Una civiltà che sa solo distruggere ha le ore contate. La sola via d’uscita è la tradizione: ormai solo un dio ci può salvare diceva Heidegger cui aggiungiamo non un dio qualsiasi ma, il solo che è Vero: il Dio dei nostri padri
di Francesco Lamendola
Stiamo vivendo lo sfacelo della civiltà moderna, ne siamo sia i testimoni che le vittime. E lo sfacelo non è stato, come per tutte le altre civiltà, il prodotto di processi degenerativi che hanno sopraffatto i dinamismi virtuosi da cui esse erano nate e si erano sviluppate; al contrario, è stato sin dall’inizio, inscritto nel suo DNA; è stato la cifra e l’essenza dei suoi contenuti, anche se ciò è stato messo in ombra dagli straordinari sviluppi della tecnica. La tecnica, e solo la tecnica, ha dato l’impressione che la civiltà moderna fosse, come le altre civiltà, sorretta da uno slancio vitale, che fosse nata da un sovrappiù di energie biologiche, intellettuali, spirituali, e quindi orientata verso la vita; al contrario, essa è stata, fin dall’inizio, una civiltà di morte, una civiltà necrofila, perché nata dall’odio verso la civiltà che l’aveva preceduta, quella cristiana medievale, e orientata quasi esclusivamente verso la distruzione delle proprie radici e della propria tradizione.
In teoria il furore distruttivo era accompagnato da una esaltazione del progresso, da una celebrazione della scienza, e ciò ha fatto credere ai sui figli di essere una civiltà vera, dotata di un sano ottimismo e normalmente orientata verso la vita; ma la tecnica, l’adorazione per la macchina, sono state il paravento di un feroce odio contro la vita, culminato, ai nostri dì, nel folle sogno di “perfezionare“ la natura, sostituendo la macchina all’uomo o, peggio, inserendo la macchina nell’organismo umano, in modo da disporre di un nuovo soggetto, generato dall’empia unione fra l’elemento biologico, che è vita, e l’elemento artificiale meccanico, che è morte.
La nostra è una società malata, sprofondata nel male e che evoca continuamente il male, lo celebra, lo adora: è un disegno di autodistruzione sociale e morale, cui si unisce una politica scientemente pianificata di sostituzione della popolazione europea con una popolazione afroislamica. Dobbiamo renderci conto di quali siano le radici del male se vogliamo sperare di invertire la tendenza, anche se, probabilmente, è già troppo tardi. Nondimeno vale la pena di provarci, se non altro per la nostra dignità e per il rispetto dovuto alle future generazioni.
Naturalmente i propagandisti del Pensiero Unico affermano e ripetono, fino alla noia, che la tecnica è a favore della vita e che serve a difendere e potenziare la vita, in particolare nell’ambito sanitario e farmaceutico e in quello genetico e chirurgico: dicono, per esempio, che grazie ai progressi della tecnica si possono trapiantare organi salvando vite umane, e inoltre si può fare in modo che delle coppie sterili abbiano comunque dei figli. Ma questi vantaggi, veri o anche supposti, vengono sbandierati senza tener conto dei costi e del lato oscuro di tali pratiche: il trapianto di organi presuppone l’espianto, che è, tecnicamente parlando, l’asportazione di organi da un organismo ancora vivo e vitale, mentre le pratiche della fecondazione artificiale si risolvono sovente in manipolazioni genetiche di più che dubbia liceità morale. Inoltre non si tiene conto, nella valutazione del rapporto costi/benefici, dei danni che la tecnica indirettamente provoca agli uomini: sempre restando nell’ambito sanitario, ad esempio, si tace abitualmente sul fatto che circa il 30% delle patologie, nella nostra società, sono di origine iatrogena, vale a dire provocate dagli stessi farmaci o dalle stesse terapie messe in atto per curare altri disturbi o patologie.
