ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 18 ottobre 2019

“Non vedo, non parlo, non sento”

Riti pagani in Vaticano, dopo lo sfregio la menzogna

Una situazione surreale si trascina da giorni ai briefing del Sinodo: alle domande dei giornalisti che chiedono chiarimenti sui riti pagani svoltisi nei Giardini Vaticani il 4 ottobre e che si susseguono nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, i responsabili della comunicazione del Sinodo, Paolo Ruffini e padre Giacomo Costa, prima fanno finta di non sapere e poi offrono versioni platealmente smentite dalle numerose testimonianze fotografiche e video. Intanto un sito di magia ed esoterismo esulta: «Finalmente la Chiesa riconosce l'importanza delle religioni pagane».

                             Anche i frati francescani partecipano al rito pagano


Come noto, lo scorso 4 ottobre nei Giardini Vaticani si è svolto un rito pagano: ebbene, mentre un sito di magia, occultismo e paganesimo esulta per il «passo importante della chiesa verso il riconoscimento delle religioni pagane e della loro importanza», e ci informa che «le streghe sono felicissime» per questo (clicca qui), in Vaticano sembrano tutti all’oscuro di quanto successo pur se erano presenti, e giocano alle tre scimmiette (“non vedo, non parlo, non sento”).

È una situazione surreale quella cui abbiamo assistito seguendo i briefing degli ultimi due giorni: prima una giornalista, Diane Montagna di LifeSiteNews, ha chiesto chiarimenti sul significato di queste cerimonie che, dopo i Giardini Vaticani, si sono ripetute addirittura nella Basilica di San Pietro e poi nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, come già abbiamo avuto modo di raccontare (clicca qui). Poi ieri è stata la volta di un vaticanista di lungo corso come Sandro Magister lamentarsi della mancanza di informazioni precise sulla stessa cerimonia nei Giardini vaticani. Ma entrambi si sono scontrati con un muro di gomma, risposte evasive, inverosimili o semplicemente menzogne

Ricordiamo brevemente la vicenda: alla vigilia dell’apertura del Sinodo, nei Giardini Vaticani si è svolto un lungo rito alla presenza del Papa e di alcuni vescovi e cardinali guidato da due sciamane, con i presenti che si prostravano a terra davanti a una serie di oggetti simbolici tra cui la scultura in legno di una donna nuda e incinta di fronte a un’altra donna; e poco più in là la raffigurazione di un soggetto maschile ovviamente nudo inequivocabilmente pronto alla riproduzione. Da qualsiasi tradizione questo rituale venga, è stato senz’altro presentato
come amazzonico e non ci sono dubbi sul suo significato pagano: una venerazione alla Madre Terra e a una probabile dea della fertilità, come siamo stati abituati a vederne in tante religioni pagane. Neanche sulla gravità di quanto accaduto dovrebbero esserci dubbi, come ha spiegato da queste colonne padre Riccardo Barile (clicca qui). Ma nei giorni successivi questa messa in scena è continuata nella Basilica di San Pietro e poi nella chiesa di Santa Maria in Transpontina dove è stata celebrata anche una sorta di liturgia sincretista – già proibita da san Giovanni Paolo II – alla presenza di alcuni padri sinodali (clicca qui).

Le immagini di quanto accaduto nei Giardini Vaticani – peraltro diffuse dal portale ufficiale Vatican News - hanno fatto il giro del mondo e hanno creato un notevole sconcerto tra i fedeli. Se poi aggiungiamo che lo “spettacolo” continua ormai su base quotidiana nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, a due passi da piazza San Pietro, una richiesta di chiarimenti è il minimo che si possa fare. Anche perché nel frattempo, come accennato all’inizio, un sito dedicato alla magia, all’occultismo e al paganesimo - Antro Magia -, ha salutato con entusiasmo questa apertura della Chiesa ai riti pagani: «Sappiamo che ci sarà sempre chi è contro queste bellissime iniziative purtroppo, ma da parte nostra siamo molto felici di questo evento che sicuramente aprirà le porte verso un futuro più aperto e roseo per noi pagani».

LA DOMANDA

Ecco dunque che al briefing di martedì 15 ottobre la giornalista americana chiede lumi; anche perché – ricorda – pochi giorni prima, sempre durante il briefing, un padre domenicano aveva parlato di diverse possibili interpretazioni della statua di donna nuda incinta, dalla Madre Terra alla Vergine Maria. Quindi si può sapere esattamente cosa rappresenta questa statua e che valore aveva il rito nei Giardini vaticani, che in fondo fanno parte della casa comune dei battezzati cattolici?

