ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 26 agosto 2019

L'albicocco frondoso

IL SOGNO (INCUBO?) SOTTO L'ALBICOCCO: UN GOVERNO SPADARO-MELLONI

http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/files/2007/09/fishberry.jpg(immagine aggiunta)
Perle (alcune cattofluide) estrapolate dal dibattito sulla crisi di governo. Il ‘Rosso di sera…' di Avvenire’ l’analisi spietata di Linkiesta, la voce dal sen fuggita di Maria Elena Boschi, un David Sassoli con l’elmetto, Rosi Bindi rediviva, Alberto Melloni prefetto del Sant’Uffizio, Antonio Spadaro tra Mazzarino e Masaniello. Alla fine un sogno (incubo?) sotto l’albicocco della vigna di San Silviano a Terracina.


A BENEFICIO DELLE VOSTRE MEDITAZIONI SULLA CRISI DI GOVERNO…

LINKIESTA (17 agosto, analisi di Francesco Cancellato) - Se c’è una certezza, nel caos di questi giorni, è che alle urne non si torna. Non ci voleva molto a immaginarlo, del resto. Non lo vuole il Movimento Cinque Stelle, che vedrebbe dimezzati i propri rappresentanti in Parlamento. Non lo vogliono i gruppi parlamentari del Pd, composti in larghissima parte da renziani che non verrebbero ricandidati da Zingaretti. Non lo vuole Forza Italia, che verrebbe cancellata dallo scacchiere politico. Non lo vuole Sergio Mattarella, che lavora dal 4 marzo affinché il prossimo presidente della repubblica sia eletto da questo Parlamento, possibilmente da una maggioranza Pd-Cinque Stelle, possibilmente Mario Draghi.

MARIA ELENA BOSCHI (già Garrula ministra e sottosegretaria, deputata di Bolzano, 21 agosto): “Continuo a pensare che il M5S sia composto da persone che sono incompetenti, incapaci e che ci hanno portato a dove siamo oggi. Però io a trovarmi Salvini premier, per i prossimi 5 anni, che può decidere il prossimo presidente della Repubblica, che può decidere i vertici delle Forze Armate, che potrebbe avere addirittura i numeri per cambiare da solo la Costituzione, preferisco trovare una soluzione diversa, piuttosto che consegnare il paese alla destra per i prossimi 5 anni. Lo dico sinceramente”.

