Uno scenario inedito per l'Italia
Qual è la strategia di Salvini? - Danilo Quinto - 21.07.’19
Basta un rimpastino per realizzare le Riforme di cui il Paese ha bisogno? Perchè la tela che viene fatta durante il giorno viene disfatta di notte e la mattina seguente ricomincia una telenovela che sembra non avere mai fine?
Possibile che la crisi in cui si trova il Governo si risolva in un rimpastino? Sì, è possibile. Eppure, tutti i fatti che si sono svolti nelle ultime due settimane, lasciavano prevedere che sarebbe stato vicino il redde rationem.
Eccoli, i fatti: 1. L’iniziativa politica presa dalla comandante della Sea Watch, l’eroinadella sinistra Carola Rackete, rispetto alla quale il Governo ha sostanzialmente taciuto – con il Ministro della Difesa che ha definito il blocco navale un atto di guerra- mentre l’intero sistema mass-mediatico ha praticato contro il Ministro dell’Interno, colpevole di aver voluto difendere i confini nazionali, il massimo grado di violenza, nel tentativo di isolarlo politicamente, come mai aveva fatto negli ultimi tredici mesi. 2. I presunti rapporti tra emissari di Matteo Salvini – e di Salvini stesso – con esponenti vicini a Vladimir Putin, sui quali sta indagando la Magistratura di Milano e rispetto ai quali l’alleato Luigi di Maio, ha ripetutamente chiesto che il leader della Lega rispondesse in Parlamento, minacciando una Commissione d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti. 3. L'iniziativa inusuale presa da Salvini di riunire al Viminale i rappresentanti delle parti sociali per discutere insieme a loro il varo della prossima legge di bilancio, scavalcando di fatto le competenze dell’esecutivo. 4. L’elezione a Presidente della Commissione europea di Ursula Gertrud von der Leyen, la signora d’Europa, come viene definita, votata con il consenso determinante degli eletti Cinquestelle, che in cambio – si dice – otterranno la vice-presidenza del Parlamento europeo. 5. L’inoperosità del Governo rispetto ai temi più urgenti da affrontare, tra i quali: l’autonomia delle Regioni del Nord, Veneto e Lombardia, sancita peraltro da referendum popolari che si sono svolti due anni fa; la riforma della Giustizia, che significa ridefinire anche i rapporti che devono intercorrere tra i poteri dello Stato (esecutivo, legislativo, giudiziario); il varo di consistenti e necessarie opere pubbliche relative a infrastrutture, che sono ferme da decenni; la revisione del regime fiscale, con conseguente abbassamento delle aliquote; Scuola e Università, per inserire elementi di discontinuità con la cultura del pensiero unico dominante, che ha asservito ai suoi disegni generazioni di italiani; la difesa della Famiglia Naturale, che oltre dalla cultura del gender, come si è visto nelle ultime settimane con il caso di Bibbiano, è attaccata al di là di qualsiasi immaginazione; la promozione della natalità, per garantire sussidi economici seri alle coppie che decidono di procreare, perchè un Paese che non genera figli è un Paese già morto.
Basta un rimpastino rispetto a questi fatti? E’ certo che non basta. Tant’è che è lo stesso Salvini a dire che il problema non sono solo i Ministri delle Infrastrutture e della Difesa, ma è lo stesso Presidente del Consiglio, che negli ultimi sei mesi – aggiungiamo noi – è stato abile nel ritagliarsi un suo ruolo, specie nei rapporti con l’élite europea, in contrapposizione ad uno dei punti che avevano qualificato la nascita di questo Governo: un’interlocuzione seria con l’Europa, che nel corso degli ultimi dieci anni ha trattato l’Italia, tra le maggiori potenze industriali del mondo e tra i maggiori contribuenti delle Istituzioni europee, come un bambino che fa i capricci.
Nella situazione attuale, Salvini può contare in Parlamento sul 17% dei voti ottenuti alle elezioni politiche del 2018 e per approvare le leggi che ha a cuore ha bisogno del 33% dei voti ottenuti dal M5S. E’ questo ilcul-de-sac in cui si trova. Perchè sia il consenso quasi raddoppiato delle europee sia i sondaggi che danno la Lega ancora in netta crescita, sonovirtuali rispetto alla situazione reale. Non hanno cambiato nulla rispetto ai rapporti di forza tra le due formazioni politiche che compongono la maggioranza di Governo.
L’unico modo che ha Salvini per conseguire l’obiettivo di realizzare le Riforme che ha promesso agli italiani – che si aggiungerebbero al fronte sicurezza, i cui risultati sono evidenti, ma non possono costituire l’unica sua politica – è quello di far cadere il Governo e di andare subito al voto. Di tanto in tanto fa balenare quest’ipotesi, ma quello che viene detto la mattina si volatizza la sera.
