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domenica 14 luglio 2019

La nuova crescita della religiosità americana

Stati Uniti: il rinnovamento pagano al servizio dei movimenti liberali




Secondo il quotidiano americano progressista The New York Times, l’America vive attualmente un «rinnovamento religioso». Tuttavia, non si tratta di «religioni» propriamente dette, ma di movimenti neo-pagani.

L’autore dell’articolo, David Brooks, analizza essenzialmente il movimento detto della «Wicca»; spiritualità pagana nata in Gran Bretagna negli anni cinquanta, che mescola elementi dello sciamanesimo, del druidismo e delle mitologie greco-romana, slava, celtica e nordica.
Le sue adepte, le «wiccans», venerano la natura e praticano la stregoneria, da cui traggono codici e immagini.

Nel1990, le adepte di questo movimento erano solo 8.000 in tutti gli Stati Uniti. Dieci anni più tardi, quasi 135.000 americane che si definiscono «wiccans». Nel 2019, contando gli altri movimenti neo-pagani, vi sarebbero più di un milione di “praticanti”; il che corrisponde al più alto tasso di sviluppo dei movimenti spirituali in un paese come l’America, che conta 326 milioni di abitanti.

David Brooks rivela che «le adepte di queste credenze sono passate dalla marginalità ad una visibilità sociale e mediatica»; e osserva che si sono determinate «delle convergenze sempre più importanti» tra «la tendenza esoterica e l’attivismo sociale». Nelle librerie americane si possono trovare numerose pubblicazioni che spiegano come usare l’astrologia o la stregoneria per incrementare le cause «liberali». Di conseguenza, da alcuni anni le «wiccans» hanno intensificato la loro lotta contro la destra americana.
Un gruppo di 13.000 «streghe resistenti» si è data la missione di gettare regolarmente e pubblicamente degli incantesimi sui politici conservatori; così sono stati presi mira personalità come il giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh, ritenuto troppo conservatore, o il Presidente Donald Trump.

Secondo David Brooks «entrare a far parte degli ambienti occulti è un modo per manifestare che ci si tiene ai margini della società, contro il patriarcato, la cultura etero-normativa e le strutture che opprimono.
Il successo di questi movimenti si spiega anche con l’«autonomia» che lasciano alle adepte. Da qui una sorta di self-service che permette alle adepte di rifarsi ad elementi tratti «dalle tradizioni degli indiani d’America, del buddismo, del cristianesimo, del giudaismo», mescolandole «a loro piacimento». Per l’autore dell’articolo si tratta di una tappa in cui «la religione cede davanti all’individualismo».

Tuttavia, l’editorialista non pensa che quest’onda esoterica possa durare; egli dubita che sia possibile «coniugare il bisogno di appartenenza comunitaria con quello dell’autonomia totale»; e si interroga anche sulla possibilità di «staccarsi da pratiche spirituali fortemente radicate nella cultura e di raggiungere una spiritualità coerente».
Ciò nonostante, David Brooks invita a prendere sul serio questi nuovi fenomeni e di comprenderli in funzione della «più vasta transizione religiosa» che «attualmente attraversa il mondo».

Ci troviamo al cospetto di una nuova crescita della religiosità americana, nata e cresciuta nel libero esame, adottato dai «grandi antenati», e che ha già prodotto i mormoni, i testimoni di Geova, gli avventisti del settimo giorno e tanti altri.


Pubblicata sul sito Actualités - FSSPX 




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