I “SUCCESSORI” DI DIO E I “SUCCESSORI” DI CRISTO: CHIESA E MONDO OGGI.
Cari Stilumcuriali, viviamo tempi confusi e difficili, e di questo ne siamo ben coscienti tutti. Abbiamo ricevuto da un sacerdote che non conosciamo personalmente alcune riflessioni che ci sembrano molto interessanti, profonde e di grande lucidità sulla stagione che la Chiesa sta vivendo. Siamo ben felici di offrirvele, e ringraziamo l’Autore per aver voluto condividerle con Stilum Curiae e il suo piccolo popolo.
Gli uomini divenuti i “successori di Dio”
esigono che gli ecclesiastici divengano i “successori di Gesù Cristo”
A ben guardare a tutto quello che succede, intorno a noi, sembrerebbe proprio che gli uomini di questi nostri anni abbiano scoperto qualcosa di straordinario a cui non avevano mai pensato prima; almeno in una maniera così lucida e “intelligente”. Ed è la scoperta che non hanno più bisogno di essere atei per poter fare quello che i loro istinti e le loro voglie del momento suggeriscono, sia quanto al piacere che al potere. D’altra parte, se «Dio è morto», come ha detto Nietzsche (La gaia scienza, aforisma 125), che bisogno c’è di negarlo, o anche solo di combatterlo? No! Basta diventare i suoi “successori” e sedere sul suo trono, prendendo il comando di tutto. Adesso, sembrano dirsi gli uni gli altri, abbiamo noi il controllo della situazione, siamo noi a fare le “leggi” che devono regolare i nostri comportamenti. È ora, finalmente, di cambiare tutto, di capovolgere le vecchie regole “medievali” che ci hanno resi schiavi per secoli e secoli. L’uomo è il “successore” di Dio! Mettiamoci all’opera per costruire il “nuovo mondo”, il mondo 2.0,per qualificarlo in gergo informatico. Quello nel quale c’è uguaglianza su tutto e le differenze sono solo apparenti e intercambiabili: il “pensiero” è “unico”, così non ci sono inutili discussioni e divergenze di opinione; il “potere” è “unico” (culturale, politico, finanziario, massonico,…), così non ci sono nazionalismi e divergenze tra stati e governi, ma regna ovunque la “pace”; il “genere” dell’individuo è unico perché è intercambiabile al bisogno e le differenze (basteranno le lettere dell’alfabeto per classificare tutte quelle che si potranno inventare?) sono solo apparenti, così tutti possono essere e diventare tutto, con l’aiuto di un po’ di chimica, di medicina, di elettronica. In questa fase di passaggio tra il vecchio mondo 1.0e il nuovo mondo 2.0, sono fondamentali “le apparenze”, perché servono per educare quelli che sono ancora incapaci di afferrare la novità che si sta realizzando. La “democrazia” è un’apparenza, perché il mondo 2.0non ne ha più bisogno, ma serve per rendere più graduale e meno faticoso il cambiamento di mentalità ai ritardatari. La “famiglia” è un’apparenza, ma conviene lasciarne ancora l’idea, il nome, la parola, per i ritardatari, allargandone però il concetto, sfumandone la definizione. Chi proprio è refrattario al cambiamento si troverà automaticamente isolato, perché non riuscirà più a parlare liberamente quasi con nessuno. E chi non vuole proprio collaborare con il “nuovo corso” deve essere privato di ogni responsabilità, messo da parte, ciacciato fuori senza tante scuse e spiegazioni, tanto non potrà trovare nessun “tribunale” al quale ricorrere per vedere difesi i propri diritti. Semplicemente perché anche quel “tribunale” sarà stato “addomesticato”, grazie agli uomini del mondo 2.0che ne hanno preso il controllo. La stessa “evoluzione” dal vecchio sistema 1.0al nuovo sistema 2.0 può e deve essere utilmente applicata anche alla religione, se vuole rendersi utile e comprensibile nel mondo 2.0. Un tempo, almeno