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giovedì 5 settembre 2019

Il varo da parte della Chiesa ex-cattolica

Passa il manifesto Cirinnà, Famiglia tradita da Conte

Con la nascita del Conte bis, le politiche familiari usciranno dal governo per diventare terreno di scontro per diritti Lgbt, fine vita e tutti gli esperimenti sui nuovi diritti. E' la realizzazione dell'agenda Cirinnà, portata avanti dal volto rassicurante di un neo ministro per la Famiglia Pd, di estrazione scout. Elena Bonetti, cattolica, per illudere qualche vescovo, e convinta sostenitrice della causa Lgbt e del divorzio anche nella Chiesa. Lgbt esultano. L'assegno familiare è una parentesi in un mare di ovvietà. Così il tradimento delle politiche familiari da parte del governo più di Sinistra della Repubblica è servito. Per distruggere quanto di buono seminato a Verona.


Già i segnali erano poco incoraggianti con l’ultima coda di governo Conte 1. Quando la Lega spedì Lorenzo Fontana a Bruxelles e mise ad occuparsi di disabilità e famiglia Alessandra Locatelli, si comprese che qualche cosa era cambiato: più attenzione ai disabili, bisognava prendere le distanze da quel grande “scandalo” che era stato il Congresso di Verona. Che è già una dichiarazione di guerra a chi considera la famiglia il motore della società. Infatti negli ultimi mesi di governo le politiche familiari sono completamente sparite dal radar. 

Adesso non solo usciranno dall’orizzonte di governo, ma diventeranno il simulacro su cui andrà a operare con maggiore tranquillità l’ideologia antifamilista che abbiamo visto annunciata nel manifesto di Monica Cirinnà opportunamente lanciato durante la formazione del governo: la legge sull’omotransfobia, la legalizzazione delle droghe leggere, il fine vita, il matrimonio egualitario, l’omogenitorialità e le adozioni gay etc…
Già che c’erano, Pd e Cinque Stelle potevano accordarsi e mettere lei a presiedere la delega, ma sarebbe stato troppo smaccato. Serviva un nome più rassicurante, magari che non facesse insospettire qualche vescovo. 
E lo hanno trovato in Elena Bonetti. È lei, 43 anni, laurea in matematica e una militanza nel Pd di Mantova, che dovrà occuparsi di Pari Opportunità e Famiglia. 
Prima considerazione. La Famiglia deve essere destinata ad andare sempre in accoppiata con qualche cos’altro: prima la disabilità, adesso le pari opportunità che nel linguaggio politically correct odierno equivale ormai a più diritti per i gay e più bavaglio per chi contesta l’ideologia omosessualista imperante. Che cosa c’entra questo con le politiche familiari? Con l’inverno demografico? Con la tassazione a misura di famiglia? Con la famiglia come sistema? Nulla, infatti con politiche a favore dell’agenda Lgbt sarà impossibile sostenere la centralità della famiglia fondata sul matrimonio come cellula da sostenere per far ripartire la società. Perché la famiglia naturale sarà sempre vista come discriminatoria di quell’altra. Anti famiglia vs pro family: 1-0
