ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 gennaio 2020

Se il sale diventato insipido

IN BASE ALLE NUOVE DISPOSIZIONI, i VESCOVI D’EMILIA


(eikon)
.I vescovi della regione si schierano con un documento ufficiale: i politici difendano la Costituzione, basta offese e falsità

BOLOGNA – In Emilia-Romagna “non possiamo tollerare” che si ceda il passo a “sovranismi e populismi”. E’ questo il monito lanciato in vista delle prossime elezioni regionali dalla Chiesa dell’Emilia-Romagna, attraverso l’Osservatorio regionale sulle tematiche politico-sociali intitolato a Giovanni Bersani, nato nei mesi scorsi per volontà dei vescovi della conferenza episcopale regionale.
Scelta europeista, attenzione ai poveri e alle tematiche ambientali. Sono alcuni dei punti contenuti in un altro appello che la Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna ha lanciato in vista delle Regionali del 26 gennaio. Dai vescovi emiliano-romagnoli, guidati dal cardinale Matteo Zuppi, nessuna indicazione di voto, ma un appello alla partecipazione e a un “discernimento sociale e una scelta coerente”.
Fra i punti evidenziati dai vescovi, il primo è dedicato al fatto che “l’Europa è casa nostra”, per poi approfondire questioni di tipo più marcatamente sociale come, con un costante richiamo alla Carta Costituzionale, “l’attenzione ai poveri e pari opportunità: ogni forma di corporativismo, di esclusione sociale e dalla partecipazione attiva, ogni discriminazione di uomini e donne, italiani o immigrati, persone e famiglie, indebolisce il cammino e lo sviluppo regionale”.
I vescovi richiamano l’attenzione di candidati ed elettori anche sul tema “solidarietà, differenziazione e adeguatezza”, come pure quello legato allo sviluppo e alla coesione, puntando sempre su integrazione e inclusione.
Infine un appello relativo ai beni culturali e ambientali, partendo dalle conseguenze del terremoto del 2012. Nell’appello si parla anche dell'”abbandono della biodiversità e dell’inquinamento, che possono segnare irrimediabilmente le ricchezze regionali più importanti”.
Nel lungo appello della conferenza episcopale regionale, non c’è, invece, alcun riferimento ai temi etici.

L’intervento della conferenza episcopale emiliana è la dimostrazione del sale diventato insipido. Non tanto per la presa di posizione contro Salvini quanto per il soccombere, perfino nel linguaggio, alla retorica globalista ed eurocratica: ambientalismo alla greta, immigrazionismo umanitario, valori della Costituzione e “difesa dei poveri”. Non una parola però dalla quale possa desumersi la consapevolezza, che evidentemente non c’è, per la quale è stata proprio la deriva globalista-eurocratica a distruggere i principi fondanti della Costituzione ed a favorire i ricchi contro i poveri! Chiedere poi a questi “pastori di nulla e del nulla” di studiare un po’ di storia, di filosofia politica e di storia delle idee, perfino di storia del movimento cattolico dal XIX secolo in poi, è troppo per gente incapace di pensarsi all’interno di una Tradizione plurimillanaria e che ritiene la Chiesa nata dal CVII. Basta vedere come l’arcivescovo di Bologna usa, nel comune ed errato senso denigratorio, una parola, appartenente alla tradizione del cattolicesimo sociale, come corporativismo. Per urlarla alla Sgarbi: capre! Ignoranti! Studiate!!! LC.











FRANCIA – VOGLIONO PIU’ EUROPA e la ricevono


1200 medici ospedalieri si sono dimessi: Ci obbligano a fare scelte non etiche, distinguere fra pazienti “redditizi” e “non redditizi”
Tensione a #Parigi. il Presidente Emmanuel #Macron pesantemente contestato dai manifestanti lascia il teatro Bouffes du Nord sotto la protezione della polizia. #Francia #GreveGenerale #Greve17janvier ⁦


Pauvreté : 87 millions d’Européens touchés

Carte et comparatif 08.08.2018 Agathe Peigney (avec la rédaction)

Au sein de l’UE, 87 millions d’Européens vivent sous le seuil de pauvreté, soit plus d’un habitant sur 6. Une situation ancienne que la crise économique a contribué à aggraver. Aujourd’hui, comment l’Union européenne et les Etats membres y font-ils face ?
Federica Mogherini: “Stiamo costruendo una difesa dell’UE, una forza che mina la NATO e la pace in Europa, stiamo per colpire l’orso russo mentre entità corporative fanno irruzione in Africa. Non è più un piano e non è più un sogno, ma il nostro destino e la nostra realtà”.

