Un quadro amareggiato di come in molte persone l’appartenenza alla Chiesa sia una fatica intellettuale non sempre sufficiente a sostener la fede e una preghiera di speranza per l’Avvento. Ma alla fine la speranza vince.
Un articolo di Meghan Froerer Greenfield, pubblicato su One PeterFive, nella traduzione di Annarosa Rossetto.
Mangiatoria vuota
 “La mia fede se n’è andata!” Singhiozzò lui, dopo un momento di stordimento. “Non c’è nulla di buono sulla terra; e il peccato non è che un nome. Vieni, diavolo! poiché a te è dato questo mondo”.
—Nathaniel Hawthorne, Young Goodman Brown

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Una chierichetta con la coda di cavallo, le scarpe da ginnastica rosse, fa suonare le campanelle che ha in mano. “Suonare” non è esattamente la parola giusta; sembrano più un tintinnio. Non è quel tipo di campanella obsoleto, col suo clangore metallico, risonante, che riecheggiava per tutta la notte – niente di così sfacciato e determinato. In effetti sono più simili a campanelli eolici. Non c’è un chiaro inizio o una fine nel loro tintinnio evanescente. Il suono appare e scompare  in modo evanescente, irregolare, indolente, sempre cangiante. Campanelle per l’era moderna – per la chiesa cattolica nuova e perfezionata. Queste sono campanelle che potrebbero indicare che si è in presenza di Trilli (la fatina di Peter Pan, n.d.t.), o forse che una mistica farfalla scintillante sta fluttuando con grazia nel presbiterio. Forse che Babbo Natale è arrivato in anticipo. Magari le campanelle erano state concepite per avvisare l’assemblea dei fedeli della Consacrazione dell’Eucaristia. Insomma, qualcosa del genere.
Dopo un breve momento (più corto anche dell’abito della lettrice), il sacerdote si scapicolla dall’altare mentre deposita una coppa color bronzo piena di Cristo nelle mani fresche di manicure della sua collega donna. Lei ringrazia Dio di essersi ricordata che era il suo turno settimanale come M.S.E. (Ministro Straordinario dell’Eucarestia, n.d.t.); lo smalto rosa brillante l’aiuta a distrarsi dai reumatismi che hanno iniziato ad insinuarsi nelle sue mani ormai di una certa età.
I due, fianco a fianco, seguiti da vicino dal diacono per lo più irrilevante nel suo Pigiama a Righe Viola, scendono i gradini della cattedra sacerdotale, lui in persona Christi, lei in persona Christy in fondo la strada a pochi isolati. Ricorda, mentre inizia ad amministrare il Santissimo Sacramento a quei fedeli in coda per la Santa Comunione, come questo non fosse possibile quando era bambina. Disprezza il prete, ma si sente potente e importante quando stanno insieme per quei pochi minuti ogni domenica. Il gesto in qualche modo sembra ancora rivoluzionario e la riempie di zelo.
Ha fatto del suo meglio per credere nella Presenza Reale, ma si rende conto di non esserci riuscita. Si è confortevolmente accomodata nella ferma convinzione della Presenza Simbolica.  Non riesce proprio a capire perché la fede nella transustanziazione le sia sempre sfuggita, ma a questo punto è restia a credere di poterla mai accettare veramente. Ma i simboli sono importanti; e questo è già abbastanza.
Lei crede in Cristo, comunque. Lo vede ogni giorno nello Spirito dei suoi compagni – soprattutto nelle sue compagne. Molte delle sue amichette le hanno segretamente confidato, spesso con un po’ di imbarazzo e vergogna, che neppure loro credono nella presenza di Cristo nell’Eucaristia, né credono nella Sua presenza in nessuno degli altri sacramenti.
Indipendentemente dalle sue convinzioni personali, ci sono fedeli in fila oggi qui davanti a lei, ha un lavoro da svolgere e non può più farli aspettare. Dio sa che la fila è già abbastanza lunga. Le persone hanno una vita al di fuori della Messa.
Mette l’Eucaristia nella mano dell’uomo con la felpa rossa con cappuccio e i jeans blu. Le pare di averlo già visto prima, ma ricorda la sua faccia solo molto vagamente.
