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lunedì 29 aprile 2019

Et fiet lux

FUOCO SACRO A GERUSALEMME: ANCHE QUEST’ANNO SI E’ RIPETUTO IL MIRACOLO



Anche quest’anno alle ore 13.32 di sabato 27 aprile 2019 si è ripetuto il miracolo del Fuoco Sacro a Gerusalemme.

Uno dei segni più belli e carichi di significato che ancora ai nostri giorni il Signore offre alla Chiesa avviene ogni anno a Gerusalemme nella celebrazione pasquale del Sabato Santo. Si tratta del miracolo del Fuoco Santo, pressoché sconosciuto in occidente, ma conosciuto pare già da Giovanni Damasceno e Gregorio di Nissa.

L’accensione spontanea di un fuoco prodigioso avviene ogni anno nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme tra le mani del Patriarca Greco-Ortodosso durante la liturgia pasquale della Resurrezione del Signore. In quel luogo, unico al mondo, che segna il punto in cui Cristo, Luce del Mondo, è risorto, si rinnova ogni anno questo miracolo che secondo la tradizione orientale scomparirà soltanto al tempo dell’apocalisse finale.

Eppure nessuno ne sa nulla e non se ne è mai sentito parlare in occidente, se non all’epoca delle Crociate. Gli Ortodossi accusano velatamente i Cattolici di tenere nascosto il prodigio, che sembrerebbe privilegiare la Chiesa Greca. Sta di fatto che il fenomeno, rigorosamente controllato anche dalle autorità locali, non è mai stato adeguatamente pubblicizzato.

Descrizione del miracolo

Il miracolo del Fuoco Santo o della Luce Santa consiste in questo: il Sabato Santo la cerimonia del passaggio dal buio alla luce, all’inizio della veglia pasquale, con la benedizione del fuoco e l’accensione delle candele si svolge in modo a dir poco sconcertante nella basilica del Santo Sepolcro; le candele infatti si accendono da sole e per qualche minuto la loro fiamma non scotta. A detta dei testimoni oculari si può tenere la mano sopra la fiamma senza bruciarsi. Qualcuno sostiene che questo accade per trentatre minuti, poi il fuoco comincia a scottare e c’è chi ha notato che esso inizia a far male solo dopo che la fiamma ha cambiato colore, da azzurrina a rossa.
Inoltre è stato osservato che le punte degli stoppini erano appena strinate, mentre la cera della sommità delle candele era pressoché integra. Il fenomeno si ripete ogni anno, dopo le preghiere di rito, immancabilmente, ed è sottoposto ad un rigido controllo da parte delle autorità israeliane e del servizio d’ordine del Santo Sepolcro. Siccome poi il miracolo avviene tra le mani del Patriarca Ortodosso, le altre confessioni cristiane, presenti con diversi e secolari diritti nella basilica (chi è stato in Terra Santa sa su quale groviglio di diritti acquisiti e di consuetudini si regga l’equilibrio dei rapporti tra le diverse confessioni cristiane nei luoghi santi!), garantiscono ogni anno un ulteriore controllo assai meticoloso.

Ogni altra confessione cristiana che vanta dei diritti sul Santo Sepolcro ha un grande interesse nei riguardi di questa procedura. Tale interesse non è per nulla accidentale. Se per un solo anno non avviene il miracolo della Santa Luce durante l'officiatura del Patriarca Greco-Ortodosso, subentra la prima tra le confessioni con diritto di precedenza a presiedere la cerimonia al Santo Sepolcro.

Preparazione del Santo Sepolcro

Il controllo avviene in più fasi secondo un rituale consolidato:
La mattina del Sabato Santo, prima dell’inizio della cerimonia, ha luogo l’esame scrupoloso e completo della tomba del Signore, terminato il quale essa viene sigillata con una mistura di miele e cera preparata il mattino stesso. Si esclude così categoricamente la presenza di qualche oggetto nel Santo Sepolcro in grado di causare del fuoco. Dopo di che la cappella che custodisce la tomba del Signore viene chiusa e le autorità israeliane vi fanno aderire la cera con i sigilli.

Il controllo inizia alle 10.00 di mattina e termina un’ora dopo alle 11.00; mentre è in corso gli arabi ortodossi fanno le loro rimostranze per ricordare e sostenere i propri diritti. La procedura dev’essere registrata dagli scrupolosissimi rappresentanti della santa vigilanza del Sepolcro, dagli Armeni e dai rappresentanti delle altre confessioni.

La cerimonia della Santa Luce

A mezzogiorno del Sabato Santo ha inizio la liturgia della Santa Luce, costituita da tre fasi:
- il canto della Litania d’intercessione;
- l’entrata del Patriarca Greco-Ortodosso di Gerusalemme nel Santo Sepolcro;
- le invocazioni affinché appaia la Luce Santa.