DAVID SASSOLI (presidente pd dell’Europarlamento, Meeting di Rimini, 24 agosto, molto applaudito dalla platea neo-ciellina): “Se guardate a come si è estesa l’onda nera del sovranismo, con i suoi rigurgiti antisemiti e il suo razzismo più o meno travestito, vedete che ha puntato ai Paesi di più forte tradizione cattolica: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Italia sono stati territori nei quali si è puntato a spaccare il cattolicesimo, per spaccare il Paese e spaccare l’Europa. Agitando fantasmi e paure non si è andati alla ricerca del voto cattolico, che è normale e ovvio, o del voto conservatore: si è andati alla ricerca di frange e sette che rivendicano di essere la vera Chiesa e che vengono chiamate a fischiare il Papa in una piazza italiana (…) I cattolici hanno il dovere di opporre il profumo di una passione di verità cristiana a chi ancora oggi, in Italia come in Polonia e Ungheria, osa agitare i simboli della nostra fede come amuleti, con una spudoratezza blasfema”.
IL NUOVO LETTORE-TIPO DI AVVENIRE: ROSSO DI SERA (24 agostoprima lettera pubblicata in apertura di pagina 2): “Gentile direttore, arguto il titolo dedicato all’inizio della crisi ufficiale di governo. ‘Tramonto giallo-verde’. Io come mio auspicio aggiungerei ’rosso di sera bel tempo (politico-civile) si spera’. Giorni migliori a tutti, e mi scusi il disturbo. Grazie” . Nella breve risposta il Direttore turiferario si schermisce tartufescamente un po’ “Saggia regola è comunque quella di giudicare gli alberi-governi – tutti, di ogni sorta – in base ai frutti che danno e non per pregiudizio”. Poi non riesce più a trattenersi: “Ma posso anche dirle che ‘sperar non nuoce’ mai”.
ROSI BINDI già vicepresidente dell’Azione Cattolica Italiana, già ministro della salute e per la famiglia, già presidente del Pd, Repubblica, 21 agosto, intervista di Giovanna Casadio): “Salvini è da battere culturalmente. Da credente ritengo una profanazione l’uso che fa dei simboli religiosi mentre calpesta la dignità dei più deboli”.
ALBERTO MELLONI, tra i più noti intellettuali cattofluidi di riferimento (21 agosto, Repubblica, dibattito in Senato del 20 agosto): “Salvini da tempo ha forzato la mano e ha deciso di cercare una contiguità con i segmenti di elettorato più estremi (…) anche con quelli religiosamente più integristi. Portatori di omofobia in nome del familismo, di islamofobia in nome di odii identitari, aree della devozione popolare – specialmente mariana – di cui qualche radio e qualche prete si è intestato la rappresentanza: che avrebbero dovuto restare ipnotizzati dall’agitazione in grugnita del Rosario, impugnato come fosse l’amuleto fallico del dio Po o un remake lombardo dell’ Esorcista. Quella scelta che, secondo gli sceneggiatori della propaganda salviniana, avrebbe dovuto rendergli molto, ha sedotto solo qualche prete svitato e ha portato alle due lezioni di catechismo impartite nell’Aula del Senato (…) da Giuseppe Conte e Matteo Renzi. (…) Se Giuseppe Conte, devoto di padre Pio, ha denunciato la blasfemia spirituale e costituzionale di quel gesto nell’Aula del Sento (…) è perché ha sentito dentro di sé e attorno a sé, di qua e di là dal Tevere, l’indignazione di tutto il cattolicesimo. Tutti disgustati da una strumentalità….”
