Il vescovo Terence Drainey si rifiuta di incontrare le persone preoccupate per il sostegno della diocesi di Middlesbrough all’agenda del “Pride”.
Di seguito l’articolo scritto da Paul Smeaton pubblicato su LifeSiteNews.
Eccolo nella mia traduzione.
LifeSite ha recentemente riportato il crescente numero di “Messe LGBT” celebrate nelle diocesi cattoliche in Inghilterra. Middlesbrough è una di queste diocesi, con una Messa LGBT+ mensile che si svolge dal dicembre 2017. La celebrazione avviene presso il famoso York Bar Convent, il più antico convento cattolico d’Inghilterra, risalente al 1686.
La diocesi di Middlesbrough promuove il sito web Middlesbrough Diocese Diocese LGBT+ Ministry sulla sua pagina ufficiale della diocesi. La stessa pagina web promuove anche un gruppo Facebook dedicato al “ministero”. Nel giugno 2019, su questa pagina Facebook è stato pubblicato un album di foto che mostrava la partecipazione del gruppo all’evento “Pride” a York. Questo evento è stato condotto da scolari della zona.
Il sito web del Ministero LGBT+ della Diocesi di Middlesbrough chiarisce che il ministero è un’iniziativa dell’ordinario locale, il vescovo Terence Drainey, e che il gruppo ha il suo sostegno. Lo dichiarano sulla loro homepage:
Il nostro Padre in Dio, il Vescovo Terence (Terry) Drainey, è chiaro [nel dire che] che qui nella diocesi c’è una calorosa accoglienza per tutti, e ciò include in modo esplicito i membri della comunità LGBT+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, e coloro che si identificano sotto il segno “più”), così come i loro amici e le loro famiglie.
LifeSite è stata ora informata di una serie di altre attività del ministero LGBT nella sua diocesi di Middlesbrough, tra cui la pubblicazione di posts sui social media da parte di membri di spicco del ministero LGBT+, la loro associazione con gruppi che promuovono idee in contraddizione con l’insegnamento cattolico e l’evidenza che le scuole all’interno della diocesi potrebbero utilizzare controversi programmi educativi pro LGBT+.
I fedeli cattolici hanno scritto una serie di lettere al vescovo Drainey, ma ritengono che le loro preoccupazioni non siano state adeguatamente affrontate. Il vescovo Drainey si è rifiutato di incontrarli. Ha detto a LifeSite che sentiva che qualsiasi cosa avesse detto “non sarebbe stata soddisfacente ai loro occhi” ed era chiaro che “un incontro non avrebbe offerto loro una soddisfazione maggiore della mia lettera”.
Nelle lettere a Mons. Drainey, i fedeli cattolici hanno sottolineato la loro preoccupazione per la partecipazione dei gruppi diocesani agli eventi locali “Pride” e per alcuni post sui social media di padre Tony Lester e Dr. Johan Bergström-Allen, le due persone elencate come contatti sul sito web della Diocesi di Middlesbrough LGBT+ Ministry.
Il Dr. Bergström-Allen, presidente del Consiglio Pastorale del Ministero LGBT+, ha pubblicato sulla sua pagina di Instagram le foto del suo coinvolgimento nell’evento “Pride” di Hull nel luglio 2019. La sua pagina include una serie di immagini e video tratti dall’evento di luglio, tra cui diverse immagini e video di una rappresentazione sovradimensionata di Gesù Cristo che indossa una fascia arcobaleno.
Su uno di questi post il dottor Bergström-Allen ha pubblicato il messaggio “La vostra Chiesa ha questo aspetto? #GodisInclusive #Pride”.
La sua pagina mostra anche una serie di immagini dell’evento “Pride” di York del giugno 2019, dove il “ministero” diocesano ha ospitato la propria bancarella. Una di queste immagini mostra una “drag queen” raffigurata in una cornice di cartone ritagliata in modo da assomigliare a un post di social-media con il marchio “Middlesbrough Diocese LGBT+ Ministry”, insieme all’immagine di una croce riempita con i colori dell’arcobaleno. L’immagine della croce arcobaleno appare sul sito web del ministero, sulle pagine dei social media e sulle pubblicità. Accompagnando il post, il Dr. Bergström-Allen ha scritto: “50 anni fa le drag queen hanno guidato le rivolte di Stonewall e dato il via al moderno movimento LGBT+. Stanno ancora combattendo e sono favolose”. Diverse altre immagini di membri del pubblico che posano per foto simili sono pubblicate sulla pagina Facebook del ministero LGBT+ della diocesi di Middlesbrough. I nostri contatti nella diocesi di Middlesbrough ci dicono che questa immagine era originariamente anche sulla pagina Facebook del “ministero”, ma non viene più visualizzata.