Commission européenne 
🇪🇺
@UEFrance
c’est la paix
la liberté
la solidarité
la diversité
les droits de l’homme
les opportunités
Erasmus
la recherche
la protection
l’égalité
le futur
…..
(In Italia, “le cose vanno selvaggiamente…”)
tratto da

Quell’inquietante profezia sull’Ue

Ogni tanto i lettori di Zafferano.news e delle varie testate che pubblicano i miei scritti mi spingono a focalizzare il Cameo su determinati argomenti di attualità. Di norma io faccio lo gnorri. Curiosamente nel caso del MES la pressione è stata molto più forte del solito, allora tentai di cavarmela con un tweet ironico: “Non essendo tecnicamente preparato non ho letto nulla del MES, quindi non so nulla, ergo non mi sono schierato…”. Però non bastò: altre mail con allegate ricche documentazioni specifiche volevano spiegarmi che il MES è di facile comprensione.
Allora altro tweet, sempre ironico: “Dopo giorni di letture di giornali, di talk show, ho finalmente capito il MES: a Torino lo chiamiamo pachét. È un atto notarile, scritto, approvato, firmato dal Notaio stesso quindi operativo. Per pura cortesia costui permette al Parlamento di leggerlo e parlarne, però è inemendabile”. Pensavo di essermela cavata. Niente, i lettori non si accontentarono. Oltretutto, le recenti sguaiate risse in Parlamento in un certo senso giustificano le loro richieste. A questo punto, scrivo il Cameo, come richiesto, ma non cedo: il mio giudizio sul MES me lo tengo (onestamente penso non sia professionale ma intuitivo).
Il mio maestro Hunter Thompson suggerisce in questi casi di fare un inciso con schizzi del tuo passato: i lettori lo apprezzano. Torniamo allora al dicembre 1947, mio padre ha appena 41 anni ma sta morendo. È un mese ormai che quando torno a casa da scuola vuole che gli legga i resoconti che fa La Stampa sulla stesura finale della Carta Costituzionale. Non era d’accordo, lui operaio, sull’art. 1: voleva la “libertà” in luogo del “lavoro”. Un paio di giorni prima a mamma e a me (13 anni) ci parlò per l’ultima volta, ovviamente di politica (la parola fascismo la imparai subito dopo le prime quattro o cinque basiche) dicendo di non fidarci di quelli appena andati al potere. Tra i suoi libri (pieni di note scritte a mano), c’erano tutti quelli di Giuseppe Prezzolini. Diventare apòta fu per me un’ovvietà e tale sono rimasto tutta la vita, non fidandomi di fascisti, di comunisti, di azionisti, anche nei loro diversi travestimenti pseudo liberali o riformisti, secondo me fatti solo per gabbare i cittadini.
Capii cosa intendeva mio papà quando equiparava, in termini di minaccia per la democrazia, il Partito d’Azione al fascismo e al comunismo, solo molti anni dopo, quando si avviò il processo di integrazione europea. Mi colpirono due frasi di uno dei padri fondatori, Jean Monnet. Per la prima volta un pensatore non parlava di teorie e sogni ma di execution, il mio mondo. Queste le frasi che rimarranno scolpite nella mia mente, da associare all’Europa e alla politica in genere:
1. Le nazioni europee dovrebbero essere guidate verso un superstato senza che le loro popolazioni si accorgano di quanto sta accadendo. Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso passi successivi ognuno dei quali nascosto sotto una veste e finalità meramente economica.
2. I popoli accettano i cambiamenti solo in stato di necessità, e riconoscono la necessità solo in presenza di una crisi.
Molti anni dopo, quando il Ceo capitalism cominciò a prendere forma capii l’oscena profondità di quelle due frasi (il fascismo da nero si stingeva nel rosa pallido), coerenti con il curriculum di Monnet. Era un produttore di Cognac, un tecnocrate, francese di nascita e di cultura, anglosassone di mentalità e di frequentazioni. Oggi il suo profilo è riconducibile a quello di un CEO versione deal maker. Credo che dobbiamo riconoscere a Jean Monnet pure la primogenitura filosofica del Ceocapitalism. Infatti, le due frasi suddette sono i plinti sul quale lo stesso si poggia.
Ogni lettore che mi ha scritto ha ora tutti gli elementi per decidere liberamente che fare. Per favore, lasciatemi fuori, quel mondo non mi piace.
Riccardo Ruggeri, 18 gennaio 2020