ANTONIO SPADARO, il Turiferario Prezzemolo, direttore de La Civiltà Cattolica, tra i più conosciuti consiglieri di papa Francesco (tweetdel 6 agosto): “Questo è tempo di resistenza umana, civile e religiosa” (un tweet che ha provocato sul suo account una caterva di reazioni: molte quelle negative, tra le quali (una delle più moderate) quella del senatore leghista Simone Pillon: “Tanto accanimento per difendere i trafficanti di esseri umani e nessuna parola sui tentativi di distruzione della famiglia e sugli esperimenti sulla pelle dei bambini di Bibbiano.”
(21 agosto, Repubblica, intervista del turiferario tremebondo Paolo Rodari): “Abbiamo assistito a una strumentalizzazione di rosari, crocifissi, immagini care alla devozione dei credenti, che sono state strappate al loro contesto per essere asservite alla propaganda”. (…) Il brano di Matteo 25 citato dal senatore Renzi (…) è il Vangelo di Gesù che svela la mistificazione. Ed è vero, oggi il crocifisso è usato come segno del valore politico in maniera inversa rispetto a quello che eravamo abituati”. Tweet sempre del 21 agosto: “Su Repubblica oggi dico perché brandire un oggetto sacro per la propaganda è un gesto sanguisuga della fede”
(22 agosto, Il Sole 24 Ore, intervista di Carlo Marroni): “Possibile un governo tra forze diverse” (titolo)
(tweet del 19 agosto): “Tutto il mio sostegno a padre Bartolomeo Sorge, mio predecessore a Civiltà Cattolica. Grande uomo, novantenne gesuita e politologo che tanto ha dato all’italia e alla Chiesa. Ora anche lui sotto vile attacco. Anche da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini italiani” a commento della reazione di Salvini al seguente tweet di padre Sorge: “La mafia e Salvini comandano entrambi con la paura e l’odio, fingendosi religiosi. Si vincono, resistendo alla paura, all’odio e svelandone la falsa pietà”.
(25 agosto, Vatican Insider,  intervista del Turiferario Gioviale Domenico Agasso jr). Titolo “Padre Antonio Spadaro: ‘No al sovranismo, torniamo all’etica’ ”. Nel testo: “Ho visto avverarsi ciò che già san Giovanni Paolo II aveva paventato quando denunciò una ‘preoccupante rinascita di forme aggressive di nazionalismo’, che egli stesso definì ‘una seria minaccia alla dignità umana che mette in pericolo la coesistenza sociale e la pace’. Il modo di trattare la questione migratoria, le numerose manifestazioni di chiusura e di grettezza. Il discorso politico ridotto a contrapposizione tra sovranismo e cosmopolitismo. Il linguaggio d’odio sdoganato, l’uso dei simboli religiosi per la propaganda. Ho visto in pericolo la dignità umana e l'amicizia sociale (…) . La Costituzione ha delle regole: bisogna esplorare alternative possibili di governo per evitare il voto. Stanno percorrendo la strada giusta”.
FRANCESCO ANTONIO GRANA, un commento surreale del Turiferario dalle lunghe Orecchie (Il Fatto Quotidiano, 24 agosto): “E’ noto che Papa Francesco non ama l’interventismo ecclesiale a gamba tesa nel dibattito politico. Quel modo di affrontare le vicende tanto caro, invece, agli ex presidenti della Cei, i cardinali Camillo Ruini e Angelo Bagnasco, e anche all’ex segretario dei vescovi italiani, monsignor Nunzio Galantino. Quello stesso interventismo che ha segnato gli anni in cui il cardinale Tarcisio Bertone ha ricoperto il ruolo di Segretario di Stato vaticano, avocando a sé i rapporti con la politica italiana. Ma sul trono di Pietro sedevano prima San Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI. Con Francesco si è decisamente voltato pagina. Da un lato, infatti, c’è lo sguardo alto e distaccato col quale seguono gli sviluppi del dibattito il Papa e…

