ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 16 ottobre 2019

Un gran bel diversivo?

A ROMA NEO-MEDIEVALE ECCO L’ULTIMO TRIBUNO DEL POPOLO: COLA DI VATICANACCIO.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, quanto le vicende a cui assistiamo alla corte di papa Bergoglio ricordano oggidì vicende di papati medievali, quando fra i Fori pascolavano le mucche, il Tevere straripava inondando l’arenala e il Ghetto, e le coltellate alla schiena si sprecavano? Tanto che l’ora ha creato l’uomo, e un amico molto esperto di cose vaticane si è gettato sulle spalle il mantello dell’ultimo Tribuno del popolo, Cola di Rienzo…Buona lettura.

§§§

Caro Tosatti,
cogliamo perplessi le dichiarazioni dell’ex Monsignor Sostituto nella sua intervista a Stanze Vaticane sguardo basso, farfuglio inconsueto… lui che ha sempre mostrato una smisurata sicumera nascondendo i centimetri in meno col raddoppio delle consonanti.
Ci viene a dire che “non c’è il più il senso della fedeltà alle istituzioni”… a cosa – o a chi – si riferisce!?
Non potrebbe certo (in linea di principio) riferirsi a Giani, che è stato – specie negli ultimi anni di principato – uomo chiave (e simbolo) della gestione autoritaria (e autocrate) del regno… eppure pare proprio così.
Un’affilata di lame in difesa del fido Carlino?
Probabile… e ciò dimostra che, in fondo in fondo, nella riva destra del Tevere, forse ad alcune cose ci si tiene ancora… naturalmente con buona pace della Giustizia, per la quale è da mo’ che suonano a morto le campane di Roma.
Ma è evidente che il principio di innocenza è sacrosanto, ed è da ritenere disgustoso che siano state diffuse quelle foto… perché la dignità, una volta sporcata, difficilmente risulta candida.
Eppure, caro Tosatti, proprio ieri al sentire la notizia delle annunciate dimissioni del comandante Giani (accolte con misericordiosa sollecitudine), noi si pensava: ma non è che tutto questo teatrino è un gran bel diversivo per far passare nell’ombra i lavori del sinodo?
La filo-panteistica ciurma di personaggetti dai piumaggi modernisti che non hanno esitato, proni ai vezzi del Misericordioso, a dismettere la filettata  per assecondare un irrituale (e irriverente) desiderio sovrano, mentre fuori i giornalisti si lanceranno come muta latrante contro Giani e i suoi presunti abusi di potere, si potrà dedicare così a smanettare dottrina e costumi, indisturbati, nel silenzio e nelle tenebre, come nelle più sibilanti delle cospirazioni di palazzo.
E così, in men che non si dica, mentre il mondo ascolterà ogni sillaba balbettata da Gisotti sul “caso Giani”, le notizie sul sinodo passeranno in cavalleria, di modo che i veneratissimi sinodali potranno continuare a picconare le Verità senza le quali non ha senso parlare né di Chiesa né di religione.
D’altra parte, a ben guardare, è sempre la solita solfa… rigurgiti sessantotteschi con capopopolo le basse mitrie di cartone d’un episcopato teutonico complessato di antiromanità (come ha opportunamente ricordato Brandmüller) e farneticanti soluzioni funzionali a problemi, al contrario, esistenziali e vitali.
E così, mentre i giornalisti (e il mondo) si spolperanno il commissario Bertini dei nostri cupi e mesti tempi sol perché ha ubbidito a degli ordini, in quell’aula arcobaleno si smantelleranno capisaldi di fede e di costumi.
Va anche detto – a onor del vero – che l’odierno capro espiatorio non è certo uno sprovveduto, e se ha fatto qualcosa è perché qualcuno gliel’ha chiesta… oppure gliel’hanno fatta fare apposta? Oggidì, in un’epoca di grandi sommovimenti e di eterogenesi, non è peregrina nessuna ipotesi… ma d’altra parte, è anche oggettivamente una follia lasciare andare a spasso ai giardinetti un uomo che è stato per troppi anni ingelosito custode di segreti che farebbero crollare il mondo se fossero anche solo sussurrati…
Ma evidentemente l’agenda del sinodo è talmente tanto impegnativa nelle sue adempienze da non risparmiare niente e nessuno…
E così la testa del fino a poc’anzi fedelissimo sceriffo di Santa Marta rotolerà sull’altare della rivoluzione teologica… che, del resto, legittima anche gli inumani abomini perpetrati in amazzonia pur di annientare quanto di più sacro e intangibile esiste per la Chiesa, cioè il Sacerdozio, grazie al quale si dispensano i Misteri di Dio.
Ci riusciranno?
Forse, con una bella accelerata con maggioranze dossettiane che presumeranno di vincere il principio della verità con quello della autorità, fatuamente inconsapevoli – non sappiamo fino a che punto in realtà – di firmare così  la loro condanna all’estinzione. Definitiva.
Ma chi crede – veramente – sa che dopo la morte c’è la risurrezione.
Dei giusti, però, non dei malvagi.
Attento Tosatti, non cada nel tranello.
Vigilate! Sguardo sul sinodo.
Dice il Salmista: «Non siedo con gli uomini mendaci e non frequento i simulatori.»
(Salmo 25, 4)
Dal Vaticanaccio, per ora, è tutto.
Cola.
Marco Tosatti
16 Ottobre 2019 Pubblicato da  3 Commenti --
https://www.marcotosatti.com/2019/10/16/a-roma-neo-medievale-ecco-lultimo-tribuno-del-popolo-cola-di-vaticanaccio/

Papa Francesco, Maglie contro le dimissioni di Giani: "Un capro espiatorio, pensasse alla Orlandi"


Maria Giovanna Maglie non ha preso bene le dimissioni di Domenico Giani, l'ex capo della Gendarmeria del Vaticano. L'uomo, da tempo ai vertici della Santa Sede, ha rinunciato al proprio ruolo dopo la soffiata sui cinque dipendenti di Bergoglio immanicati con investimenti milionari. Un dietrofront, quello di Giani, quasi forzato per la giornalista che su Twitter ha cinguettato così: "Cronache marziane da Santa Marta, Bergoglio: 'Non c'è spazio per gli ipocriti e i sepolcri imbiancati'. Dopo aver epurato il capo della gendarmeria Giani, capro espiatorio di turno, mentre giace da anni un'inchiesta di appropriazioni milionarie, e la Orlandi...".
L'operazione trasparenza condotta da Papa Francesco non convince la Maglie, che - come tanti italiani - chiede altrettanta chiarezza sul caso di Emanuela Orlandi, la figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia sparita nel lontano 1983. 

Cronache marziane da :«Non c'è spazio per gli ipocriti e i sepolcri imbiancati»Dopo aver epurato il capo della gendarmeria Giani,capro espiatorio di turno,mentre giace da anni un'inchiesta di appropriazioni milionarie,e la Orlandi...

Se le streghe sono felici…

La “celebrazione” che si è svolta il 4 ottobre nei giardini vaticani, alla presenza del papa, è stata salutata così da un sito che si dedica alla magia e all’occulto: “Finalmente un atto importante della chiesa verso il riconoscimento delle religioni pagane e della loro importanza. Noi streghe non possiamo che esserne felicissime!”.
Mi sembra che non ci sia molto da aggiungere.
Vorrei soltanto riprodurre il testo di Paolo che ci è stato proposto ieri dalla liturgia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.
Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
Rm 1,16-25
Ecco. Ora non resta che attendere, in preghiera, l’ira di Dio.
A.M.V.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.