nel nostro mondo 1.0,la religione vera era il cristianesimo, e in senso pieno solo il cattolicesimo, come la Chiesa (intendo la Chiesa 1.0) lo insegnava e lo praticava. Il mondo 2.0non ne ha più bisogno, perché l’uomo è il “successore” di Dio e i vecchi “comandamenti” sono stati sostituiti con quelli stabiliti dal “pensiero unico” che sono ampi e perseguibili, alla portata di tutti e non richiedono l’ideale impraticabile della santità. Oggi la nuova santità 2.0deve essere l’impegno politico per realizzare il “nuovo mondo”. Ecco, allora, la grande scoperta in materia di religione e di Chiesa che il mondo 2.0chiede a gran voce. Come l’uomo scopertosi “successore” di Dio, ha bisogno di costruire il “nuovo mondo”, il mondo 2.0,così occorre costruire una “nuova chiesa”, una chiesa 2.0,e per fare questo occorrono degli ecclesiastici che siano i “successori di Gesù Cristo”. Non più dei “successori di Pietro e degli Apostoli” (concezione vecchia da superare), ma direttamente i “successori di Gesù Cristo”. È indispensabile per potere sostituire il vecchio, e superato dalla storia, Vangelo 1.0con un nuovo vangelo 2.0 (non riesco proprio a scriverlo con l’inziale maiuscola!),che lo rinnovi completamente, rendendolo comprensibile al mondo 2.0. Per far digerire l’operazione al “popolo dei fedeli”, basta cambiare le cose un po’ alla volta, giocando sull’ambiguità del significato da attribuire loro, usando sloganaccattivanti, allargando le maglie delle vecchie regole, invece di spiegare le ragioni che le motivano, ecc. ecc. Una volta, nella Romagna anticlericale si diceva che la religione è un’invenzione dei preti. Grandi profeti questi anticlericali di un tempo che hanno previsto esattamente quello che deve succedere ora. Oggi il “nuovo mondo” chiede ai “successori di Gesù Cristo” di reinventare la Chiesa, annunciando, per l’appunto una “nuova chiesa” (ahimè, ancora con l’inziale minuscola!). Invece di essere “fedeli amministratori” del depositum fidei,essi dovranno considerarsi i “proprietari” che possono farne e disfarsene a loro piacimento, secondo i dettami del “pensiero unico”. Molti, tra i fedeli, non se ne accorgeranno nemmeno, altri se ne rallegreranno addirittura. Molti tra gli ecclesiastici seguiranno il “carrozzone”, altri saranno fattivi collaboratori, altri subiranno in silenzio e quelli che cercheranno di resistere nella fedeltà alla Chiesa 1.0(maiuscola),che è quella di Cristo, verranno cacciati via senza spiegazioni, dall’oggi al domani, o con ipocrite motivazioni di facciata, senza possibilità di difendersi. La sorte toccata, in questi giorni, ai docenti del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia,anch’esso “aggiornato” alla nuova versione 2.0,sembra essere solo l’ultimo esempio di questo modo di agire con uno stile tipico da “successori di Gesù Cristo”.
Quanto durerà questa falsificazione di tutto che il mondo 2.0 esige da una chiesa 2.0? Questa apostasia che sembra farci vedere roma(minuscola)abbandonare Roma (maiuscola)? Tutto è nelle mani di Dio che ristabilirà, a suo tempo, la Verità e la Giustizia, lasciando che l’opera di Satana si sbricioli per la sua stessa finale inconsistenza. Che cos’è, infatti la Misericordia di Dio (quella vera e non quella fasulla, senza pentimento né conversione, oggi di moda) se non la “riparazione” offerta agli uomini che la vogliono accogliere, di quella “giustizia originale” (giusto rapporto tra il Creatore e la creatura) – che essi hanno infranto fin dalle loro origini (“peccato originale”) preferendo costruire da soli un mondo 2.0 –“riparazione” che Cristo ha operato con la Sua Passione, Morte e Risurrezione?
