ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 16 giugno 2019

Ecclesia diaboli

LA GRANDE IMPOSTURA. RIFLESSIONI DINANZI ALLA CRISI PRESENTE.




Vi è un fil rouge che tiene insieme, in modo direi quasi stupefacente e con perfetta coerenza, tutto ciò che costituisce l’opera maledetta della Civitas diaboli: l’impostura. D’altra parte, se il diavolo è spirito di menzogna, la sua cifra dev’essere per forza l’inganno e la frode; così come i membri di questa società infame non possono che essere falsi e mentitori. Al punto che la Verità stessa - coessenziale a Dio - dev’essere negata in quanto tale, ancorché possa apparire innocua. 

Eritis sicut dii. La menzogna luciferina rivolta ai nostri Protoparenti è stata il primo esempio di come suole agire il demonio: mostra come un miraggio un bene che egli non può concedere, per ottenere un male che noi sappiamo già esser tale. E coloro che Dio aveva creato immortali e non soggetti alla concupiscenza, destinandoli alla visione beatifica - poco meno degli angeli, come dice il Salmista - si trovarono ingannati e truffati dal serpente, perdendo ciò che più li avvicinava a Dio: la grazia, che è la vita di Dio stesso. E dicoingannati non nel senso che il loro peccato fu accidentale e non voluto, ma in quanto essi vollero credere alla menzogna luciferina, contro il comando di Dio. 

Così, dopo aver cercato di pervertire l’attesa del Messia venturo durante l’Antica Alleanza, e poi di adulterare con l’eresia le verità rivelate da Dio, insegnate da Cristo e affidate alla Chiesa, nel Settecento il Demonio ha insinuato negli uomini la negazione dell’esistenza di Dio, inventando dal nulla quell’ateismo che gli Antichi - salvo casi rarissimi - non riuscivano nemmeno a concepire: poiché se il contenuto della Rivelazione è oggetto di fede - nel senso che il credente vi presta fede per l’autorità di Dio rivelante - nel caso dell’esistenza di un Essere supremo, Creatore e Signore, che premia i buoni e punisce i malvagi siamo nell’ambito della conoscenza cui può giungere anche il semplice, sicché un uomo con retta coscienza può affermare di sapere con la ragione che vi è un Dio, e di credere per fede che quel Dio è Uno e Trino. 

La perversione cui assistiamo oggi non si limita alla fede, ma si estende alla ragione stessa, in un vero e proprio delirio, una vertigine, una nemesis ch’è punizione dell’hybris satanica. Non si salva nulla: il rifiuto della Fede è ormai acquisito nelle masse, che ora si vanno assuefacendo al rifiuto della realtà, dell’evidenza, della normalità. Non ci sono più maschi e femmine; non più buoni e cattivi; non più civili e selvaggi; non più colti ed ignoranti, non più sani e ammalati. Quel che sino ad alcuni decenni orsono poteva ancora esser dato per acquisito nelle società civili - la famiglia naturale, il diritto alla vita del nascituro, la condanna dell’incesto, della pedofilia, della poligamia e del cannibalismo - oggi appare frusto retaggio di un mondo al tramonto, mentre si vanno riconoscendo alle bestie i diritti e le tutele che la società moderna nega agli esseri umani. 

La Civitas diaboli è la versione capovolta e pervertita della Civitas Dei: per questo motivo in essa nulla si salva di vero, nulla di buono, nulla di giusto, nulla di bello. E se qualcosa sopravvive che lascia trasparire un ultimo raggio di verità, di bontà, di giustizia o di bellezza, questo viene tollerato solo temporaneamente, con l’unico scopo di raggiungere la meta finale senza suscitare lo scandalo dei giusti e render coesa l’opposizione dei buoni. 

