Sei anni di colpi di scena: nulla da festeggiare!
Sei anni di colpi di scena: ma non si vuole riconoscere che Bergoglio sta gesuitizzando la Chiesa che “non è la sua madre” come ha recentemente affermato…. Così, oggi 8 marzo Festa della Donna, vogliamo invece ONORARE LA NOSTRA SANTA MADRE CHIESA da ogni tentativo di adulterazione, profanazione, prostituzione e falsificazione.
Correva l’anno 1999 quando, durante il sinodo dei vescovi dedicato all’Europa, il cardinale arcivescovo di Milano, il gesuita Carlo Maria Martini (deceduto nel 2012), pronunciò un discorso che fece discutere. Egli fece intendere che la Chiesa aveva bisogno – secondo lui – di convocare un nuovo concilio ecumenico perché vi erano diverse questioni che dovevano essere affrontate urgentemente e che non erano state discusse al Vaticano II.
Quali erano tali questioni? Le elencò lo stesso Martini: la posizione della donna nella Chiesa, la partecipazione dei laici ad alcune responsabilità ministeriali, la sessualità, la disciplina del matrimonio, la prassi penitenziale, i rapporti ecumenici con le Chiese sorelle, il rapporto tra leggi civili e leggi morali. In tema di celibato sacerdotale, per esempio, si segnalava una dichiarazione del cardinale Martini sulla Presse nel marzo 2010: «l’obbligo del celibato per i preti dovrebbe essere ripensato»: e le «domande fondamentali della sessualità devono essere riformulate». Ogni vero cattolico sa che si tratta di falsi problemi, perché la Dottrina della Chiesa ha già dato tali risposte definitivamente. È interessante però rilevare che quest’elenco è l’ordine del giorno del pontificato di papa Francesco.
Tra l’altro anche Martini, nel suo libro Conversazioni notturne a Gerusalemme, sostenne che Dio non è cattolico, come Jorge Mario Bergoglio disse ad Eugenio Scalfari nella conversazione riportata su La Repubblica il 1° ottobre del 2013, altra coincidenza con le medesime frasi?
I due confratelli gesuiti, quindi, pur non essendo simili, né tanto meno grandi amici, hanno lo stesso progetto di riforma della Chiesa cattolica, la cui “linea guida” è stata preparata durante la XXXII Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, diretta dall’allora preposto generale Pedro Arrupe, l’uomo che fu definito, dai suoi sostenitori, “il secondo fondatore della Compagnia”, e l’”affossatore della Compagnia” da quei pochi gesuiti che rimasero fedeli a Sant’Ignazio di Loyola. Sia Martini che Bergoglio furono “scoperti” da Arrupe e furono suoi fedeli collaborati durante la XXXII CG nel sopprimere la resistenza di quei gesuiti che volevano rimanere fedeli al Fondatore di Loyola. Siamo di fronte, purtroppo, ad una vera e propria rivoluzione (termine per altro molto caro allo stesso Bergoglio) all’interno della Chiesa programmata dall’Ordine che invece era stato pensato per evitarla, vedi qui. Per questo, spieghiamo in quest’editoriale, non c’è nulla da festeggiare nell’anniversario del sesto anno di pontificato di Francesco.
Chiarendo così che non abbiamo alcunché da festeggiare e che la Chiesa Cattolica sta passando uno dei suoi incubi peggiori della sua storia bimillenaria (cfr CCC. n. 675), partiamo subito da un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano nel 2016 e che affermava quanto segue:
- “Quando è stato eletto Bergoglio, a molti sembrò che si fosse verificata una sorta di corto-circuito: un gesuita, che aveva giurato come quarto voto l’obbedienza al Pontefice perinde ac cadaver, diventava Papa. Ma le parole indirizzate da Francesco alla trentaseiesima congregazione generale della Compagnia di Gesù rispondono con chiarezza a questa difficoltà quando egli definisce i confratelli «liberi e obbedienti»…”
Togliendo quel “sembrò…” possiamo affermare con certezza assoluta che siamo proprio all’interno di un gravissimo “corto circuito” anche per colpa e responsabilità di Vescovi e Cardinali (si legga qui anche il primo appello filiale e doloroso del professor Roberto de Mattei; qui il secondo) che si sono ammutoliti, forse hanno paura di perdere zucchetti e poltrone, peccando di ignavia vedi qui, oppure sono d’accordo con questo “corto circuito” e contribuiscono ad alimentarlo si veda l’obbligo, tanto per fare un esempio, ad imporre ai sacerdoti la comunione ai divorziati risposati, nonostante il divieto del Catechismo al n. 1650….
