ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 28 gennaio 2020

A ognuno la sua memoria

I rabbini chiedono la rimozione della chiesa cattolica di Auschwitz



OSWIECIM, Polonia (Reuters) – Quattro rabbini statunitensi guidati da Avi Weiss di New York si sono riuniti domenica davanti a una chiesa vicino al campo di sterminio tedesco nazista a Birkenau in Polonia, sostenendo la sua rimozione da un sito in cui furono uccisi più di un milione di ebrei .

“Questa protesta per noi fa molto parte della commemorazione. Perché ci sarà una cerimonia di commemorazione senza un’espressione di profondo, profondo sdegno per il fatto che la chiesa è ancora qui, manderebbe un messaggio che siamo d’accordo con questo “, ha detto Weiss.
I rabbini sostengono che la chiesa non dovrebbe trovarsi sul sito di uno dei più grandi cimiteri ebraici del mondo e viola un accordo del 1987 tra cardinali europei e leader ebrei secondo cui non ci sarà alcun luogo di culto cattolico permanente sul sito di Auschwitz o campi di Birkenau.
“Questa (la chiesa) nella mia mente è la più grande profanazione della storia dell’Olocausto”, ha detto Weiss.
Jerusalem Post:

Perché una chiesa tiene ancora servizi ad Auschwitz-Birkenau?

La chiesa, che rimane operativa e perfettamente funzionante fino ad oggi, rappresenta una delle minacce più imminenti di oggi all’integrità della memoria dell’Olocausto.

Rabbi Jonathan Leener, Rabbi Ezra Seligsohn, Avi Weiss, Rabbi Shabbos Kestenbaum tengono striscioni mentre  protestano  per spostare una chiesa situata vicino Birkenau, ex campo di sterminio nazista tedesco a Brzezinka vicino a Oswiecim, Polonia, 26 gennaio 2020. REUTERS / Kacper Pempel
Richiesta che approvo fino in fondo: deve esserci una sola Vittima.

Perché Israele ha tentato di avvelenare un chierico cristiano palestinese

Corrono ma non si affaticano“, è una citazione dalla Bibbia (Isaia, 40:31) che adorna la homepage di Kairos Palestine, un’organizzazione cristiana che si oppone all’occupazione israeliana.
Questo importante documento, che mette in parallelo un’iniziativa simile proveniente dal Sudafrica durante gli anni della lotta contro l’apartheid, è arrivato a rappresentare ovunque la voce unificata della comunità cristiana palestinese.
Uno dei principali sostenitori di Palestina di Kairos è l’arcivescovo Atallah Hanna.
Dal 2005 è capo della diocesi di Sebastia della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme. Da allora ha usato la sua posizione di leader per sostenere l’unità palestinese in tutte le sue manifestazioni.
Presumibilmente, Hanna è stato sotto la mira da Israele per molti anni, poiché il suo tipo di leadership è problematico dal punto di vista di un potere politico e militare egemonico che richiede sottomissione assoluta.
Quindi, quando l’arcivescovo fu ricoverato in ospedale il 18 dicembre, secondo quanto riferito a causa di un “avvelenamento israeliano“, i palestinesi erano molto preoccupati.
Pochi giorni dopo, stava ricevendo cure mediche urgenti in un ospedale giordano per quello che Hanna stesso ha descritto come “avvelenamento da sostanza chimica“. Qualunque sostanza potesse essere stata, si diceva che fosse stata scaricata da una bomboletta di gas dell’esercito israeliano, per fare pressione sulla chiesa di Hanna a Gerusalemme.
“I cristiani di Palestina sono una famiglia di giordani e palestinesi“, ha detto ai giornalisti dal suo letto d’ospedale.
Coloro che hanno familiarità con il discorso di Hanna sanno esattamente a cosa puntava, il ribelle leader cristiano, quando parlava dell’unicità dei cristiani palestinesi in Giordania e Palestina: unità che, purtroppo, ha eluso i palestinesi per molto tempo.
Leggete il resto qui:
(MB  –  Si capisce che mi dissocio da questa accusa senza prove)

MEMORIA DEI LAGER DI IERI, IL SILENZIO SUI LAGER DI OGGI.

27 Gennaio 2020 Pubblicato da  31 Commenti --

 


Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Piero Laporta nella Giornata della Memoria fa memoria del presente, e cioè ci illustra come sia facile esecrare i misfatti di un nemico che non esiste più, se non nella propaganda interessata della sinistra, e chiudere gli occhi di fronte ai misfatti – attuali, presenti e ben reali, di poteri dittatoriali ossequiati e coccolati da Chiesa e Progressisti, campioni imbattibili di ipocrisia mascherata con buone intenzioni. Felice lettura.  