Salvini, in sostanza, sembra non avere alcuna intenzione di far cadere il Governo. Perchè? Vuole mantenere – come dice - la parola data con il contratto firmato con i Cinquestelle? Va bene, ma c'è un limite a tutto. Il Paese ha bisogno di affrancarsi dal dispotismo dell'Europa e il M5S sembra non adoperarsi su questa linea e allora le Riforme con quali risorse economiche si fanno, con i vincoli imposti dalla Comissione europea e sotto la sua vigilanza, che è stata già ribadita dalla sua neopresidente? Non si fida di Berlusconi e preferisce lasciar trascorrere ancora del tempo per avere campo libero nel centrodestra? Quest’obiettivo – politicamente comprensibile - potrebbe conoscere presto una débâcle, perchè i poteri che gli sono contro si sono palesemente posti il fine di non mollare finchè non realizzano la sua eliminazione dalla scena politica.
Non è in gioco solo il potere contingente. La vera partita è quella dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, prevista nel 2022: i poteri che hanno dichiarato guerra a Salvini intendono impedire che egli ricopra un ruolo centrale in quell’occasione. Hanno già trovato il successore di Mattarella: Mario Draghi, che presto lascerà la presidenza della BCE - al suo posto è già stata indicata la Lagarde – è pronto. Anche per fare il Presidente del Consiglio di un governo tecnico – magari sorretto da una maggioranza eterogenea, come alcuni sostengono, i Cinquestelle, o una loro parte, il PD e forse anche quel che rimane di Forza Italia - che Mattarella nominerebbe se Salvini facesse cadere l’attuale Governo per impedire nuove elezioni?
Noi non lo crediamo possibile. E’ vero che negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori: Monti e le lacrime della Fornero, con l’esplosione del debito pubblico italiano, Letta a cui è succeduto Renzi, dopo averlo salutato con stai sereno, poi il conte Gentiloni, quando l’ex Sindaco di Firenze pensava di poter stravincere. Ma operare oggi una forzatura così evidente della volontà popolare avrebbe tutti gli elementi di un vero e proprio golpe all’arma bianca.
Salvini sta sbagliando. Non pensiamo per superficialità. E’ più probabile che, come accade a quasi tutti gli uomini di potere, non ascolti alcun consiglio e, come spesso capita in politica, chi gli sta attorno, pur di conservare un buon rapporto con il capo, non svolge il primo compito di chi collabora, che è quello di confrontarsi e di parlar chiaro. E’ da mettere nel conto che Salvini non abbia ben ponderato, sottovalutandolo, il ruolo che può svolgere quella parte assai consistente del Paese che sta dalla sua parte e che nutre la consapevolezza che per superare il baratro in cui si trova l’Italia è necessario sconfiggere quel pensiero ancora dominante di origine comunista, che permea, soffocandoli, tutti i gangli della società italiana, che vuole liberarsi, con le armi della non violenza, della libertà e della verità, da quest'incredibile “assedio” che l'Italia sopporta da oltre 70 anni, che vuole divenire “popolo”, a sostegno di un progetto di vera e propria liberazione.
Saprà Salvini essere leader di questo progetto? Solo se troverà il coraggio di ribaltare schemi pre-costituiti, che hanno concorso - insieme ad una classe politica e dirigente ambiziosa, ma priva di moralità - alla dissoluzione della realtà italiana, se non si farà condizionare da influenze esterne, internazionali, di cui occorre sempre tener conto e se sarà disponibile a rischiare, tenendo presente che quella parte che sta perdendo non mollerà la presa.
Danilo Quinto
https://daniloquinto.tumblr.com/post/186443223883/qual-%C3%A8-la-strategia-di-salvini-danilo-quinto
Ora, posto che il genderismo (come teoria e come prassi) non è altro che l’orgogliosa pretesa di autodeterminarsi rispetto alla legge naturale e divina e che questo sprezzante e dissacrante rigetto della legge eterna, rigetto che si spinge fino ad attentare, a modificare la stessa corporeità biologica che per noi ha stabilito la provvidenza amorosa di dio Creatore è l’eco dell’orgoglio di chi prima dei secoli orgogliosamente si sollevò contro Dio, crediamo che non ci sia nulla di cui esser contenti a riguardo dell’elezione di chi lo condivide e lo traduce in “leggi”.
E non possiamo nemmeno essere contenti dell’unione che può ravvivare e rafforza chi ha fatto propri certi falsi principi. Sicuramente non è l’unità vera, quella che solo il Cristo, che è Via Verità e Vita, può dare tramite la sua dottrina e i suoi sacramenti elargiti dalla Chiesa.
BERGOGLIO “CONTENTO” DELLA PRO LGBT URSULA VON DER LEYEN
Domanda: È contento (Santità) della designazione di una donna alla carica di presidente della Commissione europea?
«Sì. Anche perché una donna può essere adatta a ravvivare la forza dei Padri Fondatori. Le donne hanno la capacità di accomunare, di unire».
Lo ha detto Francesco durante l’intervista concessa a La Stampa il 6 agosto, 41° anniversario della morte di Paolo VI, e diffusa oggi.
