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mercoledì 31 luglio 2019

Dal GP2 al VP1

Metodo Paglia al GP2, si ribellano anche gli studenti

Cambiamento dell'identità dell'Istituto, licenziamenti ingiustificati di docenti importanti, impossibilità a garantire piani di studio che giustificavano la scelta di questi corsi: tocca tutti i punti cruciali la dura lettera che studenti ed ex studenti del Pontificio Istituto Giovanni Paolo su matrimonio e famiglia hanno inviato al Gran Cancelliere monsignor Vincenzo Paglia e al preside monsignor Pierangelo Sequeri. Chiedendo di tornare indietro su molte decisioni. A dimostrazione che le smentite e le rassicurazioni di Paglia cercano di nascondere una realtà di esproprio di un istituto e di repressione del dissenso.


Lettera? Quale lettera? Nel comunicato stampa (di cui riferiamo a parte) diffuso la sera del 29 luglio dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per smentire presunte "notizie distorte, faziose, talvolta in mala fede" sul colpo di mano di monsignor Vincenzo Paglia e e di monsignor Pierangelo Sequeri che stanno liquidando l'eredità di san Giovanni Paolo II, si negava tra l'altro l'esistenza di una «lettera di 150 studenti che si lamentano delle novità». Notizia «destituita di ogni fondamento» veniva definita. «A oggi - proseguiva il comunicato - risulta giunta una sola lettera da parte dei rappresentanti degli studenti del corso di licenza e di master in cui chiedono spiegazioni circa le novità in atto».
Ebbene, ieri è arrivata la sonora smentita, imbarazzante per Paglia e Sequeri: gli studenti hanno pubblicato la lettera su un loro blog creato per l'occasione (per evitare facili strumentalizzazioni). Ve la riproponiamo integralmente - secondo l'indicazione degli stessi studenti contenuta nel blog - perché è una lettera, rispettosa nei toni ma molto dura nei contenuti, che conferma tutto quanto è stato detto in questi giorni a proposito delle epurazioni promosse da monsignor Paglia all'interno dell'Istituto. La lettera, a ieri sera, aveva raggiunto le 240 firme, tra studenti ed ex studenti. A dimostrazione delle menzogne con cui monsignor Paglia pensa di poter governare gli istituti che il Papa gli ha affidato.
Come non bastasse, in una intervista pubblicata ieri da Vatican News, portale ufficiale della Santa Sede, monsignor Sequeri lamentava che la lettera degli studenti fosse stata pubblicata prima che lui l'avesse ricevuta. Anche qui gli studenti smentiscono clamorosamente: la lettera è stata inviata via e-mail a Sequeri e Paglia il 25 luglio alle 11 del mattino e per posta il 26 luglio alle 10 del mattino.
Si possono prendere sul serio questi personaggi? (R.Cas.)