IL SOGNO (INCUBO?) SOTTO l’ALBICOCCO DI SAN SILVIANO: UN GOVERNO CATTOFLUIDO SPADARO-MELLONI…
L’altro giorno - dopo aver letto il commento sopra riportato di Antonio Grana (Il Fatto quotidiano, 24 agosto) in cui il Turiferario dalle Lunghe Orecchie sosteneva che “papa Francesco non ama l’interventismo ecclesiale a gamba tesa” e “ha uno sguardo alto e distaccato” sulla politica italiana (leggere per credere… triplo bum!) – ci siamo nonostante tutto appennichellati sotto l’albicocco frondoso della vigna nella campagna di San Silviano a Terracina. E abbiamo sognato, forse indotti a ciò da quanto di surreale era stato scritto dal Turiferario citato…. È apparso nientepopodimeno che il Quirinale, nel cui Salone delle Feste si affollavano visi noti della politica e del mondo ecclesiale già pronti a giurare per il nuovo Governo…
Ministro degli Esteri: Antonio Tajani
Ministro per gli Affari europei e per il giusto utilizzo dei simboli religiosi: David Sassoli
Ministro dell’Interno: Gad Lerner
Ministro per l’applicazione delle leggi: Leoluca Orlando
Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca: Paola Taverna
Ministro per la storia dell’Inquisizione medievale: Erio Castellucci (vescovo di Modena-Nonantola, con dispensa speciale dell’autorità canonica di competenza)
Ministro dell’Incenso e delle Attività turiferarie: Antonio Spadaro (con dispensa speciale dell’autorità canonica di competenza)
Ministro per la lotta contro le manipolazioni e le fake news: Marco Tarquinio
Ministro delle Attività produttive: Enrico Giovannini
Ministro dell’Economia: Romano Prodi
Ministro del Tesoro: Mario Monti
Ministro delle Sovvenzioni meritate: Alberto Melloni
Ministro dell’immigrazione: tre o quattro vescovi si stavano ancora accapigliando per l’incarico (con dispensa speciale dell’autorità canonica di competenza)
Ministro per i rapporti con le Ong: Nello Scavo
Ministro dell’Arcobaleno: James Martin (naturalizzato all’istante, con dispensa speciale dell’autorità canonica di competenza - l’ha spuntata su Vincenzo Spadafora)
Ministro degli Affari religiosi: un imam (si attende la scelta dell’Università di Al Azhar)
Ministro della Devozione corretta: Giuseppe Conte
Ministro dell’Esecuzione a penna: Luciano Moia
Ministro della Giustizia giusta: Roberto Saviano
Ministro dell’Ambiente: Marcelo Sanchez Sorondo (naturalizzato all’istante, con dispensa speciale dell’autorità canonica di competenza)
Ministro della Difesa intelligente: un paio di vescovi si stavano ancora accapigliando per l’incarico (con dispensa speciale dell’autorità canonica di competenza)
Ministro del Politicamente corretto: Gerardo Antonazzo (vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, con dispensa speciale dell’autorità canonica competente)
Ministro per l’affido dei minori: si attende la designazione da parte della giunta piddina dell’Emilia-Romagna
Ministro per un uso corretto della lingua italiana: Laura Boldrini
Ministro contro gli isterismi: Monica Cirinnà
Ministro per l’Alta Comicità: Luciana Litizzetto
Ministro per la giusta interpretazione dei Vangeli: Matteo Renzi
Ministro per i Rapporti fotografici con 60 milioni di italiani e per il censimento delle stelle alpine: Maria Elena Boschi
Ministro Quattrostagioni: Giorgio Vittadini
Ministro della Cultura popolare: Luis Badilla
Ministro dello Sport ben integrato: Mario Balotelli
Ministro per la promozione della lotta contro la droga: Vasco Rossi
Ministro per l’Educazione musicale: Sfera Ebbasta,,,
…e…bbasta! A questo punto ne mancavano pochi di ministri, oltre al presidente del Consiglio… ma dal Cielo è improvvisamente risuonato un brontolio minaccioso (ci è sembrato di sentire anche un possente e…bbasta!) e un attimo dopo una saetta ha incenerito non solo un Fico nelle immediate vicinanze dell’albicocco frondoso, ma anche il nostro sogno (o incubo?). Peccato… forse si preparava un finale a sorpresa…ma non lo sapremo mai!
IL SOGNO (INCUBO?) SOTTO L’ALBICOCCO: UN GOVERNO SPADARO-MELLONI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 26 agosto 2019
L’uomo che sussurrava alla Merkel

