Stanno avendo notevole notorietà le posizioni di Teresa Forcades, la suora che in nome del bene, promuove il Gender. E avviene a stretto giro rispetto all’intervista di padre Arturo Sosa Abascal, superiore generale dei Gesuiti, il quale nega esplicitamente la realtà sostanziale del diavolo. Non occorre molta memoria per richiamare le dichiarazioni del card. Marx circa il peccato della Chiesa di aver parlato per secoli dell’inferno. Sono fuochi di paglia o accurati capitoli di un’unica visione teologica di Dio, dell’uomo, del mondo?
Non mi stupirei affatto se cristiani (laici e religiosi) sostenitori delle teorie Gender e dell’ecologismo, si dichiarassero alfieri dell’apocatastasi, cioè di quella credenza escatologica, secondo la quale alla fine dei tempi, tutti i dannati – angeli e diavoli – saranno reintegrati in Dio.
Coloro che già sostengono che su questa Terra non c’è peccato né colpa e che siamo destinati tutti ad incontrare Dio– in fratellanza, pace e amore – perché non dovrebbero, con eguale logica, ammettere un giudizio di ammenda totale?Una sanatoria universale. Come se nulla fosse successo. Come se il peccato fosse una ferita rimarginata e scomparsa. La giustificazione anonima, la santità globale, il Cristo cosmico dell’evoluzionismo panteista, il cristianesimo iscritto nel fondo di ogni spiritualità e mistica sono tutte teorie coerentemente conciliabili con la tesi della reintegrazione dei dannati, che a sua volta condivide la stessa visione “teologica”di base con gender ed ecologismo“cristiani”.
Coloro che – da cattolici (?!) – difendono una pseudo-libertà di auto-determinarsi in infinite identità sessuali o nel darsi la morte o nell’uccidere il bambino nel grembo della madre(anche se si guardano bene dal mangiare uova perché magarisono purevegani), spesso sono gli stessi che – sempre da cattolici (?!) – negano il giudizio e la colpa, il peccato e la stessa realtà di Satana, per credere nell’empatia cosmica, nello Spirito Santo come lo spirito divino presente in ogni cosa e nel diavolo come una “maniera di attuare il male”. Qualcuno rilascia interviste in merito ad una questione morale, qualcun altro scrive un libro sull’amore gender, qualcun altro affronta argomenti di teologia trinitaria.
Sembrano posizioni solitarie che toccano singoli aspetti del credo.
Io sono convinto del contrario. Sono convinto che rispondono – a diverso titolo, con maggiore o minore conoscenza, magari con eterogenee intenzioni – ad una identica dottrina teologica, da cui ricavano – coerentemente – varie conclusioni sull’uomo o sul mondo, sulla Chiesa o sul peccato.
Non c’è da stupirsi, dunque. È certo necessario riproporre la dottrina cattolica. Ma urge con altrettanto impegno la formazione del soldato. C’è da capire le ragioni profonde della visione globale che soggiace alle varie eterodossie.
Primo concetto utile: anarchia.
Non nel senso politico, in questo caso, ma nel suo significato letterale: archè infatti in greco significa sia principio-origine, sia potere. Ci interessa il primo senso. Anarchia come assenza di ragione-principio. Anarchia come illimitatezza. Caos. Ma non nel significato ordinario di disordine, bensì nel senso di Indeterminazione.
Ebbene, con Lutero questa indifferenziazione è contestualizzata nell’ambito della libertà divina. Indifferenziato e illimitato, privo di ragione e principio, è l’arbitrio divino. Quindi l’anarchia è confinata ad una speciale azione. Dio salva in modo anarchico. L’anarchia irragionevole è quella che riguarda la giustizia di Dio. Per Lutero giustizia coincide con giustificazione. E la giustificazione è anarchica da parte della Grazia. Cioè Dio dispone – indipendentemente dall’individuo e senza alcuna ragionevolezza – di salvare alcuni e di lasciare altri dannati.Illimitatezza dell’arbitrio, volontarismo assoluto.
Il processo attuale, piuttosto che essere un ampliamento, non è altro che una radicalizzazione: un richiamarsi alla matrice originaria di quel pensiero e una applicazione in ogni ambito. L’anarchia salvifica di Dio – propria della dottrina protestante – è determinata dal fatto che Dio stesso è Anarchia. Ma prima di Lutero, «Anarchia» come non-principio, Nulla o Vuoto, era ilmodo cabalistico di intendere l’intima essenza di Dio. In assoluto.In principio è il Caos. Non nel senso di disordine, ma nel senso di indistinzione. Abisso indistinto di luce e tenebra, bene e male.
Il male allora diventa la possibilità in Dio, che Dio non attua. E questo poi lo si dice anche per luogo, reinterpretando Satana come una potenza negativa realizzata. In questo modo si nega il diavolo. Assorbendo la figura angelica nella potenza illimitata e indefinita di Dio e in Dio. È la stessa ragione per cui il filosofo francese P. Nemo, in un testo su Giobbe tradotto da Città Nuova, poteva ritenere che le tentazioni di Giobbe sono ordite insieme, in perfetta connivenza e complicità di intenzioni, da Dio e da Satana, tanto da sembrare «che non ci sia alcuna ragione per distinguerli. Dio è il Diavolo, e Satana è Dio, e Giobbe non è Giobbe che attraverso il gioco di Dio-Satana».
Secondo concetto utile: apocatastasi.
