ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 20 novembre 2019

Bergoglio Press Gang

RICONSACRARE SAN PIETRO? SINODO MANIPOLATO? CRISI DI NERVI PER QUALCUNO…



Cari amici e nemici di Stilum Curiae, torniamo ancora a parlare delle Pachamama. Come forse saprete, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha chiesto che dopo i riti idolatrici compiuti nei giardini del Vaticano – e a Santa Maria in Traspontina – ci fosse una riconsacrazione. Qui trovate i dettagli.
Questo ha fatto sì che qualuno della Bergoglio Press Gang anglofona facesse notare che i i riti si erano svolti nei giardini, e non nella basilica. In realtà c’è anche chi fa osservare che il vaso di piante portato in basilica nella messa conclusiva – quella in assenza di Pachamama – e che poteva ben rappresentare la Madre Terra è stato posto sull’altare: il che non dovrebbe assolutamente accadere. Le offerte, se di offerte si tratta, non vanno sull’altare, mai, dove c’è pane e vino e il Vangelo.

Ma questo collega ha poi voluto sostenere che già con Giovanni Paolo II si celebravano riti idolatrici, e ha allegato una foto di una messa a Guadalupe. Il collega, di cui non diremo il nome perché gli vogliamo bene, ha cercato anche di essere spiritoso. Ha scritto: “Seems idolatry has an expiration date for some. Indigenous, feathers, incense INSIDE Basilica of Virgin of Guadalupe in Mexico City, 2002. Let’s send the Heresy Busters to reconsecrate that one too. Not to late, one supposes”. “Sembra che l’idolatria abbia una data di scadenza per alcuni. Indigeni, piume, incenso all’interno della Basilica della Vergine di Guadalupe a Città del Messico, 2002. Mandiamo gli Heresy Busters a riconsacrare anche quello. Non troppo tardi, si suppone”.
Già, ma quegli indigeni stavano portando quei doni durante l’offertorio alla messa. Cioè erano offerte al Dio cattolico, o cristiano, non alla Madre Terra, o alla Pachamama. O a qualcun altro. Sbalorditivo che l’antipatia verso Viganò, e il desiderio di difendere l’Istituzione cancelli la capacità di discernere che pure molti anni di mestiere vaticano dovrebbero avere risvegliato.
Per dirla con le immagini: Questa è Guadalupe,

Questo è ciò che è accaduto nei giardini vaticani,
Questo in Santa Maria in Traspontina (notare le candeline rosse…)
Questo nella preghiera di inizio del Sinodo, a San Pietro,

Scoprite le differenze….E spiegatele al collega della Bergoglio Press Gang.