Seguendo la tradizione, il Patriarca Greco-Ortodosso accompagnato dal suo seguito e dal Patriarca Armeno entra nella basilica del Santo Sepolcro mentre le campane suonano a lutto.
E’ la Chiesa che ripercorre mesta i passi delle Pie Donne che vanno al Sepolcro a piangere sul cadavere di Gesù. Prima che il Patriarca entri nel santuario che racchiude il Sepolcro, il custode della Sacrestia del Santo Tempio ne fa uscire la lampada che arde perennemente per accendere le candele solo con la Luce Santa.
Provenendo dall'interno del Tempio dell'Apostolo Giacomo, il Patriarca entra nel santuario e siede sul suo trono patriarcale. Quindi i rappresentanti di Armeni, Arabi, Copti e altri, passando dinnanzi al Patriarca, lo salutano baciandogli la mano in modo d'aver diritto a ricevere la Luce Santa. Secondo le consuetudini, infatti, se essi non ossequiano il Patriarca Ortodosso, non hanno diritto a ricevere la Santa Luce dalle sue mani. Immediatamente dopo, inizia la Santa Litania d'intercessione che viene cantata per tre volte attorno al Santo Sepolcro e termina davanti ad esso.
Il Santo Sepolcro viene allora dissigillato, mentre il Patriarca depone i paramenti pontificali e rimane con il solo camice.

Il Governatore di Gerusalemme e un Ispettore di Polizia esaminano a quel punto il Patriarca davanti a tutti, in modo da assicurare i presenti che egli non abbia nascosto un qualsiasi oggetto capace di accendere il fuoco.
Terminata la perquisizione, il Patriarca di Gerusalemme prende delle torce spente ed entra nel Santo Sepolcro con i dignitari Armeni. Ogni lampada è spenta e non vi è nulla di acceso in tutta la chiesa.

Come nasce la Santa Luce

All’interno del Santo Sepolcro il Patriarca prega inginocchiato in un clima di assoluto silenzio che pervade il tempio, fintanto che non si avverte un sibilo, accompagnato quasi simultaneamente dai lampi blu e bianchi della Luce Santa che invadono la basilica, come se milioni di flash fotografici lampeggiassero tutto attorno illuminando le pareti circostanti. Allora le lampade s’illuminano miracolosamente. Contemporaneamente, all’interno del Santo Sepolcro, le torce tenute dal Patriarca, che continua a pregare, s’accendono spontaneamente con la Santa Luce. La folla scoppia in forti acclamazioni, mentre lacrime di gioia e di fede cadono dagli occhi dei presenti.
Per diversi minuti la Santa Luce non ha le caratteristiche del fuoco. Questo succede per il tempo in cui il Patriarca esce dal Santo Sepolcro e dona la Luce al popolo. Chiunque può toccare il fuoco delle 33 candele e non viene scottato. Dopo 33 minuti la fiamma torna ad avere caratteristiche normali.

Breve storia del miracolo

Solo il Patriarca Greco-Ortodosso ha il privilegio, l'onore e la possibilità di fare questa cerimonia.
Nel corso del tempo sono stati fatti dei tentativi da altre confessioni ma il miracolo non si è mai realizzato. Ad esempio nel 1549, secondo le cronache storiche, gli Armeni corruppero il sultano Mourat per ottenere il permesso di recarsi nella Chiesa del Santo Sepolcro per presenziare la cerimonia. Immediatamente il sultano glielo concesse. Gli Armeni, entrando nel Tempio, ne estromessero gli Ortodossi, ma, come riporta il cronista arabo Huri Fosi: “Invano invocavano Dio, il Fuoco non voleva discendere.” Il Patriarca Ortodosso, quando vide gli Armeni raccolti nella chiesa, fu pieno di tristezza e pregò fuori all'entrata, accanto alle colonne della porta. “Improvvisamente si udì un rimbombo di tuono dalla colonna di marmo, presso la quale era il patriarca Ortodosso, apparve il Fuoco”.
In quell’occasione avvenne pure la conversione dell’Emiro di Agarino che vedendo questi eventi gridò: “La fede dei Cristiani è grande! Il vero Dio è solo Uno, il Dio dei Cristiani! Credo a Cristo risuscitato dai morti. Mi inginocchio a Lui come mio Dio!”. I musulmani lo catturarono e lo decapitarono subito e il suo corpo è venerato ancora oggi nel Monastero della Grande Vergine di Gerusalemme.

fonti
amicidilazzaro.it
holyfire.org



Omnia Vincit Amor


https://gloria.tv/article/DRo9mH4nHtdM2yfkwCWMiSbjX

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