Dunque: «liberi e obbedienti»… per capire queste parole e le intenzioni di Bergoglio, è fondamentale andarsi a leggere l’incontro avvenuto tra lo stesso e i “suoi” gesuiti a Panama. Incontro a porte chiuse naturalmente, il cui testo poi è stato pubblicato integralmente da Civiltà Cattolica, con un titolo eloquente “Giocarsi la vita“… Tra le tante tematiche suscitate nell’incontro – le solite domande e risposte – e tutte molto discutibili come L’ELOGIO ALLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE, pur mitigandone i toni e condannando l’uso della violenza, ne spicca una in particolare che riteniamo molto grave.
- Nello spiegare l’importanza dei “fratelli” (una sorta di Cooperatorinella Compagnia) Bergoglio arriva ad affermare: «La madre è la Compagnia, e ce ne basta una»… segno evidente che – per questa nuova Compagnia Modernista – la rigenerazione parte da se stessi e NON dalla Chiesa che in quanto UNICA MADRE genera semmai le Congregazioni….
Per chi non fosse allenato con l’uso di certi termini ricordiamo che SOLO LA CHIESA E’ MADRE…. e che nessun religioso o religiosa ha mai definito la propria Congregazione “la madre, e ce ne basta una…”. Non è facile comprendere la gravità di questa affermazione se si rifiuta di capire che Bergoglio sta GESUITIZZANDO LA CHIESA. Sfogliate pure i nostri editoriali alla voce “gesuiti e gesuitismo, Pedro Arrupe, Arturo Sosa“… e forse potrete cominciare a capire non solo di cosa si parla, ma di quale MALATTIA soffre oggi la santa Madre Chiesa. Vi offriamo di approfondire anche un ricco Dossier qui. Se non volete ancora credere, sfogliate anche qui dalle gravi riflessioni fatte dalla Scure di Elia nel febbraio scorso: IL TRADIMENTO DEI GESUITI…. che ben sintetizza i nostri Dossier.
Per comprendere cosa sta facendo Bergoglio è allora importante fare un piccolo passo indietro, riepilogando brevemente come, con la “rifondazione” della Compagnia, dopo la rivoluzione francese, per decenni i gesuiti mettono la loro preparazione culturale e il loro coraggio a difesa delle posizioni più DOTTRINALI dei Pontefici, ed anche per una sana ed autentica DEVOZIONE POPOLARE quale per esempio, la divulgazione del Sacro Cuore di Gesù…. per la quale la Compagnia non solo si farà promotrice, ma inserirà la Consacrazione tra i propri Membri.
Ma il veleno dell’eresia e della apostasia si era già infiltrato nella Compagnia, ed anche prima del loro scioglimento… come lo stesso San Carlo Borromeo aveva diagnosticato… tuttavia sarà solo con padre Pedro Arrupe, sfruttando il concilio Vaticano II e la dottrina del loro “compagno” Karl Rahner (già prima i gesuiti de Lubac iniziatore della Nouvelle theologie; e il filo-panteista Teilhard de Chardin), che la NUOVA COMPAGNIA riprenderà la sua spinta creativa-rivoluzionaria, quella che Bergoglio definisce appunto «liberi e obbedienti»…, sia sul piano intellettuale che su quello pastorale. NON dimenticate come la dottrina di Rahner sia entrata in tutte le Università e in tutti i SEMINARI “cattolici”, spodestando l’insegnamento di san Tommaso d’Aquino, come sia stata prepotentemente IMPOSTA.
Ma a questo punto si riaprono le difficoltà nei rapporti con il Papa, in particolare con Paolo VI prima e Giovanni Paolo II dopo, si legga quiquando il Papa stava per chiuderli definitivamente.
Per comprendere l’ambiguità che sta all’origine stessa di questo magistero bergogliano (del quale troverete anche qui prova eloquente), basta citarvi questo fatto: quando era primate a Buenos Aires, Bergoglio, ricevette una suora la quale era stata chiamata dalla Santa Sede a rispondere su alcune affermazioni poco dottrinali della religiosa. La suora si presenta dal suo vescovo (Bergoglio appunto) il quale la tranquillizza e le ripete il mantra: « Non si fasci la testa prima, lei vada con serenità, sia libera e obbediente a ciò che le chiederanno»… Di ritorno da Roma la suora spiega al primate argentino la “lavata di testa”.. e chiede consiglio sul come comportarsi. L’arcivescovo Bergoglio, dopo essere stato aggiornato sulle raccomandazioni romane, risponde: «Benissimo, ora lei obbedisca a quanto le hanno chiesto da Roma, e altrettanto LIBERAMENTE segua la sua coscienza. Impari ad aggirare gli ostacoli, senza precludere la sua libertà..»
