ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 22 ottobre 2019

Anche i laici cominciano a preoccuparsi

Credere di guadagnare così l'Amazzonia per perdere il resto del mondo. Il sinodo visto da Mindanao

Ricevo e pubblico.
*
Caro Magister,
le suggestioni di riti più o meno amazzonici e di statuette di donne incinte possono incantare i padri sinodali e chi li circonda, ma mettono nei guai i cattolici nel sud del mondo. Perché anche tra le baracche delle periferie globali la gente guarda Youtube e passa ore su Facebook, e quelle statuette assumono lì un significato che complica molto la vita di catechisti e missionari alle prese con una costante emorragia di fedeli.

È esperienza di chiunque faccia qualche viaggio missionario fuori dall'Europa quella di trovarsi di fronte un gran numero di agguerrite chiese evangeliche o sette millenariste che passano gran parte del loro tempo ad attaccare la Chiesa cattolica e a portarle via fedeli. Uno dei loro argomenti principali è: “I cattolici adorano le statue”, "I cattolici adorano i demoni". Ergo: “I cattolici non sono cristiani, venite da noi".
Bene. Vi racconto la mia esperienza di semplice fedele che per motivi personali frequenta spesso l'estremo sud delle Filippine, Mindanao. Regione in cui a un gran numero di musulmani da secoli insediati si è aggiunta una esplosione protestante che fa intravvedere un futuro in salsa brasiliana, cioè pentecostale, anche in quello che ancor oggi è uno dei Paesi più cattolici del mondo, appunto le Filippine.
Non c'è strada, canale Tv o frequenza radiofonica che non sia infestata da predicatori in cerca di prede cattoliche. Il primo obiettivo è convincere che la Chiesa cattolica è falsa. Il secondo è farsi pagare la decima. Ebbene, le immagini dell'adorazione di divinità pagane – o comunque di qualcosa che sembra una divinità pagana – durante una cerimonia nei giardini vaticani, sotto gli occhi del papa, hanno fatto davvero il giro del mondo. E a Mindanao, specie nelle aree come South Cotabato dove i protestanti sono ormai il 20 o 25 per cento della popolazione, hanno dato un grosso aiuto a predicatori di ogni sorta per additare: "Guardate, i cattolici sono idolatri. Come vi abbiamo sempre detto. Come dice la Bibbia”.
Conversando oggi con una giovane, coraggiosa catechista cattolica, anche lei scandalizzata, ho sentito nella sua voce la vergogna di non sapere come difendere la sua fede, di non sapere come spiegare ai ragazzi che non è vero che i cattolici sono idolatri. Per rispetto poi non ha voluto nemmeno commentare su Facebook quanto successo a Roma, perché se si fosse messa a criticare quanto avvenuto avrebbe fatto un assist ai protestanti. Valle a spiegare alla gente di queste regioni le sottigliezze del prefetto Paolo Ruffini sul vedere il male laddove non c'è. E se questo è successo a Mindanao, non oso immaginare in Africa o in Sud America.
Quello che è certo è che quelle immagini, viste dal sud del mondo, fanno davvero tanto male al cuore. E rendono la vita molto difficile a chi già ogni giorno da un lato rischia attentati islamici quando va in chiesa e dall’altro lato fronteggia il  proselitismo protestante quando cammina per strada.
Spero che a Roma capiscano. Credere di guadagnare così l'Amazzonia per perdere il resto del mondo... Bel risultato.
[Lettera firmata]
Settimo Cielo
di Sandro Magister 22 ott
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/10/22/credere-di-guadagnare-cosi-lamazzonia-per-perdere-il-resto-del-mondo-il-sinodo-visto-da-mindanao/