Il termine apocatastasi appartiene alla filosofia panteistica dello Stoicismo, cioè a quella scuola filosofica che ritiene l’universo come unico essere vivente – divino e razionale –, che ciclicamente diviene e si sviluppa, fino alla consumazione nel fuoco di ogni cosa e la loro reintegrazione (apocatastasi). Questo termine fu poi assunto – in modo eretico – in chiave teologica da una corrente filosofica cristiana, per indicare non la reintegrazione cosmica, ma quella salvifica dei dannati. Fu rifiutata dalla Chiesa cattolica per evidenti ragioni: la contraddizione scritturistica, con quanto Cristo stesso afferma nel Vangelo; la contraddizionemorale con la Giustizia di Dio; la contraddizione antropologica, relativa allamorte dell’uomo e alla natura dell’angelo (gli angeli, essendo di puro spirito, hanno scelto di amare o rifiutare Dio in modo irreversibile, fuori dalla dimensione temporale, come avverrà per il giudizio sull’anima nell’istante della morte, cioè quando si separerà dal corpo).
Esiste un’ulteriore contraddizione. Quella teologica.
La teoria dell’apocatastasi si basa sull’idea di Dio come Unità indistinta e sull’idea di peccato come rottura in Dio di questa unità. Alla fine del mondo ci sarebbe il ripristino finale dell’identità indistinta e indeterminata di Dio e in Dio. Ecco perché l’inferno è vuoto, siamo già tutti salvati. A non esistere è il peccato stesso, se non come frattura che verrà totalmente rimarginata, in una sorta di cosmico Uno-Tutto impersonale, caro alla mistica orientale. Ecco perché è indifferente assistere alla Messa o passare un’ora in meditazione cercando di mettersi in empatia con Saturno. Ecco perché tutte le religioni sono uguali e derivazioni culturali di un’unica cosmica sapienza spirituale. Si tratta di simili processi di ascesi, momenti di un unico movimento spirituale dell’universo, in cui si prende coscienza del proprio sé divino, in totale armonia con il Sé universale. In pieno New Age cristico, ecologista e panteista.
Terzo concetto utile: En Sof.
La prospettiva teologica di pensare Dio, in termini di Infinito, come Indistinto e indifferenziato non è un’idea contemporanea.
a) Esiste un precedente filosofico, nella tradizione presocratica. Anassimandro: quando in modo originale pensa che la realtà derivi – colpevolmente – dall’infinito (inteso come illimitatezza e indeterminazione assoluta). Questo precedente è però spiccatamente fisico e materialista.
b) In chiave teologica raggiunge l’apice estremo di sviluppo e complessità con l’idealismo tedesco, in particolare con la teologia filosofica di Hegel e dell’ultimo Schelling. Nel primo si ha il fondamentale stravolgimento del significato di Rivelazione, da cui procedono i concetti di dialettica, auto-alienazione, fenomenologia dello Spirito; nel secondo l’idea di Dio prima di Dio. Ne discuterò in un successivo articolo.
c) la matrice dell’idealismo tedesco sarà fondamentale per capire il concetto attuale di modernismo e come è stato possibile far coincidere lo spirito del mondo con lo Spirito Santo. A sua volta, però, questa stessa matrice è uno sviluppo filosofico della mistica cabalistica.
d) Risale, infatti, alla Cabala, il pensiero di Dio come En Sof.Il Nulla-Infinito. Rispetto a Dio così pensato, il mondo non è creato, come nella tesi classica. È l’effetto di un processo in Dio di auto-oblio, auto-contrazione (Tzimtzum). Dio si sarebbe auto-limitato, perché il mondo potesse esistere.
È un concetto che si riscontra anche nel pensiero del cardinal Cusano nel 1400: l’universo come un dio-contratto. La famosa «dotta ignoranza», che si studia a scuola, non è affatto l’umiltà del fedele che si rapporta al mistero di Dio, senza poterlo esaurire. È, invece, la via mistica di pensare Dio come coincidenza degli opposti, al di là dello stesso principio di non contraddizione.
Vani e anche inutili sono tutti gli sforzi di negare l’occulto o esplicito panteismo dialettico (il nucleo dell’ecologismo in chiave religiosa), che arriva a pensare alla creazione come il primo atto di auto-umiliazione di Dio che precede quello della Croce (ma è ad esso legato come unica realtà processuale) e l’Incarnazione come l’atto in cui Dio si unisce al creato.
e) Ma non basta. È proprio di vari movimenti occultisti ed esoterici interpretare l’Esagramma come principio androgino. Nell’intersezione dei due triangoli sarebbe espressa l’idea dell’indistinzione sessuale, là dove il triangolo con la punta verso l’alto rappresenterebbe l’identità maschile e quella verso il basso, quella femminile. Indifferenziazione. La stessa che l’ideologia gender contestualizza sul piano dell’identità sessuale dell’uomo.
A ben ragione per il “cabalista cristiano” Pico della Mirandola, Dio crea Adamo con un’essenza indeterminata, perché lui la possa liberamente forgiare e auto-plasmare. Cosa c’è da stupirsi se poi l’ideologia Gender contestualizza questa auto-creazione della propria essenza, in ambito sessuale e una suora fa riferimento a Dio come a un Lui o una Lei?
Ecco allora l’unica matrice per pensare insieme ecologismo e gender, per negare insieme Giudizio e inferno. Ecologismo “cristiano”, gender “cristiano”, apocatastasi “cristiana” sono tutti aspetti coerenti di un’unica reintepretazione apostata del cattolicesimo, che trova nello gnosticismo moderno la sua radice.
di Pierluigi Pavone
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