Questo “metodo” è squisitamente integrato nella nuova Compagnia di Pedro Arrupe, è stato ed è il metodo usato sempre da Bergoglio quando, altro esempio, uscita la Dominus Jesus che a lui proprio non piaceva, obbedisce alla Santa Sede nel senso che “legge il documento”, e poi LIBERAMENTE LO CESTINA, lo mette in un cassetto, ignorandone assolutamente l’applicazione… così il famoso “perinde ac cadaver” di ignaziana memoria, da quel 13 marzo 2013, finisce per giocare a suo favore tanto che mai come oggi… questo gesuitimo Modernista (non certo più ignaziano), ha mai obbedito così volentieri ad un Pontefice… essendo egli non solo “dei nostri“, ma che sta applicando alla lettera la famosa XXXII Congregazione (con la quale scomparirà anche la Consacrazione al Cuore di Gesù) quando la Compagnia venne rifondata da Pedro Arrupe il quale, attenzione, si vuole fare beato a tutti i costi tanto che la causa è stato da poco approvata, altra coincidenza?
Bergoglio ha specificato in diverse occasioni che “il suo Papa di riferimento” è Paolo VI e al tempo stesso elogia e beatifica Pedro Arrupe il quale, con Montini invece, visse un lungo e costante conflitto anche di coscienza. Per capirlo seguite questo fatto. Quando la Compagnia con Pedro Arrupe giunsero ai ferri corti con il Papa a causa proprio di questioni DOTTRINALI e di interpretazioni nocive, Arrupe venne ricevuto da Paolo VI il quale amabilmente lo rimproverò e lo mise in guardia su alcune questioni dottrinali… Arrupe “rimase turbato” da quel rimprovero e rispose al Papa: “Ma santità… noi abbiamo applicato tutto ciò che Ella voleva…” al ché Paolo VI, stupito ed attonito rispose: “Allora sono stato capito male!!”
Il Montini, Paolo VI, non brillava neppure lui per chiarezza… tra le questioni antropologiche, sociologiche ed umanesimo vario, la stessa enciclica Popolorum Progressio per la quale chiese al cardinale Siri di correggerla, salvo poi pubblicarla senza le correzioni fatte dal Siri, si legga qui… non fa di Pedro Arrupe l’unico “colpevole” della grave incomprensione… tuttavia è palese come l’allora giovane gesuita Jorge Mario Bergoglio (ma anche lo stesso Arturo Sosa), abbiano raffinato le tecniche dell’ambiguità di quel «liberi e obbedienti»… associato al fatto che tanto LA COMPAGNIA E’ L’UNICA MADRE… e che la Chiesa avrebbe dovuto, prima o poi, capitolare, piegarsi ALLA NUOVA CULTURA DEL MONDO verso la quale, la nuova Compagnia arrupiana, aveva dato tutta una nuova impronta e formazione capillare….
Se volete approfondire comunque leggete qui; ed anche qui. Sulla questione della TdL per esempio, Bergoglio ha sdoganato gli ultimi recidivi, perdonandoli, senza che questi abbiano mai fatto abiura dell’errore! Dopo che per 25 anni, Giovanni Paolo II insieme a Ratzinger poi Benedetto XVI, hanno tentato in tutti i modi di spegnere i riflettori sulla Teologia della Liberazione (TdL) condannandone i contenuti come “anticattolici ed antidottrinali“, ammonendo e riprendendo il fondatore Gutiérrez (oggi appunto riabilitato da Bergoglio) e ammonendo gli stessi Gesuiti, Bergoglio alias Papa Francisco, ci riporta – e da ben sei anni – al punto di partenza e, naturalmente, non con la TdL ma con la sua variante tanto a lui cara: la Teologia del Popolo (TdP), promossa dallo stesso Pedro Arrupe.
E’ vero che la questione Latinoamericana è molto complessa e deve essere inquadrata – onestamente – in quel “gesuitismo novatore” del quale troverete qui ricco dossier. Fattore scatenante di questa apostasia, provocata da questo gesuitismo modernista, è stata la cosiddetta “ingiustizia sociale”. Sconfiggere tale “ingiustizia sociale” è sempre stata la “buona intenzione” della stragrande maggioranza dei falsi profeti e dei cattivi maestri (cliccare qui), ma il modo adottato, questa “nuova pastorale”, o la “prassi” (il super dogma del concilio stesso), ha condotto inesorabilmente all’apostasia, dal momento che si è voluto procedere dissociandosi dalla tradizione della Chiesa (Dottrina sociale della Chiesa, come del resto denunciava Giovanni Paolo II e lo stesso Benedetto XVI nelle visite in quei Paesi, e come denuncia lo stesso professore Stefano Fontana, oggi, su La Chiesa di Karl Rahner). Del resto, la dottrina cattolica insegna che il fine non giustifica i mezzi mentre, a quanto pare, per Bergoglio è esattamente il contrario.