Di fronte, a essere chiamati in causa, sono Paolo Ruffini, prefetto della Segreteria per la Comunicazione; Cristiane Murray, che modera quotidianamente i briefing; e il gesuita padre Giacomo Costa che, sempre quotidianamente, ha l’incarico di sintetizzare quanto avvenuto nell’aula sinodale. E qui comincia il teatrino: prima fanno finta di non capire a cosa si riferisca, poi l’onesto Ruffini non riesce a tenere la parte e, promettendo di chiedere «maggiori informazioni», dà un suo parere personale («non da prefetto»), da presente che era nei Giardini vaticani: «Credo che rappresenti la vita e basta, io l’ho vista così, la vita nel momento in cui si fa vita attraverso la donna. Andarci a vedere simboli di paganesimo, credo sia vedere il male dove non c’è».

La trovata di Ruffini, pur pronunciata tra mille indecisioni, appare improvvisamente come la geniale via di uscita da una situazione imbarazzante, e gli altri vanno subito a ruota. «Ma sì – arriva subito padre Costa, mentre la Murray nel frattempo scarica su Repam e Movimento cattolico per il clima la responsabilità di tutto – non c’è niente di sacro, è un’indigena che porta la vita». «Io non l’ho neanche vista», aggiunge padre Costa. Poi inizia lo scherno: «La vergine Maria? Chi l’ha detto? Mai sentito», dicono in duetto con sorrisetto di sufficienza padre Costa e la Murray, per poi chiudere ogni discorso: «È una figura femminile che non ha alcun valore, né pagano né sacro».

Poi c’è l’appendice di ieri: interrogato ancora sul rito nei Giardini vaticani, Paolo Ruffini offre la sua testimonianza personale: «È stato solo un momento di preghiera, una cosa semplice, si è detto un Padre nostro e basta».

LE MENZOGNE

Si può capire l’imbarazzo nel dover spiegare qualcosa di abominevole, ma le risposte raffazzonate dei tre sono una toppa peggiore del buco. Basta osservare questo breve video (clicca qui), girato da una angolatura più ravvicinata rispetto a quello di Vatican News, per sbugiardare Ruffini e compagnia: è un vero e proprio rito pagano per la fertilità, a cui partecipano anche dei religiosi cattolici, officiato da due sciamane che, alla fine, si presentano al Papa – che invero non appare proprio a suo agio – presentandogli la statuetta di legno di cui tanto si discute. Una delle due sciamane, con dei movimenti rituali, infila al Papa un anello nero, che parrebbe essere il “tucum”, fatto con una palma tipica della foresta amazzonica e – grazie ai teologi della liberazione - diventato simbolo dell’identificazione con la causa indigenista. «Chi lo indossa – spiegò una volta il vescovo Pedro Casaldáliga – fa propria la causa degli indigeni, fino alle estreme conseguenze». Altro che semplice gesto di preghiera nel giorno dedicato a San Francesco.

Quanto alla statuetta di legno, i tentativi di spacciarla per qualcosa di cattolico sono stati diversi. Non solo, come ha ricordato Diane Montagna, ne aveva parlato anche un padre sinodale durante un briefing (ma si ascoltano fra di loro?), ma a definirla “Nostra Signora dell’Amazzonia” era stato addirittura Vatican News nella sua versione portoghese, citato poi dall’agenzia Aciprensa. Poco importa che in realtà non esista alcuna “Nostra Signora dell’Amazzonia”, e neanche ci dilunghiamo con altri esempi di tentativi di “battezzare” la statuetta pagana: il tentativo di raggirare i fedeli cattolici è evidente e parte dal Vaticano.

Da ultimo, padre Costa: ha detto che non aveva neanche visto la statuetta in questione: in realtà lui ha addirittura presenziato alla paraliturgia sincretista in Santa Maria in Transpontina, come testimoniato proprio da un nostro articolo, e non era bendato (clicca qui).

Dunque, alla gravità di quanto accaduto nei Giardini vaticani e continua ad accadere nella chiesa di via della Conciliazione, a due passi da San Pietro, si aggiunge questo vergognoso tentativo di nascondere la verità, questo fare finta di non sapere, questo mentire spudoratamente e questo trattare con sufficienza e scherno quanti hanno la ventura di chiedere ragione di quanto sta accadendo.

È un triste spettacolo che si commenta da solo.