Ma per poterlo fare, dicevamo, serviva una faccia rassicurante.Una cattolica, anzitutto. Che però non ha partecipato al Congresso di Verona. E magari che facesse parte di quell’associazionismo cattolico che viene buono da spendere per operazioni politiche “perbene”. Proviamo con gli scout. Con Renzi l’avevano bevuta, tutto sommato, e la Cei si era prodotta in salamelecchi e caminetti. Elena Bonetti infatti ci informa sul suo profilo nel sito del Pd, di essere una scout. E anche dei più autorevoli e convinti. Infatti se si guarda un vecchio articolo del 2014 si scopre che la Bonetti da capo scout condivise un documento dell’Agesci in cui si chiedeva alla Chiesa di rivedere le posizioni in materia di divorzio e omosessualità. Guarda un po’.
Eureka. Il sito gaypost.it non se l’è lasciato sfuggire e a poche ore dall’annuncio della Bonetti così scrive: «E proprio dalla sua militanza nell’Agesci scopriamo che Elena Bonetti potrebbe essere un’alleata della comunità Lgbt+. Cattolica sì, ma friendly. Le possibilità di avere, dopo i mesi di Fontana, una ministra attenta ai diritti civili ci sono: solo il tempo ci potrà dire se si tratterà di amore o di un fuoco di paglia. Ci sarebbe aspettato una figura con un curriculum ancor più importante in tema di diritti ma, prendendo in prestito un tormentone del precedente governo, "lasciamola lavorare"». La militanza Lgbt esulta: 2-0. 
Ma in fondo non c’era da stupirsi: nei 26 punti di programma, tanto vago quanto superficiale, la parola famiglia compare solo al 4° punto, in fondo, come aiuto alle famiglie con portatori di handicap e famiglie numerose. E al punto 6 l’assegno famigliare unico è una parentesi di un generico paragrafetto che parte dall’inclusione sociale, passa per le diseguaglianze di genere e approda ai caregiver. Insomma: le solite promesse di assistenzialismo e neanche tanto convinte. 3-0. 
Resta appunto la sensazione - anzi la certezza - che la famiglia sia stata ancora una volta tradita. Tradito il Congresso di Verona, che i Cinque Stelle hanno fatto pagare alla Lega fino all’onta della dannatio memoriae. Tradite le politiche familiari in chiave natalista che - seppur zoppicanti, incerte, insufficienti e incomplete - si erano comunque affacciate con il primo governo Conte. Di tutto questo non c’è traccia nel governo più a Sinistra e laicista della storia repubblicana. 4-0.
Ma uno dice: bè vediamo all’opera questa ministra. Certo. Ma come diceva Noodles in C’era una volta in America, è alla partenza che riconosci i vincenti e i brocchi. E alla partenza si riconoscono subito le coordinate che animano la nuova responsabile della Famiglia. Su internet si ritrova ancora il manifesto del Pd di fine legislatura dopo i governi Gentiloni e Renzi. Ebbene: la nostra si vantava di una legislatura dei diritti. Quali diritti? Presto detto: biotestamento, unioni civili e divorzio breve. Praticamente il manifesto Agesci. E quello Cirinnà. 5-0. 
Per le politiche familiari ricomincia un’altra lunga traversata nel deserto. 
Andrea Zambrano
CONTE E I TEOLOGI
Nuovo umanesimo? No, grazieI
Con gli interventi del vescovo Forte sul Corriere e di Lorizio su Avvenire, il nuovo governo ha avuto il varo anche da parte della Chiesa cattolica. Nella storia abbiamo avuto la proposta di vari nuovi umanesimi, molti dei quali hanno rappresentato un disastro per l’uomo. Ma teologia e filosofia insegnano che non c'è nessuna salvezza in essi. 

