ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 18 novembre 2019

Adorare qualcosa che non è Dio

Don Morselli: “adorare qualcosa che non è Dio è già idolatria, anche se non si conosce l’idolo”



Prosegue il dibattito, anche abbastanza acceso, sul Sinodo per l’ Amazzonia. La Fede Quotidiana ha registrato il parere del noto teologo e parroco bolognese don Alfredo Morselli. Con la sua consueta schiettezza parla di atti idolatria e invoca una sorta di… esorcismo sull’intero Vaticano.

Don Alfredo Morselli,  condivide l’ appello petizione di esponenti cattolici che hanno lamentato atti di idolatria commessi durante il Sinodo. Li considera tali?
“Non saprei come chiamare diversamente atti di culto prestati a realtà differenti da Dio.”
Alcuni lo negano: per esempio Mons. Felipe Arizmendi Esquivel vescovo emerito di San Cristobal de las Casas (Messico)…
“Lo so: ha affermato che «non sono dee; non c’è stato alcun culto idolatrico. Sono simboli di realtà ed esperienze amazzoniche, con motivazioni non solo culturali, ma anche religiose, ma non di adorazione, perché questa si deve solo a Dio». Ma mi ricorda un certo prete che invitato a cena di venerdì, quando gli fu presentata della carne sul piatto, per non mettere a disagio chi l’aveva invitato, benedisse la pietanza dicendo “Ti battezzo baccalà”: ecco, hanno battezzato gli idoli “baccalà””.
Perché si tratta di idolatria secondo don Morselli?
“San Tommaso definisce l’adorazione come atto di culto, “con il quale uno impiega il proprio corpo per venerare Dio” e “siccome siamo composti di due nature, intellettiva e sensitiva, dobbiamo offrire a Dio una duplice adorazione: quella spirituale, che consiste nell’interna devozione dell’anima; e quella corporale, che consiste nell’esterna umiliazione del corpo” (S. Th. IIª-IIae q. 84 a. 2 co.). Nei giardini vaticani si sono prostrati con la faccia al suolo e sedere per aria: si è trattata proprio della “l’esterna umiliazione del corpo” (e – aggiungo io – dell’umiliazione degli occhi di chi ha visto), cioè di un atto di adorazione; in san Pietro l’hanno portata in processione con canti e preghiere…”.
Non può essere considerata, come ha detto Mons. Esquivel, “il simbolo di un’esperienza” e quindi non un idolo?
“Ma per essere idolatri non è necessario ritenere un idolo ciò che si adora, ma è sufficiente adorare qualcosa che non è Dio: Gesù ha intimato al demonio: “Adorerai il Signore Dio tuo, e servirai lui solo” (Mt 4,10; Lc 4,8) Lui solo! La pachamama, chiamala “dea”, chiamala “esperienza”, chiamala “valore”, non è “Lui solo”. Non ci si prostra!”
Mons. Bux ha detto che dovrebbe essere esorcizzato San Pietro. Cosa pensa don Morselli?
“Come posso contraddire un così eccellente studioso? Del resto, come dice la Scrittura “Gli dei delle genti sono demoni” (Ps 95,5, Vg.), e “Hanno sacrificato a dèmoni che non sono Dio, a dèi che non conoscevano, nuovi, venuti da poco, che i vostri padri non avevano temuto” (Dt 32,17). In ogni caso, se consideriamo tutti i vari scandali, altro che esorcismo: converrebbe benedire, quando a Roma piove, l’acqua della pioggia; così si fa prima e viene esorcizzato tutto il Vaticano e non solo San Pietro. Sto parlando – sia chiaro – delle miserie umane di alcuni uomini di Chiesa, e non della Chiesa santa. E credo che la storia della Chiesa è sempre, come diceva San Giovanni Paolo II, una “storia di santità”, anche oggi”.
Ma i riti con la pachamama non potrebbero essere considerati un atto di inculturazione della fede, cioè di una accondiscendenza ai costumi di un popolo?
“Vede, come diceva il Card. Biffi, cultura deriva da coltivare, e la coltivazione è una cosa fatta bene e con ordine. Non è cultura ogni cosa che un popolo produce, ma solo se un popolo coltiva se stesso secondo verità. Solo Dio “ha fatto bene ogni cosa” (Mc 7,37), ma l’uomo, in conseguenza del peccato originale e accondiscendendo a suasioni diaboliche, può produrre delle attività peccaminose, che possono sedimentarsi nelle pratiche di un popolo. E questa non è cultura, e l’idolatria e il panteismo non possono essere considerati cultura”
Don Morselli si prepari all’ennesima accusa di essere nemico del Papa…
“Io ho ereditato da Caffarra tanto lo spirito dei dubia (al Papa si possono fare domande, ma non si depone né si combatte) quanto l’amore indiscusso tante volte dallo stesso Arcivescovo mostrato verso la Sede Apostolica. Purtroppo, come in politica si diceva “fascista” – quando non si avevano più argomenti – a chi non era comunista, oggi si grida “nemico del Papa”. Ma io sono amico di tutti i Papi, da San Pietro a Francesco; a differenza di chi in passato ha contestato San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e ora si fa scudo di Francesco. Non si può fare Papa scaccia Papa e interpretare in spirito di rottura il Magistero ordinario, che va invece preso nella sua globalità non contraddittoria”.
Bruno Volpe