Non veniva a Messa da anni. Ormai trentenne, partecipa a questa seconda domenica di Avvento per sua nonna, una centenaria, devota cattolica da sempre, cui non resta molto da vivere. Oggi è il suo compleanno e vederlo a Messa era tutto ciò che desiderava. Lui si sta annoiando a Messa, ci si annoia da quando era bambino, ed è rimasto contagiato dal tedio dell’ignoranza. Non capisce la Messa, né ha alcun desiderio di farlo. Non è sposato e non ha prospettive immediate. È dipendente dalla pornografia da quando era un adolescente e al riguardo ha un qualche sano senso di colpa cattolico, ma non ha intenzione di confessare i suoi peccati a un sacerdote imperfetto e peccatore; non sono affari di nessuno, se non suoi. Una vita di depressione e ansia paralizzante ha fatto a pezzi la sua fede. È solo. Dio non può assolutamente essere interessato a lui perché soffre così tanto. Ha perso diversi amici per suicidio. L’ambivalenza se volere o no essere il prossimo logora gran parte della sua vita vissuta alla giornata.
Si è messo in fila per la Comunione, annoiato e disinteressato, anche se un po’ a disagio, per non deludere la nonna. Sa che dovrebbe credere che Gesù sia effettivamente presente nell’Eucaristia e non è sicuro che dovrebbe prendere la Comunione, ma non capisce comunque dove stia tutto questo problema. Non ha mai capito come Dio potrebbe davvero essere lì. Si tratta solo di inutili sensi di colpa e superstizione. È restio a credere che una qualunque di queste cose sia vera. Prova solo amarezza e odia tutto. Non vede l’ora di andarsene.
La vecchia gli mette l’ostia nella mano. Lui se la mette esitante in bocca, si gira e supera una donna molto più giovane con due bambini piccoli al seguito, nella fila successiva.
Bruna e carina, questa donna si convertirà presto alla Chiesa Ortodossa greca. Lei stessa non è particolarmente ortodossa, non dogmatica, una millenial cattolica abbastanza nella media, ma sa riconoscere una bella liturgia quando la vede. Di recente si è trasferita qui da un’importante area metropolitana dove facevano una liturgia bizantina proprio in fondo alla strada. Le mancano tutti quei canti e quella devozione, e in questa città molto più piccola non c’è niente del genere. Un amico continua a tormentarla perché partecipi ad una messa cattolica in Latino presumibilmente bella, ma è a un’ora e mezza di distanza. Suo marito è stato chiaro. Con i bambini, semplicemente non si può fare.
C’è un’unica chiesa greco-ortodossa in tutta la città. Ci è andata qualche settimana fa, solo per dare un’occhiata. È, di default, dotata di una liturgia meravigliosa e piena di devozione.  Le toglie il respiro e soddisfa i desideri più profondi della sua anima assetata. Sa che l’Ortodossia orientale e il Cattolicesimo non sono la stessa cosa, ma non capisce bene come o perché, e non è qualcosa di cui è troppo preoccupata. Vuole solo bellezza e santità. Vuole intravedere qualcosa di esplicitamente divino. La Scipita Forma Ordinaria della liturgia l’ha resa restia a credere che il Cattolicesimo possa darle lo stesso ristoro che sperimenta con l’Oriente. Si avvicina al prete che le mette l’ostia nel palmo della mano. Si sente più felice di quanto non si sentisse prima, ma riconosce tristemente che la Chiesa cattolica non è più il suo posto.
Il prete benedice i suoi figli e lei esce rapidamente dalla fila, appena in tempo per vedere un uomo in giacca e cravatta blu scuro, scarpe marroni lucide e pantaloni marrone chiaro stirati, che si avvicina in fretta.
È appena tornato dal bagno, e giusto in tempo. In realtà non aveva bisogno di utilizzare i servizi, ma recentemente ha sopportato alcune omelie del suo parroco sul modo in cui Gesù sia come il WiFi. Si è allontanato dalla cappella mentre  iniziava l’omelia, ha oltrepassato con decisione la pesante porta di legno del bagno, quella con scritto “Uomini”, pensando brevemente a quanto tempo ancora si oserà proclamare qualcosa di così audace.
Ha sempre praticato, è sempre stato devoto. Conosce il catechismo in lungo e in largo e non ha paura di proclamare coraggiosamente la sua fede. Ultimamente, tuttavia, è frustrato e sconcertato dalla sua amata Chiesa cattolica. Legge le notizie sugli avvenimenti dell’ultimo sinodo sui suoi siti cattolici ufficiali preferiti. È preoccupato per ciò che stanno facendo quei vescovi tedeschi. Disprezza il cattolicesimo liberal e progressista, ma non trova particolarmente utili quei tradizionalisti creduloni e fanatici che vedono idoli di legno, demoni e massoni spuntare da dietro ogni albero amazzonico.
