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sabato 9 febbraio 2019

La fede oggi sarebbe offuscata?


Se Muller "corregge" Francesco


L'odierno manifesto del cardinale Muller sembra destinato a far parlare molto di sé. Si tratta infatti di un testo che ribadisce alcuni capisaldi fondamentali del cattolicesimo, che secondo il porporato sono attualmente offuscati da una "sempre più diffusa confusione nell’insegnamento della fede". Assolve al suo compito, facendo proprio il dettame paolino di trasmettere la fede incorrotta, perché "è compito proprio dei pastori guidare gli uomini loro affidati sulla via della salvezza, e ciò può avvenire solamente se tale via è conosciuta e se loro per primi la percorrono". Ricordiamo che il cardinale in questione è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2012 al 2017, incarico che fu di Ratzinger, il che lo pone come voce estremamente autorevole, essendo stato nei fatti la seconda personalità della Chiesa dopo il Papa.


Perché secondo Muller la fede oggi sarebbe offuscata? Non pochi intravedono una critica alla gestione della cosa ecclesiastica da parte di Papa Francesco, il quale sembra, lo dicono i suoi stessi sostenitori, poco interessato alla purezza dottrinale, preferendo una via pastorale non sempre attenta agli insegnamenti. Lo stesso cardinale sembra però agire per motivi più alti, ammonendo tutti, preti, vescovi e laici, ricordando che "oggi molti cristiani non conoscono più nemmeno i fondamenti della fede, con un pericolo crescente di non trovare più il cammino che porta alla vita eterna".

Certo è che molti punti sembrano diametralmente opposti alla dottrina Bergoglio e fa effetto vedere che ogni affermazione rimanda ad un articolo del catechismo. Facendo qualche esempio, il primo punto spiega esattamente la dottrina sull'unicità della Salvezza in Gesù Cristo. "Il Verbo fatto carne, il Figlio di Dio è l’unico Salvatore del mondo (679) e l’unico mediatore tra Dio e gli uomini (846). Per questo, la prima lettera di Giovanni si riferisce a colui che nega la sua divinità come all’anticristo (1Gv 2,22), poiché Gesù Cristo, Figlio di Dio, dall’eternità è un unico essere con Dio, suo Padre (663). È con chiara determinazione che occorre affrontare la ricomparsa di antiche eresie che in Gesù Cristo vedevano solo una brava persona, un fratello e un amico, un profeta e un esempio di vita morale". Recentemente Francesco è andato in Medio Oriente a firmare una dichiarazione nella quale c'è scritto che la diversità fra le religioni è volontà di Dio. Come conciliare questa frase con quanto scritto da Muller?

C'è poi il nodo della salvezza nella Chiesa. "Attraverso di essa l’opera redentrice di Cristo diventa presente nel tempo e nello spazio con la celebrazione dei SS. Sacramenti, soprattutto nel Sacrificio eucaristico, la S. Messa (1330). La Chiesa trasmette con l’autorità di Cristo la divina rivelazione". Dunque, sembra dire Muller, "Extra Ecclesiam nulla salus", con buona pace dei propositi filo luterani nati nel 2017. Il primato dei sacramenti, ribadito nel documento, non sembra collimare con la dottrina professata ormai da vasti settori della Chiesa, che li vedono piuttosto come simboli e non come reale azione divina.

Altro punto critico è quello riguardante la comunione ai divorziati risposati, su cui si combatte una vera e propria guerra interna, dopo la pubblicazione da parte di Francesco della esortazione "Amoris Laetitia". "Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione» (1385). Dalla logica interna del sacramento si capisce che i divorziati risposati civilmente, il cui matrimonio sacramentale davanti a Dio è ancora valido, come anche tutti quei cristiani che non sono in piena comunione con la fede cattolica e pure tutti coloro che non sono debitamente disposti, non ricevano la santa Eucaristia fruttuosamente (1457), perché in tal modo essa non li conduce alla salvezza. Metterlo in evidenza corrisponde a un’opera di misericordia spirituale".

Che dire? Il cardinale Muller sembra intenzionato ad uscire dal silenzio che si era auto imposto un paio d'anni fa, per denunciare quella che per molti è una deriva morale e dottrinaria della Chiesa. Difficilmente potrà essere liquidato come un facinoroso, come si è fatto con chiunque abbia ribadito i dogmi cattolici negli ultimi anni.

Il testo integrale è reperibile sul sito di Aldo Maria Valli.
da Barbadillo.it
http://campariedemaistre.blogspot.com/2019/02/se-muller-corregge-francesco.html

Civiltà cattolica, 60 anni fa


Nel 1961 il professor Sabino Acquaviva pubblica un’indagine, “L’eclissi del sacro nella civiltà industriale”, in cui mette in luce la crisi religiosa del paese.
Le cause, evidentemente, non sono solo nello spirito dei tempi, ma derivano anche dalla vita della Chiesa e soprattutto dalla riduzione del cristianesimo a morale, a sociologia della pace, dello sviluppo e dell’umanesimo integrale.
Secondo la Civiltà cattolica, rivista dei Gesuiti, si assiste ad “un oscuramento della figura di Dio, se si vuole, ad una eclissi di Dio, nello sforzo entusiasta di affermare l’uomo e porre l’accento su valori umani e mondani”.
Si insiste –continua un editoriale della celebre rivista- con tanto vigore sull’uomo e sui valori positivi dell’uomo e del mondo (alcuni sono addirittura inebriati da questa ‘scoperta’!), da fare dell’uomo quasi il Valore supremo, da metterlo quasi al posto di Dio, unico Valore supremo”.
L’autore non sapeva che circa sessant’anni dopo il direttore della Civiltà cattolica, padre Spadaro, avrebbe contribuito con ogni mezzo alla stessa opera di riduzione dell’avvenimento cristiano  a qualcosa di “umano, troppo umano“, arrivando a proporre come signum dei cattolici, chiamati da lui a scendere in politica, non la croce (signum crucis), ma la Costituzione (della quale era stato critico, pochi anni prima, appoggiando al riforma che la avrebbe stravolta, firmata da Matteo Renzi).

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