C’è una regia occulta che persegue il fine non soltanto di distruggere, ma, nello stesso tempo, di sovvertire e pervertire ogni cosa. Essa vuole realizzare il sogno di Nietzsche: la trasvalutazione di tutti i valori. Il bene diventa male, e il male diventa bene con il piccolo dettaglio che nessuna società potrebbe mai uscirne viva. Il risultato inevitabile del capovolgimento di tutti i valori non può essere che la fine di quella società; con o senza le macchine!
In generale lo sviluppo della tecnica, lasciata libera di moltiplicare se stessa e di ampliare il suo raggio d’azione in misura esponenziale, senza un progetto complessivo, senza una filosofia che la indirizzi in una direzione indiscutibilmente utile, ma anzi lasciata in mano a soggetti economici in gran parte privati, banche e compagnie multinazionali, miranti esclusivamente ad accrescere i loro profitti, ha prodotto una proliferazione di sostanze e processi dannosi per l’uomo: montagne di plastica, fino a produrre addirittura grandi isole galleggianti negli oceani; inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, con gravissime conseguenze per la salute; alterazione drammatica degli equilibri ambientali e progressiva scomparsa della biodiversità. A ciò si aggiunga la crescita esponenziale della tecnologia militare, giunta a livelli tali da poter distruggere decine di volte la vita sul nostri pianeta, qualora venissero realmente impiegate le armi atomiche di cui esistono ricchi arsenali, e si avrà un quadro più completo e realistico della situazione, che smentisce i facili ottimismi e mostra il vero volto della modernità: un volto nichilista e distruttivo e una totale assenza di finalità e di scopi, rispetto al potenziale tecnologico di cui essa dispone, che vadano al di là dell’utile immediato. Di questa povertà intellettuale è testimonianza la società americana, ossia la società quantitativamente e qualitativamente più avanzata in senso tecnologico, la quale, nel campo del pensiero, non ha saputo produrre nulla di profondo e di originale, poiché tutto il suo contributo alla storia della filosofia mondiale si riduce al pragmatismo, la più banale e la più inutile di tutte le filosofie; mentre in campo religioso ha saputo coltivare solo un protestantesimo gretto, letteralista, aggrappato allo spirito dell’Antico Testamento più che a quello del Nuovo e perciò sostanzialmente chiuso in una visione legalistica, formalista e contrattualistica della relazione dell’uomo con Dio; per poi cedere il passo a una quantità di culti e credenze di ogni tipo e per fare spazio al satanismo e alla magia nera, quale esito finale della propria hybris (si ricordi sempre che la magia è sorella ideale della scienza e non della religione, perché esprime anch’essa una brama di dominio sulle cose e non un bisogno di adorazione).
Una domanda inquietante: quella attuale, di un "papa amazzonico" che vuol farci adorare il demone Pachamama è ancora la Chiesa di Gesù Cristo, la Chiesa del "Dio dei nostri padri" e della "Tradizione"?
Lo spirito intrinsecamente nichilista e distruttivo della modernità è particolarmente palese nelle arti figurative, nel cinema e nella letteratura. Osservava amaramente il personaggio di un romanzo dello scrittore romagnolo Mario Mariani (Roma, 1883-San Paolo del Brasile, 1951), oggi quasi dimenticato, ma assai popolare nella prima metà del XX secolo, e specialmente nel ventennio fra le due guerre mondiali (Da: M. Mariani, Gli ultimi uomini, Milano, Sonzogno, 1948, pp. 163-165):
Abbiamo disintegrato la letteratura. Anche la letteratura è letteratura… letteratura, purissima; vuoto concentrato. Si tratta soprattutto di rinnovare le immagini. È vietato dire: profumata come una rosa. L’immagine è così vecchia, così vieta che uno scrittore moderno dice piuttosto: profumata come… una parola di Cambronne. Se le immagini son nuove tutto il resto non conta. Non esiste più letteratura narrativa perché è meglio non raccontare niente a nessuno, non esiste più letteratura di pensiero perché non vogliamo pensare a niente, non esiste letteratura didattica perché nessuno ha voglia d’imparare.