La Storia è il campo di battaglia in cui si scontrano attraverso i secoli le armate del Dio Sabaoth - Signore degli eserciti schierati - e quelle del Nemico: al di là delle contingenze, i passi compiuti dall’uno e dall’altro schieramento sono sostanzialmente gli stessi, il primo avendo come scopo la gloria di Dio e la salvezza delle anime; il secondo l’offesa a Dio e la dannazione delle anime. Le battaglie - come ricordebbe anche il più modesto predicatore - sono state vinte ora dall’una, ora dall’altra falange; ma la vittoria finale del Signore dell’Universo è certissima. Ego vici mundum: ho già vinto il mondo. Quel che accadrà da qui al Giudizio Universale serve solo per temprare i giusti e dimostrare il trionfo del Bene. La via gloriosa della Croce, estesa nella misericordia di Dio anche ai Suoi figli, come premessa per la resurrezione. La persecuzione della Chiesa come Calvario del Corpo Mistico, sulle orme del Capo. 

Ma quel che vediamo analizzando gli eventi della Storia sembra ripetersi invariabilmente, come se la Storia stessa fosse una disciplina scientifica con proprie regole e leggi indefettibili, al pari delle scienze esatte. Si direbbe che una mente lucidissima riesca a replicare in vitroalcune circostanze politiche e sociali, con la certezza di ottenerne un analogo risultato. 

Prendiamo come esempio le migrazioni. Un fenomeno iniziato nel Settecento in Inghilterra, all’interno dei propri confini, dove la privatizzazione delle terre comuni fino ad allora disponibili agli abitanti delle campagne portò i piccoli agricoltori ed allevatori a dover cercare un lavoro nell’industria nascente, trasferendosi nelle metropoli. Da qui promiscuità, povertà, ritmi di vita inumani, deprezzamento della manodopera, diffusione della prostituzione e della criminalità, dell’alcolismo, delle violenze domestiche. Senza parlare dello sfruttamento dei bambini e delle donne, sottopagati rispetto agli uomini. Nelle campagne la povertà era tale non a causa del riscaldamento globale o del buco dell’ozono, ma perché le élite finanziare avevano deciso di sfruttare milioni di persone per il proprio tornaconto economico. E per farlo dovevano scardinare quell’equilibrio sociale e civile che era stato costruito attraverso i secoli. Agli orti, ai pascoli ed alle piccole proprietà agricole si sostituirono coltivazioni intensive più redditizie, sotto il pretesto della modernizzazione e del progresso. Ma quel progresso non era mai stato lo scopo di chi aveva ideato questo fenomeno, era il pretesto accettabile di un male dissimulato ma ben presente nella mente di chi lo perseguiva. 

Chi osservava questi fenomeni all’epoca - e la denuncia trovò voce nella Chiesa, nella politica e negli scrittori più sensibili, ad esempio Dickens - non poteva non identificare un rapporto di causalità tra la demolizione sistematica delle dinamiche sociali tradizionali e il degrado che i nuovi ritmi di vita comportavano. E avevano visto giusto: infatti, volendo ottenere esattamente gli stessi risultati, nell’Ottocento vi fu chi applicò lo stesso schema in Italia, dove l’industrializzazione del Settentrione (Torino, Milano e Genova) a danno del Sud rurale provocò una migrazione di massa dal Meridione, sradicando dalle proprie tradizioni e dalla propria famiglia migliaia di giovani, costretti ad insediarsi in periferie di metropoli che nulla avevano in comune con i ritmi di vita originari. Stessi risultati, stessi beneficiari finali dello sfruttamento delle masse. Stessa impostura. 

Analogo fenomeno si è verificato con l’emigrazione delle classi operaie dal Sud al Nord dell’Europa, o verso quelle nazioni del Nuovo Mondo che promettevano benessere e riscatto sociale. Pensiamo a quanti Italiani e Irlandesi sono andati a cercar fortuna in America. Cattolici, a bene vedere, che rappresentavano nella loro Patria uno scomodo intralcio all’introduzione delle idee libertarie, e che viceversa una volta espatriati si trovavano abbandonati, esposti all’indottrinamento ideologico e facilmente reclutabili dalla criminalità organizzata. E questo ovviamente indebolì la famiglia, la religiosità, la conservazione delle proprie radici. Stessi risultati, stessi beneficiari finali. Stessa impostura. 

