ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 8 maggio 2019

Cosa è la santa Messa Cattolica?

La Messa: Ultima Cena, Sacrificio? Sì, però.. attenzione ai particolari.

Ringraziando per le tante domande sull’argomento e ricordando a tutti Voi ben due link nei quali abbiamo affrontato il medesimo tema: Crisi Liturgica (video)Crisi Liturgica (testi vari), cercheremo di rispondere ora ad una domanda molto specifica: Che cosa è la Messa? Cioè, perché la Chiesa parla di SACRIFICIO e perché dire, oggi, che essa è “il banchetto o la cena” sarebbe sbagliato? Si legga anche qui: Cosa è la santa Messa Cattolica? Rispondono Bellarmino e Liguori

Chiariamo subito che parlare di “Ultima Cena” per riferirci alla Messa, non è sbagliato se però… non si voglia sostituire, con questa, il Sacrificio di Gesù sul Calvario! Così come non è sbagliato indicare la Messa in quanto “la Santa Cena”, ma facendo attenzione a non stravolgerne il senso e le priorità come hanno fatto, appunto, i Protestanti di cui molto abbiamo detto nei link che vi abbiamo indicato.
L’ultima Cena non è “soltanto” un avvenimento storico da ricordare, come si insegna oggi purtroppo, e si deve sentire dire da molti sacerdoti assolutamente ignoranti sull’argomento…. Per molti di loro, purtroppo, il concetto di “ricordare-memoriale” ha assunto una brutta piega atta a scalfire, danneggiare e rimuovere il dogma della Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia, finendo per trasformare la Messa, infatti, in un banchetto di baldoria e non più il Sacrificio della Croce. L’Ultima Cena è quindi un fatto storico ma anche insieme la realtà che deve essere ripetuta – come ha comandato Gesù – perché attraverso questa Cena e non altre Egli ha istituito il Sacerdozio delegando solo agli Apostoli il potere divino di operare nella Sacra Liturgia dell’unica sua Chiesa, per rendere CON Lui quell’unico Sacrificio sempre PRESENZA REALE, efficace e fedele.  Gesù, solo per mezzo della Chiesa e della Successione Apostolica, continua ad offrirsi al Padre, donandosi nella Divina Presenza delle specie eucaristiche, rendendo attuale e presente il Suo Sacrificio (ora in modo incruento) avvenuto una volta per sempre sulla Croce. Diverso è il “sacerdozio” dei Fedeli laici battezzati, ma ne parleremo in un altro intervento.
Non è un caso se la Chiesa, da sempre, lo definisce “il mistero dei misteri”, l’Eucaristia è il mistero e il prodigio (Transustanzuazione) più grande che avviene in tutto il mondo da duemila anni, ininterrottamente e non certo per i nostri meriti, ma per la Sua promessa che è fedeltà assoluta. E’ Gesù stesso, dopo la sua resurrezione, a spiegare il significato dell’Ultima Cena a due dei suoi discepoli: appare loro mentre sono diretti al villaggio di Emmaus ma essi non lo riconoscono subito perché i loro occhi sono come – accecati – anzi Gesù definisce la loro incredulità e i loro dubbi quale stoltezza, duri di cuore e tardi alla vera comprensione…
Ecco come lo racconta san Luca: (…) Gesù spiegò ai due discepoli i passi della Scrittura che lo riguardavano. Cominciò dai libri di Mosè fino agli scritti di tutti i profeti. Intanto arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece finta di voler continuare il viaggio. Ma quei due discepoli lo trattennero dicendo:- resta con noi perché il sole ormai tramonta -. Perciò Gesù entrò nel villaggio per rimanere con loro. Poi si mise a tavola con loro, prese il pane e pronunciò la preghiera di benedizione; lo spezzò e cominciò a distribuirlo. In quel momento gli occhi dei due discepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla loro vista-“ (Lc.24,27-30).