IL RATTO DELLE PACHAMAMA, TORNATE IN GREMBO ALLA NATURA 
Come è noto, ieri alle prime luci dell’alba due cattolici ardimentosi hanno liberato alcune statuette indigene (probabilmente simboleggiavano la Pachamama, la Madre Terra) dalla prigione in cui erano state crudelmente  rinchiuse (la chiesa di Santa Maria della Traspontina a via della Conciliazione) e le hanno riportate a quella Natura cui erano state indebitamente sottratte. Raggiunto il mare per via fluviale, le statuette si trasformeranno in cibo pregiato per pesci buongustai.
Immediate le reazioni. Esulta la Confederazione internazionale delle Pachamama (Cip), proponendo che il 21 ottobre sia proclamata Giornata della Liberazione amazzonica.
Nel mondo turiferario invece si versano lacrime rabbiose, si roteano minacciosi gli occhi, si prospettano misure drastiche. C’è chi invoca la costruzione di un muro attorno alla chiesa della Traspontina, vigilato da turiferari armati di cerbottana con freccette al veleno amazzonico. C’è chi propone la distruzione mediante ruspe del ponte Sant’Angelo, da cui si sono tuffate le statuette verso l’agognata libertà: ne sia cancellata anche la memoria. C’è chi chiede per i protagonisti del Gesto l’emissione di un daspo ecclesiale alla stregua di quanto accade con certi ultrà delle curve calcistiche ovvero: siano banditi in aeternum dall’ingresso nelle chiese di Roma. E c’è anche chi, in segno di solidarietà concreta con i carcerieri affranti, postula la vendita di beneficenza, al mercato domenicale di Porta Portese, di tutti gli ori della Basilica di San Pietro.
Attendiamo sviluppi.
estratto da:
https://www.rossoporpora.org/rubriche/svizzera/903-voto-svizzera-piu-verde-con-premessa-sinodale-pachamamica.html

OSSERVATORE MARZIANO: LE INTERCETTAZIONI DICONO CHE BERGOGLIO È UN PROBLEMA…


Carissimi Stilumcuriali, Osservatore Marziano si è scatenato, e ci promette rivelazioni scottanti sui rapporti fra l’amministrazione Obama-Clinton (quelli che volevano cambiare le cose nella Chiesa cattolica, vedi Podestà, e magari ci sono proprio riusciti, qualche anno fa…) e i gesuiti americani e magari fra alcuni grandi elettori del Pontefice regnante. Ma intanto ci dice che quel Pontefice sta cominciando a diventare un problema per tutti, anche per quelli che fanno parte del suo bacino di utenza…Buona lettura.

§§§

Querido amigo Tosatti (sto apprendendo lo spagnolo per capire meglio l’argentino nelle intercettazioni delle telefonate tra Bergoglio e i gesuiti deviati hispanici che lavorano alla corte di Hillary Clinton).
Come lei sa qui su Marte abbiamo una specie di sistema di intercettazione telefonica molto avanzata che ci permette di ascoltare le vostre conversazioni e controllarvi, quasi come Google o Amazon.
Ho detto quasi, perché non siamo ancora così avanzati come Google o Amazon, ma stiamo progredendo.
Comunque mi ero impegnato con lei a riferirle ogni fatto interessante che riguarda il vostro Santo Pontefice ricavate da intercettazioni.
Oggi posso darle solo una brevissima, solo un flash, anteprima di quello che le racconterò, con maggior dettaglio, un po’ più avanti nei tempi.
Ascoltando le intercettazioni, Bergoglio sta rappresentando un problema per molti.
Diamo per scontato che rappresenta un problema per i cattolici (non tradizionalisti, cattolici e basta) e anche per i non cattolici che si fan chiamare cattolici adulti o progressisti. E’ scontato.
Dalle intercettazioni rileviamo anche che sta rappresentando un problema anche per gli ebrei, perché confondendo il bene con il male, li preoccupa; poiché nella storia, quando ciò è avvenuto, a pagare son sempre stati loro.
Dalle intercettazioni rileviamo che sta rappresentando un problema anche per i musulmani, perché relativizzando la fede cattolica, privandola del sacro, ignorando sempre più lo spirito, per occuparsi della materia, laicizza in formula gnostica il mondo in cui i musulmani stanno penetrando con le migrazioni.
Dalle intercettazioni rileviamo che anche i laicisti, alla Voltaire, cominciano a preoccuparsi, perché a loro del cattolicesimo e della chiesa non frega nulla, ma dell’etica cattolica praticata, frega e come, perché loro non la praticano ma ne beneficiano.
Se i cattolici però spariscono e non la praticano più loro non ne beneficiano più.
Sempre dalle intercettazioni rileviamo che neppure i protestanti luterani e calvinisti son felici. Perché comprendendo che il papa sta trasformando i cattolici di santa Romana Chiesa in simil-protestanti, insegnando loro a distinguere tra fede e opere, insegnando la giustificazione, il ruolo della coscienza personale, la fine del libero arbitrio, il fatto che possano peccare, senza neppure pentirsi troppo, ebbene son preoccupati.
Lo sono perché il mondo ex cattolico è molto più geniale di quello luterano (grazie a San Tommaso…) e se compete luteranamente e calvinisticamente con loro, vince. Per quello mica son contenti…La terrò informata.
Suo OM
Marco Tosatti

