il quale, in viaggio apostolico (?) negli Emirati Arabi, afferma essere volontà di Dio che le diverse religioni convivano e si rispettino, nel superiore interesse della pace fra gli uomini, fino alla terribile frase, pronunciata ad Abu Dhabi in un bagno di folla: Si è schiavi senza libertà religiosa! Ma il principio della libertà religiosa è sempre stato negato, e a ragione, dalla Chiesa cattolica: quello a cui assistiamo, pertanto, è un vero e proprio rovesciamento della dottrina. Iniziato, al solito, con il concilio, e precisamente con la dichiarazione Dignitatis humanae, del 7 dicembre 1965, esso giunge ora ai suoi esiti naturali. Non conta più il fatto che Gesù abbia raccomandato ai suoi discepoli di andare in tutto il mondo a battezzare e predicare il Vangelo; non conta che abbia detto, testualmente: chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà, sarà condannato; tutto quel che conta è ciò che dice il signore vestito da papa e che si fa chiamare papa, ma che non agisce da papa, non parla da papa, non pensa e non sente da papa, cioè da vicario di Cristo in terra. Non c’è servo che sia superiore al suo padrone, aveva ammonito Gesù; ma ora costui, acclamato da una corte di servitori e di adulatori sfrontati, si comporta come se fosse da più di Gesù Cristo, come se conoscesse i segreto della storia meglio di Lui, e perfino come se avesse a cuore una “pace” che non è quella di cui parla il Vangelo. Quando Gesù dice: vi lascio la pace, vi do la mia pace, si affretta a precisare, proprio a scanso di malintesi: ve la do, non come la dà il mondo. Ma il signore argentino, a quanto pare, ha in mente proprio la pace del mondo: la pace che viene dall’accettare l’errore accanto alla verità, le false religioni accanto alla sola religione santa e vera, i falsi dèi, che in realtà sono demoni, al pari dell’unico e vero Dio: quello annunciato da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo Lui stesso, e non semplice profeta, come lo considerano gli islamici e come lo considera il teologo eretico, ma apprezzatissimo dal signore argentino, Enzo Bianchi. Quanto agli ebrei, che fanno il bello e il cattivo tempo dentro la Chiesa cattolica a partire dal Concilio Vaticano II, e specialmente dalla Nostra aetate, un documento che fu pensato per loro, suggerito da loro e persino scritto, almeno in parte, da loro, con la mediazione del cardinale filo-giudeo Augustin Bea, va da sé che Gesù Cristo, per essi, non è affatto vero Dio, anzi, non è neppure un profeta, ma un falso profeta e falso Messia. Per i giudei, Gesù sta molto più in basso di come lo vedono gli islamici, i quali, pur negandone la divinità, lo rispettano come il più grande dei profeti vissuti prima di Maometto; no: per essi è il bestemmiatore che volle spacciarsi per Figlio di Dio e Messia del popolo eletto, e che il Sinedrio, giustamente e legittimamente, mise a morte, servendosi del procuratore romano Ponzio Pilato, al quale l’intera faccenda non interessava per nulla, e che fu letteralmente costretto a pronunciare la sentenza capitale contro di lui. Questo, almeno, se si prendono sul serio di Vangeli e non li si tratta come carta straccia, come vorrebbero i biblisti e i teologi tanto amici dei giudei da preferire di negare l’attendibilità dei Vangeli piuttosto che ammettere l’evidenza, ossia che la morte di Gesù fu voluta dal Sinedrio e approvata dagli anziani e dai capi del popolo.
Una subdola e programmata"annessione religiosa"? Il Concilio Vaticano II, specialmente dalla Nostra aetate, è un documento che fu pensato per per i nostri "Fratelli maggiori", suggerito da loro e persino scritto, almeno in parte, con la mediazione del cardinale Augustin Bea: il Concilio Vaticano II fu voluto dai vescovi massoni e dai loro amici ebrei del B'nai B'rith per aggredire al cuore il cattolicesimo !
Qualcuno troverà forse eccessiva la nostra affermazione che gli ebrei, a partire dal Concilio Vaticano II, fanno il bello e il cattivo tempo dentro la Chiesa. Per suffragarla, potremmo in realtà citare decine e decine di fatti, non di opinioni: dalla soppressione della preghiera per la conversione dei giudei (come se non pregare per la conversione di qualcuno fosse un segno di rispetto e non, piuttosto, un abbandonare quel qualcuno al destino riservato agli increduli) fino alla cancellazione di Santi dal calendario cattolico, con il relativo culto e le processioni tradizionali, come nel caso di san Simonino a Trento, città contro la quale i rabbini avevano lanciato la maledizione rituale sin dai processi del 1475. Ma il caso forse più clamoroso è quello che riguarda la beatificazione di padre Léon Dehon, il fondatore dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, tanto benemeriti nel campo dell’educazione e della cultura. Riportiamo questa pacata, ma amara constatazione, dalla loro rivista Presenza Cristiana (Andria, n. gennaio-febbraio 2019, p. 45);
Prima di morire, Giovanni Paolo II aveva formato il decreto di beatificazione di Leone Dehon e ne aveva fissato il giorno della proclamazione pubblica per il 24 aprile 2005. A seguito dell’accusa di antisemitismo, lanciata contro p. Dehon da un’agenzia di stampa israeliana, e subito ripresa da organi di stampa occidentali, la beatificazione è stata sospesa da Benedetto XVI.