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La Memoria dell’Olocausto va assumendo significati inaspettati. Il quotidiano israeliano Haaretz scrive: «A 75 anni dalla liberazione di Auschwitz, dobbiamo ammettere che Israele, lo Stato degli ebrei, è disposto a vendere la memoria dell’Olocausto al miglior offerente», riferendosi al Forum mondiale sull’Olocausto, dove nessuno degli oratori israeliani ha rammentato a Vladimir Putin – osannante l’ingresso dell’Armata Rossa ad Auschwitz – che il patto Molotov-Ribbentrop, siglato nel 1939, aveva aperto la strada a Hitler anche verso i lager.
Dimenticanze in Israele, in cerca di sostegno per annettersi la valle del Giordano. Dimenticanze analoghe nelle comunità ebraiche europee, da quanti utilizzano l’Olocausto, criminalizzando i partiti sensibili all’interesse nazionale italiano per accreditarsi fedeli sudditi del IV Reich, specialmente in Italia.
Le falsità propalate da La Repubblica sulle minacce a Liliana Segre, la maliziosa sovrapposizione fra razzisti e contrari all’immigrazione incontrollata, gli insulti di taluni intellettuali ebrei alle periferie romane in rivolta contro i nomadi, le false accuse all’Italia d’aver deportato ebrei, le false accuse a S. S. Pio XII, dimenticando quanto ha invece fatto per gli ebrei italiani e nel mondo, prima, durante e dopo il Secondo conflitto.
Tante, troppe falsità, giustapposte all’omertà di tanti ebrei per le atrocità, quelle sì reali, commesse dalla Francia e persino per quelle commesse dalla Germania. Pochi ricordano che la Germania per ogni deportato ha pagato ben 7, diconsi sette dollari. Chi è razzista? L’Italia, ovvio.
Non dobbiamo dunque stupirci se l’Olocausto è da taluni percepito come un randello, non solo fra i musulmani. Troppi se ne servono per spargere odio, separare la comunità cattolica da quella ebraica e spostare voti verso i partiti genuflessi al IV Reich, mentre trescano col terrorismo nemico giurato di Israele.
Manovre di potere per favorire carriere finanziarie, politiche e giornalistiche di personaggi disponibili a tutto, anche a svendere l’Olocausto, pur di arricchirsi, conquistare poltrone, occupare redazioni.
Oggi l’Olocausto assume ulteriori funzioni devianti. Mentre commemoriamo i lager di settant’anni fa, proprio quanti suonano la grancassa – Romano Prodi in testa, per esempio – sono i più attenti a sostenere gli interessi della disumana dittatura di Pechino e, fra questi interessi, il mostruoso, spietato, sconcio silenzio sul lager di oggi.
In Cina lo schiavismo, le torture, l’espianto degli organi, l’annientamento della personalità sono applicati con ben peggiore efficacia, superando senza misura l’orrore di Auschwitz. Qualcuno ha udito una sillaba da Bergoglio sui Laogai, i campi di concentramento, fondati da Mao Tse Dong negli anni cinquanta, prolificatisi per schiacciare oggi, in questo istante, milioni e milioni di uomini, donne, bambini? Qualcuno ha udito una sillaba dalla quirinalità organizzata?
Alzi la mano chi ha sentito Prodi, Saviano, Lerner, Veltroni, Zingaretti e compagnia bella, alzi la mano chi ha udito una sillaba sui laogai.
Occorre vigilare sempre sulla propensione alla retorica dei centri di potere. La retorica è sempre l’espediente più a buon mercato dei farabutti per nascondere la verità.
La radice del male in Europa, il male che sta infettando tutti, è sempre là, nella Germania, nelle oscure coscienze di quanti, riaffacciatisi in Europa, l’ammorbano col loro acido spirito di rivincita. La Germania non ha imparato la lezione della storia. Non lo dice Matteo Salvini, lo ha affermato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier al World Holocaust Forum. È stupido far finta di non capire.
Aggrappiamoci alla verità. Inutile dunque interrogarsi sull’omertà che oscurò i lager di Hitler, settant’anni fa.
Dobbiamo invece chiederci come sia possibile che oggi, disponendo di Internet, di tutte le informazioni possibili, dobbiamo tuttavia assistere alla retorica sull’Olocausto, mentre centinaia di milioni di sventurati sono attori contemporanei d’un Olocausto da settant’anni nei Laogai.
L’omertà ci affligge mentre la dittatura cinese, la più potente e spietata mai palesatasi nella storia dell’umanità, porge la sua carta di identità col Coronavirus, frutto dei laboratori militari cinesi. La civiltà si rialzi in piedi, dunque. Serve a poco se oggi, esecrando il patto Molotov-Ribentropp, dimentichiamo che i sopravvissuti di domani potrebbero ricordare con maggiore raccapriccio i cedimenti dell’Europa e di Bergoglio a Xi Jiping.
Piero Laporta
www.pierolaporta.it

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