Nell’episodio di Emmaus c’è tutto il cuore del significato della Messa Cattolica:
  • c’è innanzi tutto l’ascolto della Sacra Scrittura e la spiegazione che il presbitero, il vescovo è tenuto a fare ai fedeli riuniti ad ascoltare; ma tale spiegazione (la predica) non può e non deve contenere null’altro che il contenuto della Sacra Scrittura nella Tradizione Apostolica della Chiesa Cattolica sul Cristo Gesù, Vivo e Vero, ossia, davvero venuto a noi (incarnazione divina); davvero vissuto in mezzo a noi e morto crocefisso; davvero risorto… Ogni altro uso della predica è abuso, ed è rendere “stolti” se stessi ma anche chi ascolta certe stoltezze, cioè, tutto ciò che nella predica non riguardasse il Cristo Gesù;
  • c’è poi la preghiera dei discepoli al Signore affinché egli resti con loro che, nella Liturgia antica della Chiesa è sempre stata significata dalle diverse preghiere che il celebrante usa fare, specialmente i cosiddetti “canoni”; ogni altro uso di questi momenti è abuso ed è stoltezza, perché distoglie i fedeli dall’apprendere la Verità del Cristo Gesù Risorto e del pregare con Lui rivolti al Padre, per mezzo dello Spirito Santo che non inventa nulla, e non crea nulla di nuovo nella liturgia, così come nella Tradizione e perciò nelle dottrine…;
  • c’è quindi la risposta di Gesù che si “ferma con loro” e mantenendosi fedele alla promessa fatta nell’Ultima Cena, con loro e solo attraverso loro si rende davvero presente (in Corpo, Sangue, Anima e Divinità) per mezzo della “consacrazione” (Transustanziazione) e poi spezzando quel Pane. Ogni altro uso di questo momento sacro, ogni altra mistificazione o cambiamento delle parole e dei gesti è un grave abuso che viene definito anche profanazione, sacrilegio, oltraggio… fino ad arrivare, in casi estremi o di eresia, a rendere la Messa invalida, cioè: Gesù non ha lasciato altro comando per rendersi Presente e realmente nella Liturgia, nel Culto a Dio;
  • questo – spezzare il pane – è quella separazione violenta subita dal Suo Corpo e quindi è il Suo sacrificio della Croce: eucaristia che significa anche “rendimento di grazie”, non va mai, dunque, disgiunto dal Sacrificio che è la Sua offerta al Padre per noi; il rendimento di grazie diventa, così, quella distribuzione del Sacrificio (la Comunione) – che il sacerdote mandato dal Cristo distribuisce in nome della Chiesa ai fedeli battezzati e confessati che vi si accostano in stato di grazia – quale Sacramento di vita; da qui Egli “si sottrae alla vista dei discepoli“…. non per “scomparire”, ma per continuare ad operare nel mondo attraverso i “Suoi”, tutti noi.
  • Da qui nasce poi quell’Ite Missa est… che non significa affatto una “fine di tutto” ma esattamente il contrario, significa che qui, ora, inizia la nostra Missione, la “nostra messa” nel mondo. Il termine messa, infatti, deriva dalla formula latina che si pronunciava al termine della celebrazione liturgica: Ite – andate -, missa est – che vuol dire è stata inviata, cioè è stata inviata l’offerta -. La Messa Cattolica è dunque un dare e avere: l’offerta, il mandare, dare al Padre l’unico dono a Lui gradito che è quell’offerta della vita innocente di Gesù, vero Dio e vero uomo, l’Agnello immolato per noi. L’avere è quell’Eucaristia ricevuta che non solo ritempra l’anima e il corpo, ma è preludio alla missione che ognuno di noi ora dovrà compiere nel mondo.