Stonewall è un gruppo di lobby LGBT leader nel Regno Unito, più o meno equivalente alla Human Rights Campaign (HRC) negli Stati Uniti, che l’anno scorso ha proposto nuove linee guida per introdurre temi ed esempi di gay, lesbiche e transgender in ogni area del programma scolastico, a partire dalle lezioni per bambini di 5 anni.
La pagina Instagram del Dr. Bergström-Allen include anche video di lui che frequenta il Black Orchid York – Gentlemans Club & Whisky Lounge, con uno dei suoi video che include una nota descrittiva del Dr. Bergström-Allen che dice: “Drag discoteca per iniziare il 2019”.
Nelle lettere al vescovo Drainey, i cattolici hanno anche espresso una serie di preoccupazioni su padre Lester, un sacerdote cattolico della diocesi e coordinatore del Ministero LGBT+. Padre Lester può essere visto nella foto qui sotto in occasione di un evento del “Pride” (“Gay Pride”, ndr) nel 2018, in piedi nell’angolo in basso a sinistra della grande bandiera arcobaleno.
Uno dei problemi evidenziati nella corrispondenza con il vescovo Drainey è stato che nel dicembre 2018, padre Lester ha ritwittato un post del personale del Sistema Sanitario Nazionale al fine di lodare il personale di salute sessuale, che includeva una foto di alcuni preservativi gonfiati disposti in modo da assomigliare ad un albero di Natale.
I cattolici preoccupati hanno inoltre fatto notare al vescovo Drainey che la chiesa di Nostra Signora ad Acomb, dove padre Lester è parroco e il Dr. Bergström-Allen è membro del consiglio pastorale, si è registrata presso l’organizzazione Inclusive Church. Una parte della “visione condivisa” di Inclusive Church è quella di “sfidare la chiesa laddove continua a discriminare le persone per motivi di disabilità, potere economico, etnia, genere, identità di genere, disabilità di apprendimento, salute mentale, neurodiversità o sessualità”. Nel 2018, la loro conferenza annuale è stata tenuta da Ruth Hunt, CEO di Stonewall, che afferma di essere anche “cattolica praticante”.
I cattolici hanno anche evidenziato le prove che il controverso programma scolastico pro-LGBT “No Outsider” può essere utilizzato in una scuola cattolica della diocesi.
Sexual health staff rarely get a mention but it’s one of the busiest services in the NHS and they do an incredible job for millions of people
So please spare a RT for all those who will be there for others over the Christmas period (and long after)#MerryXmasNHS#ThankYouNHS
Il programma “No Outsiders” ha ricevuto una significativa copertura mediatica l’anno scorso, quando i genitori musulmani di Birmingham hanno protestato contro il suo utilizzo per l’insegnamento ai loro figli. Il programma promuove gli stili di vita LGBT come normali, con l’introduzione in un libro che spiega che “essere una persona gay o lesbica o transessuale o bisessuale è normale, accettabile e ok”. Il suo autore, Andrew Moffatt, ha guidato la marcia annuale omosessuale “Pride” a Birmingham l’anno scorso.
Una recente indagine di ChurchMilitant.TV ha mostrato che almeno 10 scuole dell’arcidiocesi cattolica di Liverpool hanno utilizzato il programma “No Outsiders”. In una newsletter estiva, il dipartimento per l’educazione dell’arcidiocesi di Liverpool ha dato i seguenti consigli alle scuole:
“Le informazioni di No Outsiders sono ancora attuali e vanno bene per la scuola. Dato il clima attuale, potrebbe essere meglio non pubblicare sui social media e usare il termine ‘Tutti sono benvenuti’ per il momento per evitare pubblicità negativa”.
Nelle lettere al vescovo Drainey, i cattolici hanno sottolineato che un tweet della parrocchia della Chiesa di Nostra Signora ad Acomb (dove padre Lester è parroco) ha mostrato un poster ufficiale “No Outsiders” esposto nella scuola elementare Nostra Signora Regina dei Martiri, una scuola cattolica della diocesi di Middlesbrough. Questo tweet che mostrava il poster nella scuola è stato poi ritwittato da Emma Barrs, la direttrice della scuola.