22 Ottobre 2019 Pubblicato da  13 Commenti --


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La carta vincente? Amare chi ci fa soffrire

Cari amici di Duc in altum, è tornata a scrivermi Giovanna, la religiosa che già tempo fa è intervenuta nel blog. Questa volta propone una riflessione sull’importanza di amare coloro che critichiamo e che ci fanno soffrire. Parole sulle quali meditare in un momento come questo, nel quale tanti si chiedono come salvaguardare la fede di fronte ad attacchi che arrivano dall’interno stesso e addirittura dai vertici della Chiesa.
A.M.V.
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Il virus dell’umanesimo, dal XIV secolo in poi, ha iniziato ad agire lentamente, senza che l’uomo, fino ad allora “religiosus”, se ne accorgesse. C’è voluto tempo, ma alla fine è riuscito a contaminare l’organo principale, quello dal quale dipendeva ogni possibilità di guarigione, cioè la Chiesa cattolica.
Così ci troviamo oggi inseriti in una Chiesa malata, che ha rimosso il soprannaturale – dal quale dipende la sua esistenza – per fare dell’uomo l’oggetto principale di ogni suo interesse e di ogni sua azione.
Staccandosi dalla fonte della vita questa Chiesa malata ha dimenticato che l’amore per il prossimo, nel quale tanto si è immersa, è solo una conseguenza dell’amore per Dio.
L’umanesimo cristiano, di cui tanto parlano quei sacerdoti e laici che, comunque, una parvenza religiosa la vorrebbero mantenere, in realtà non esiste, è una contraddizione, perché o c’è l’uomo o c’è il cristiano (colui che è di Cristo). Cristo non può essere l’aggettivo dell’uomo.
“Sappiate bene che è finito il tempo in cui si aveva a che fare con degli avversari; ora avete a che fare con dei malati che cercano di attirarvi nella loro malattia, presentandola come un grado superiore di salute”, così scriveva il padre Marie-Dominique Molinié nel 1971, parlando della situazione della Chiesa in Francia.
Come in altre lettere – tutte da bere, tanto sono dissetanti per la mente – anche in questa egli aggiungeva che “bisogna chiedere a Dio la grazia di non lasciarsi turbare da chi si offre di iniziarvi agli stati d’animo superiori della ricerca e del disagio”, anche se la resistenza scatenerà l’ira dei malati.
Insomma, una vera profezia.
Infatti c’è oggi una parte maggioritaria di Chiesa, quella dei malati, che disprezza molte sue membra e se le vorrebbe volentieri amputare, senza pensare alle conseguenze di un Corpo Mistico mutilato. Per questa parte di Chiesa il soprannaturale è diventato perfettamente estraneo: non comprende il Corpo Mistico e ancor meno può comprendere il Corpo Mistico mutilato.
Le membra che la Chiesa malata disprezza sono bollate di integralismo, rigidità, moralismo, ed è su di esse che vorrei fare una riflessione, per cercare di capire perché la loro azione risulta così sterile e non dà risultati all’altezza di tanti sforzi.
Prima di tutto chi sono questi disprezzati? Come si possono definire?
Capovolgendo la solita spiegazione ormai usurata possiamo dire che sono i “piccoli” del Vangelo. I piccoli credono a quello che ha sempre insegnato la Chiesa, che è madre, sono stati educati alle cose sante e le amano perché sanno, come i bambini nei confronti dei loro genitori, che la loro vita ha senso solo a partire da esse, e per questo sopportano di essere marchiati e additati come benpensanti e moralisti, perché oggi il pensare bene e l’avere idee precise è una colpa.