"Andate ed ammaestrate i Vescovi, battezzandoli nel Nome di Kiko, di Carmen e del Cammino". Video della Convivenza dei Vescovi alla Domus Galilaeae (aprile 2018)

          Vescovo si fa "ribattezzare" dai kikos nella Domus Israel.Che brutta fine per un successore degli Apostoli!                                   

Addentriamoci nel mondo surreale dei predatori neocatecumenali creato ad arte per attirare le prede di turno, certi come sono di esercitare, in un contesto tutto kikiano e dove tutto porta rigorosamente il suo indelebile “sigillo”, la fascinosa influenza finalizzata al più becero proselitismo e alla espansione planetaria della mostruosa creatura generata a immagine e somiglianza di Kiko Argüello e Carmen Hernández.
Vescovo si genuflette per farsi "ribattezzare" dai kikos:
la "santa umiltà" consiste nel farsi plasmare dal laico Kiko
Consideriamo il richiamo iniziale: “Se si desse in noi la santa umiltà! Forse, forse è possibile che Dio si faccia totalmente uno in noi” (minuto 00:49); la Santa Umiltà sarebbe quella che è indispensabile ai Vescovi per diventare “UNO” col dio/Kiko. Eh, sì: dal prosieguo qui si comprenderà come questo accorato appello è inequivocabilmente indirizzato proprio ai Vescovi a cui è dedicata la "Convivenza" e la odierna predicazione/chiamata a conversione del guru Kiko.

Dunque, esaminiamo il testo della Convivenza di Inizio Corso tenuta a Porto San Giorgio il 26-29 settembre 2019. Il venerdì sera [pag.13] Kiko ha affermato:
Prima di andare a cena vediamo un breve video della convivenza dei Vescovi. Abbiamo qui anche le cartelline di invito ai Vescovi per la prossima convivenza del 2020: dovete prenderle per invitare i Vescovi delle vostre zone. ­
(Segue la proiezione in sala del video della “convivenza dei vescovi” presso la Domus di Kiko in Israele ad aprile 2018). Kiko comanda:
Allora invitate i Vescovi alla prossima convivenza sul Monte delle Beatitudini nel tempo pasquale, perché cambia la loro vita. Questo è importantissimo.
"200 partecipanti... 38 nazioni... 1 cardinale... 9 arcivescovi... 79 itineranti..." (questi i loro numeri esibiti all'inizio del video).

Nello scorrere delle immagini introduttive del videoal minuto 1:30 (cf. più avanti con i minuti dal 12:23 al 12:33), un Vescovo, con la testa china in avanti e la mano al petto a reggere la croce, riceve acqua sulla testa (?) da parte di un presbitero del cammino che impone anche su di lui le sue mani. (faccio osservare che il presbikiko che impartisce ad un Vescovo il "kiko-battesimo" - spiegate voi se potete cos'altro può significare questo gesto immortalato - indossa i soliti paramenti in uso nelle comunità che lo rende inconfondibile. Ogni Centro Neocatecumenale deve essere dotato di un corredo sufficiente di queste vesti, tutte uguali, le uniche ammesse nei riti neocatecumenali).
Quindi Kiko, come fosse lui il Papa tra i Principi della Chiesa, fa la preghiera introduttiva.
Quattro Vescovi danno una breve esperienza; sono tutti favorevoli al Cammino.
Dal minuto 2:46 ascoltiamo da uno di loro: "Sono qui per trovare una strada per far capire ai miei parroci cosa può offrire alla pastorale della Parrocchia il Cammino Neocatecumenale."