LifeSite ha contattato la signora Barrs per sapere se il programma “No Outsiders” viene utilizzato nella scuola e, in caso contrario, perché il poster è stato esposto, ma finora non è stata data alcuna risposta.
La risposta del vescovo Drainey
Nella risposta del Vescovo Drainey ai cattolici interessati, egli ha sottolineato in diverse occasioni che il ministero LGBT+ è stato istituito in linea con varie dichiarazioni di Papa Francesco, compreso l’appello contenuto del nella sua Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium a raggiungere le “periferie” della società.
Il vescovo Drainey ha affermato nelle sue lettere di risposta ai cattolici che il “ministero” diocesano LGBT+ è “pienamente all’interno dell’insegnamento della Chiesa cattolica” e che non ha preso parte a una vera e propria parata del “Pride”, ma è stato semplicemente presente all’evento per motivi pastorali.
In una delle sue lettere di risposta ai cattolici, il vescovo Drainey ha affermato che una delle ragioni per cui la diocesi ha iniziato il “ministero” LGBT+ è stata la sua preoccupazione per i gruppi “anticattolici” e i loro tentativi di “cambiare completamente o distruggere la bussola morale della nostra società”.
I cattolici hanno fatto notare a Mons. Drainey che le immagini disponibili sulle pagine dei social media del “ministero” indicano che l’evento è stato accolto dalla diocesi. Sulla pagina Facebook del “ministero” ci sono alcune immagini della sfilata “Pride” di York dell’anno scorso, così come le immagini della loro bancarella. Inoltre sottolineano che l’evento è sostenuto da una serie di sponsor, molti dei quali sono espliciti nel loro sostegno agli stili di vita omosessuali, contrariamente al chiaro insegnamento cattolico.
Foto
I cattolici restano preoccupati. Ritengono che il ministero LGBT+ (diocesano, ndr)continui a promuovere immagini, letteratura, organizzazioni ed eventi che promuovono uno stile di vita LGBT e non rendono chiaro l’insegnamento cattolico.
Nella “Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica del 1986 sulla Pastorale per le Persone Omosessuali” il Cardinale Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scrisse quanto segue riguardo alle organizzazioni pastorali per le persone omosessuali:
Incoraggiamo i Vescovi, quindi, a fornire una cura pastorale in pieno accordo con l’insegnamento della Chiesa per le persone omosessuali delle loro diocesi. Nessun autentico programma pastorale includerà organizzazioni in cui le persone omosessuali si associano tra loro senza affermare chiaramente che l’attività omosessuale è immorale. Un approccio veramente pastorale apprezzerà la necessità per le persone omosessuali di evitare le occasioni prossime di peccato.
Il vescovo Drainey ha sempre rifiutato di incontrare i cattolici per discutere di persona delle loro preoccupazioni. Quando hanno evidenziato i tweet che mostravano il poster “No Outsiders” esposto nella scuola elementare Nostra Signora Regina dei Martiri e il suo successivo re-tweet da parte della preside Barrs, il vescovo Drainey ha risposto affermando che avevano fatto “gravi accuse” sul preside, che avrebbe dovuto indagare e che avrebbe chiesto al reverendo Peter Warren, il legale diocesano, di contattarli per organizzare un incontro. Il reverendo Warren è anche il diacono della parrocchia della “Inclusive Church” di Nostra Signora ad Acomb, dove padre Lester è il parroco e ha fatto lui stesso da diacono alle Messe LGBT+ a York.
Dopo essere stati contattati dal reverendo Warren, i cattolici hanno fatto notare di non aver fatto alcuna “accusa grave”, ma di aver semplicemente fatto una domanda su un’informazione di pubblico dominio. Hanno continuato a cercare un incontro con il vescovo Drainey, poiché le loro preoccupazioni riguardano esclusivamente l’attività pastorale della diocesi di cui egli è l’autorità. Sono rimasti delusi dal fatto che, invece di poter spiegare le loro preoccupazioni direttamente al loro vescovo, sono stati informati di aver fatto “gravi accuse” su un insegnante della scuola locale e hanno chiesto di incontrare il legale diocesano, che era stato direttamente coinvolto con lo stesso gruppo diocesano di cui erano principalmente interessati.
I cattolici sono stati successivamente contattati telefonicamente il 21 dicembre dal canonico Derek Turnham, il Vicariato episcopale della diocesi per la strategia pastorale. Egli ha spiegato loro che la telefonata era un’opportunità per discutere delle loro preoccupazioni. I cattolici hanno detto a LifeSiteNews che hanno detto al canonico Turnham che dovevano discutere le loro preoccupazioni con il vescovo Drainey perché era lui il responsabile della diocesi. Il canonico Turnham ha risposto che non era normale avere un incontro con il “CEO di una grande azienda in questa fase”.