Perciò è sbagliato – e sbagliano – tanti sacerdoti e catechisti ed oggi purtroppo anche certa gerarchia… a definire la Messa “il banchetto festoso, l’ultima cena di Gesù” eliminando però IL SACRIFICIO della Croce. L’Ultima Cena, come il Sacrificio della Croce, non è solo un avvenimento storico del passato, perché Gesù risorto continua ad essere l’Autore, l’unico Sacerdote, il Protagonista delle celebrazioni Eucaristiche della Sua Chiesa, anche se si rende invisibile alla nostra vista; Egli è Presente realmente perché in quell’Ultima Cena istituì quel sacerdozio consegnato alla Chiesa e sul Calvario pose come un sigillo (fatto col proprio Sangue e Corpo) alla Sua Presenza reale divina nei Sacramenti, nella Liturgia… Per questo diciamo come la Chiesa ha sempre insegnato che il sacerdote compie il Sacrificio Eucaristico nella Persona di Cristo, cioè Cristo, invisibile ma presente, si serve del corpo, della voce e delle mani del sacerdote. Questo non fa del sacerdote una sorta di “posseduto” come scrivono certi crapuloni ed anche molti protestanti!! Significa più semplicemente che questi Sacramenti, la Messa stessa, sono sempre validi anche se un sacerdote dovesse nutrire dubbi sulla Divina Presenza, o se fosse un grave peccatore perché, per essere valida, è necessaria la materia del Sacramento stabilito dalla Chiesa, la Fede stessa DELLA Chiesa con le parole espresse dal Cristo e il mandato sacerdotale, si legga anche qui.
L’Eucaristia è dunque il Sacrificio perché ri-presenta (rende presente) il sacrificio della croce…(Catechismo della Chiesa Cattolica n.1362, 1364, 1366)… per questo parliamo di Sacrificio incruento cioè: Gesù non ri-muore ogni volta che facciamo la Messa. La Messa diventa come una moviola che ci riporta indietro fermandoci su alcuni momenti accaduti, specifici per vivere davvero la liturgia e il Culto a Dio che stiamo celebrando. Se preferite un altro esempio: una sorta di macchina del tempo… misteriosa e incomprensibile che ci fa essere presenti a quell’avvenimento unico ed irripetibile, liberandoci dalle limitazioni del tempo e dello spazio… Nell’ultima Cena Gesù rendeva presente quell’unico ed irripetibile sacrificio del Calvario che sarebbe avvenuto temporalmente nel futuro e oggi, nella Messa, rende presente quel sacrificio unico ed irripetibile che è avvenuto nel passato.
Insegna Giovanni Paolo II: “Questo sacrificio è talmente decisivo per la salvezza del genere umano che Gesù Cristo l’ha compiuto ed è tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato il mezzo per parteciparvi come se vi fossimo stati presenti.. Non affermò soltanto che ciò che dava loro da mangiare e da bere era il suo corpo e il suo sangue, ma ne espresse altresì il valore sacrificale, rendendo presente in modo sacramentale il suo sacrificio. La Messa rende presente il Sacrificio della Croce, non vi si aggiunge e non lo moltiplica..” (Ecclesia De Eucharistia, 17 aprile 2003, nn.11 e 12).
Scrive chiaramente l’apostolo Paolo (1Cor.10,16-20) che, come Israele secondo la carne partecipa alla manducazione delle vittime sacrificali e come i pagani partecipano ai loro banchetti sacrificali, così il cristiano partecipa al banchetto sacrificale che è la Messa: comunione al Sangue e al Corpo di Cristo, la mensa del Signore PER I SUOI dove si fondano insieme il Sacrificio ma anche la Risurrezione senza la quale l’Eucaristia stessa non avrebbe alcun senso. Anzi, specifica l’Apostolo, per il fatto che il cristiano partecipa al Sacrificio di Cristo, non può più partecipare assolutamente al sacrificio giudaico e a quello pagano. L’Eucaristia, quindi, è vero banchetto sacrificale, l’unica OFFERTA gradita al Padre. Scrive San Tommaso d’Aquino: “poiché del frutto della passione del Signore abbiamo bisogno ogni giorno per i nostri quotidiani difetti, nella Chiesa ogni giorno ordinariamente si offre questo sacramento..” (Summa Teologica III, q.83, a. 2).