L'INTERVISTA
Di Noto: "A Bibbiano ha vinto l'ideologia del giustiziere"

«A Bibbiano ha prevalso la sindrome da giustiziere alimentata da un’ideologia che contempla l’erotizzazione dei minori». Da 30 anni in prima fila contro la pedofilia, Don Fortunato di Noto commenta la chiusura delle indagini dell'inchiesta Angeli & demoni sugli affidi in Val D'Enza: «Ai bambini in affido, il sesso veniva esplicitato, anche questo porta all'ipersessualizzazione. Il bravo operatore non è chi forza i ricordi, ma chi legge il dolore con umanità». 
-ANGELI & DEMONI: IL NUOVO DOSSIER DELLA BUSSOLA




«A Bibbiano sembra rivelarsi un sistema dove ha prevalso una sindrome da giustiziere alimentata da un’ideologia che contempla l’erotizzazione dei minori». Sono le parole di don Fortunato di Noto, sacerdote che con l’Associazione Meter da ormai 30 anni è in prima fila nella prevenzione degli abusi sui bambini. «Pedofilia. Diciamo le cose come stanno».

Perché?
Perché nella parola “abuso” si nasconde di tutto e questo è un vizio di molti operatori del settore e anche nel mondo scientifico. Invece le cose vanno chiamate per nome: pedopornografia, incesto, trascuratezza, pedofilia etc… Insomma, anche dal chiamare le cose col loro nome si comprende un approccio preciso di un operatore e la sua serietà.

Che cosa c’entra con Bibbiano?
Dalla lettura delle carte mi sembra che il problema sia stata proprio la difficoltà di chiamare le cose col loro nome. Un bambino trascurato non è un bambino che subisce violenza sessuale, ad esempio. Bisogna contestualizzare di più.


Invece…
Se i capi di imputazione durante il processo dovessero essere confermati, ci troveremmo di fronte a una situazione drammaticissima per la vita delle famiglie e dei bambini. 

Anche gli assistenti della Val d’Enza lavoravano per sanare le conseguenze delle violenze sui minori, ma vedevano abusi dappertutto. Può capitare a chi lavora nel vostro campo?
No. Non può capitare, non deve capitare perché non bisogna mai farsi prendere dalla sindrome del giustiziere.

La sindrome del giustiziere?
Sì. Bisogna contestualizzare e problematizzare tutto con razionalità. Invece, da quello che è emerso, i principali indagati venivano da esperienze di abuso sessuale o di traumi infantili irrisolti nella sfera della genitorialità. Evidentemente non sono riusciti a rielaborare la violenza, trasformandosi così in giustizieri. 

Nelle carte della Procura di Reggio Emilia emerge quasi con insistenza l’aspetto di un utilizzo della sessualità dei bambini in maniera molto strumentale. 
Dai casi che ho visto mi pare che non ci sia stato equilibrio nel trattare la sessualità, che è una cosa profondissima.

Mancanza di professionalità? 
Non basta. Ci vuole umanità. Mi chiedo quanta umanità ci sia stata nel trattare ogni singolo caso… Come si può affidare una bambina a due donne che poi le dicono che la “allontanano” perché vogliono fare l’amore? Ancor oggi se due genitori fanno assistere un figlio ai loro rapporti coniugali, sono passibili di denuncia.