Che Papa Francesco stia sdoganando il progetto gesuitico della XXXII Congregazione guidata da Pedro Arrupe degli anni ’70, è fuori discussione – vedi qui – e non è un problema solo “sociale” quanto anche e gravemente dottrinale – vedi qui. E ad essere pignoli è importante ricordare il gravissimo “incidente” fatto ai danni di Benedetto XVI quando, Dario Viganò ingannò i giornalisti nel tentativo perverso di far passare un suo imprimatur alla presunta “teologia di papa Francesco”, andate a leggere qui se non ve lo ricordate più.
Il “papa nero” attuale della nuova Compagnia modernista – Arturo Sosa – quello che non crede nel Vangelo “perché all’epoca non c’erano i registratori…” e che non è mai stato felice di obbedire così cadavericamente ad un Papa… è stato studente e discepolo dell’abate eretico ed apostata Giovanni Franzoni che diede filo da torcere a Paolo VI… Il vaticanista Aldo Maria Valli, nel maggio 2017 vedi qui, seguendo una lunga intervista, scriveva quanto segue:
- “Lui stesso (Sosa) ha raccontato di aver frequentato la Comunità di San Paolo, a Roma, dove nei primi anni Settanta l’abate Giovanni Franzoni raccolse attorno a sé i cosiddetti “cattolici del dissenso”, interpreti in chiave cristiana della contestazione post Sessantotto. Di recente poi è rispuntato un testo che Sosa scrisse negli anni ruggenti in cui tanti cattolici, per mettersi dalla parte degli oppressi, sposavano con entusiasmo il marxismo… (…)
- «Quando parla di periferie e frontiere – ribadisce padre Sosa a Jesus – il Papa fa riferimento all’intuizione più forte della teologia della liberazione, al luogo dove si fa teologia. Se non siamo alla periferia, se non guardiamo con gli occhi dei poveri, non facciamo una teologia evangelica che liberi gli oppressi. Da lì parte il movimento della giustizia che è di liberazione, per arrivare alla libertà di tutti».
- Difficile non avvertire qui gli echi del peronismo nazional-cattolico nel quale si è formato Jorge Mario Bergoglio, mescolati a quelli del marxismo latinoamericano dei vari Castro, Mujica, Evo Morales, Chávez. C’è un’idealizzazione del popolo che è quasi una mitizzazione, come se il popolo fosse una realtà organica, sempre virtuosa e rigeneratrice. E sullo sfondo ecco l’immancabile, e facile, polemica anticapitalistica.”
E si potrebbe ricordare anche un altro gesuita, pupillo di Bergoglio, padre James Martin sdoganatore del “gay friendly” all’interno della Chiesa, potete verificare qui. E se proprio siete “tardi a capire” cliccate anche qui: Gesuiti in prima fila. Sapevate che…
Andrebbe analizzato infine anche il profilo LITURGICO E SACRAMENTALE (per non parlare della mariologia minimalista…. e del Pater Noster deturpato) di questi sei anni di RIEDUCAZIONE forzata… per il momento vi ricordiamo questo editoriale che è sempre in aggiornamento: Aggiornamento abolizione Traditio Catholica da parte di Bergoglio
Il corto circuito, dunque, c’è stato e c’è ancora… Dopo tutto quanto abbiamo letto – e se volete avete a disposizione molto materiale con tanto di prove – negare l’evidenza dei fatti è cadere in quel monito di Gesù: “Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete…” (Mt.13,14-17), ognuno ha il libero arbitrio e l’uso della ragione attraverso la coscienza RETTA… fatene buon uso!
Prepariamoci ad ulteriori e più eclatanti “colpi di scena” perché è sempre più evidente che Bergoglio ha fretta di gesuitizzare la Chiesa e renderla come sarebbe piaciuta a Pedro Arrupe, il quale non a caso ben presto salirà gli onori degli Altari… Se non volete diventare GESUITI (e non mettete in mezzo sant’Ignazio per favore, che non c’entra nulla con questa nuova Compagnia modernista)… SVEGLIATEVI!! E studiate i fatti! Che non vi accada come raccontò san Giovanni Crisostomo: “la sera prima andarono a dormire cristiani, la mattina si svegliarono ARIANI…“.
Non sarebbe male se inserissimo e ricordassimo NELLA VIA CRUCIS DEI VENERDI’ DI QUARESIMA…. le intenzioni della NOSTRA SANTA MADRE CHIESA…. unica nostra Madre, Sposa del Divin Redentore, il nostro unico Dio, Gesù Cristo, il Signore, l’Unico!
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