§§§

Ma questa storia della Pachamama ha fatto saltare i nervi a più di un membro della Bergoglio Press Gang. Ci siamo accorti con ritardo di un pregevole commento di George Weigel, il grande biografo di Giovanni Paolo II, scrittore e studioso americano, una delle voci più libere e autorevoli di oltre oceano. Ve lo proponiamo comunque. Weigel ha scritto per “First Things” un’analisi e una valutazione del recente Sinodo sull’Amazzonia, prendendo spunto anche da quanto è stato scritto su La Croix International. Il riferimento è a un articolo di Massimo Faggioli, della Villanova University, uno dei più sfegatati laudatores del regime attuale della Chiesa. Weigel puntualizza e mette a nudo la retorica e i meccanismi di manipolazione del Sinodo e della sua “lettura” ad opera di Faggioli. E la sua critica tocca sul vivo il Partito Progressista, se Austen Ivereigh, un noto corifante (neologismo di Stilum Curiae: mix fra corifeo e sicofoante) anglofono della gestione attuale, reagisce in maniera elegante alle critiche: “Non si può dire che Weigel qui sia semplicemente ghignante, ignorante e fuori dal mondo. Sta respingendo e deridendo l’azione dello Spirito Santo testimoniata dai vescovi (e altri) che prendono parte ai sinodi. L’antica parola per questo è blasfemia”. Ecco, questo per dimostrare a quali livelli di violenza verbale siano giunti coloro che difendono gli obbrobri compiuti durante il Sinodo. Non a caso Ivereigh – che era portavoce del card. Murphy O’Connor, su cui il papa ha impedito che la Congregazione per la Dottrina della Fede indagasse bloccando d’autorità un’inchiesta per un caso di abusi – ha messo per varie settimane (ora l’ha tolta) nel suo logo su Twitter una Pachamama…Ma ecco che cosa scrive Weigel.
<Durante il Sinodo dei vescovi del 2001, il cardinale Francis George di Chicago, che nel corso degli anni aveva sofferto molti discorsi e discussioni nei gruppi particolari, fece un’osservazione incisiva: “Gesù Cristo non intendeva che la sua Chiesa fosse governata da un comitato”.
Infatti.
I meccanismi di consultazione esistenti nella Chiesa – dai consigli parrocchiali attraverso i consigli pastorali diocesani al Sinodo dei vescovi – esistono per rafforzare il governo della Chiesa da parte dei suoi pastori: sacerdoti nelle loro parrocchie, vescovi nelle loro diocesi, il vescovo di Roma in termini di Chiesa universale. I Sinodi del 2014, del 2015, del 2018 e del 2019, tuttavia, suggeriscono che il modello di comitato deplorato dal cardinale George si sia trasformato in qualcosa di discutibilmente anche peggio: un modello di mascheratura  in cui il “processo sinodale” del “camminare insieme” fornisce la copertura per effettuare seri cambiamenti nell’autocomprensione e nella pratica cattolica, e per i quali vi è poca o nessuna garanzia dottrinale, teologica o pastorale.
Nel Rapporto finale del recente Sinodo amazzonico, questo modello di mascheratura è stato descritto in un linguaggio impregnato di cliché:
Per camminare insieme la Chiesa oggi ha bisogno di una conversione all’esperienza sinodale. È necessario rafforzare una cultura del dialogo, dell’ascolto reciproco, del discernimento spirituale, del consenso e della comunione per trovare spazi e modalità di decisione congiunta e rispondere alle sfide pastorali. Ciò favorirà la responsabilità comune nella vita della Chiesa in uno spirito di servizio. È urgente lavorare, proporre e assumere le responsabilità per superare il clericalismo e le imposizioni arbitrarie. La sinodalità è una dimensione costitutiva della Chiesa. Non puoi essere una Chiesa senza riconoscere un efficace esercizio del “sensus fidei” di tutto il Popolo di Dio.
Lasciando da parte la questione di come un “efficace. . . senso dei fedeli” che coinvolge 1 miliardo e duecento milioni di cattolici potrebbe essere misurato, e tanto meno” esercitato”, cosa significa questo pastrocchio burocratese? La confusione su questo fronte è stata amplificata da un importante celebratore del culto della sinodalità, la cui prosa analizza, ma la cui comprensione della realtà dei recenti sinodi sembra carente. Così Massimo Faggioli di Villanova, scrivendo su La Croix International, ha recentemente fatto diverse affermazioni sulla sinodalità, nessuna delle quali resiste a ciò che i tribunali chiamerebbero “rigoroso controllo” da parte di coloro che erano effettivamente presenti a Roma durante i recenti sinodi:
“. . . Francesco ha trasformato i sinodi in eventi reali”. Frottole. I sinodi guidati dal cardinale Lorenzo Baldisseri, scelto dal Santo Padre come segretario generale del Sinodo dei vescovi, sono stati almeno manipolati come quelli che li hanno preceduti. E dopo che vi è stato una seria reazione alla manipolazione del Sinodo-2014, si è fatto di tutto con cura nei sinodi del 2015 e del 2018 e nel recente sinodo regionale amazzonico, per garantire che le voci potenzialmente dannose per i piani dei gestori del sinodo non apparissero tra gli invitati.
“Loro [i recenti sinodi] sono stati preceduti da una seria consultazione dei fedeli a livello locale”. Davvero? Puoi, gentile lettore, nominare qualcuno nella tua cerchia di amici cattolici che è stato consultato seriamente sulle questioni dei sinodi 2014 e 2015 (la natura del matrimonio e la disciplina sacramentale)? I leader di alcuni dei ministeri giovanili di maggior successo evangelico negli Stati Uniti erano notevolmente assenti dai preparativi per il Sinodo-2018. Secondo diversi spin-doctor del Sinodo amazzonico, 87.000 persone sono state consultate prima dello sviluppo del documento di lavoro del sinodo. Ma come può una Chiesa locale che non è  in grado di dirci quanti cattolici ci sono in Amazzonia contare in modo credibile il numero preciso di persone “consultate” (e tanto meno dirci quanto siano ben catechizzate quelle persone)? E com’è stato che 87.000 amazzonici abbiano parlato con toni da progressisti cattolici tedeschi, sottolineando “questioni” che potrebbero essere agitate nel Biergärten di Monaco ma che sembrano in qualche modo molto lontane dalle sfide pastorali del mondo reale della foresta pluviale brasiliana?
“Gli attuali raduni del Sinodo. . . a Roma hanno mostrato un’autentica libertà di espressione”. Questo, ne sono certo, giungerebbe nuovo per i vescovi africani che erano stati avvertiti di non allearsi con i vescovi americani al Sinodo del 2018, così come per i membri dei comitati di redazione del rapporto finale presso il Sinodo-2015 e il Sinodo-2018, che si sono lamentati della manipolazione del processo da parte della Segreteria  generale del Sinodo.
Una seria consultazione e collaborazione sono essenziali per un’efficace leadership pastorale, compresa la direzione del vescovo di Roma. Ma nel corso degli oltre 50 anni della sua esistenza, nessuno ha capito come far funzionare davvero il Sinodo dei vescovi. La propaganda sulla “sinodalità”, che funge da copertura retorica per l’imposizione dell’agenda cattolica progressista su tutta la Chiesa, non è un miglioramento in questo passato; è una mascherata, dietro la quale c’è un’agenda>. 