DA QUESTO MOMENTO E PER TUTTA LA PROIEZIONE SI TRASMETTE UN SOLO MESSAGGIO:
I Vescovi sono tutti per il Cammino, e bisogna solo convertire i Parroci.
Passi salienti della predicazione kikiana:
Dal minuto 3:13“Questa casa non è del Cammino, perché il Cammino per gli Statuti non può possedere dei beni. Noi lo abbiamo scelto così!”
Fino al minuto 4:13Siamo una modalità della Iniziazione Cristiana degli adulti e della Educazione Permanente della Fede Se un Vescovo volesse nella sua Diocesi per le Parrocchie un processo di educazione alla fede “ci può chiamare. E noi gli facciamo questo servizio".
(Sappiamo molto bene noi che bel servizio gli faranno costoro. Sic!)
Cosa diavolo state facendo lì, signori vescovi?

Canto: "Entrato Gesù in Gerico attraversava la città…"

Kiko spiega ai Vescovi:
"La chiave di questo testo: È necessario, lasciami entrare, devo entrare nella tua casa, conviene, è molto importante che io entri dentro di te, nella tua casa.
Immaginiamo che qui c’è un Vescovo e il Signore gli dice: “È molto importante che io entri – grazie a questa convivenza – dentro di te. Perché ho pensato che vado a fare della tua Diocesi una Meraviglia! Ma se tu non ti converti io non posso fare niente. Allora è conveniente, per tutti i tuoi diocesani, per le tue Parrocchie, per i tuoi Preti, per il tuo Futuro… è necessario, è conveniente… conviene che io [ndr: «io» = Kiko] entri dentro di te, che io [ndr: «io» = Kiko] entri nella tua casa”. Questa è la chiave di questo testo: CONVERTITI e trasformerai il mondo, dicevano i Padri”. Minuto 5:48
(ndr. Rievoca - foriero di sventura - la profezia del “futuro immenso” di carmeniana memoria!)

Proseguendo:
Icona di quanto avviene a un uomo di Dio che apre e fa entrare nella sua casa l’autoproclamato iniziatore è indubbiamente l’imbelle padre Mario Pezzi, da 50 anni asservito alla triade Kiko/Carmen/Cammino.
Vescovi plaudenti mentre si fanno "evangelizzare"

Dal minuto 7:05 parla Mario Pezzi:
“L’opera maggiore dello Spirito Santo è di convincerci che siamo peccatori perché non è facile. Io quando ho cominciato il cammino non pensavo di essere un peccatore, pensavo di essere abbastanza bravo. Non mi conoscevo. Per questo il Cammino Neocatecumenale è un cammino lungo dove, sotto l’illuminazione della Parola di Dio col Sacramento della Riconciliazione, QUANDO È POSSIBILE COL SACRAMENTO DELL’EUCARESTIA NELLA MIA COMUNITÀ, poco a poco ho scoperto l’uomo vecchio che è dentro di me. Il Neocatecumenato è un tempo di gestazione nel seno della Chiesa, non è solo frutto dei nostri sforzi, ma è l’adesione all’azione dello Spirito Santo che ci perdona i peccati, ci ricostruisce, ci dà la natura stessa di Dio, ci dona di vivere come figli di Dio”. Al minuto 8:09
Ci interessa ora evidenziare il cuore eretico del Kerigma kikiano che emerge prepotente nel momento in cui costui osa, davanti a un consesso di Vescovi, proclamare con autorità quanto segue; dal minuto 9:15.
Dopo aver annunziato la vittoria di Cristo sulla morte, Kiko così prosegue:
“Tutte queste cose sono esattamente ciò che fa il cammino. Primo: i Padri della Chiesa chiamavano il Kerigma lo sperma dello S.S. perché se una persona crede alla Notizia del Kerigma e IMMEDIATAMENTE crede che Cristo è morto per lui, che è risorto e che intercede per lui ADESSO, e siccome Dio vuole ADESSO dare lo S.S., IMMEDIATAMENTE scende lo S.S. come è disceso sulla Vergine Maria e forma un embrione, nasce un embrione di un figlio di Dio. Questo embrione che nasce attraverso l’annuncio del Kerigma. Per questo è importantissimo annunciare il vangelo nel mondo, perché salviamo l’umanità. Minuto 9:53
Kiko continua:
Questo piccolo embrione ha bisogno di un UTERO:  la COMUNITÀ CRISTIANA;  di un ALIMENTO:  la PAROLA DI DIO e i SACRAMENTI;  di un CORDONE OMBELICALE[minuto 10:14]:  la OBBEDIENZA AI CATECHISTI,SENZA OBBEDIENZA NON HAI CRESCITA NELLA FEDE."
E qui bisogna fare un poco di ordine:

Per Kiko la natura nuova (che per la Chiesa Cattolica viene dal Battesimoviene soltanto PER LA PREDICAZIONE DEL KERIGMA, così com'è strutturato nell'iniziazione neocatecumenale, e si compie quando tu ascolti e credi, e in quel preciso istante.
Abbiamo ascoltato dalla sua bocca che questa fecondazione dell'uomo nuovo avviene in noi storicamente (come storicamente è datata la fecondazione di Gesù nel Seno Verginale di Maria, al momento dell'Annuncio dell'Angelo e del SÌ della Madonna) nel momento in cui il Kerigma è annunciato e accolto.
Lo Spirito Santo - secondo il kiko/pensiero - si diffonde come sperma e feconda nel preciso istante in cui Kiko annuncia il Kerigma e, in quel preciso momento, colui che ascolta crede al kikiano verbo.

Evento - come viene con forza rimarcato - che si compie ADESSO, QUI e IMMEDIATAMENTE solo in chi crede nella sua parola.
A questo punto cosa resta del Sacramento del Battesimo? Niente, se non è seguito (o preceduto) da un itinerario catecumenale! Questa la cattolica dottrina del kiko/carmenismo.

Ma vado ancora oltre:

Spiegatemi, se potete, la ulteriore, palese incongruenza in cui Kiko cade, quasi scavandosi da solo la fossa.
Perchè non si comprende, per il parallelismo svolto con lo sperma, l'embrione…che senso ha l'ossessiva predicazione kerigmatica che scandisce tutti gli incontri, tutti gli annunci dei tempi forti, tutte le tappe del cammino, tutte le convivenze di inizio corso, le chiamate vocazionali, ecc., ecc.. Kiko ripete che deve annunciare il Kerigma e che i suoi seguaci devono ascoltarlo, convertirsi oggi, gestare oggi la creatura nuova, ancora e ancora, abbiano o meno finito il cammino, siano neofiti o eletti o abbiano celebrato il matrimonio spirituale. Ma se il cammino è una gestazione, il momento fecondativo è uno, non diecimila. Quanti embrioni albergano dentro ogni neocatecumeno dopo anni di Kerigma/oggi/qui/adesso? Una infestazione di embrioni…farlocchi, come loro. Sono scandalosi!

È evidente che la Vergine Maria ha ricevuto una volta sola, a Nazareth, l'Annuncio e in Lei si è generato il Figlio di Dio. Segue tutta l'evoluzione di una normale gestazione che si conclude con la nascita a Betlemme. Il Figlio una volta nato secondo natura si stacca del tutto dalla Madre che, angosciata, Lo cerca invano, insieme a Giuseppe, quando Lo smarriscono nel Tempio ad appena dodici anni di età. Gesù stesso dirà loro "Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?".
Kiko ama paragonare a Maria il suo cammino che si snoda invece all'infinito e mantiene intatto per sempre quel cordone ombelicale che simboleggia la stretta "obbedienza ai propri catechisti che dura tutta la vita", una contraddizione in termini. Il cordone serve per il tempo che serve, non è etrnamente a corredo della creatura nuova!