Però almeno il figlio vive in un contesto in cui i genitori si amano. Qui la bambina lamentava di vedere effusioni sessuali che la facevano sentire un “escremento”…
Per forza. In quella casa non c’era sessualità, ma genitalità finalizzata a un piacere solo delle due donne: la bambina vedeva un soddisfacimento personale e per questo si sentiva esclusa. Aggiungiamo il fatto che era stata appena strappata dalla sua famiglia e comprendiamo la sensazione di abbandono di quelli che chiamo bambini orfani di genitori vivi. Anche esplicitare il sesso con i bambini porta alla loro iper-sessualizzazione.

A che cosa porta questa sessualizzazione?
A un danno enorme. L’erotizzazione massiccia dei bambini si propaga anche nel trattare l’aspetto sessuale con disinvoltura che poi è promiscuità grave.

La bambina, in casa con le affidatarie, sognava “falli di gomma”.
Assistere a un contesto pornografico, di qualunque tipo, incide nello sviluppo cognitivo del bambino.

Eppure, formalmente si voleva fare del bene a questi bambini, si partiva dalla volontà di aiutarli…
Non basta aiutare. Per aiutare bisogna leggere il dolore dell’altro. Ma che dico leggere: bisogna entrarci. E’ da come ci entro che mostro la mia umanità. Se forzo i ricordi o li inquino – come è emerso dagli elementi probanti della Procura – non sto leggendo il dolore dell’altro, ma ne sto aggiungendo dell’altro ancora. 

Perché questa incapacità di lettura?
Dobbiamo essere sinceri: c’è una componente ideologica che gioca una parte fondamentale nella capacità di leggere questi fenomeni. A Bibbiano c’è stata una lotta ideologica anche politica del disagio infantile, stiamo parlando di bambini manipolati e gestiti male e anche gestire male un’accoglienza è un abuso perché l’abuso non deve essere solo sessuale, ripeto, usiamo i termini corretti. Le ricadute possono essere devastanti: ci sono movimenti pedofili o che erotizzano i bambini, come i boy e girl lover che vogliono cancellare l’infanzia spingendo l’acceleratore sull’erotizzazione infantile.

E a Bibbiano queste ideologie sono entrate? 
Intanto l’ideologia gay sembra essere penetrata. So di dire cose politicamente scorrette e minoritarie, ma se accettiamo l’idea che un bambino non debba necessariamente avere una madre e un padre permettendo anche a persone dello stesso sesso di esercitare una qualche forma di genitorialità, avremo sempre drammi del genere.  

Che cosa sta diventando nel vostro mondo il Caso Bibbiano?
Sta facendo scuola. Se le accuse dovessero essere confermate, risulterebbe un sistema perverso, nemmeno un horror riuscirebbe ad avere questa fantasia. Sto seguendo un corso di laurea all’Università di Catania dove formiamo i futuri psicologi e operatori dell’infanzia. Anche lì è emersa la questione: gli studenti si informano, chiedono, vogliono sapere.

Che cosa dite?
Che psicologi e assistenti sociali non devono essere giudici: quando dobbiamo fare una perizia dobbiamo leggere i fatti senza entrare nel merito, lasciando le cose aperte, non facendo manipolazioni. Strappare una bambina alla sua famiglia è sempre un dramma.

Crede che lo si faccia con troppa facilità?
Sì, ma Bibbiano è solo un aspetto di questa violenza che si fa ai bambini. Mi è venuta a trovare una ragazza di 16 anni nata all’estero da fecondazione artificiale.

Che cosa c’entra con Meter?
E’ consapevole di avere avuto due mamme, ma adesso chiede qualcosa per cui nessuno può soddisfarla e che le procura un dramma.

Che cosa?
Ora vuole conoscere il padre. Non le sembra questa una violenza?

Andrea Zambrano
https://lanuovabq.it/it/di-noto-a-bibbiano-ha-vinto-lideologia-del-giustiziere

🔴Appello a tutti i cristiani dell' Emilia Romagna


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