Abbiamo trasformato, sempre per trovare del nuovo, la donna in uomo e l’uomo in donna. Abbiamo disintegrato totalmente la morale.
Per Martin Heidegger: "Ormai solo un dio ci può salvare!"
Era chiaro che, da ultimo, dovevamo disintegrare anche l’atomo e il nucleo dell’atomo e trovare in questo quella forma di Pansuicidio che Edoardo von Hartmann credeva potesse essere il risultato cosciente della nostra sterile vecchiezza e della nostra inutilità.
Il convincimento, anzi la sicurezza della nostra prossima fine, non è soltanto mio; esiste in tutti; “anche in voi che lo negate”. È un convincimento più profondo di quello che s’esterna in lunghe diatribe e geremiadi, in chiacchiere o piagnistei. È un convincimento del subcosciente; fisiologico, appartiene già alla carne, al sangue. E, senza un ragionamento, domina tutta la nostra condotta, tutta la nostra vita strenua, il nostro carpe diem senza scrupoli. Che altrimenti non si spiegherebbe. Lo sfacelo senza precedenti dei nostri criteri etici, lo scatenarsi dei nostri bassi istinti, liberati da ogni freno inibitorio, da ogni controllo, dipendono dal fatto che tutti sappiamo d’esser condannati, di dover morire non di vecchiaia, ma forse tra un giorno, tra un’ora. Per questo non c’’importa più nulla l’onore o il disonore, il rossetto di noi stessi o quello degli altri, il decoro o l’umiliazione, la dignità o la bassezza. La nostra unica preoccupazione è il godimento; strappare ancora a questo mondo di miseria e di nefandezze un attimo di gioia; degli occhi, della gola, del sesso. Dall’imbroglio alla truffa, alla rapina, alla grassazione, all’assassinio tutto serve se ci procura una notte di ubriacatura, di ballo, d’orgia, di voluttà. E sappiamo che tutte queste cose, che vogliamo subito, che non possiamo più aspettare dal tempo, dalla operosità, dalla pazienza ce le può dare solo il danaro, comunque guadagnato. E allora ricorriamo al falso, al grimaldello, alla mitragliatrice. Gli eroi della strada maestra si moltiplicano e si moltiplicano anche le bande, ma non dovete credere che lo specchio fedele della nostra società in disfacimento sia la cronaca poliziesca dei giornali; quella, per quanto paurosa, non ne dà che una vaga, pallida idea…
Una civiltà che sa solo distruggere ha le ore contate!
Ora, è possibile, anzi è perfino probabile, che quanti perseguono la distruzione della letteratura, delle arti figurative, della cultura e della morale siano semplicemente dei nichilisti convinti di recare la preziosa testimonianza del loro travaglio interiore e del malessere psicologico ed esistenziale di tutte le anime nobilmente pensose di questo mondo; ma è certo che al di sopra di loro c’è una regia occulta che dirige il gioco. Una regia che possiede materialmente, cioè finanziariamente, tutti i grandi canali d’informazione, i centri dell’editoria e della cultura, le case cinematografiche, i laboratori di ricerca scientifica e tecnologica, e che persegue il fine non soltanto di distruggere, ma, nello stesso tempo, di sovvertire e pervertire ogni cosa. Pervertire viene dal latino pervertěre, formato da per e il verbo vertěre, volgere, e significa sconvolgere, mettere sottosopra (Treccani). In altre parole, essa vuole realizzare il sogno di Nietzsche: la trasvalutazione di tutti i valori. Il bene diventa male, e il male diventa bene; il giusto diventa ingiusto e l’ingiusto, giusto; il vero diventa falso e il falso, vero; il bello diventa brutto e il brutto, bello; e così via. C’è solo un piccolo dettaglio da osservare in proposito: che nessuna società, partendo da quella più elementare, cioè la famiglia, e arrivando alla più grande, potrebbe mai sopportare una simile prova e uscirne viva. Il risultato inevitabile del capovolgimento di tutti i valori non può essere che la fine di quella società; con o senza le macchine. Anzi, l’alto livello di sviluppo tecnologico si rivolterà contro la società e ne affretterà la rovina; perché in presenza di un rovesciamento dei valori, il potere della tecnica, che è grandissimo e tende di per se stesso a sfuggire al controllo, verrà necessariamente indirizzato verso gli obiettivi più egoistici, e pertanto più distruttivi.