Questo il parallelo:
  • Annunciazione - Kerigma
  • Gestazione - Neocatecumenato (Tappe e scrutini)

Ma poi…
  • Nascita - Rinnovamento delle Promesse battesimali (fine del Cammino)
  • 30 anni di vita nascosta a Nazareth - Formazione Permanente (ultima e decisiva invenzione di Kiko e Carmen perché il cammino NON FINISCA MAI e con esso l'OBBEDIENZA AI KIKATECHISTI).

Ma l'OBBEDIENZA ai KIKATECHISTI, nel Cammino, è davvero immortale. Essa si protrarrà ben oltre la "formazione permanente" come per i fratelli inviati: famiglie in missione o “missio ad gentes”. Questi poveri "eletti" soffriranno la doppia obbedienza ai catechisti della comunità di origine e a quelli che si ritroveranno come responsabili di Nazione nelle zone di missione a cui sono stati assegnati (doppio giogo! Anzi triplo, poiché dietro le quinte c'è sempre, per queste tipologie, l'obbedienza finale a Kiko); obbedienza che si farà ferrea per i presbiteri ordinati nei seminari neocatecumenali R.M., mentre violerà senza scrupoli finanche le mura della clausura più stretta, come si è venuto a sapere di frequente.

Nel Cammino neocatecumenale non c'è alcun progresso, solo un ininterrotto annuncio del Kerigma e ogni volta si ripete che se tu ascolti nasce in te l'embrione. In ogni convivenza si ripete: Dio ti ha portato qui per ascoltare il Kerigma OGGI, a qualunque tappa di cammino tu sia, ogni volta si ricomincia daccapo… un embrione dietro l'altro; ma della creatura nuova nessuna traccia.
Il regime descritto vale per tutti: per i fratelli camminanti, per i Preti che cadono nella rete e si lasciano trasformare in presbikiki, per gli stessi Vescovi che scelgono "di fare il cammino per la loro vita" (e a loro vergogna!).

Questa è la realtà che non teme smentite, poiché abbiamo appena riportato la catechesi riservata dal gran maestro Kiko, senza alcun pudore, ai Principi della Chiesa. Ha osato parlare ai Vescovi come se avesse davanti degli autentici sprovveduti che mai, in vita loro, hanno conosciuto Gesù Cristo nè ne hanno fatto esperienza personale. Costoro non hanno mai ascoltato il Kerigma fino ad oggi? E dunque non possono dirsi "cristiano adulti"! E stiamo parlando di Vescovi e un Cardinale!
Se qualcuno ha ancora dubbi o riserve sulla bontà di tutto questo macello, subito arriva in aiuto (minuto 10:38 ) l’esperienza del nostro caro Vescovo - Mons. Sevastianos Rossolatos Arcivescovo di Atene e Rodi, Grecia - che dalla scrutatio ha capito che deve ficcare bene nella testa dei Parroci, unico ostacolo insormontabile al progetto, tutto il bene del Cammino.
Nelle scene che seguono si ripete quanto mostrato all’inizio: una strana abluzione fatta a Vescovi e Preti a capo chino per mano di un presbikiko riconoscibile dai paramenti sacri in uso tra i neocatecumeni.
Cosa istilla nell’immaginario neocatecumenale vedere i Pastori della Chiesa investiti dell’Ordine Sacro sottoporsi a questo "kiko-battesimo"? (minuto dal 12:23 a 12:33)

I vescovi nella "yeshivà" pensosamente s'interrogano
su come dovranno imporre ai parroci di far spazio al Cammino

Seguono ancora, in un crescendo, “esperienze” di Vescovi compiacenti, nessuno fuori dal coro. Ma la fa da protagonista ancora il nostro mons. Rossolatos che, a scena aperta, parla di “resistenza dei Parroci” che “hanno pregiudizi” o giudicano per “sentito dire” (minuto 14:34)… perché dei “laici sono venuti ad insegnare loro” che sono “diffidenti” che “preferiscono la pastorale che conoscono” (minuto 15:08). Non sanno che “il Cammino Neocatecumenale porta un rinnovamento nella fede”.
Poveri Parroci! Unico e solo bersaglio di tutta questa assurda convivenza.