Il 19 dicembre LifeSite ha scritto al vescovo Drainey tramite l’indirizzo e-mail della sua segretaria, spiegando che LifeSite era stato contattato dai cattolici della sua diocesi preoccupati per le attività del ministero LGBT+ che aveva avviato e delusi dal fatto che non erano riusciti a incontrarlo per discutere delle loro preoccupazioni. LifeSite ha ricevuto una risposta automatica spiegando che non avrebbe ricevuto una risposta prima del 2 gennaio, e così LifeSite ha chiamato la residenza privata del vescovo al numero visualizzato sul sito web della diocesi per vedere se fosse possibile contattarlo tramite un altro indirizzo e-mail. Il vescovo Drainey ha risposto lui stesso al telefono e ha gentilmente dato a LifeSite il suo indirizzo e-mail personale.
Il 23 dicembre, il vescovo Drainey ha risposto all’e-mail di LifeSite. Ha spiegato che le Messe LGBT+ sono state istituite “in risposta alla proclamazione del Santo Padre dell’Anno della Misericordia nel 2016”. In quella e-mail, egli ha ripetuto la sua affermazione che era stata fatta una “grave accusa” da parte dei cattolici riguardo alle “persone nominate”. LifeSite ha visto la corrispondenza tra i cattolici e il vescovo e può affermare che le questioni da loro sollevate si basano su informazioni disponibili nel pubblico dominio – molte delle quali sono incluse in questo articolo.
Il primo uso del termine “accusa grave” è apparso nella corrispondenza dopo che i cattolici hanno avvisato il vescovo Drainey sui post di Twitter di un poster “No Outsiders” esposto alla scuola elementare Nostra Signora Regina delle Matrici. Quei tweet sono ancora sulle pagine Twitter sia della parrocchia di Nostra Signora ad Acomb che di Barrs, il preside di Nostra Signora Regina dei Martiri, al momento della pubblicazione di questo articolo.
Il vescovo Drainey ha detto nella sua e-mail a LifeSite che ha offerto ai cattolici l’opportunità di incontrare due chierici della diocesi che lo rappresentano e che sentiva che qualsiasi cosa dicesse “non sarebbe stata soddisfacente ai loro occhi” e che gli era chiaro che “un incontro non avrebbe offerto loro una soddisfazione maggiore della mia lettera”.
Di Sabino Paciolla
La Chiesa in "rosso": dimezzate le offerte dei fedeli
In un decennio le offerte si sono dimezzate, così come gli offerenti. Proprio adesso che siamo noi a dover mantenere i sacerdoti
In un decennio le offerte si sono dimezzate, così come gli offerenti. Proprio adesso che siamo noi a dover mantenere i sacerdoti
La Chiesa cattolica non sta forse passando un ottimo momento e i fedeli tendono sempre più ad abbandonarla. Molti quelli che alla domanda "Sei credente?" ti rispondono: “Sì, ma non credo nella Chiesa e nei preti”. Forse questa risposta si deve agli scandali che hanno investito il clero, o e dei troppi soldi che girano e non si sa esattamente dove finiscano.
Come spiega il portale Cinquantamila, esiste un sito internet della Cei, chiamato Insieme ai sacerdoti, che è stato realizzato dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e dove si raccolgono le offerte che possono servire a “garantire una dignitosa sussistenza” al clero. Nel sito viene inoltre spiegato che dovremmo essere noi a mantenere gli oltre 24mila sacerdoti in Italia, attraverso le nostre offerte.
Già, perché, come riferisce il sito, dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai preti, e quindi il loro sostentamento dipende esclusivamente dalla generosità dei fedeli. Viene anche specificato che, al contrario delle offerte che si fanno alla propria chiesa di quartiere, e che quindi vanno a beneficio solo di quella specifica parrocchia, le donazioni fatte direttamente sul sito vengono equamente distribuite tra tutti i sacerdoti. Insomma, dura la vita per i preti che servono Dio ma non sono dipendenti del Vaticano e che quindi non ricevono da questi uno stipendio. Ancora peggio dal 1984, da quando cioè anche lo Stato Italiano ha smesso di passare l’assegno. Gli ultimi assegni pagati ammontavano a un totale di 399 miliardi di lire, oltre a 7 miliardi di lire all’anno di contributi per l’edilizia di culto. Certo non pochi soldi.