È stato deluso e amareggiato da ogni singolo sacerdote che abbia mai conosciuto e, a questo punto della sua vita di uomo di mezz’età, non si fida di quasi nessuno di loro. Il prete della sua infanzia ha abbandonato il nome di “Padre” per una donna. Di recente il cappellano della sua università è stato sorpreso ad abusare di un bambino. Il sacerdote che ha celebrato il suo matrimonio, un caro amico, ha perso del tutto la Fede e ha iniziato a definire la Chiesa cattolica “una barzelletta”.
Diventando grande, aveva guardato a questi sacerdoti come eroi di grazia e virtù da imitare; aveva anche preso seriamente in considerazione di diventare sacerdote lui stesso. Ora vede che sono solo uomini, imperfetti e peccatori, come tutti gli altri.  Questo sacerdote non è affatto diverso dagli altri – aveva iniziato bene, quando era arrivato per la prima volta in parrocchia, relativamente conservatore e ortodosso, ma aveva lentamente ceduto alle richieste del mondo. Proprio come hanno fatto tutti.
Mentre si allontanava dal bagno e tornava lentamente nella cappella, si è sorpreso nel vedere che la processione per la Comunione era quasi finita; sua moglie e i sei figli l’avevano già fatta ed erano di nuovo seduti nei banchi. Ci sono meno persone di quante  credesse (ci sono sempre meno persone, a quanto pare, ogni settimana), e sembrerebbe che abbia impiegato più tempo di quanto avesse previsto a togliere qualche filo e un paio di peli di Golden Retriever dalla giacca, a passare le dita meccanicamente sulla la barba e a pensare alla lista degli acquisti per Natale. Tutte queste cose erano, tuttavia, un uso decisamente migliore del suo tempo rispetto alla sconclusionata e incoerente omelia del prete e alla Messa frettolosa inevitabilmente deludente.
L’uomo con il blazer blu scuro sta attraversando una crisi di fede. Ha provato di tutto per fermare l’emorragia: ha pregato, digiunato, implorato, supplicato. Crede che Dio sia restio  a dargli retta. Prega perché questo periodo di prova venga superato e che la sanità mentale torni presto nella sua chiesa. Non vede l’ora che tutto questo passi.
Si precipita nella fila per la Comunione e vede alla sua destra una ragazza con il velo viola, inginocchiata nelle ultime file dei banchi. Gli sembra di conoscerla ma non sa chi sia.
È una donna, a dire il vero, non più una ragazza. La sua giovinezza e la sua fugace bellezza stanno evaporando più rapidamente di quanto Papa Francesco ci metta a ripescare una Pachamama dal Tevere. L’ultimo anno gliel’ha portata via. Di recente ha accumulato qualche chilo, bisogna ammetterlo. Non è si è messa in fila per la Comunione, di nuovo. Da mesi ormai si tiene a freno. Il peccato e la disperazione sono paralizzanti.
Anche lei sta vivendo una crisi di fede. Non riesce a conciliare così tante cose su Dio e la Sua Chiesa Cattolica. Queste non sono cose che si possono dire ad alta voce nella sua comunità. È sola. Sempre. Sola. Spesso le sembra troppo da sopportare.
Il papa detesta le persone come lei più di quanto sembri disprezzare il peccato. Loro si rincuorano ricordando l’avvertimento di Cristo che sarebbero stati disprezzati per averlo seguito – solo che non avrebbero mai immaginato che sarebbe stato il Suo vicario sulla Terra a provare così tanto disprezzo.
Il Popolo dell’Internet Cattolico Tradizionale ha gettato i suoi catechismi di Giovanni Paolo II nella spazzatura come tanta immondizia: ora sono finiti nel cestino dei rifiuti della storia. Lei aveva passato molto tempo su quelle pagine, sottolineandole, riempiendole di post-it con le sue annotazioni. La sua copia è ancora lì, improvvisamente più imbarazzata di quanto non sia mai stata, sullo scaffale. Ma bisogna ammettere che ora è relativamente obsoleta. Il Magistero in questi giorni sembra essere messo in discussione – sempre in trasformazione, sempre reinterpretato. Aggiornato, migliorato. Proprio come quelle tintinnanti campanelle. La Tradizione Cattolica è stata consegnata al Mercato delle Idee in continua espansione.
Non riesce a vedere il progetto di Dio per la Sua chiesa, non riesce a capire che le persone vengano allontanate dalla Verità dalla Chiesa stessa. I laici pestano i piedi e chiedono di prendere e distribuire agli altri questo Divino Banchetto, a tempo perso e con mani non consacrate: una ordinaria derisione, una tortura quotidiana. La Chiesa, chissà perché, accetta la cosa.