Con l’industrializzazione del Settentrione si consolidò quell’unità d’Italia ch’era la premessa indispensabile per informare sotto un unico Parlamento legiferante e un solo esercito l’operato di un intera Nazione. Con l’Unione Europea stiamo assistendo esattamente alle stesse dinamiche, su più vasta scala: un unico Parlamento, una Commissione legiferante e a breve anche un solo esercito nelle mani di un’élite che nessuno ha eletto. 

Dopo il Sud dell’Italia e il Sud dell’Europa, non poteva mancare il Sud del mondo: che è esattamente ciò cui asssitiamo oggi. Non è più il cafone siciliano cattolico che si trova in catena di montaggio a Torino, non è più l’Italiano che fa il pizzaiolo nella luterana Dortmund, ma il nigeriano maomettano che crede di trovare l’Eldorado a Marsiglia o a Padova. Così, dopo aver ottenuto l’indebolimento della solida religiosità popolare del nostro Meridione con la mentalità borghese del nord; dopo aver cancellato l’identità cattolica e italiana con la convivenza forzata in terre protestanti e immorali, ecco pronta la ricetta per l’apostasia delle Nazioni cristiane, invase da orde di diseredati veri o presunti, imposte dall’Europa con la connivenza della Gerarchia cattolica fin dal suo più alto Soglio. 

É evidente che i pretesti addotti per far digerire alle masse questa rivoluzione civile, sociale ed economica hanno bisogno di esser ripetuti ad nauseam anche dai media, che mentre affermano scientemente il falso - supportando l’impostura - devono censurare la verità, oscurarla, tacerla, mistificarla, deriderla. Screditando ovviamente chi cerca di difenderla con argomenti ragionevoli. 

Ma è proprio qui che risiede l’impostura: essa non accetta confronti, non tollera voci dissonanti, non consente il dialogo. Essa si impone dogmaticamente parodiando l’autorità divina della vera Chiesa, e pretende assenso assoluto e acritico al proprio infallibile magistero. Quella tiara che i Novatori hanno tolto dal capo del Pontefice Romano, essi la rivendicano a sé; quella censura che denunciavano come lesiva della libertà di espressione e di ricerca scientifica, essi l’applicano implacabilmente. Le Crociate per le cui presunte efferatezze sentiamo chieder perdono, vengono oggi mosse contro la Cristianità, e i roghi di cui si favoleggia nella letteratura anticlericale oggi si accendono sui media per chi non si sottomette all’Inquisizione del politically correct. Stessi mezzi, ma con fine diverso. Perché costoro, in fondo, vogliono il Male. 

Noi siamo convinti di aver dinanzi degli interlocutori onesti e retti che, pur sbagliando nel metodo, hanno comunque a cuore il bene comune. E pensiamo, poveri ingenui, che se ci si lasciasse spiegare i nostri argomenti, la verità si imporrebbe da sola, con la forza che viene da Colui che ha detto di Sé: Io sono la verità. Ma gli impostori sanno benissimo qual è la verità, ed è contro quella che combattono, così come combattono Cristo. Essi sanno benissimo che se si costringono a vivere insieme persone di diversa religione si destabilizza la convivenza civile. Sanno benissimo che la povertà, l’umiliazione di non avere un futuro, l’esser sempre alla mercé delle banche provoca reazioni di esasperazione. Ma è proprio per questoche stanno facendoci invadere, ed allo stesso tempo svuotano l’Africa delle nuove generazioni. Così sfruttano invasi ed invasori, alimentano le discordie e l’intolleranza e legittimano l’inasprimento di misure coercitive che altrimenti non avrebbero ragion d’essere. Qui si fa l’Europa o si muore, o anche: Qui si fa la sinarchia, il Governo Mondiale o si muore. E in nome di questo alto ideale si schiavizzano intere nazioni, così come si mandarono al macello i nostri nonni e padri durante le due Guerre Mondiali. Altra impostura, questa, che sfruttò l’eroismo e l’amor di Patria non per difendere i sacri confini - come si voleva far credere - ma per preparare sin da allora le premesse politiche agli ulteriori giri di vite cui assistiamo oggi. 