Maria Assunta in Cielo, “tiri su” anche noi trattenendoci vicino a sé.
don Alberto Strumia
Marco Tosatti
16 Agosto 2019 Lascia il tuo commento --
GRAVISSIME dichiarazioni di Card. Burke: "L'Instrumentum laboris è APOSTATA. Non può entrare a far parte dell’insegnamento della Chiesa"
Nella nostra traduzione da LifeSiteNews, apprendiamo il pensiero del Card. Raymond Leo Burke sull'Instrumentum laboris del Sinodo per l'Amazzonia. Vedi qui indice precedenti. Chi volesse ascoltare l'originale su You Tube, link qui.
* * *
Il Cardinal Raymond Burke ha affermato che il documento di lavoro utilizzato per il prossimo sinodo pan-amazzonico organizzato dal Vaticano promosso da Papa Francesco equivale ad un’“apostasia”.
Il cardinale ha pronunciato questo commento nell’intervista diffusa il 13 agosto su YouTube, quando gli è stato chiesto se il documento di lavoro meglio conosciuto come Instrumentum Laboris per il sinodo del 6-27 ottobre potrà diventare un insegnamento definitivo per la Chiesa Cattolica. Il Cardinal Burke ha risposto:
“No. Il documento è apostata. Non può entrare a far parte dell’insegnamento della Chiesa e, se Dio vuole, verrà posto un freno a tutta questa vicenda”.
Queste parole sono state pronunciate nell’intervista di ampio respiro rilasciata a Patrick Coffin, presentatore di un programma cattolico. I principali organizzatori del Sinodo dell’Amazzonia sono stati criticati per aver utilizzato l’evento per esercitare pressioni a favore del diaconato femminile e del matrimonio dei sacerdoti.
Il Cardinale, dibattendo con Coffin in ordine ai politici ed altri personaggi che si allontanano pubblicamente dagli insegnamenti fondamentali della Chiesa, ha dato la definizione dei termini “eresia” e “apostasia”, dichiarando:
“L’eresia è la negazione consapevole e volontaria di una verità della fede. Come nel caso del sacerdote Ario, che negava che Nostro Signore Gesù Cristo fosse una sola Persona dotata di due nature [umana e divina, N.d.T.]. L’eresia si scaglia quindi contro una verità specifica che viene negata da qualcuno, mentre l’apostasia è il rifiuto totale della fede, l’allontanamento definitivo da Cristo e dalle molteplici verità della fede”
In un’altra intervista Burke aveva commentato le affermazioni di alcuni organizzatori del sinodo in cui si propone un alleggerimento del celibato nel sacerdozio per la regione amazzonica, dichiarando che ciò avrebbe gravi ripercussioni sull’intera Chiesa. Nel mese di giugno affermava:
“Non è onesto” proporre che la riunione di ottobre “tratti la questione del celibato sacerdotale solamente per quella regione”.
L’anno scorso Papa Francesco ha annunciato che il Sinodo dei Vescovi della Regione Pan-Amazzonica di ottobre si sarebbe riunito a Roma col proposito di individuare “nuovi cammini per l’evangelizzazione del popolo di Dio in quella regione”, specialmente gli indigeni, che sono “spesso dimenticati e privi della prospettiva di un futuro sereno”.
Anche i Cardinali Walter Brandmüller [qui] e Gerhard Müller [qui- qui] hanno condannato il documento di lavoro per il Sinodo dell’Amazzonia. Anche il Cardinal Walter Brandmüller nella sua critica ha definito il documento “eretico” e un’“apostasia” dalla Divina Rivelazione ed ha esortato la gerarchia cattolica a “respingerlo” con “fermezza e decisione”.
