Dopo aver dato qualche indicazione con un nostro video, a causa delle prese di posizione di alcuni Vescovi a riguardo della Comunione alla mano, per questo tempo di emergenza pandemia, vi lasciamo ora con la domanda di Don Alfredo Maria Morselli a mons. Schneider con la sua illuminante risposta che facciamo nostra, ringraziando entrambi di tutto cuore….
DOMANDA DI DON ALFREDO MORSELLI A S.E. MONS. ATHANASIUS SCHNEIDER
Eccellenza,
in Italia purtroppo con la scusa dell’epidemia, alcuni preti obbligano i fedeli a ricevere in mano la Santa Comunione.
Alcuni mi hanno chiesto cosa fare; io ho suggerito di ricevere l’Ostia su un purificatoio e chinare il capo su di Essa senza portarla alla bocca con l’altra mano.
Alcuni sacerdoti si ostinano e si rifiutano di deporre l’Ostia sul fazzolettino.
Io sto dando questa risposta: ai tempi della dittatura comunista i fedeli toccavano l’Ostia per proteggerla e per conservarla quando non poteva essere presente un sacerdote.
Ora siamo in tempo di dittatura modernista, e allora, piuttosto che rinunciare al Sacramento, possiamo ricevere la S Comunione in mano, naturalmente con tutte le attenzioni possibili.
Alcuni mi hanno chiesto cosa fare; io ho suggerito di ricevere l’Ostia su un purificatoio e chinare il capo su di Essa senza portarla alla bocca con l’altra mano.
Alcuni sacerdoti si ostinano e si rifiutano di deporre l’Ostia sul fazzolettino.
Io sto dando questa risposta: ai tempi della dittatura comunista i fedeli toccavano l’Ostia per proteggerla e per conservarla quando non poteva essere presente un sacerdote.
Ora siamo in tempo di dittatura modernista, e allora, piuttosto che rinunciare al Sacramento, possiamo ricevere la S Comunione in mano, naturalmente con tutte le attenzioni possibili.
Che ne dice?
Posso eventualmente pubblicare la Sua risposta?
RISPOSTA DI S.E. MONS. ATHANASIUS SCHNEIDER
Ho pensato già in questo modo concreto come Lei lo ha descritto.
Si pone un piccolo purificatoio sulla palma della mano destra o si può cucire un piccolo corporale appositamente, il quale si può ripiegare e poi, dopo aver ricevuto la S. Comunione si purifica dagli eventuali frammenti. Non si tocca l’ostia, ma si prende il Corpo di Cristo direttamente con la bocca in postura di corpo inchinato.
Dio la benedica. Cordiali saluti in Cristo + Athanasius Schneider
ATTENZIONE sta già accadendo che alcuni sacerdoti si stanno rifiutando di dare la Comunione sul purificatoio….🙁 , per questo parliamo di sacerdoti senza scrupoli… rispondiamo con un fatto: una monaca santa non riusciva a ricevere Gesù dalle mani del suo sacerdote per svariati gravi motivi e preferiva fare la Comunione spirituale, ma forti dubbi la tormentavano perché Gesù era lì… e lei non riusciva proprio ad accostarsi …. dopo tanto pregare e patimento le appare Gesù accanto al Sacerdote e le dice: “tu hai ragione, MA IO SONO QUI … CHE FAI ORA, MI RIFIUTERAI DI NUOVO??” 😔 a voi la risposta …. il fazzoletto è un ottimo espediente, ma può questo rifiuto del sacerdote giustificare poi il nostro che sarebbe invece ancor più grave?…. 🙏
- Benedetta Bonfigli risponde: ahimè è una grande croce da offrire… spiritualmente a me aiuta domandare con tutto il cuore alla Beata Vergine di riceverlo al mio posto, ponendo la Sua mano sulla mia e prendendolo Lei con la Sua Mano nella mia porgedomelo… ricevendolo così da Lei. In genere anche quando la ricevo come vorrei, in bocca, chiedo a Lei la grazia di riceverlo attraverso di Lei per non offenderlo con le mie miserie.
L’obbedienza ci protegge dalla responsabilità spirituale e possiamo offrire il dolore che proviamo per la conversione di coloro che ciecamente ci obbligano a questo.
Ed infatti…. abbiamo con noi stuoli di Angeli ed Arcangeli… abbiamo la Vergine stessa accanto con i Santi.. e di cosa stiamo a discutere? grazie…
No Comunione in mano ecco il vero motivo
Pandemia del virus della paura
di Manlio Dinucci - 25/02/2020
Fonte: Il Manifesto
Premesso che il Coronavirus non va sottovalutato e che si devono seguire le 10 regole preventive del Ministero della salute, occorre adottare una 11a regola fondamentale: impedire il diffondersi del virus della paura.
Esso viene sparso soprattutto dalla televisione, a partire dalla Rai che dedica i telegiornali quasi interamente al Coronavirus. Il virus della paura penetra così in ogni casa attraverso i canali televisivi.
Mentre lanciano il massimo allarme per il Coronavirus, essi tacciono sul fatto che l’influenza stagionale, epidemia molto più mortale, ha provocato in Italia durante la 6a settimana del 2020 – secondo l’Istituto superiore di sanità – in media 217 decessi al giorno, dovuti anche a complicanze polmonari e cardiovascolari legate all’influenza.
Tacciono sul fatto che – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – muoiono in Italia in un anno per Hiv/Aids oltre 700 persone (in media 2 al giorno), su un totale mondiale di circa 770.000.
A proposito della campagna allarmistica sul Coronavirus, Maria Rita Gismondo – direttore di Macrobiologia clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano, dove si analizzano i campioni di possibili contagi – dichiara: «A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Guardate i numeri. Non è una pandemia».