            

Giuseppe Conte, l’uomo dalle molte facce e dalle mille risorse, è stato definito ieri da Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo: “Uno dei migliori esempi di lealtà in Europa“. “E’ sempre difficile difendere gli interessi nazionali e trovare soluzioni europee ma su di lui posso dire soltanto cose positive”, ha detto ancora Tusk, in una conferenza stampa a Biarritz prima dell’inizio del vertice del G7. Quindi il premier uscente si sarebbe distinto per essere un europeista sempre più tenace, peccato avesse inaugurato la sua odissea nello spazio come un fiero populista, a capo di un governo populista e sovranista, convinto sostenitore di un programma populista.


Nulla di nuovo sotto il sole, anche perché a gennaio al World Economic Forum a Davos, l’avvocato del popolo aveva sussurrato le sue perplessità alle orecchie di zia Angela, chiedendole consigli su come battere l’ascesa inarrestabile di Salvini e prostrandosi ai suoi sentimenti europeisti. Conte infatti le diceva: “Angela non ti preoccupare”, mentre derideva i porti chiusi di Salvini.
Alla fine, come nel miglior romanzo d’appendice, il povero orfanello politico, mai visto mai conosciuto, è diventato prima Presidente del Consiglio della Repubblica italiana, poi forse diventerà capo politico del M5S, poi forse rinnovato premier di un nuovo ribaltone, che porterà al governo i trombati delle ultime europee, ma sempre di più un Robin Hood al contrario, che ruba le speranze dei poveri per riconsegnare lo scettro ai potenti.
L’ex premier, che solitamente porta nel portafoglio un santino di Padre Pio (dice lui), è riuscito perfino a risvegliare il granitico torpore di Mattarella, dissolvendo così l’incantesimo del rospo sovranista e rivelando la magia del principe europeista che dimorava sotto la sua pelle squamosa, liberatosi della bava anfibia che lo rendeva mortifero. 
Meravigliando tutti quanti, soprattutto chi lo riteneva un semplice trovatello, uno sconosciuto prof. della Libera Università Maria Santissima Assunta (università cattolica), il rospo si è tramutato in principe, anche perché lo specchio delle sue brame lo aveva mostrato in tutto il suo splendore, il più bello del reame del castello gialloverde, mentre si aggiustava il ciuffo ribelle (e tinto) e si rassettava l’elegante pochette bianca nel taschino.
Un semplice prof, un ignoto D’Artagnan, mai votato da nessuno, si aggira oggi nei palazzi del potere e tra le cancellerie di tutto il mondo, stringe le mani degli oligarchi europei, fa visita ad un Papa dal piglio ‘rivoluzionario’,  che aveva probabilmente guardato con simpatia la nascita del nuovo governo, pregustando fin dall’inizio la possibilità di manovra dall’interno dell’esecutivo. La Cei infatti non aveva bocciato la neonata alleanza: “La sfida è il nuovo che avanza”, titolava il “Fatto Quotidiano” il 23 maggio.  
Il parvenu della politica italiana, aveva inaugurato la guida di governo accettando la sfida di una missione epocale, “cambiare verso” all’Europa partendo dalla trincea italiana, invece sembra sia stata l’Europa a cambiare lui, data l’ultima giravolta europeista, degna di una girandola sferzata dal vento di tramontana.
La tragicommedia della crisi si è conclusa poi con il discorso del premier in Senato, un j’accuse moralistico, integralista e gesuitico, pronunciato con astio verso un membro del suo stesso governo ormai dimissionario. Una vera e propria paternale fuori luogo, che tirava in ballo anche simboli religiosi che il vituperato Capitano aveva usato in termini di propaganda politica, trascurando il fatto che lo stesso Conte aveva esibito un santino di Padre Pio durante una puntata di ‘Porta a Porta’.
Un predicozzo stonato insomma, perché pronunciato in un’aula parlamentare, tempio dello stato laico e non confessionale, sorto dal pensiero illuministico (Montesquieu, Rousseau, Voltaire), che dall’età dei lumi aveva sancito la nascita dello stato moderno, e che aveva da tempo decretato la dovuta separazione tra i due ambiti riguardanti il rapporto tra religione e politica, la politica intesa come dimensione pubblica e la religione intesa come dimensione privata. I veri motivi del pamphlet però erano ben altri, ma quelli sono rimasti esclusi dal dibattito parlamentare, che si è risolto invece in una catilinaria fuori luogo.