Alla cortese attenzione di mons. Pierangelo Sequeri
Preside Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II
p.c. a Sua Ecc. mons. Vincenzo Paglia
Gran Cancelliere Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II 
Rev. Mons. Sequeri,
nelle ultime ore, molti studenti ci hanno espresso la loro immensa preoccupazione per l'improvvisa pubblicazione dei Nuovi Statuti e il nuovo Ordinamento degli Studi del nostro Istituto, insieme alla triste notizia del licenziamento di due professori le cui cattedre occupano un ruolo centrale nella formazione offerta dall'Istituto. Vista la crescente preoccupazione, e per adempiere al nostro dovere di rappresentanti, ci rivolgiamo a Lei, come Preside dell'Istituto, e quindi garante, anche, della continuità degli studi e dei diritti degli studenti del nostro Istituto.
Tristemente sgomenti dal modo in cui siamo stati avvertiti dei cambiamenti cruciali che ci riguardano direttamente come studenti, vorremmo iniziare esprimendo la nostra più grande preoccupazione: la perdita della linea formativa e, quindi, della identità del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, che, in ogni caso, è stato il motivo principale per cui, la maggior parte degli studenti (e dei loro superiori) ha, appunto, scelto questo Istituto per la loro formazione.
LA IDENTITA' DEL GP2
Sebbene lo stesso Papa Francesco esprima nel suo motu proprio Summa familiae cura, già nel primo articolo [1], il suo desiderio di continuare con l'ispirazione originale di Giovanni Paolo II, cioè la sua speciale proposta di insegnamento nella Chiesa, restiamo sorpresi dal fatto che nel nuovo Ordinamento degli Studi non si parla né si trova un corso sulla teologia del corpo o sull’insegnamento di Giovanni Paolo II, piuttosto tutto sembra essere ridotto al corso introduttivo “La Communio personarum…”. Sorgono, dunque, le seguenti domande:
  1. come verrà specificamente salvaguardata questa identità che è il centro degli insegnamenti di Giovanni Paolo II?
  2. come evitare che il "dialogo con altre discipline" — che tra l’altro già si trova nel vecchio piano di studio — diventi una mera sovrapposizione di visioni diverse sullo stesso argomento senza coesione interna, tipico degli studi interdisciplinari della maggior parte delle università secolari?
  3. perché continuare a studiare all'Istituto Giovanni Paolo II se non sembra proporre nulla di nuovo rispetto a ciò che possiamo trovare tra gli altri curricula delle università secolari, e tante volte, anche in modi più attraenti ed efficaci?
D’altra parte, Giovanni Paolo II, nel suo motu proprio Magnum Matrimonii Sacramentum, paragrafo 8, ha espresso la sua intenzione che l'Istituto fosse "affidato allo speciale patrocinio della Beatissima Maria Vergine di Fatima". Per il resto, conosciamo bene l'intima relazione che il nostro Istituto ha sempre avuto con questa invocazione mariana dopo l'attacco del 13 maggio 1981. Ecco perché crediamo sia cruciale che anche questo Istituto, rifondato da Papa Francesco al fine di migliorarlo e anche rafforzarlo, sia consacrato alla Madonna di Fatima.
CATTEDRA DI MORALE FONDAMENTALE
Al centro della nostra preoccupazione sull’identità dell’Istituto si trova la soppressione della cattedra di teologia morale fondamentale. Sappiamo quanto importante sia stato per san Giovanni Paolo II lo studio dell’azione umana al punto che ha affidato questa cattedra proprio al primo preside, il cardinale Carlo Caffarra. Inoltre, l’attività di questa cattedra, specie nell’area di ricerca, stabilita dal cardinale Scola, è stata lodata direttamente da Benedetto XVI. Per questo risulta incomprensibile la motivazione ufficialmente fornita per giustificare la soppressione di questa cattedra, cioè che essa appartiene al primo ciclo degli studi teologici. Se è così, perché allora continua ad esserci una cattedra di antropologia teologica e c’è addirittura una nuova di teologia fondamentale? Nei corsi di mons. Melina non si trattava, infatti, solo dei principi generali della morale fondamentale, ma essi erano intimamente collegati alla morale coniugale e della famiglia, come abbiamo potuto sperimentare nell’insegnamento da lui ricevuto. Inoltre, perché questo impedimento appare all'improvviso così insormontabile se questa è una cattedra in vigore da trentotto anni?
In questo senso, come studenti, vogliamo sottolineare l'importanza che questa cattedra ha avuto per noi: senza dubbio essa è una delle più grandi novità e ricchezze che, fino ad oggi, l'Istituto ha offerto alla Chiesa e alla società. In un mondo in cui tutto sembra essere diviso tra una visione relativistica oppure legalistica dell'etica, la visione insegnata dall'Istituto ci consente di comprendere la moralità come un percorso di pienezza e di senso per l’essere umano, dove l'uomo è responsabile delle sue azioni, ma allo stesso tempo, sempre conta sull'aiuto della grazia e delle virtù che lo aiutano a vivere una vita buona. Questa concezione della moralità, in cui la santità è al centro, ci permette di rispondere con speranza a tanti casi difficili all'interno di matrimoni e famiglie.
LICENZIAMENTI DEI NOSTRI PROFESSORI
Per quanto riguarda il licenziamento inaspettato di due dei nostri professori dell'Istituto, mons. Livio Melina e padre José Noriega, ci preoccupano e ci allarmano diverse cose:
  1. Il modo improvviso e incomprensibile per noi in cui sono stati licenziati, senza reali ragioni, due professori che sono di gran prestigio non solo all'interno dell'Istituto, ma che rappresentano un punto di riferimento internazionale, come dimostrato dalla loro lunga carriera accademica. Nel caso in particolare del prof. Melina, ciò significa non riconoscere alcun suo merito dopo trentadue anni di insegnamento, ventotto come professore stabile e anni come Preside del nostro Istituto che sotto la sua guida ha visto una espansione in tutto il mondo.