Il Cardinal Gerhard Müller ha denunciato quanto egli definisce la “terminologia ambigua” e il “falso insegnamento” del documento, e ha messo in discussione ciò che egli ha definito “ermeneutica invertita”. Chiedendo in modo retorico se la Chiesa è stata messa in mano ai vescovi e ai papi per “essere ricostruita” come strumento “con fini secolari”, Müller ha affermato che il testo “presenta un’inversione radicale dall’ermeneutica della teologia cattolica”. Egli ha scritto che l’Instrumentum Laboris, invece di sottolineare gli insegnamenti della Chiesa o di citare la Sacra Scrittura, “gira intorno agli ultimi documenti del Magistero di Papa Francesco, imbellettati da qualche riferimento a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.
Il teologo brasiliano Leonardo Boff, sacerdote ridotto allo stato laicale considerato da molti il “teologo di riferimento” per il sinodo ed esponente importante della teologia della liberazione, ha affermato di considerare l’elezione di Papa Francesco una “primavera” per la Chiesa cattolica. Nel suo libro Francesco di Roma e Francesco d’Assisi, Boff si è dichiarato convinto che Papa Francesco incarni la teologia della liberazione per via della sua presunta dedizione ai poveri. Egli ha affermato che l’ordinazione di uomini sposati potrebbe essere un risultato del sinodo. In un’intervista rilasciata a Deutsche Welt, Boff ha attribuito al pontefice il merito di aver iniziato una “rivoluzione” all’interno della Chiesa. La teologia della liberazione è stata esplicitamente condannata da Giovanni Paolo II nel 1985, giacché cerca di conciliare i precetti marxisti con gli insegnamenti cattolici col presunto fine di aiutare i poveri, specialmente in America Latina.
Nella sua intervista con Coffin, il Cardinal Burke ha dichiarato che i media secolari e alcuni media cattolici “si vantano” di definire Papa Francesco un “rivoluzionario”.
Il cardinale ha affermato che l’ufficio papale non è rivoluzionario: la sua funzione primaria è piuttosto quella della “salvaguardia della dottrina della fede e della disciplina della Chiesa affinché esse rimangano il principio e il fondamento dell’unità nella Chiesa”. Ed ha aggiunto:
“Se mi dite che il papa è un rivoluzionario, mi devo preoccupare, perché ciò non ha niente a che fare col papato”.
Fonte:
chiesaepostconcilio.blogspot.com/…/il-cardinal-bur…
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Il Cardinal Raymond Burke ha affermato che il documento di lavoro utilizzato per il prossimo sinodo pan-amazzonico organizzato dal Vaticano promosso da Papa Francesco equivale ad un’“apostasia”.
Il cardinale ha pronunciato questo commento nell’intervista diffusa il 13 agosto su YouTube, quando gli è stato chiesto se il documento di lavoro meglio conosciuto come Instrumentum Laboris per il sinodo del 6-27 ottobre potrà diventare un insegnamento definitivo per la Chiesa Cattolica. Il Cardinal Burke ha risposto:
“No. Il documento è apostata. Non può entrare a far parte dell’insegnamento della Chiesa e, se Dio vuole, verrà posto un freno a tutta questa vicenda”.
Queste parole sono state pronunciate nell’intervista di ampio respiro rilasciata a Patrick Coffin, presentatore di un programma cattolico. I principali organizzatori del Sinodo dell’Amazzonia sono stati criticati per aver utilizzato l’evento per esercitare pressioni a favore del diaconato femminile e del matrimonio dei sacerdoti.