La voce della scienziata non arriva però al grande pubblico, mentre ogni giorno, dalla Rai, servizio che dovrebbe essere pubblico, ai canali Mediaset e non solo, si diffonde tra gli italiani la paura per «il mortale virus che dalla Cina dilaga nel mondo».
Campagna di fatto funzionale a quanto dichiara il segretario Usa al commercio Wilbur Ross in una intervista a Fox Business: «Penso che il Coronavirus contribuirà al ritorno di posti di lavoro dalla Cina negli Usa. In Cina c’è stata prima la Sars, dopo la peste suina, ora il Coronavirus». Quindi, commenta il New York Times, «la perdita per la Cina potrebbe essere un guadagno per l’America».
In altre parole, il virus potrebbe avere un impatto distruttivo sull’economia cinese e, in una reazione a catena, su quelle del resto dell’Asia, dell’Europa e della Russia, già colpite dal calo dei flussi commerciali e turistici, a tutto vantaggio degli Usa rimasti economicamente indenni.
Global Research, il centro di ricerca sulla globalizzazione diretto dal prof. Michel Chossudovsky, sta pubblicando sull’argomento dell’origine del virus una serie di articoli di esperti internazionali. Essi sostengono che «non si può escludere che il virus sia stato creato in laboratorio».
Tale ipotesi non può essere considerata complottista ed esorcizzata come tale. Perché? Perché gli Stati uniti, la Russia, la Cina e le altre maggiori potenze hanno laboratori in cui si conducono ricerche su virus che, modificati, possono essere usati quali agenti di guerra biologica anche su settori mirati di popolazione.
È un campo circondato dal più fitto segreto, spesso sotto copertura di ricerca scientifica civile.
Emergono però dei fatti: la presenza a Wuhan di un biolaboratorio dove scienziati cinesi, in collaborazione con la Francia, effettuano studi su virus letali, tra cui alcuni inviati dal Laboratorio canadese di microbiologia.
Nel luglio 2015 l’Istituto governativo britannico Pirbright ha brevettato negli Usa un «coronavirus attenuato».
Nell’ottobre 2019 il Johns Hopkins Center for Health Security ha effettuato a New York una simulazione di pandemia da coronavirus prevedendo uno scenario che, se si verificasse, provocherebbe 65 milioni di morti.
Non è invece simulata la pandemia del virus della paura, che dilaga con distruttivi effetti socio-economici.
Esso viene sparso soprattutto dalla televisione, a partire dalla Rai che dedica i telegiornali quasi interamente al Coronavirus. Il virus della paura penetra così in ogni casa attraverso i canali televisivi.
Mentre lanciano il massimo allarme per il Coronavirus, essi tacciono sul fatto che l’influenza stagionale, epidemia molto più mortale, ha provocato in Italia durante la 6a settimana del 2020 – secondo l’Istituto superiore di sanità – in media 217 decessi al giorno, dovuti anche a complicanze polmonari e cardiovascolari legate all’influenza.
Tacciono sul fatto che – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – muoiono in Italia in un anno per Hiv/Aids oltre 700 persone (in media 2 al giorno), su un totale mondiale di circa 770.000.
A proposito della campagna allarmistica sul Coronavirus, Maria Rita Gismondo – direttore di Macrobiologia clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano, dove si analizzano i campioni di possibili contagi – dichiara: «A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Guardate i numeri. Non è una pandemia».
La voce della scienziata non arriva però al grande pubblico, mentre ogni giorno, dalla Rai, servizio che dovrebbe essere pubblico, ai canali Mediaset e non solo, si diffonde tra gli italiani la paura per «il mortale virus che dalla Cina dilaga nel mondo».
Campagna di fatto funzionale a quanto dichiara il segretario Usa al commercio Wilbur Ross in una intervista a Fox Business: «Penso che il Coronavirus contribuirà al ritorno di posti di lavoro dalla Cina negli Usa. In Cina c’è stata prima la Sars, dopo la peste suina, ora il Coronavirus». Quindi, commenta il New York Times, «la perdita per la Cina potrebbe essere un guadagno per l’America».
In altre parole, il virus potrebbe avere un impatto distruttivo sull’economia cinese e, in una reazione a catena, su quelle del resto dell’Asia, dell’Europa e della Russia, già colpite dal calo dei flussi commerciali e turistici, a tutto vantaggio degli Usa rimasti economicamente indenni.
Global Research, il centro di ricerca sulla globalizzazione diretto dal prof. Michel Chossudovsky, sta pubblicando sull’argomento dell’origine del virus una serie di articoli di esperti internazionali. Essi sostengono che «non si può escludere che il virus sia stato creato in laboratorio».
Tale ipotesi non può essere considerata complottista ed esorcizzata come tale. Perché? Perché gli Stati uniti, la Russia, la Cina e le altre maggiori potenze hanno laboratori in cui si conducono ricerche su virus che, modificati, possono essere usati quali agenti di guerra biologica anche su settori mirati di popolazione.
È un campo circondato dal più fitto segreto, spesso sotto copertura di ricerca scientifica civile.
Emergono però dei fatti: la presenza a Wuhan di un biolaboratorio dove scienziati cinesi, in collaborazione con la Francia, effettuano studi su virus letali, tra cui alcuni inviati dal Laboratorio canadese di microbiologia.
Nel luglio 2015 l’Istituto governativo britannico Pirbright ha brevettato negli Usa un «coronavirus attenuato».
Nell’ottobre 2019 il Johns Hopkins Center for Health Security ha effettuato a New York una simulazione di pandemia da coronavirus prevedendo uno scenario che, se si verificasse, provocherebbe 65 milioni di morti.
Non è invece simulata la pandemia del virus della paura, che dilaga con distruttivi effetti socio-economici.
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