E sia ben chiaro, perciò che: l’Eucaristia e la stessa Messa, questo unico e vero Culto a Dio Padre, per mezzo di Gesù Cristo con la potenza dello Spirito Santo è un dogma, una dottrina indiscutibile della santa Chiesa. Dei 5 punti sopra elencati che provengono dal Magistero della Chiesa e dal suo Catechismo, basta negarne uno solo, basta modificarne uno a proprio piacimento che non ci si può più dire “cattolici”, ma neppure cristiani. Che mica se lo inventiamo noi! Ad istruirci sono proprio gli Apostoli, ed è san Paolo ad iniziare l’opera di costruzione dell’edificio liturgico vietando forme inadeguate a rappresentare il contenuto dogmatico dell’Eucaristia (cfr 1Cor.11,33-34). A Tito dice e comanda: “Guardati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane. Dopo una o due ammonizioni stà lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa…”(Tit.3,8-11).
Per comprendere queste parole di Paolo che sono poi saluti finali e le nostre stesse conclusioni, occorre leggersi anche Tito 1,10 nel quale l’Apostolo mette in guardia Tito dai FALSI DOTTORI, chiamandoli INSUBORDINATI E INGANNATORI….e sempre sopra al verso 5 Paolo dice a Tito di averlo lasciato a Creta perchè METTESSE ORDINE ALLE QUESTIONI DI FEDE E PERCHE’ LUI STABILISSE DEI PRESBITERI IN OGNI CITTA’…..ma attenzione, Paolo non dice come meglio Tito crede, ma SECONDO LE ISTRUZIONI DA ME RICEVUTE…..è la “Trasmissione ufficiale del Mandato” che la Chiesa chiama ancora oggi “Mandato apostolico”… e ancora ..al verso 9 c’è un altro particolare, dice Paolo a Tito sul come devono essere gli episcopi: “attaccato alla parola sicura SECONDO LA DOTTRINA TRASMESSAper essere capace di esortare nella SANA DOTTRINA, SIA DI CONFUTARE QUELLI CHE VI SI OPPONGONO“……
Amici…attenzione a queste parole…. Paolo non dice che il presbitero, o un vescovo, deve INVENTARSI una dottrina  O DEVE INTERPRETARE LA SCRITTURA DA SOLO, ma dice “attaccato alla parola sicura SECONDO LA DOTTRINA TRASMESSA…” dunque NESSUNO può interpretare le Scritture da solo, il presbitero a sua volta TRASMETTE CIO’ CHE HA RICEVUTO e lo insegna…. non deve inventare liturgie e culto, o adattare la Messa a seconda delle mode, piuttosto deve essere PRONTO per confutare quelli che si oppongono alle dottrine degli Apostoli trasmesse dalla Chiesa…..Infatti al cap. 2 Paolo dice ancora a Tito: “Tu però insegna CIO’ CHE E’ CONFORME ALLA SANA DOTTRINA“. Questo ci riporta anche ai Galati cap.1,1-10 quando Paolo riprende la comunità e l’ammonisce di non ascoltare chiunque predicasse loro un “vangelo diverso da quello da noi predicato”, lanciando la prima scomunica, il primo anatema ai falsi pastori.
Quanto poi al contenuto della Messa quale è la musica sacra, letteralmente scomparsa, e i gesti, oggi letteralmente confusionari, sciatti, da osteria o da balera…(ma riprenderemo questi aspetti in un altro video-testo), diceva l’allora cardinale Ratzinger poi Benedetto XVI come : la musica non è qualcosa di neutrale perché vi è una musica elevante che porta alla  – spiritualizzazione dei sensi – e una musica che scatena i sensi e stordisce…. Anche se è impossibile indicare una volta per sempre i criteri di ciò che la spiritualizzazione esige dal punto di vista musicale (ma la Chiesa aveva già fatto proprio il concetto della musica “sacra” salvaguardando quel patrimonio di immenso valore per lo spirito che è il canto gregoriano), bisognerebbe almeno stabilire i criteri delle forme musicali negative e aberranti dal punto di vista spirituale…” Infine, spiegava Ratzinger come una autentica partecipazione spirituale alla Messa, può essere ottenuta mediante l’eloquenza dei gesti del sacerdote stesso, di cui uno dei più importanti per esprimere l’adorazione alla Divina Presenza – che rischia sempre più di sparire: è l’inginocchiarsi“.  (La festa della fede. Saggi di Teologia liturgica, Jaca Book, Milano 1984, p.80 )
Laudetur Jesus Christus

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