Spariti in un batter d’occhio in seguito alla legge 222/85, con la quale veniva creato l’otto per mille, ovvero la percentuale di Irpef che i contribuenti possono decidere liberamente di devolvere allo Stato oppure a una confessione religiosa. Se invece si preferisce evitare di scegliere il destinatario nella dichiarazione dei redditi, la quota viene suddivisa tra tutti, in base alle scelte degli altri. Facile dedurre che la maggior parte della quota anonima vada dunque a finire nelle tasche della Chiesa cattolica, quella cioè maggiormente scelta dai contribuenti. La Cei nel 1989, probabilmente per far fronte alla soppressione della retribuzione statale, ha deciso di creare la raccolta di offerte sul sito Insieme ai sacerdoti che vengono poi distribuite dall’Istituto Centrale Sostentamento Clero ai 30mila preti nelle 224 diocesi italiane, ai tremila sacerdoti in pensione e ai cinquecento che si trovano invece in missione all’estero, nei Paesi in via di sviluppo.
Insomma, a conti fatti, la Chiesa ha bisogno di recuperare circa 550 milioni di euro, dati anche dal fatto che lo scorso 26 settembre, la Cei ha approvato l’aumento di 20 euro al mese. Scelta necessaria dovuta alla crisi. Era dal 2009 che non si verificavano aumenti. Quindi lo stipendio base è arrivato così a 1.008,80 euro lordi al mese, quello di un parroco a più o meno 1.300 euro e quello di un vescovo si aggira tra i 1.500 e i 1.600 euro mensili, dipende dall’anzianità. I preti che ricevono già uno stipendio perché insegnanti o cappellani, riceveranno solo la differenza. Papa Francesco appena arrivato ha scelto di rinunciare a qualsiasi compenso, con la speranza anche di essere seguito da altri. Per il Santo Padre non è neppure ammissibile che i parroci pretendano dei soldi per dire Messa. A luglio il Papa ha infatti sottolineato che “la Messa non si paga. La Messa è il sacrificio di Cristo che è gratuito. Se vuoi fare un’offerta falla, ma non si paga”.
Sempre meno fedeli e offerte
E sono tanti i fedeli che da qualche anno preferiscono evitare di frequentare luoghi di culto. Basti pensare che adesso la percentuale di coloro che vanno a Messa è tra il 15 e il 20%. L’ultimo otto per mille ha portato alla Chiesa cattolica più di un miliardo di euro, che in sette anni ha però perso circa due milioni di contribuenti. Pubblicità, appelli e campagne sembrano non smuovere molto i cuori, o meglio, i portafogli, degli italiani. Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione Sostegno economico alla Chiesa cattolica ha voluto ribadire che “aiutare in maniera concreta i nostri sacerdoti dovrebbe essere un dovere di tutti noi che ne apprezziamo il loro operato. Dovremmo introdurre questo gesto nella nostra vita cristiana e ripeterlo più volte durante l' anno. Piccole cifre ma che sono il segno tangibile della nostra riconoscenza. Se crediamo in loro, dobbiamo sostenerli”. Forse non si crede abbastanza in loro.
Per farsi un’idea basta leggere le scorse raccolte annuali. Dal 1989 al 2018 le donazioni sono tutte sopra i 20 milioni di euro fino al 2000, con un notevole picco di quasi 24 milioni nel 1994, con il record di 211.138 offerte e di 168.051 offerenti nel 1992 e un'offerta media di 111 euro. Poi le cose cambiano. In peggio. Dai 16 milioni e 562 mila euro donati nel 2008 si arriva agli 8 milioni e 801 euro del 2018, in soli dieci anni praticamente dimezzati. Così come gli offerenti che passano dai 120.607 del 2008 ai 74.928 del 2018.
C'è chi preferisce la Chiesa Valdese
Un ex maestro elementare lombardo di 71 anni ha spiegato che ha smesso di dare il suo otto per mille alla Chiesa cattolica nel 2017, dopo lo scandalo della ristrutturazione dell’attico del cardinale Bertone, avvenuto con i soldi sottratti all' Ospedale del Bambino Gesù. Adesso preferisce devolvere la percentuale alla Chiesa Valdese. Almeno c’è il beneficio del dubbio. In effetti quando si entra in una parrocchia si trova un vero e proprio tariffario per ogni sacramento richiesto. E sono poche le chiese che per dire Messa ti lasciano il libro esposto e di fianco il posto per l’offerta libera. Più volte il fedele deve chiedere direttamente al sacerdote.