Il Cardinale, dibattendo con Coffin in ordine ai politici ed altri personaggi che si allontanano pubblicamente dagli insegnamenti fondamentali della Chiesa, ha dato la definizione dei termini “eresia” e “apostasia”, dichiarando:
“L’eresia è la negazione consapevole e volontaria di una verità della fede. Come nel caso del sacerdote Ario, che negava che Nostro Signore Gesù Cristo fosse una sola Persona dotata di due nature [umana e divina, N.d.T.]. L’eresia si scaglia quindi contro una verità specifica che viene negata da qualcuno, mentre l’apostasia è il rifiuto totale della fede, l’allontanamento definitivo da Cristo e dalle molteplici verità della fede”
In un’altra intervista Burke aveva commentato le affermazioni di alcuni organizzatori del sinodo in cui si propone un alleggerimento del celibato nel sacerdozio per la regione amazzonica, dichiarando che ciò avrebbe gravi ripercussioni sull’intera Chiesa. Nel mese di giugno affermava:
“Non è onesto” proporre che la riunione di ottobre “tratti la questione del celibato sacerdotale solamente per quella regione”.
L’anno scorso Papa Francesco ha annunciato che il Sinodo dei Vescovi della Regione Pan-Amazzonica di ottobre si sarebbe riunito a Roma col proposito di individuare “nuovi cammini per l’evangelizzazione del popolo di Dio in quella regione”, specialmente gli indigeni, che sono “spesso dimenticati e privi della prospettiva di un futuro sereno”.
Anche i Cardinali Walter Brandmüller [qui] e Gerhard Müller [qui- qui] hanno condannato il documento di lavoro per il Sinodo dell’Amazzonia. Anche il Cardinal Walter Brandmüller nella sua critica ha definito il documento “eretico” e un’“apostasia” dalla Divina Rivelazione ed ha esortato la gerarchia cattolica a “respingerlo” con “fermezza e decisione”.
Il Cardinal Gerhard Müller ha denunciato quanto egli definisce la “terminologia ambigua” e il “falso insegnamento” del documento, e ha messo in discussione ciò che egli ha definito “ermeneutica invertita”. Chiedendo in modo retorico se la Chiesa è stata messa in mano ai vescovi e ai papi per “essere ricostruita” come strumento “con fini secolari”, Müller ha affermato che il testo “presenta un’inversione radicale dall’ermeneutica della teologia cattolica”. Egli ha scritto che l’Instrumentum Laboris, invece di sottolineare gli insegnamenti della Chiesa o di citare la Sacra Scrittura, “gira intorno agli ultimi documenti del Magistero di Papa Francesco, imbellettati da qualche riferimento a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.
Il teologo brasiliano Leonardo Boff, sacerdote ridotto allo stato laicale considerato da molti il “teologo di riferimento” per il sinodo ed esponente importante della teologia della liberazione, ha affermato di considerare l’elezione di Papa Francesco una “primavera” per la Chiesa cattolica. Nel suo libro Francesco di Roma e Francesco d’Assisi, Boff si è dichiarato convinto che Papa Francesco incarni la teologia della liberazione per via della sua presunta dedizione ai poveri. Egli ha affermato che l’ordinazione di uomini sposati potrebbe essere un risultato del sinodo. In un’intervista rilasciata a Deutsche Welt, Boff ha attribuito al pontefice il merito di aver iniziato una “rivoluzione” all’interno della Chiesa. La teologia della liberazione è stata esplicitamente condannata da Giovanni Paolo II nel 1985, giacché cerca di conciliare i precetti marxisti con gli insegnamenti cattolici col presunto fine di aiutare i poveri, specialmente in America Latina.
Nella sua intervista con Coffin, il Cardinal Burke ha dichiarato che i media secolari e alcuni media cattolici “si vantano” di definire Papa Francesco un “rivoluzionario”.
Il cardinale ha affermato che l’ufficio papale non è rivoluzionario: la sua funzione primaria è piuttosto quella della “salvaguardia della dottrina della fede e della disciplina della Chiesa affinché esse rimangano il principio e il fondamento dell’unità nella Chiesa”. Ed ha aggiunto:
“Se mi dite che il papa è un rivoluzionario, mi devo preoccupare, perché ciò non ha niente a che fare col papato”.
Fonte:
chiesaepostconcilio.blogspot.com/…/il-cardinal-bur…
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