Sono definiti intolleranti, come se esserlo fosse un reato. Ma giustamente Chesterton osservava che “la tolleranza è la virtù dell’uomo senza convinzioni”, e aveva ragione, tollerare vuol dire “prendere su di sé”, “farsi carico”, e perché devo fare miei gli errori degli altri?
In più, intorno a loro è stata abilmente creata un’aura di antipatia e di disprezzo a prescindere: sono ritenuti degli intoccabili, ovvero dei fuori casta.
Con loro la Chiesa malata, che parla tanto di ponti, ha fatto crollare ogni ponte.
Tenuti da parte perché non contaminino il sistema, questi disprezzati sono diventati periferia, quello scarto che tanto pesso figura nei ragionamenti ella Chiesa malata, e penso che proprio per questo il Signore li ami, perché sono perseguitati a causa del Suo nome.
Allora mi chiedo: perché tutto quello che dicono e fanno non ha un riscontro tangibile, che ribalti il frangente in cui ci troviamo?
“Maestro, non ti importa che noi periamo?” (Mc 4,38)
“Signore, non ti importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?” (Lc 10,40)
Signore, non ti importa che la tua Chiesa si stia suicidando?
Ma a noi, come a Marta e agli apostoli, che guardavano rispettivamente la sorella e il mare in tempesta, il Signore vuole insegnare che c’è qualcosa che va oltre il contingente, e che è lì che bisogna dirigere lo sguardo, così “da non guardare più nessuno alla maniera umana” (2Cor5,14-21).
E qui vorrei aprire una parentesi. Tante volte ci si sofferma troppo sui video e sulle notizie che ci mostrano il degrado della Chiesa umana; non che non si debba essere informati, anzi, è necessario esserlo, però spesso vi indugiamo troppo, e questo basta al demonio per entrare in noi e attizzare tutta una serie di reazioni scomposte che ci portano a fare il suo gioco.
Dobbiamo ricordarci che “il nostro combattimento infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà,  contro i dominatori di questo mondo di tenebra”. (Ef 6,12). Il male non va contemplato, perché noi non abbiamo la forza per resistergli.
Chiusa parentesi.
Poi ci sono le reazioni umane comprensibili, di disapprovazione, di dispiacere, gli appelli, il ricorrere alla correzione fraterna, alla mobilitazione di gruppo, tutto giusto, giustissimo, però non è che questo ci faccia troppo somiglianti ai  Boanerghes (Figli del tuono) Giacomo e Giovanni prima della Passione?
Ecco, il punto è proprio questo: penso che sia necessario per noi, come è stato per loro, attraversare la Passione mano nella mano con l’Amato, per essere trasfigurati, per imparare il suo modo di amare, che deve diventare il nostro.
Non ci si può fermare prima, pur con tutte le buone intenzioni e azioni, perché si resta incompiuti.
Perché quello che importa al Signore è la salvezza di tutti, compresi quelli che lo stanno tradendo, salvezza che si raggiunge nella somiglianza a Cristo, al di là e al di sopra di ogni accadimento terreno, che Lui potrebbe sistemare in qualsiasi momento piegando solo il suo dito mignolo.
E allora mi sono chiesta: quando leggo e vedo tutto quello che sta accadendo nella Chiesa, mi sanguina il cuore come a Lui? Giudico tutto questo come lo giudica Lui? Ho i suoi stessi sentimenti d’amore (non di sopportazione o di non-odio, ma di amore) nei confronti di chi Lo tradisce?
Infatti è per questo che siamo stati creati, per assomigliargli, perché, come spiega in una bellissima omelia san Basilio il Grande, l’immagine di Dio in noi l’abbiamo da subito, la somiglianza dobbiamo conquistarla durante tutta la nostra vita.
Ma per riuscirci occorre alzare la mira e portarci nella dimensione soprannaturale, oggi tanto sconosciuta, perché è lì e non altrove che si decidono gli eventi fondamentali del mondo, è da lì che ci sono donati i miracoli, e l’umanamente impossibile diventa possibile.