Riccardo Cascioli

- L'AMAZZONIA NON È IL POLMONE VERDE, NÉ IL PARADISO, di Marinellys Tremamunno
- SI COMINCIA A LAVORARE SUL DOCUMENTO FINALE, di Nico Spuntoni


https://lanuovabq.it/it/riti-pagani-in-vaticano-dopo-lo-sfregio-la-menzogna

Sinodo sull’Amazzonia con la dea pagana Pacha Mama





Roma, Vaticano, Sinodo sull’Amazzonia

La statua della dea pagana Pacha Mama è entrata in processione nella Basilica di San Pietro il 7 ottobre 2019, giorno della festa della Madonna del Rosario.



Tutta la cerimonia è stata seguita e benedetta dal Papa regnante attorniato da dozzine di cardinali e da quasi 200 vescovi.

Si danno pure il cambio per non mancare di rendere tanto onore alla dea


Sul pavimento della Basilica tutti rendono omaggio a questa dea pagana



Pacha Mama (Madre Terra) era già venerata dagli Inca come dea della terra e della fertilità; costituiva la parte femminile o lunare della divinità, la cui parte maschile o solare era Inti. Entrambi sono ancora oggetto di culto…

oggi perfino nella corte papale di Bergoglio.


di Joaquim De Alburquerque


Pubblicato sul  sito Medias Press Info




http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3216_Pacha_Mama_in_San_Pietro.html

Strano dunque vero / 5

La nostra rubrica Strano dunque vero è oggi interamente dedicata all’ultimo briefing sul sinodo amazzonico nella sala stampa vaticana.
***
Il Cimi (Consiglio indigenista missionario), organizzazione co-fondatrice della RePam (la Rete ecclesiale pan-amazzonica che riunisce vescovi, religiosi e laici dei nove Paesi della Cuenca amazzonica e che per volontà del Papa ha collaborato a stretto contatto con il Vaticano per l’organizzazione del sinodo in corso) ha ricevuto finanziamenti per oltre due milioni di dollari dalla Fondazione Ford, organismo a favore dell’aborto e della teoria del gender.
L’affermazione, come riferisce Diane Montagna, è stata fatta nella sala stampa della Santa Sede dal giornalista Edward Pentin, del National Catholic Register, che ha  portato all’attenzione dell’arcivescovo Roque Paloschi, di Porto Velho, in Brasile, le indagini del giornalista brasiliano Bernardo Küster, il quale ha scoperto appunto che il Cimi ha ricevuto ingenti finanziamenti dalla Fondazione Ford. Ma l’arcivescovo Paloschi, che del Cimi è direttore, ha evitato di entrare nel merito.
“Il database delle sovvenzioni della Ford Foundation – ha detto Pentin – mostra che dal 2010 al 2015 il Cimi ha ricevuto quasi un milione di dollari dalla fondazione, mentre il Consiglio indigeno di Roraima, espressione del Cimi, ha ricevuto un milione e duecentomila dollari dal 2006 fino allo scorso anno”, eppure “è risaputo, soprattutto negli Stati Uniti, che la Ford Foundation è un’organizzazione apertamente a favore dell’aborto e che sostiene anche l’ideologia di genere”.
Di qui la domanda rivolta all’arcivescovo Paloschi: “Potrebbe dirci perché la sua organizzazione, che fa parte della Conferenza episcopale brasiliana, sta accettando finanziamenti da tale fondazione, tenendo conto del fatto che i fondi, finanziando la RePam, finanziano di conseguenza anche questo sinodo?”.
Nella sua risposta l’arcivescovo Paloschi ha riconosciuto che “le cifre sono su Internet” e non ha quindi negato di ricevere finanziamenti dalla Ford Foundation, ma ha evitato di affrontare la questione legata al fatto che la fondazione sostiene politiche contrarie alla morale cattolica ed ha puntato invece sulla circostanza che i conti del Cimi sono stati controllati sia “internamente” sia “a livello di governo federale”.
Apparentemente più preoccupato per la possibilità di essere accusato di frode che di mancanza di coerenza, l’arcivescovo ha tenuto a sottolineare che il suo “conto bancario personale” è già stato controllato da “una commissione governativa”, che ci sono state “due indagini parlamentari, a livello regionale e statale”, che “non sono stati trovati errori” e infine che “non è stata mossa alcuna accusa formale”.
Nessuna smentita, però, circa il finanziamento ricevuto dalla Fondazione Ford.
Come dite? Che è molto strano che organismi sempre pronti a dichiararsi anti-occidentali e anti-capitalisti si lascino poi finanziarie da un’organizzazione espressione del ricco Occidente capitalista? E ancora più strano che organismi cattolici ricevano fondi da chi sostiene l’aborto e la teoria gender?
Certo. Strano, dunque vero.
A.M.V.

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