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Una catilinaria di chiara memoria ciceroniana, manco Salvini fosse Catilina. Allo stesso modo però Giuseppe Conte ha  difeso le sorti del sistema, come Cicerone difendeva quelle della classe senatoria, contro il tentativo sovversivo del ‘famigerato depravato’ di prendere il potere, attraverso una congiura cui probabilmente non furono estranei Crasso e Cesare, e che avrebbe dovuto realizzare riforme politico sociali più vicine ai populares,  secondo quanto racconta Massimo Fini nel suo mirabile “Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta”.
La bagarre parlamentare è stata spettacolarizzata come un talk show, e l’avvocato del popolo novello Cicerone ha pronunciato un’arringa di accuse cospicue nei confronti del Ministro dell’Interno, concludendo il proprio intervento con una lode all’Unione Europea, e un’accusa altrettanto palese verso il sovranismo.
Le sue parole sono state chiare: «Anche sull’Europa occorre un rinnovato slancio di responsabilità. Gli ideali che avevano nutrito le fasi iniziali del progetto di integrazione stanno via via perdendo la propria forza propulsiva e il comune edificio europeo sta attraversando una fase particolarmente critica. A questa crisi non si può certamente rispondere con un europeismo che in più occasioni ho definito fideistico, ma nemmeno si può opporre uno scetticismo disgregatore, volto a compromettere le conquiste raggiunte in sessant’anni, semmai invocando il ritorno a sovranità nazionali chiuse e conflittuali, con sterili ripiegamenti identitariOccorre invece rilanciare, lavorare per rilanciare il progetto europeo, restituendo ad esso piena capacità attrattiva».
Scordatevi quindi il sovranismo ed ogni sorta di resistenza ai diktat europei, e dimenticate  che l’Italia non ha tratto alcun giovamento da questa UE, che le ha imposto una moneta troppo forte per la sua economia, ingabbiandola in regole di bilancio ostinatamente rigide e costringendola alla più ostile subordinazione economica. Pazienza se il Paese ha perso il 25% della propria produzione industriale, ha visto distrutta la propria domanda interna, ha subito una forte emigrazione all’estero di migliaia di giovani italiani in cerca di lavoro.
Ma è tempo di voltafaccia in tutta la galassia degli androidi a 5 stelle, infatti se esisteva qualche affinità politica tra la Lega e il MoV era proprio quell’euroscetticismo di fondo che Grillo, Dibba &C avevano gridato nelle piazze per tanti anni, ora invece i due partiti sembrano aver preso strade diametralmente opposte, perché mentre la Lega è rimasta sempre critica, il MoV si è rivelato molto più sensibile verso le sirene europeiste, dopo lo scambio Sassoli/Castaldo al Parlamento Europeo, e dopo il salvataggio in extremis di Ursula Von der Leyen. Tant’è che negli ultimi tempi si è avvicinato a Renew Europe, il gruppo  europeo che ha sostituito l’Alde e riunisce i partiti più europeisti del continente, compreso En Marche, il partito del presidente francese Emmanuel Macron.
Quindi gli ‘onesti’ e ‘coerenti, che hanno condannato tutti gli altri partiti e in modo particolare la Lega di tradimento e mancanza di coerenza, hanno a loro volta tentato di entrare in tutti i gruppi europei a partire dal 2014, l’anno del loro primo sbarco a Bruxelles. Prima il tentativo di alleanza con i Verdi, poi a favore di un accordo con dell’euroscettico Ukip di Nigel Farage, poi nel 2017 il tentativo fallito di entrare nell’Alde di Guy Verhofstadt, poi di nuovo il ritorno da Farage, con le pive nel sacco.
Quest’anno visto che nessuno dei partiti con cui si erano alleati aveva guadagnato seggi all’Europarlamento, hanno iniziato un’odissea di trattative per trovare una sede ‘coerente’, provandoci  con tutti, perfino con Gue-Ngl, in cui militano partiti di sinistra pura, di tradizione marxista come Podemos, Syriza e Die Linke. Ma i rettiliani del né né sono di gusti buoni, non fanno differenze tra destra e sinistra, gli sta bene tutto, purché ci sia un minimo d’interesse.
Ora, forse, l’alleanza con l’europeista di ferro Macron, che sta tifando per il prossimo governo giallo/rosso. Che dire, niente male per un partito che, nel 2017, chiedeva a più riprese un referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro.
E infine dunque dopo il baciamano del Conte zio alla Merkel arriva l’abbraccio a Emmanuel Macron. “Condividiamo un continente: l’Europa. Una storia e dei valori comuni: quelli dell’Europa”. A scriverlo, su Twitter, è stato proprio il presidente francese, al termine del suo primo incontro con l’ex presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte al G7 di Biarritz.
Però… chi lo avrebbe mai detto?

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