Ed è la strada che hanno sempre battuto i santi, con ottimi risultati.
“Il mondo è in fiamme” esclamava santa Teresa di Gesù (d’Avila) che, pur in clausura, era al corrente di tutto ciò che accadeva fuori.
Nel Cammino di perfezione scrive: “In questo tempo mi giunse notizia dei danni e delle stragi che avevano fatto in Francia i luterani e di quanto andasse aumentando questa malaugurata setta. Ne provai gran dolore e, come se io potessi o fossi qualcosa, piangevo con il Signore e lo supplicavo di porre rimedio a tanto male”.
E ancora:  “Oh, mio Redentore, il mio cuore non può giungere a tanto, senza sentirsi spezzare dalla pena! Che cos’è oggi questo atteggiamento dei cristiani? Possibile che a perseguitarvi siano sempre coloro che più vi devono? Coloro ai quali concedete le vostre migliori grazie, che scegliete per vostri amici, fra i quali vivete e ai quali vi comunicate con i sacramenti?”.
Però Teresa non si ferma solo a giudicare rettamente, decide di agire, ma lo fa trasferendo tutto sul piano soprannaturale, l’unico che porta frutto: “Decisi cioè di seguire i precetti evangelici con tutta la perfezione possibile”.
Forti della nostra logica umana potremmo ribattere: ma cosa sta dicendo? Cosa c’entra?
C’entra, perché lei aveva capito che solo partendo dalla santità personale (che è richiesta a ogni cristiano) poteva incidere positivamente sulle sorti del genere umano.
Un’altra Teresa – di Calcutta – a un giornalista che si lamentava con lei della situazione del mondo e della Chiesa, rispondeva “Il problema del mondo e della Chiesa siamo io e lei”.
Tutte e due le sante credevano nell’esistenza del Corpo Mistico e nella sua azione vivificante.
Il problema della Chiesa e del mondo è che nel Corpo Mistico, di cui siamo parte, circola poco amore, perché molto difficilmente riusciamo a portare quello che racimoliamo dal nostro cuore, al grado di incandescenza che è richiesto. Siamo troppo tiepidi.
Il “perdona loro perché non sanno quello che fanno” è da ripetere anche oggi, ma con convinzione e con lo stesso amore con cui lo ha pronunciato Lui.
Chiaramente questo non vuol dire ritirarsi in un angolo e tacere, perché la verità va proclamata apertamente, la correzione fraterna va fatta (Mt 18,15), ma con un valore aggiunto che fa la differenza: un amore profondo nei confronti di coloro ai quali ci rivolgiamo, unito a quello sguardo di una dolcezza insopportabile che, ancora nel XX secolo, padre Kolbe rivolgeva ai suoi carnefici.
Così Gesù, così i santi, così anche noi che santi dobbiamo diventare per assomigliare al Maestro, se no vuol dire che abbiamo attraversato inutilmente la vita.
Il succo della mia riflessione è che tante ottime analisi, denunce e approfondimenti, vanno coniugati a un amore viscerale per coloro che ne sono l’oggetto – e questo atteggiamento richiede una vera Passione, tanto è difficile da assumere  –  per il solo motivo che Cristo li ama.
Ed è solo partendo dall’amore di Cristo che noi possiamo a nostra volta amarli.
Se no tutto si riduce a filantropia, che ci riporta a livello dell’umanesimo.
Attraverso l’odierna grave crisi della Chiesa, Dio ci sta mettendo tutti alla prova: chi lo sta tradendo perché abbia modo e occasione per capire e ritornare a Lui; chi formalmente è nel giusto, perché comprenda che c’è una giustizia più radicale e profonda, che si coniuga solo con la carità teologale.
Perché nessuno può dirsi giusto davanti a Lui.
Giovanna, eremita