(minuto 16:22) Non contento Kiko continua “Che il Parroco ci detesta, che dice che siamo una setta? Benedetto sia il Signore! Ci cacciano via? Cosa più grande che ci caccino via come a Cristo!” (Quanto smisurata è la sua superbia!)

È proprio un canto a due voci: Kiko e il nostro Vescovo di Atene!

Poiché subito dopo riattacca mons. Rossalatos “Sento che in questi giorni mi si offre un aiuto per aiutare i Parroci a cominciare a cambiare mentalità, a vincere le loro paure. Spero (minuto 16:29)
Un vescovo, "maestro e pastore", andato nella Yeshivà di Kiko,
a farsi "alunno e pecora" a disposizione del neocatecumenalismo


In conclusione:
Con cosa tornano a casa i fratelli dopo la visione di questo ennesimo "video propaganda"?
I fratelli una cosa avranno capito di sicuro: Bisogna tornare sul campo per piegare i Parroci a tutti i costi al grido: dobbiamo evangelizzare, annunciare il nostro Kerigma se no nessun uomo può rinascere dall’alto!
A questo assurdo è ridotto il messaggio.
Gli sproloqui finali di Kiko sono inascoltabili; uno solo appare il suo intento: dimostrare che tutto si fa col Cammino, nulla senza il Cammino.
Si trascina stancamente e don Rino Rossi, seduto al suo fianco, appare sfinito mentre non riesce a nascondere insofferenza e guarda impaziente l'orologio o si accarezza il capo (minuti da 21:53 a 24:00) mentre Kiko continua: "devi ascoltare il Kerigma che salva il mondo, se ascolti si realizza, cosa? si realizza in te… scende dal cielo una nuova natura dentro di te… di pronto in te la nuova creatura… lo sentirai dentro di te… questa natura la sentirai, sentirai che Dio è tuo Padre…
(e così siamo arrivati al "sentire dentro qualcosa" anche nel cammino! Kiko ha superato se stesso, senza dubbio.)

I fratelli, fedeli camminanti, tornano a casa con le loro cartelline di invito ai Vescovi per la prossima pantomima organizzata alla Domus per il 2020: “Invitate i Vescovi perché CAMBIA LA LORO VITA. Questo è importantissimo.” (Cambia la loro vita… è arrivato il convertitore di Vescovi impenitenti!)

Poveri illusi fratelli! Questo video tenta di divulgare un’immagine della situazione attuale del Cammino Neocatecumenale nella Chiesa totalmente fuorviata e fuorviante. Segno che sono proprio alla frutta.
Un vescovo convertito a Kiko
spiega che il laico Kiko è un rinnovatore di vescovi

Nessun accenno a quei Vescovi, e sono tantissimi, che hanno problemi seri con questa esperienza degenerata che è il Cammino Neocatecumenale. Vengono ignorati del tutto, così come da sempre Kiko, Carmen e gli Itineranti hanno ignorato i numerosi rimproveri, correzioni e richiami dei Papi e della Santa Sede attraverso le varie Congregazioni con cui hanno avuto a che fare.
Nessun rispetto per i Parroci, che vengono trattati come una casta da assoggettare e l'ingrato compito è affidato subdolamente al Vescovo che contro i Parroci della sua Diocesi, che sono i suoi più stretti collaboratori, dovrebbe fare una specie di santa crociata dietro le insegne del novello condottiero delle gerarchie ecclesiastiche prone, Kiko Argüello.

Più di tutto, come sempre, chi non ascolta affatto è Kiko: non ascolta nessuno e da nessuno ha mai da imparare nella sua smisurata superbia..

Uno un po' più serio di lui e più intelligente, al suo posto avrebbe dato spazio alle critiche e ai problemi. Kiko no, problemi non ne vuole.
"Tutto va ben, madama la marchesa!".

Ho l'impressione che ormai Kiko abbia stancato anche un buon numero dei suoi.
Kiko non è più credibile, neanche un poco, non so quanti ancora si sentano di continuare a circordarlo come una corte di pagliacci che neanche fanno più ridere.

Tutto finirà in uno schianto pauroso, lo penso convintamente da tempo, nessuno troverà scampo in quel terribile giorno!


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