  2. Il fatto che con il licenziamento si indebolisca uno dei pilastri formativi dell'Istituto, come lo sono la morale fondamentale e la teologia morale speciale.
  3. Il fatto che due mesi prima dell'inizio del nuovo anno accademico, 2019/20, con un piano di studio reso noto dall’Istituto stesso a giugno scorso e al quale molti studenti si sono già registrati, ci viene notificato l'immediato licenziamento di mons. Melina e il prof. Noriega, considerando che ciascuno di loro offriva ogni anno un corso obbligatorio, uno opzionale e due seminari di studio, oltre a dirigere tante tesi tuttora in corso. Inoltre, il prof. Noriega dirige con grande successo e riconoscimento la rivista istituzionale Anthropotes e i progetti editoriali dell’Istituto.
4. Non aver considerato la grande stima di cui godono entrambi professori tra gli studenti, come evidenziato nelle schede di valutazione docente e il numero di studenti che ogni anno li scelgono come relatori della loro tesi.
SUL NUOVO ORDINAMENTO DI STUDI
Per tutte queste riflessioni finora esposte, e dopo aver esaminato il documento pubblicato ieri, 23 luglio, sul sito web dell'Istituto, Le chiediamo una risposta chiara sui seguenti argomenti:
  1. Cosa accadrà alle altre offerte accademiche del nostro Istituto come: il Ciclo speciale del Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia, il Master di secondo livello in Bioetica e Formazione, il Master in Fertilità e Sessualità Coniugale e il Master e Diploma in Pastorale Familiare?
  2. A coloro che hanno il prof. Melina o il prof. Noriega come relatori verrà garantita la possibilità di portare a termine la tesi con gli stessi relatori?
  3. Cosa verrà garantito a coloro che si sono già iscritti a corsi o seminari tenuti dal prof. Melina o prof. Noriega?
  4. Sebbene le cattedre di prof. Melina e prof. Noriega siano state eliminate, c’è il corso “Teologia morale dell’amore e della famiglia”. Perché i due docenti non possono insegnare la Teologia in questo corso?
  5. L’Ordinamento degli Studi pubblicato si limita a nominare i corsi, con titoli che non dicono molto sul loro contenuto. Chiediamo che vengano pubblicati il ​​contenuto, la bibliografia e i nomi dei professori che dettano ogni corso, perché gli studenti possano discernere in modo informato se vogliono o meno seguire il nuovo piano di studio.
  6. Vengono menzionati corsi opzionali, tuttavia non compaiono nemmeno i loro titoli.
  7. L'incertezza generata dai cambiamenti è così grande che alcuni studenti vogliono conoscere la modalità di rimborso delle tasse universitarie già versate, nel caso in cui la situazione non fosse chiarita oppure non fosse data una risposta soddisfacente alle richieste degli studenti.
I NOSTRI DIRITTI COME STUDENTI
L'articolo 89, §1, dei nuovi Statuti, garantisce che “gli studenti iscritti nel periodo di vigenza del precedente Ordinamento degli studi, potranno scegliere di proseguire il percorso formativo in esso previsto", mentre il paragrafo §2 dice “I vecchi piani di studio si estingueranno dopo tre anni dall’approvazione del nuovo Ordinamento degli studi”. Tuttavia, due professori che insegnano cattedre fondamentali all'interno del vecchio Ordinamento sono stati licenziati. In che modo Lei come Preside intende quindi garantire il rispetto degli Statuti entrati in vigore e i diritti degli studenti?
In questo senso, chiediamo che:​
  • ci sia garantita la continuità di insegnamento per tre anni, previsti come periodo di transizione dagli statuti, dei professori Melina e Noriega, sia nei corsi già approvati per l’anno accademico 2019/20, sia nel loro lavoro di relatori. In caso contrario, l'articolo 89 che disciplina la transizione sarebbe violato.
  • sia garantita almeno nello stesso periodo la continuità di insegnamento di tutti i nostri docenti finora presenti, sia quelli stabili che quelli incaricati a tempo pieno e parziale.
  • chiediamo che il professor José Granados venga riconfermato come Vice Preside almeno per i prossimi tre anni di transizione, in modo che gli studenti anche in questo modo possano avere garanzia della continuità della “lungimirante intuizione” [2] fondatrice di san Giovanni Paolo II e riconfermata da Papa Francesco.
Le chiediamo inoltre, anche se non è direttamente connesso al nostro piano degli studi, di garantire la continuità del lavoro di tutto il personale non docente e amministrativo del nostro Istituto: sono anche loro che tutti i giorni, da anni, in uno spirito di famiglia ci permettono uno studio serio e sereno in un clima di accoglienza e unità.
Infine, vorremmo, una volta in più, sottolineare che il corpo studentesco ha deciso di rivolgersi a Lei, mons. Sequeri, sia per la fiducia che finora ha sempre riposto in Lei come uomo di comprovata reputazione accademica, sia per la sua funzione di Preside, e quindi, garante della continuità dell'eredità dell'Istituto Giovanni Paolo II e garante dei diritti degli studenti.
Saremo grati se ci potrà dare una risposta esauriente e davvero tempestiva a quanto richiesto in questa lettera al fine di decidere e organizzare di conseguenza il nostro futuro, accademico e personale, in accordo anche, ove necessario, con i nostri superiori o responsabili.
La ringraziamo della Sua attenzione. Dio La benedica e San Giovanni Paolo II diriga i Suoi passi.
Marc Adrien
Rappresentante Licenza e Dottorato
​Nicole Haddad
Rappresentante del Master
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[1]“Sarà, comunque, doveroso che l’originaria ispirazione che diede vita al cessato Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia continui a fecondare il più vasto campo di impegno del nuovo Istituto Teologico…”. Papa Francesco, Motu proprio Summa familiae cura, 08.09.2017
[2] Cfr. Papa Francesco, Motu proprio Summa familiae cura, 08.09.2017

