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lunedì 18 novembre 2019

Chi di maiali..

La Chiesa a due velocità: Ruini dialoga con Salvini, il Papa pensa all'islam

E Bergoglio offre il pasto a 1.500 poveri senza carne di maiale per rispettare i musulmani

Una Chiesa che dialoga con Salvini e una Chiesa che critica le sue posizioni, soprattutto in tema di migranti. Non si può parlare di spaccatura, forse di sensibilità diverse, ma sicuramente la contrapposizione tradizionalisti/progressisti dell'era Bergoglio che negli anni si è andata sempre più delineando, passa inevitabilmente anche attraverso il dialogo con il leader della Lega, accusato di strumentalizzare i simboli religiosi ma al contempo considerato, da alcuni esponenti della gerarchia cattolica, uno degli ultimi strenui difensori in politica delle radici cristiane.
Salvini ha del potenziale e magari quando sfoggia il rosario è perché ci crede davvero, dice il cardinale Camillo Ruini che elogia pubblicamente l'ex ministro dell'interno, invitando la Chiesa a dialogare con lui (come aveva già fatto lo scorso maggio il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin).
Salvini ovviamente ringrazia e, a quanto risulta, grazie alla mediazione del fedelissimo Giorgetti, sarebbe già stato ricevuto in udienza dallo storico «don Camillo», 88enne che fu anima di diverse generazioni di cattolici in politica. Il precedente era del cardinale Raymond Leo Burke, americano esponente di spicco dell'ala tradizionalista, considerato nemico giurato di Papa Francesco (il porporato ha sempre smentito di essere contro Bergoglio pur essendo su posizioni nettamente diverse) che in più occasioni aveva incontrato il leader della Lega incoraggiandolo ad andare avanti. Rimane impressa la frase dell'ex ministro della famiglia, il leghista Lorenzo Fontana: «A Papa Bergoglio preferisco il cardinale Burke». Sarebbe stato proprio Fontana, in realtà, a consigliare a Salvini un avvicinamento al mondo cattolico, cosa che poi si è realmente realizzata, tra Ruini, Burke a altri esponenti della gerarchia incontrati in via riservata. La tanto sperata udienza con Papa Francesco invece non c'è mai stata, non perché il pontefice argentino ce l'abbia a morte col leader della Lega ma più semplicemente perché Salvini, che in passato non ha nascosto le sue critiche contro Bergoglio, non ha mai richiesto ufficialmente di incontrarlo. Del resto il Papa argentino è su posizioni totalmente contrarie a quelle dell'ex ministro; anche ieri lo stesso copione che ormai si ripete da anni: da un lato Salvini che annuncia battaglia per fermare lo ius soli e dall'altro Papa Francesco che alla messa celebrata in San Pietro per la Giornata Mondiale dei Poveri, ha invitato i fedeli a non seguire «chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell'altro, perché la paura paralizza il cuore e la mente». Due posizioni molto distanti l'una dall'altra e che difficilmente potranno trovare un punto d'incontro anche perché il leader della Chiesa può dialogare o ricevere chi non la pensa come lui, ma non può di certo accettare posizioni in contrasto con quanto dice il Vangelo, in questo caso sul tema dell'accoglienza dello straniero.
Dopo la messa in San Pietro con centinaia di indigenti, Francesco ha accolto 1500 poveri nell'aula Paolo VI, trasformata per l'occasione in un grande refettorio, per un pranzo a conclusione della giornata di festa. Menù rigorosamente senza carne di maiale per rispettare gli ospiti di fede musulmana. Iniziativa che, come fu per il tortellino bolognese a base di pollo, adesso potrebbe innescare nuove polemiche.
Fabio Marchese Ragona 

Il Papa pranza coi poveri: bandita la carne di maiale per non infastidire gli islamici

Papa Francesco ha pranzato con 1.500 poveri all'interno dell'aula Paolo VI: nel menu, spicca l'assenza di carne di maiale, precisa scelta voluta dal pontefice