Il medesimo fenomeno è rilevabile anche in ambito ecclesiale, dove le dichiarate intenzioni di render più comprensibili i riti, o il velleitario sogno ecumenico che vorrebbe tutti i popoli affratellati nel nome di un Dio del Quale volutamente si devon tacere gli attributi, per contentar tutti, nascondono in verità la volontà di corrompere la Fede in chi la possiede e di tener da essa lontano chi non ce l’ha. Possono raccontarci che il Vaticano II è stato tradito, che la primavera conciliare è ancora di là da venire, che non è bello tener lontani i concubinari dalla Comunione e che l’accoglienza dei maomettani è opera meritoria; ma in cuor loro, quanti in seno alla Chiesa si presentano come pacifici apostoli dell’amore universale sanno benissimo che quello che insegnano rappresenta una rottura con il Magistero perenne e con le stesse parole del Signore. Sanno benissimo che dietro gli alti ideali della solidarietà e dell’inclusività si nasconde l’apostasia. E sanno che, se dicessero chiaramente quel che vogliono ottenere - ossia la demolizione della Chiesa come l’ha fondata Cristo - non avrebbero seguito, così come non avrebbero seguito i gerarchi dell’Unione Europea che spiegassero alle masse che vogliono raggiungere il governo mondiale nell’arco di pochi anni, a capo della quale essi vogliono una conventicola di tiranni illuminati che domini incontrastata l’intera umanità per preparare il regno dell’Anticristo. E ricordiamocelo: come vi fu chi gridò Qui si fa l’Italia o si muore, mentre impalava i popoli fedeli ai Borboni, così vi fu e vi è tuttora chi grida Qui si fa il Concilio o si muore, mandando al macello le anime, svuotando le chiese e i seminari, cacciando le claustrate dai conventi. 

E ripeto: costoro vogliono il Male. Lo vogliono con la persuasione intima di chi avversa Cristo, e si sente coerente con il Nemico. I pretesti con cui ammanta i suoi veri scopi sono sempre e solo gli stessi che usò Lucifero con Adamo ed Eva. Menzogne per nascondere la verità: se avesse detto loro che mangiando del frutto proibito, poiché disobbedivano a Dio avrebbero meritato la morte dell’anima e del corpo per sé e per i loro discendenti, non sarebbe stato il Demonio, che è ingannatore.

Non stupiamoci se chi vuole condurci all’inferno - perché è lì che ci vuole tutti, per celebrare il suo anti-trionfo - non ci dirà chiaramente:Uccidi tuo figlio nel ventre, ma ci parlerà della dignità della donna e del diritto alla salute. Non ci mostrerà l’empietà di ammazzare l’anziano o il malato nel letto d’ospedale, ma ci ricorderà la dignità della persona umana. Non elogerà lo scandalo sui piccoli, ma rivendicherà loro il diritto alla sessualità. Non ci mostrerà l’orrore del vizio, ma lo chiamerà amore, rispetto per la diversità. Non si scaglierà direttamente contro la famiglia, ma vi affiancherà la sua parodia più grottesca e sterile. Non ci dirà: Apostata la Fede, ma ci inviterà a dialogare con l’errore, ad aprire le nostre chiese alle grida dell’imam e a vergognarci della nostra identità additandola come integralismo o fanatismo. Non ci ricorderà la Passione redentrice di Cristo in Croce, ma ci parlerà della fratellanza e della solidarietà. 