Le smentite del GP2? Confermano l'epurazione
A scorrere il comunicato stampa diffuso lunedì sera, 29 luglio, dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia, non si sa se ridere o indignarsi. Paglia pensava di smentire, in realtà si confermano i motivi della protesta.

A scorrere il comunicato stampa diffuso lunedì sera, 29 luglio, dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia, non si sa se ridere o indignarsi. Il comunicato intendeva smentire notizie e commenti di questi giorni (La Nuova BQ in testa) che avevano dato conto delle manovre del Gran Cancelliere dell’Istituto, monsignor Vincenzo Paglia, per cancellare l’eredità di san Giovanni Paolo II, epurando docenti “sgraditi”, maggiormente rappresentativi dell’istituto e legati alla visione appunto di Giovanni Paolo II. In realtà conferma sostanzialmente quanto abbiamo già pubblicato sull’argomento.

Il comunicato parla di «rafforzamento» dell’istituto, quindi non una rivoluzione o uno stravolgimento. Eppure sono gli stessi studenti, nella lettera a preside e Gran cancelliere, resa pubblica ieri, a mettere in rilievo come il nuovo Ordinamento degli Studi cancelli l’approccio voluto da san Giovanni Paolo II per questo istituto: soppressione della cattedra di teologia morale fondamentale – attorno a cui Giovanni Paolo II aveva costruito l’istituto -, nessun riferimento alla teologia del corpo e licenziamento di insegnanti simbolo, come monsignor Livio Melina e padre José Noriega. Senza considerare che stanno arrivando nuovi insegnanti le cui posizioni sono decisamente distanti dallo spirito che Giovanni Paolo II intendeva imprimere all’istituto. Decisamente uno strano modo di rafforzare.

Quanto alla negazione dell’esistenza di una lettera degli studenti «che si lamentano delle novità», la pubblicazione ieri da parte degli stessi studenti della lettera inviata al preside Sequeri e al Gran cancelliere Paglia il 25 luglio scorso (e che pubblichiamo a parte) toglie ogni dubbio. E rende ridicolo il tentativo di negare ciò che è facilmente dimostrabile.