Lo ha detto Bergoglio assieme a varie altre cose che si potrebbero riassumere così:
– migranti = bene;
– sovranismo/populismo = male;
– panteismo in salsa ecologica;
– più Europa (o + Europa).
Ma tornando al virgolettato di partenza si è può essere contenti, da cattolici, dell’elezione di Ursula Von der Leyen?
Evidentemente no: per il fatto che la signora che tanto allieta il Sedente è – come hanno rilevato recenti interventi di Pro Vita ed In Terris – fautrice convinta del gender, della sua diffusione nelle scuole, e della sua attuazione in termini di diritti civili dall’adozione di bambini da parte di coppie LGBT, etc. fino alla presenza di omosessuali e transessuali nell’esercito.
«Sì. Anche perché una donna può essere adatta a ravvivare la forza dei Padri Fondatori. Le donne hanno la capacità di accomunare, di unire».
Lo ha detto Francesco durante l’intervista concessa a La Stampa il 6 agosto, 41° anniversario della morte di Paolo VI, e diffusa oggi.
Lo ha detto Bergoglio assieme a varie altre cose che si potrebbero riassumere così:
– migranti = bene;
– sovranismo/populismo = male;
– panteismo in salsa ecologica;
– più Europa (o + Europa).
Ma tornando al virgolettato di partenza si è può essere contenti, da cattolici, dell’elezione di Ursula Von der Leyen?
Evidentemente no: per il fatto che la signora che tanto allieta il Sedente è – come hanno rilevato recenti interventi di Pro Vita ed In Terris – fautrice convinta del gender, della sua diffusione nelle scuole, e della sua attuazione in termini di diritti civili dall’adozione di bambini da parte di coppie LGBT, etc. fino alla presenza di omosessuali e transessuali nell’esercito.
Ora, posto che il genderismo (come teoria e come prassi) non è altro che l’orgogliosa pretesa di autodeterminarsi rispetto alla legge naturale e divina e che questo sprezzante e dissacrante rigetto della legge eterna, rigetto che si spinge fino ad attentare, a modificare la stessa corporeità biologica che per noi ha stabilito la provvidenza amorosa di dio Creatore è l’eco dell’orgoglio di chi prima dei secoli orgogliosamente si sollevò contro Dio, crediamo che non ci sia nulla di cui esser contenti a riguardo dell’elezione di chi lo condivide e lo traduce in “leggi”.
E non possiamo nemmeno essere contenti dell’unione che può ravvivare e rafforza chi ha fatto propri certi falsi principi. Sicuramente non è l’unità vera, quella che solo il Cristo, che è Via Verità e Vita, può dare tramite la sua dottrina e i suoi sacramenti elargiti dalla Chiesa.
Richiama piuttosto l’unità di coloro di cui parla il Salmo: “I principi si adunarono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo” (II, 2), che ben si applica all’unione delle logge e delle lobby, quella è ha distrutto la vera Europa costruita dai Romani Pontefici e dagli Imperatori e Re a loro fedeli sul campo fecondato dalla predicazione degli Apostoli e dal Sangue dei Martiri, una nella professione della Fede Romana.
Tenete a mente questo intervento la prossima volta che l’Inquilino di Santa Marta parlerà contro il gender.
Tenete a mente questo intervento la prossima volta che l’Inquilino di Santa Marta parlerà contro il gender.
Fonte: Radio Spada
Potrebbe sembrare assurdo,ma forse in questo momento storico,per un rapido ritorno alle urne,il miglior alleato di Salvini potrebbe essere proprio Zingaretti:ormai orfano di papà ( è passato al giudizio di DIO,il padre di Montalbano) il suo"successo "politico come fratello del commissario è destinato a calare,quindi andare a votare oggi gli garantirebbe un posto di leader come capo dell'opposizione di sinistra ,non avendo quest'ultima nessuno da proporre come alternativa;piuttosto che niente è meglio piuttosto,inoltre verrebbe di fatto allontanato dal Pd lo scisma di Renzi e i suoi accoliti in quanto questi ultimi non avrebbero il tempo materiale per organizzarsi e fondare un nuovo partito per l'elezioni di ottobre!Di diverso parere dovrebbe essere invece la posizione dell'altro Pd con una l in più:quest'ultimo infatti non avrebbe nulla da guadagnare ad elezioni anticipati non avendo alcun leader da proporre( Berlusconi è impensabile)con un Toti in uscita e un Renzi non ancora entrato....meglio un governo tecnico per guadagnare tempo;se Salvini ha commesso un errore nelle elezioni politiche del 2018 è stato quello di non aver avuto il coraggio di candidarsi da solo senza stringere alleanze,che si sono dimostrate essere una palla al piede!!La lezione è servita e ora sembra pronto per essere un vero leader:ma deve ancora affrontare il suo peggior nemico POLITICO...Sergio Mattarella
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