Se il Demonio parlasse apertamente, spiegandoci quello che intende farci e perché, sarebbe sincero, e questo gli ripugna. Egli mente perché è mentitore e omicida fin dal principio, e perché se ammettesse la verità - che conosce, in quanto essere spirituale creato con un’intelligenza perfetta - dovrebbe anche riconoscere di aver già perso, nell’impari lotta contro il Creatore e Signore. É il suo orgoglio che lo inchioda nella ribellione, e contro di esso non vale alcuna misericordia: per questo non potrà mai redimersi né pentirsi. 

Ma noi sappiamo benissimo cosa vuole il Demonio, e quale fine perseguono i suoi servi: celebrare un miserabile anti-trionfo, rubando al Cielo quante più anime possibile, nell’illusione di render meno gloriosa la Redenzione del Figlio di Dio dinanzi al Padre. Con chi serve il Nemico non ci può esser dialogo, ma solo guerra senza quartiere; il Nemico va combattuto e vinto, non persuaso del suo errore: poiché egli lo conosce, e meglio di noi. 

Se ci renderemo conto che la grande impostura non si sconfigge con il confronto e il dialogo, ma svelando l’inganno e mostrandolo per quello che è, saremo in grado di metter in guardia molte anime e di allontanarle dal Male. Perché il Male, se si manifesta nel suo orrore, ripugna all’uomo. 

Un esempio recente ci viene dalla campagna meritoria e lodevolissima che un movimento pro vita ha svolto negli Stati Uniti, facendo vedere a delle donne il video di un aborto. Quelle che all’inizio si dicevano pro choice, ossia favorevoli alla possibilità di scegliere se portare a termine o meno una gravidanza, quando hanno visto le torture cui viene sottoposta quella creatura indifesa, riconoscibile come essere umano anche nelle fattezze, si sono ricredute, affermando tra le lacrime di non avere idea che fosse possibile smembrare una creatura e risucchiarle il cervello con un aspiratore. Vedendo l’aborto per quello che è, nessuno può dirsi favorevole all’assassinio di un bimbo, a meno che non sia un mostro di crudeltà. Ma i media, tanto indulgenti quando si tratta di mostrare scene raccapriccianti anche in prima serata, si guardano bene dal far vedere cos’è un infanticidio, ed anzi insorgono accusando chi lo fa di mancanza di rispetto e insensibilità. 

E lo stesso vale per la predazione degli organi, elogiata dall’ideologia imperante come scelta di solidarietà e altruismo. Salvo omettere che per poter espiantare gli organi da un corpo, occorre che questo sia ancora vivo; e per farlo si sono inventati la morte cerebrale, secondo cui la persona alla quale si toglie il cuore non soffrirebbe. Ma allora, perché somministrare un potente anestetico, prima di fare a pezzi la vittima? Perché spegnere i sensori che registrano l’attività neuronale e nervosa, prima di incidere il corpo e tagliar via gli organi? Perché si vedrebbe che si sta letteralmente uccidendo una persona. 

Il Lettore saprà certamente trovare molti altri casi in cui, seguendo lo stesso schema - che sinora si è mostrato efficace e valido - qualcuno ci racconta una versione edulcorata della realtà, ci induce a credere che una cosa intrinsecamente immorale diventa lecita solo perché le si cambia il nome: interruzione di gravidanza, consenso informato, libertà di scelta, accompagnamento al fine vita, maternità surrogata, accoglienza, rispetto della diversità, inclusività. Ed allo stesso modo quel che dovrebbe essere lodevole e meritorio se non addirittura normale, cambiandogli nome, assume un’accezione negativa: nazionalismo, integralismo, fanatismo, oscurantismo. Evidentemente quel che teorizzava George Orwell in 1984 non era così lontano dalla realtà e l’attività del Ministero della Verità è oggi più che mai evidente, attraverso una mistificazione che edulcora il Male e considera perverso il bene, fino a classificare come parassita il figlio in grembo o l’anziano morente, ma definire una risorsa il selvaggio che spaccia nel parco sotto casa, fa a pezzi le donne per superstizione o vende gli organi dei bambini perché disprezza la nostra società malata e la vuole distruggere o convertire all’Islam. 