Storici, filosofi e teologi hanno continuato a studiare la posizione di leone Dehon, i cui scritti peraltro avevano già superato l’esame previsto per ogni causa di beatificazione. Per la storia si ricordi che Leone XIII non ha mai preso le distanze nei confronti di Leone Dehon, ma nel 1897 lo nomina consultore della Congregazione dell’Indice, precisando: “Si sappia che io approvo le sue posizioni perché io gli affido la funzione di chi deve giudicare la dottrina degli altri”.
È abbastanza chiara la situazione? i nostri "Fratelli maggiori" a partire dal Concilio Vaticano II, fanno il bello e il cattivo tempo dentro la Chiesa e se la massoneria ha preso il timone della Chiesa, come si devono considerare i papi successivi al conclave del 1958?
È abbastanza chiara la situazione? La Chiesa, dopo un lungo esame, decide di proclamare beato un suo figlio, e il papa ha già stabilito perfino la data in cui avrà luogo la proclamazione ufficiale. La voce pubblica lo considera un santo; esaminatori scrupolosi hanno passato al vaglio la sua vita e i suoi scritti; più di un papa ne approva l’operato e gli manifesta stima, apprezzamento e gratitudine; un grande istituto religioso, da lui fondato, attende con trepidazione l’annuncio, che sarà anche un riconoscimento alla vocazione, allo zelo e al lavoro missionario di tanti suoi membri (2.300 religiosi nel 2005, di cui 1.600 sacerdoti): ma ecco che un’agenzia di stampa israeliana lancia contro di lui l’accusa infamante di antisemitismo, e subito la proclamazione viene annullata e la causa di beatificazione sospesa sine die. Tutto fermo, dunque, forse per sempre: la Chiesa preferisce auto- mortificarsi, e umiliare oltre 2.000 religiosi del Sacro Cuore, piuttosto che dispiacere a un’agenzia di stampa israeliana. È normale, una cosa del genere? Ebrei, musulmani, induisti o buddisti agirebbero come ha agito la Chiesa, in questo caso (e in parecchi altri, purtroppo), contro se stessa, contro i suoi figli, per un’accusa lanciata dal primo che passa, e che contrabbanda per antisemitismo qualsiasi critica, anche la più legittima, al contegno di certi ebrei, per esempio la pratica dell’usura? Ma allora, se le cose stanno così, bisogna espungere dal calendario dei Santi anche san Bernardino da Siena e anche san Massimiliano Kolbe. Ma tant’è. Se tutte le religioni sono buone e se gli ebrei, in particolare. non hanno necessità di convertirsi, perché possiedono comunque l‘Antica Alleanza, logicamente si arriva a queste conseguenze. E Giovanni Paolo II, che porta la responsabilità di aver affermato, per primo, l’eretica dottrina della salvezza dei giudei anche senza la Nuova Alleanza (e tralasciando il marginale dettaglio della condanna a morte di Gesù da parte del Sinedrio, massimo organo religioso ebraico), ha lasciato al suo successore una patata bollente che la sua stessa politica aveva innescato. Questo, dunque, è l’ecumenismo, questo è il vero volto del cosiddetto dialogo inter-religioso, inaugurato fra squilli di tromba e rullar tamburi come il frutto migliore dalla grande stagione conciliare: una sistematica auto-umiliazione e un prosternarsi, sempre e comunque, davanti agli altri, specie davanti agli ebrei, ogni qualvolta a costoro viene la voglia di pretenderlo dai cattolici. E non è solo un fatto di poca fierezza: è soprattutto un oltraggio alla verità. Le Scritture ci insegnano, per bocca di san Pietro, che è giusto piacere a Dio piuttosto che agli uomini; ma la neochiesa post-conciliare preferisce, evidentemente, piacere agli uomini piuttosto che al vero Dio. A ciascuno le sue preferenze.
Gesù non è morto di raffreddore, come oggi vogliono farci credere ! La manipolazione sulla condanna a morte di Gesù, che fu pronunciata da parte del Sinedrio (e non dai romani) è un oltraggio alla verità di Cristo e all'essenza del suo messaggio salvifico.
Come spiegare ai cattolici che sono stati ingannati?
di Francesco Lamendola
continua su:
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.