Maledetta, come Zaccaria, silenziosa e incapace di parlare per mesi, distoglie la bocca affamata e supplica il prete dal fondo della chiesa – per favore, padreFacci aspettare. È restia a credere che lui lo farà mai. Non vede l’ora che la distribuzione della Comunione finisca.
Forse entro la prossima settimana avrà avuto qualche rivelazione e potrà tornare da Lui. Forse sarà semplicemente una battaglia  persa alla fine per logoramento. Per fame. Per malnutrizione. Pregate che presto le venga data la grazia di ritardare indefinitamente una tregua con il Diavolo.
La comunione finisce. Il Diacono con il Pigiama a Righe Viola aiuta in fretta il padre a pulire i piatti e intona una nenia di congedo, una cantilena alla caffeina. Sveglia l’assemblea ancora una volta. Stanno per andare a vedere la partita. Grazie a Dio. Non vedono l’ora.
Signore, ci sono quelli tra noi che affermano che la tua amata Chiesa è stata infiltrata dalle Potenze Oscure, da Satana stesso. Non sappiamo come  potrebbe essere vero. Non sappiamo come o perché lasceresti che ciò accada. Signore, non capiamo. Per alcuni di noi, i dubbi, la lotta per mantenere la fede e il conflitto nelle nostre anime non sono state teoriche e astratte. Per alcuni di noi, queste cose non sono semplicemente successe a qualcun altro.
Ti abbiamo sentito, per così tanto tempo, come i raggi di luce delle stelle invernali che brillano da molto, molto lontano. Freddo e distante. Incredibilmente remoto e assente. Spesso riusciamo appena a distinguerTi da una qualsiasi altra cosa nel cielo. Non riusciamo a vedere, con la nostra misera ragione umana, come Tu possa in qualche modo guidare questa Chiesa – è diventata una stella che abbiamo faticato a seguire verso la salvezza, una mappa di cui dubitiamo.
Donaci la grazia, la tua grazia abbondante, nostro Pastore Supremo, in questo Avvento Benedetto, di credere. Di credere, nonostante i fallimenti degli uomini nella tua Chiesa. Sebbene questo sia stato uno degli anni più difficili della nostra vita cattolica comunitaria, Tu porti doni perpetui di rinnovamento e rigenerazione. Mentre questo anno liturgico rinasce, allontana il dubbio dai nostri cuori e il dolore dalle nostre anime.
Aiutaci a cercare di non comprendere ogni crisi quotidiana, ogni rinuncia alla nostra gloriosa tradizione. Dacci la fede di ricordare le tue parole – Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Matt. 28:20) – e di seguire gli echi dei tuoi antichi pastori attraverso la desolazione invernale di questa era moderna. Le nubi sono scure e la notte ci circonda, ma la loro saggezza e la loro guida ci guideranno sempre avanti, verso la Stella di Betlemme.
E quando troviamo quella mangiatoia benedetta, Signore, fa che ci prepariamo per la nascita del re neonato. Non possiamo creare un giaciglio di paglia nei nostri cuori perché un messia bambino possa riposare tranquillo quando le nostre anime bruciano di fuoco rabbioso. Accendi in noi, invece, il caldo bagliore della fiamma di una candela, placida e calma, piccola e serena, con il quale daremo il benvenuto a Cristo bambino nella Sua dimora terrena. Che possiamo riposare, Signore, accovacciati presso il tuo umile letto in questa fredda stalla, nei prossimi giorni, senza sensazioni di freddo abbandono, ma di pacifica attesa.
Aspetteremo, Dio, perché Tu sei Colui che vale la pena aspettare. Attendiamo, nella speranza perpetua, che la nostra fede rinascerà in questa stagione di Avvento. Che troveremo te, Sorgente di Calore e Luce, che in qualche modo ancora rabbrividisci per il freddo. Terremo stretta la tua manina, baceremo la tua guancia perfetta e pregheremo di non tradirti di nuovo. Ti verremo vicini e ci aggrapperemo a te, in un dolce abbraccio, come ha fatto la tua Beata Madre. Sussurreremo nelle tue orecchie nuove di zecca, “Sono sempre con te, fino alla fine”. Fino a quando non verrai di nuovo nella gloria. Oh, vieni, vieni, Emmanuele. Non potrai venire presto abbastanza.
Ma fino a quel momento, aspetteremo.
Di Annarosa Rossetto