Domenica si è celebrata la terza giornata mondiale dedicata ai poveri, un tema sicuramente molto sentito da Papa Francesco.
Del resto, già nella scelta del nome dopo la sua elezione avvenuta sei anni fa è possibile rintracciare una delle chiavi più importanti del suo pontificato. Ed in questi giorni Bergoglio ha voluto dare ampio risalto a questo appuntamento.
Vicino il colonnato del Bernini, è stato montato un presidio sanitario che ha dato cure gratis a chi ne aveva più bisogno, alla vigilia della giornata dedicata ai poveri è stato inaugurato un nuovo dormitorio.
Qui soggiorneranno i poveri del quartiere, all’interno di uno stabile ottocentesco non lontano da piazza San Pietro e gestito dalla comunità di Sant’Egidio e dall’Elemosineria del Papa. Il Pontefice ha fatto visita a queste strutture, dove ha incontrato gli ospiti e si è intrattenuto con alcuni di loro.
Momento più importante di questa settimana è stato il pranzo tenuto in occasione della giornata mondiale dei poveri, all’interno dell’aula Paolo VI. Ed in questa domenica è stata ben riscontrabile il doppio binario verso cui si muovono i discorsi del pontefice: da un lato la durezza contro gli stili di vita odierni, la condanna alla povertà ed alla cultura dello scarto, dall’altro l’ossequiosa attenzione, quasi maniacale nel dettaglio, a non lasciare nessuno fuori dai suoi discorsi.
Ed infatti nel pranzo con 1.500 poveri della capitale, anche il menu rispecchiava questa impostazione. Così come riportato da LaPresse, tra i pasti consumati assieme a quelli che Bergoglio ha chiamato “vecchi amici”, non figurava carne di maiale. Ad essere serviti invece sono stati, come secondo, dei bocconcini di polli con crema di funghi e patate.
Una scelta quindi ben precisa, non certamente casuale e che ha richiamato nella mente, seppur le situazioni erano alquanto differenti, le polemiche sui tortellini arrivate nei giorni scorsi da Bologna, lì dove l’arcivescovo si è schierato a favore dei cosiddetti “tortellini dell’accoglienza”, fatti senza carne di maiale.
Nei suoi discorsi poi, come detto in precedenza, Papa Francesco ha richiamato alla condanna contro la cultura dello scarto ed ha sottolineato l’importanza di non dimenticare nessuno: “Nella smania di correre, dà fastidio chi rimane indietro – ha affermato il pontefice – Quanti anziani, nascituri, persone disabili, poveri ritenuti inutili. Si va di fretta, senza preoccuparsi che le distanze aumentano, che la bramosia di pochi accresce la povertà di molti”.
“Nella vita, però – ha concluso il Papa – a crollare sono le cose penultime, non le ultime: il tempio, non Dio; i regni e le vicende dell'umanità, non l'uomo”.
Mauro Indelicato 

Abusi sui chierichetti del Papa: ci sono tre nuove testimonianze choc

In passato, due ex chierichetti del Papa avevano denunciato gli abusi sessuali subiti nel preseminario San Pio X. Ora tre nuovi casi scoperti da Le Iene


Altri tre presunti abusi sessuali ai cosiddetti chierichetti del Papa, in Vaticano, nel pre-seminario san Pio X.
Qui, a un tiro di schioppo dalla basilica di San Pietro, vivono circa duecento bambini. In seguito alle testimonianze di due giovani ex chierichetti, che avevano raccontato il rispettivo dolore e choc per le violenze sessuali subite in dentro le mura vaticane, Le Iene hanno raccolto tre nuove testimonianze.
Gateano Pecoraro e Riccardo Spagnoli sono tornati a scavare su un caso spinosissimo per la Chiesa. Nel primo “episodio” dell’inchiesta, le due “iene” erano riuscite a raccontate la storia di Kamil, chierichetti del Papa emerito Joseph Ratzinger e di Papa Francesco. Il Kamil aveva sostenuto di essere stato testimone oculare degli abusi subiti dal compagno di stanza: "A quelle accuse gravissime si erano aggiunte le testimonianze di un secondo giovane, che aveva puntato il dito contro la stessa persone: il seminarista Gabriele Martinelli, poi diventato sacerdote", scrivono a tal proposito Le Iene.
In seguito, è arrivata la condanna del Vaticano, che ha chiesto il rinvio a giudizio di Don Gabriele Martinelli con la pesante accusa di abusi sessuali e di don Enrico Radice, rettore del preseminario all’epoca dei fatti, con l’accusa di favoreggiamento.
Dopo il primo servizio andato in onda, si era unito al coro degli accusatori anche un secondo ragazzo, che aveva puntato il dito sempre contro lo stesso seminarista, poi diventato sacerdote, che respingeva fermamente le accuse proprio come avevano fatto anche tutte le più alte cariche sopra di lui. Nel servizio di ieri, partendo da una e-mail contenente quelle che sono le nuove accuse, Gaetano Pecoraro ha incontrato altri tre presunti abusati e presunti abusatori. Le accuse sono sempre le stesse e in alcuni casi risalgono agli anni a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta.
I tre alcuni seminaristi raggiunti dalle “iene” testimoniano di essere state vittime o di essere a conoscenza di abusi sessuali ai danni di ragazzini di soli undici anni. Uno di loro, in riferimento a un ragazzino dell’epoca, racconta: "Sono uno di quelli che ha fatto più anni, 3 di medie e 5 di superiori […] L’ha buttato sul letto…con intenzioni ambigue…". E poi ecco un altro testimone che dice di essere stato molestato da un docente del pre-seminario:"Aveva una sua stanza, mi ha chiesto di avvicinarmi, avevo o 10 o 11 anni, mi mette una mano più o meno sulla gamba così, piano piano questa mano veniva su, e lui mi mise una mano così, il dito sopra e la mano sotto, a cucchiaio", in riferimento all’organo genitale.
Arrivano così a a cinque i casi di pedofilia e a tre quelli dei sacerdoti coinvolti.


Pina Francone 

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