Come ridicolo è il tentativo di negare che ci sia un accentramento del potere nelle mani del Gran Cancelliere, ovvero monsignor Paglia. Per dare un esempio concreto il comunicato afferma che «a differenza di quanto avveniva in passato, la nomina dei nuovi docenti stabili dovrà avvenire mediante un concorso pubblico». Poi però deve ammettere che con «la cessazione del vecchio istituto e l’attivazione del nuovo», per la nomina ex novo di tutti i docenti e in mancanza ancora del Consiglio d’Istituto, «in via eccezionale e solo per questo primo passaggio» decidono Paglia e Sequeri. Quindi, nel concreto, ammettono esattamente ciò che anche noi avevamo detto: licenziamenti e assunzioni a pura discrezione di monsignor Paglia, così come attivazione e cessazione di insegnamenti. Chiamasi concentrazione di poteri.

E qui viene la parte più divertente. Come giustificare il licenziamento di monsignor Melina e padre Noriega? Nessuna epurazione, ci mancherebbe. Il problema è che nel primo caso non c’è più il suo insegnamento, Teologia morale fondamentale, quindi non è possibile offrirgli un incarico. Già, ma come mai è stato tolto quell’insegnamento che nelle intenzioni di san Giovanni Paolo II era la pietra angolare su cui veniva costruito l’intero istituto? È un trucco vecchio come il mondo quello di eliminare una posizione di lavoro quando ci si vuole disfare di chi la occupa. Senza considerare che sono previsti altri insegnamenti di teologia morale: cosa impedisce di assegnarli a monsignor Melina? Fin troppo evidente la pretestuosità della giustificazione.

Nel caso di padre Noriega poi, l’arrampicata sugli specchi raggiunge livelli olimpionici: «Si è dovuto prendere atto dell’impossibilità del prof. Noriega a occupare il ruolo di docente stabile in quanto superiore Generale di un ordine religioso», afferma il comunicato facendo riferimento al canone 152 del Codice di Diritto canonico e al no. 29 di Veritatis Gaudium, la Costituzione apostolica dedicata alle università pontificie. Ma Noriega è superiore generale dei Discepoli dei Cuori di Gesù e Maria dal 2008 e nessuno ha mai notato questa incompatibilità; e il suo mandato termina nel gennaio 2020, cioè tra pochissimi mesi. Che incompatibilità è? Ma non basta, leggiamo il canone 152, che dovrebbe costituire il divieto d’insegnamento per Noriega: «A nessuno siano conferiti due o più uffici incompatibili, che cioè non possono essere espletati contemporaneamente dalla stessa persona». Assolutamente generico, affidato alla discrezionalità dell’autorità. Analogo l’articolo della Veritatis Gaudium: «I docenti, per poter assolvere al loro ufficio, siano liberi da altre incombenze, incompatibili con i loro compiti di ricerca e di insegnamento». Vista l’esperienza di questi anni, e la testimonianza degli studenti, è ben difficile poter affermare che padre Noriega non è in grado di assolvere il doppio ufficio; anzi, triplo, visto che per il Giovanni Paolo II era anche direttore editoriale oltre che insegnante.

E per quanto riguarda gli altri insegnanti messi alla porta, nessun intento di “pulizia” ci mancherebbe. È che – dice il comunicato – sono stati ridotti i corsi complementari e i seminari, quindi alcuni docenti incaricati non hanno più posto, magari in futuro, chissà. Ma come, non c’era stato un rafforzamento degli insegnamenti? Nel breve volgere di un foglio A4 sono diminuiti? E guarda caso, proprio le cattedre di quegli insegnanti più sgraditi al nuovo corso, quando si dice la coincidenza.

E poi, come lamentano gli studenti, gli Statuti approvati prevedono la possibilità per chi già era iscritto di terminare il proprio corso seguendo i vecchi piani di studio. Ma se tolgono le materie e gli insegnanti, come è possibile? A questo Paglia non risponde, troppo difficile anche per un manipolatore come lui.

Riccardo Cascioli

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