l presidente incaricato Giuseppe Conte ha dedicato tre righe del suo discorso per chiedere la fiducia al Parlamento alla necessità di un “nuovo umanesimo”. Si è trattato di un breve accenno, su cui però nei giorni successivi sono stati ricamati molti commenti. Una cosa stupisce prima di tutto: grandi nomi del mondo cattolico ufficiale si sono buttati subito a lodare l’accenno di Conte e a tentare di svilupparlo in vario modo.
Dopo la benedizione politica nei confronti del nuovo governo giallo-rosso, sembra essere giunta dalla Chiesa anche quella teologica. Sia Bruno Forte sul Corriere di ieri che Giuseppe Lorizio su Avvenire dell’altro ieri hanno addirittura collegato il breve intervento di Conte al discorso del papa alla Chiesa italiana convenuta in congresso a Firenze nel 2015. In questo modo il nuovo governo ha avuto il varo da parte della Chiesa cattolica.
Forte, poi, esplicitamente contrappone questo “nuovo umanesimo” al sovranismo e conclude, non disdegnando di passare dai discorsi del papa alla polemica politica immediata, che Conte, per essere coerente, dovrà rivedere le posizioni espresse dal ministro Salvini. Naturalmente, né in Forte né in Lorizio, alcuna precisazione se il decantato “nuovo umanesimo” comprenda anche di rivedere le posizioni espresse dai governi di sinistra su vita e matrimonio. Questa è ormai una costante nei nostri ecclesiastici talmente scontata da essere proprio per questo di una inaudita drammaticità.
È difficile valutare il reale significato dell’espressione adoperata da Conte. Tuttavia, valutando i commenti che ne sono stati fatti e il contesto in cui la frase è stata pronunciata, vale a dire il passaggio ad un governo fortemente caratterizzato dalle proprie anomalie, qualche riflessione può essere svolta, per dimostrare che di un nuovo umanesimo non abbiamo per niente bisogno perché ci basta quello di sempre. Al nuovo umanesimo preferiamo la riscoperta dell’umano.
Nella storia abbiamo avuto la proposta di vari nuovi umanesimi, molti dei quali hanno rappresentato un disastro per l’uomo. I nuovi umanesimo volevano fare l’uomo nuovo, senza tenere conto della natura umana. È pensando a questi disastrosi nuovi umanesimi che siamo molto scettici davanti a nuove proposte di questo genere, compresa quella di Conte. Facciamo un esempio facile facile: l’identità culturale e storica della propria nazione è una esigenza della natura umana? Certamente sì, compresa la sua difesa rispetto ad altre identità o ad una non-identità che si vorrebbe imporre. Il nuovo umanesimo di Conte, però, compresa l’autorevole interpretazione di Forte, vorrebbe cancellare tale identità, vita come chiusura e fonte di potenziale conflitto. In questo modo il “nuovo umanesimo” forza la natura umana, vorrebbe creare un uomo nuovo, mentre ci sarebbe da riscoprire l’esigenza di identità della natura umana. 
I “nuovi umanesimi” hanno sempre pensato di avere la natura umana davanti a sé, di poterla indirizzare, costruire, addirittura riplasmare. Invece la natura umana l’abbiamo dietro di noi, va continuamente riscoperta. Essa non nasce dal nostro cammino, è piuttosto essa a dettarcelo. Questa idea di una natura umana davanti a noi è stata fatta propria anche dalla teologia cattolica, da quando la prospettiva della storia ha sostituito quella della natura e da quando l’utopia è stata ritenuta più importante della realtà. La teologia si è concentrata sulla salvezza (che ci sta davanti) e ha dimenticato la creazione (che ci sta dietro). Ma nessuna salvezza è possibile senza il rispetto dei comandamenti inscritti nella nostra natura. Per questo motivo oggi anche la teologia cattolica di Forte o di Lorizio o di altri appoggia con gioia i “nuovi umanesimi”, il cui contenuto normativo, però non c’è, perché verrà costruito nel futuro.
Questo ci conduce al contesto del nuovo governo in cui l’appallo di Conte è risuonato. Se il nuovo umanesimo fosse un guardare indietro per riscoprire la natura umana, prima di tutto non si chiamerebbe “nuovo” e poi si sarebbe tradotto in un elenco di cose da fare – abolizione della 194 sull’aborto, della Cirinnà sulle unioni civili e della 218 sul fine vita per esempio – per ripristinare l’ordine perduto. Così, però, non è stato, perché il “nuovo umanesimo” lo si vuole fare senza avere alle spalle la normatività della natura umana, anzi contro di essa, tanto che si vuole negare anche il diritto dell’uomo alla identità della propria nazione.  
Il “contesto Conte”, dentro il quale si è collocato l’appello al nuovo umanesimo, è quello di un governo messo lì da forti poteri finanziari internazionali, dalle principali cancellerie europee, dalla nuova Commissione dell’Unione, dai “grandi vecchi” della politica italiana, dal progressismo ideologico e dall’utopia globalista. Aver parlato di “nuovo umanesimo” in questo contesto, escludendo di rivendicare un qualsiasi ritorno alla natura umana, ma anzi proponendo di costruire un’ampia condivisione sulla sua riformulazione futura, dà forza alle visioni fortemente negative, come quella di Padre Livio su Radio Maria, che interpretano l’iniziativa come interna ad una visione – indicata in quella nel filosofo francese Edgar Morin – che potremmo definire sincretista, post-umanista e globalista, pur presentata nella piacevole formula  “dell’accettazione reciproca e della convivenza delle diversità” (Morin).  
Scriveva Morin nel 2012: “Ormai la riforma politica è indissociabile da una riforma di civiltà, da una riforma di vita, da una riforma del pensiero, da una riforma spirituale, nella prospettiva di un nuovo umanesimo planetario. Per la prima volta nella storia umana la Terra, in quanto Patria, è divenuta realtà concreta”. Sinceramente non vorrei mettere tutto questo nelle mani di Conte, non vorrei – come illuministi e massoni hanno sempre auspicato – chiamare Patria la Terra, e non vorrei che questo progetto fosse avallato con le parole del Papa.
Stefano Fontana

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