Né si creda che la responsabilità della crisi presente sia dei maomettani: da sempre sappiamo che vogliono conquistarci e sottometterci alla Mezzaluna, e da Poitier a Lepanto a Vienna li abbiamo saputi respingere a costo della nostra stessa vita, sotto il vessillo della Croce. La responsabilità va ricercata nelle élites che, facendo capo alla Setta infame, perseguono come scopo la distruzione della Chiesa di Cristo: écrasez l’infame

Chi crea povertà per costringere ad abbandonare il suolo natale; chi sottrae le madri alla cura dei figli obbligandole al lavoro; chi perverte le coscienze dei fanciulli e dei giovani immergendoli sin da piccoli nell’immoralità e nel vizio; chi colpevolizza il ruolo del maschio all’interno della famiglia e della società, effeminandone la volontà ancor prima che i comportamenti; chi erge a unica legge l’arbitrio del singolo; chi umilia la giustizia amministrandola ideologicamente per punire gli innocenti e lasciare impuniti i colpevoli; chi viene meno al dovere di istruire le future generazioni, rendendo la scuola un covo di ribelli incivili e analfabeti; chi sfrutta il lavoro altrui defraudandolo del legittimo guadagno e costringendolo ad indebitarsi ed impedendogli di avere una casa ed un futuro: sono costoro i veri autori della crisi. Che è crisi di Fede, di ideali, di senso civico, ancor prima che crisi economica.   

Dobbiamo imparare a scoprire l’impostura. E dobbiamo farlo con la forza degli argomenti, con la ragione e la logica, certo; ma anche con la persuasione che essi serviranno di più a quanti ci ascoltano, che non al nostro primo interlocutore, che sa benissimo quel che sta facendo. Dobbiamo far sì che chi sostiene la cultura di morte della Civitas diaboli arrivi a dire chiaramente - come sta finalmente iniziando ad avvenire, ad esempio negli Stati Uniti - che vuole perseguire la morte, che non gli importa di uccidere un bambino nel seno materno, che non gli interessa assistere un malato se la cura non è remunerativa per l’industria farmaceutica, che vuole il divorzio e l’aborto per spopolare una nazione e ripopolarla con selvaggi da poter manovrare e da render schiavi. Dobbiamo obbligarli a scoprirsi, a mostrarsi per quello che sono: perché solo allora tutti capiranno che sono in pochi, che hanno ingannato tantissime persone, e che se vogliono mantenere il potere dovranno farlo con la forza, senza raccontarci la favola bella della libertà e della democrazia. 

E dobbiamo far lo stesso coi nostri Vescovi e con i nostri sacerdoti: che i membri della Ecclesia diaboli riconoscano finalmente di essere eretici, parlino chiaro, affermino di esser favorevoli alla sodomia perché sono sodomiti essi stessi, di esser tolleranti con i nemici di Cristo perché hanno lo stesso padre, di amare gli idolatri e gli infedeli perché prendono ordini dai loro capi nelle Logge. 


Non possiamo evitare l’avvento dell’Anticristo, perché esso fa parte dell’epilogo della Storia ed è premessa per il trionfo universale di Cristo. Ma possiamo almeno scoprire l’impostura, riconoscere quanti tra noi non si sono lasciati sedurre dal mondo e far fronte comune contro il Nemico, avendo Nostro Signore come Re e la Vergine Santissima come Regina. 

Copyright MMXVIII - Cesare Baronio

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