Marco Tosatti
20 Novembre 2019 Pubblicato da  21 Commenti --
Papa Francesco in Thailandia, ad accoglierlo trova sua cugina: “Qui lo amano anche i buddisti”
Ad accogliere il Pontefice appena sceso dall’aereo in Thailandia c’era ance la cugina, suor Ana Rosa Sivori, 77enne missionaria nel Paese asiatico incaricata di fare da interprete al cugino che lei chiama affettuosamente Jorge. “Qui c’è la ‘pope fever’, tutti sono in agitazione perché vogliono vederlo” ha spiegato la suora.
Gradita sorpresa per Papa Francesco arrivato oggi a Bangkok, capitale della Thailandia, prima tappa del suo viaggio apostolico in Asia che toccherà anche il Giappone. Ad attenderlo appena sceso dall'aereo che lo ha condotto sul posto da Roma infatti Bergoglio ha trovato la cugina, suora e missionaria da decenni  nel paese asiatico che è stata incaricata per l'occasione di fare da interprete per il pontefice. Il Papa l'ha potuta riabbracciare  ai piedi della scala anteriore dell'aereo, appena  dopo essere atterrato alle 12 di oggi ora locale, le 6 in Italia. I due si sono scambiati un breve cenno di saluto dopo la consegna dell'omaggio floreale da parte di un membro del Consiglio della Corona. Poco dopo il Papa ha attraversato la Guardia d'Onore accompagnato dai vescovi thailandesi e dalla stessa suora Ana Rosa Sivori
La sorella che fa parte della congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, è cugina di Papa Francesco in quanto il nonno paterno era fratello del nonno materno del Papa, Francesco Sivori, originario di Cogorno. "L'ultima volta che ci siamo incontrati è stato a Roma all'inizio del 2018. Io sono passata in Vaticano nel mio viaggio verso l'Argentina" ha dichiarato a Famiglia Cristiana  la sorella, nata in Argentina 77 anni fa ma da 53 è missionaria in Thailandia dove è impegnata nella missione dei salesiani nella provincia di Udon Thani, nel Nordest del Paese. Ana Rosa parla correntemente il tailandese e per questo la nunziatura apostolica le ha affidato il compito di fare da interprete al Pontefice che lei chiama affettuosamente con il suo nome di battesimo, Jorge.

Secondo suor Rosa, "la figura di Papa Francesco è apprezzata in Thailandia per la sua vicinanza alla gente, la sua semplicità, la sua coerenza… perché quello che dice, che insegna, lui lo vive".  "È molto austero con se stesso e perciò quello la gente lo apprezza moltissimo. Loro dicono: sembra uno di noi, uno della gente. E questo lo dicono i buddhisti!" ha rivelato ancora la donna, spiegando: "Molti buddhisti dicono a me piace sentirlo parlare. Lui parla chiaro, parla semplicemente, in modo che tutti possono capireE adesso tutti hanno il ‘pope fever', così lo chiamano: tutti sono in agitazione perché vogliono vederlo, vogliono venire a Bangkok" ha concluso la suora

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