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Sono stati oltre 3mila i simboli cristiani vandalizzati, distrutti o danneggiati in Europa durante il corso del 2019. Gli obiettivi sono stati per la maggior parte chiese, scuole cristiane, cimiteri, monumenti raffiguranti Santi o immagini bibliche. È quanto rileva uno studio del think thank Gatestone Institute che ha passato in rassegna articoli di giornale, rapporti delle forze dell’ordine, inchieste parlamentari, e diversi post sui social media per tutto il 2019.
I Paesi più colpiti da questi attacchi anti-cristiani sono la Francia, dove questi atti sacrileghi si sono verificati addirittura ad una media di tre al giorno, e la Germania, con una media di due per giorno, secondo quanto dichiarato dalla polizia federale. Anche altri Paesi europei hanno dovuto subire questa tipologia di violenze: Belgio, Spagna, Italia, Irlanda, Danimarca e Regno Unito con una media di quasi dieci al giorno.
Le cause degli attacchi
Gli attacchi includono profanazione di tombe, chiese date alle fiamme, saccheggi, razzie, furti, scherni e defecazioni in luoghi sacri. Non sempre i perpetratori di questi atti sono stati fermati o arrestati e ciò rende difficile capire le ragioni esatte di queste violenze.
In Francia e Germania, segnala il report, questi attacchi sarebbero causati prevalentemente dalle recenti ondate migratorie da Paesi a prevalenza musulmana mentre in Spagna, ad esempio, la maggioranza di questi attacchi è di matrice anarchica o è realizzata da femministe radicali che hanno come obiettivo la cancellazione di tutti i simboli religiosi dalla sfera pubblica. “Tutti questi atti anti cristiani sono stati solo raramente riportati sui media occidentali, preferendo il silenzio alla denuncia”, accusa il report.
In Italia
Anche l’Italia non è indenne ad attacchi anti cristiani. Solo nel dicembre 2019 vi sono stati numerose denunce di attacchi contro i presepi esposti pubblicamente nelle piazze delle città durante il periodo natalizio. Dalle Alpi alla Sicilia, decine di presepi sono stati vandalizzati. Addirittura a Lodi, la statua di Gesù bambino è stata decapitata e rubata. A Milano dei delinquenti hanno posizionato una bottiglia di urina accanto alla statuetta della Madonna. L’ultimo caso ad Aquileia, in Friuli Venezia Giulia, dove dei vandali hanno distrutto l’intero presepe in legno il giorno antecedente all’Epifania.
Di diversa entità ma pur sempre attacchi contro i simboli cristiani, sono tutti quei tentativi di boicottare le festività religiose annullando le recite natalizie, evitando di allestire i presepi oppure più semplicemente conformandosi al politicamente corretto e augurando un neutro “Buone feste” invece del tradizionale “Buon Natale”.
Altri attacchi alla cristianità
Grandi marchi come la Nestlé avevano cancellato la croce cristiana in cima alle chiese greco-ortodosse dalle confezioni di yogurt greco oppure il Real Madrid che ha rimosso la croce dal suo stemma per poter giocare in Medio Oriente. In Inghilterra, in alcune scuole del Sussex, è vietato fare riferimenti temporali “prima di Cristo” o “dopo Cristo”, rivoluzionando la dicitura del calendario gregoriano che vige dal 1582. “La religione cristiana viene utilizzata per giustificare comportamenti omofobi o forme di neo-colonialismo”, si leggeva invece in un testo di alcuni studenti dell’Università inglese di Oxford che metteva al bando un’associazione studentesca cristiana. In Germania, a Karlsruhe, un artista aveva vinto un bando pubblico per dipingere le fermate della metro con affreschi che raffigurassero la Genesi, il primo libro della Bibbia. “Arte troppo cristiana!”, l’ignobile capo d’accusa che pendeva sul malcapitato pittore.
In Europa non vi sono solo attacchi fisici veri e propri, come segnalato dal Gatestone Institute, ma vi è un continuo attacco ai simboli e alle tradizioni cristiane tanto da far definire questi comportamenti “Cristianofobici” dal cardinale Louis Raphaël I Sako. L’obiettivo è quello di cancellare il passato, per obbligare a dimenticarci delle nostre radici cristiane sulle quali si dovrebbe fondare proprio quell’Europa odierna che tende invece a rinnegarle.
MARCO GOMBACCI 7 GENNAIO 2020
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