L'adorazione della macchina? la tecnica, e solo la tecnica, ha dato l’impressione che la civiltà moderna fosse, come le altre civiltà, sorretta da uno slancio vitale, che fosse nata da un sovrappiù di energie biologiche, intellettuali, spirituali, e quindi orientata verso la vita; al contrario, essa è stata, fin dall’inizio, una civiltà di morte, una civiltà necrofila, perché nata dall’odio verso la civiltà che l’aveva preceduta, quella cristiana medievale, e orientata quasi esclusivamente verso la distruzione delle proprie radici e della propria tradizione!
Una civiltà che sa solo distruggere ha le ore contate
di Francesco Lamendola
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Video a cura di Nicola Pasqualato di presentazione del libro "Tecnopolis" di Roberto Pecchioli. Introduce il prof. Francesco Lamendola. Evento organizzato dall'Istituto Studi delle Venezie, venerdì 8 Novembre presso l'Hotel Prealpi a Conegliano (Tv)
VIDEO INTEGRALE "TECNOPOLIS"
VIDEO: "PRESENTAZIONE DEL LIBRO TECNOPOLIS - LE TECNOSCIENZE CONTRO L'UOMO"
Presentazione del libro Tecnopolis. Siamo come il topo ipnotizzato dal cobra: chi ha in mano il potere vero? Come 100 signori della grande finanza controllano 7 miliardi e mezzo di persone ridotte a carne da macello ovvero “Bestiame”!
Evento organizzato dall'Istituto Studi delle Venezie, venerdì 8 Novembre presso l'Hotel Prealpi a Conegliano (Tv) video a cura di Nicola Pasqualato.
Introduce Luciano Sonego, relatori il prof. Francesco Lamendola e l'autore di "Tecnopolis" Roberto Pecchioli.
LE TECNOSCIENZE CONTRO L’UOMO
Siamo entrati a vele spiegate nella fase in cui il controllo sulle persone si determina attraverso la tecnica. Passiamo da una fase “disciplinare”, tesa a gestire una società solida, formata da operai, tecnici, soldati, cittadini, padri e madri, a una società della sorveglianza, realizzata con strumenti tecnici.
Il libro Tecnopolis è reperibile presso l'editore Effepi Via Balbi Piovera 7- 16149 Genova - mail effepiedizioni@hotmail.com; tel. 010 6423334; Libreria Editrice Europa ( Settimo Sigillo) www.libreiaeuropa.it; via S. maura 15 00192 Roma; Il Ramo d'oro Genova- Corso Buenos Aires 21D scala destra - www.ramodorogenova.it; Libreria Bottazzi- Corso Cavour 51 27058 Voghera (PV) email: libreriabottazzi@email.it
OPZIONE BENEDETTO TV - www.nordiopasqualato.org
La trasmissione televisiva LIVE facebook di Nicola Pasqualato
Opzione Benedetto TV, la trasmissione WEB che va in diretta tutte le domeniche dalla pagina facebook Opzione Benedetto TV a partire dalle ore 14.30.
Il sotto titolo è “pensiero dissonante” poiché gli ospiti collegati on-line commentano alcuni dei fatti salienti della settimana cercando di fornire una lettura dei fatti dissonante dal Pensiero Unico e alla sua arma più potente e feroce: la narrazione conformata e sterile del “Politicamente Corretto” che rimuovere la verità dai fatti e dai significati.
PER VISIONARE I VIDEO E' NECESSARIO COLLEGARSI A FACE BOOK: OPZIONE BENEDETTO TV
Del 15 Novembre 2019
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