Pessime intenzioni

Permettetemi qualche chiosa sul ratto e conseguente lancio a fiume delle statuette lignee amazzoniche in quel di Roma.
Punto primo, io in certe chiese ho visto di tutto. Ho visto sugli altari immagini di noti eretici e credenti in altri religioni; ho veduto portare in processione un po’ ogni cosa, terra, fiori, palloni e così via. Ma sulle pareti cappella Sistina sono dipinte le profetesse pagane del tempo che fu, e pure Virgilio. Il punto è: sono il contorno, non la pietanza. Il cristianesimo può valorizzare tutto, statue di donne nude incinte comprese, perché Cristo è tutto in tutti, e redime ogni cosa.
Ma solo se c’è lui per primo. Se il suo nome non è invocato, pregato per primo, allora anche una “Nostra Signora” può diventare pagana. Noi veneriamo Maria quale Madre di Cristo, non come divinità a se stante. Fosse altrimenti, la sua statua andrebbe buttata nel Tevere, fosse anche scolpita da Della Robbia. Il senso di ogni cosa portata all’altare è che tramite essa si glorifica Lui. Se non è così non è cristianesimo, anche fosse fatto con la migliore delle buone intenzioni. Sarebbe uno sbaglio da correggere.
Posso venerare un’icona di Maria con le tette di fuori come le Madonne del Latte cinquecentesche, se è Maria, se mi richiama la realtà della Madre di Dio. Se quel bambino nel grembo della statuina è Dio, me lo si dica chiaramente, e bacerò quell’immagine che mi richiama all’Incarnazione. Se non lo è, non voglio averci a che fare. Chi sa, lo dica: sì o no?
Essere segno del Mistero è cosa rende sante le cose. Chiariamo cosa è santo e cosa no; cosa va gettato, e cosa no. Dell’immondizia (ciò che non è mondo, puro) uno se ne libera. Gli idoli, di legno o di pensiero, sono immondizia.
Punto secondo. Perché il gesto ha suscitato tanto entusiasmo? Per lo stesso motivo per cui Fantozzi è stato portato in trionfo dopo avere detto la sua opinione sulla Corazzata Potëmkin. Usare un linguaggio scurrile (“cagata pazzesca”) è certamente da stigmatizzare, ma ha il merito di togliere il tappo del conformismo, del timore imbelle. Fa capire che davvero non se ne può più. Che, nei pensieri reconditi della gente, più che le statuette dovrebbero rinfrescarsi le idee nel fiume chi ce le ha volute. Perché la gente sa ancora cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è bene e cosa è male, quando li si tenta di ingannare, mentendo e manipolando, per portare avanti un proprio misero progetto. Almeno, quelli che ci tengono. Gli intellettualoidi possono contargliela, ma il senso comune difficilmente se la beve. Il gregge si domanda che cavolo stiano facendo i suoi pastori, chi siano realmente. Diteci qualcosa di cattolico, qualcosa in cui credere, che allarghi il cuore, e non la rifrittura di ideologie che Cristo ha sconfitto. Parlateci di cose e persone sante. Se l’intenzione è retta, se ancora credete.
Punto terzo, non comprendo perché dovremmo rispettare la Tradizione dei popoli amazzonici e nel contempo negare la Tradizione del popolo cattolico. La tradizione di quelle tribù è l’infanticidio e peggio? Quello dei romani di gettare nel Tevere quanto non gradiscono. Se occorre rispettare quella cultura, perché dovremmo disfarci della nostra? Mi pare abbia costruito un bel po’ di più di capanne di fango. Allora il dubbio viene che non sia tanto la Tradizione di per sé ciò di cui dicono ci dovremmo disfare, ma il suo contenuto. Non mi è chiaro perché dovremmo sostituire il tricorno con un cappello di piume. Oh, certo, alcune cose sono orpelli e sovrastruttura. Il cuore della Tradizione però è Cristo.
Chi allora ha le intenzioni peggiori: chi vuole liberarsi di brutte statuine, o del significato stesso della Chiesa?
Il Rio delle Amazzoni non è il Tevere. Se non altro il gesto l’ha chiarito a chi si illudeva. Che si smetta di spacciare l’uno per l’altro.

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