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mercoledì 26 febbraio 2020

"Dietro le quinte”

Chiesa tedesca / Si dimette il gesuita Langendörfer, uomo chiave del processo sinodale


Un altro segnale di crisi ai vertici della Chiesa tedesca. Dopo che il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale di Germania dal marzo 2014, ha annunciato che non si ricandiderà per un nuovo mandato, ecco che una delle figure più influenti della Chiesa tedesca, il gesuita Hans Langendörfer, ha inaspettatamente annunciato le sue dimissioni da capo della segreteria della conferenza episcopale.

Come il cardinale Marx, anche padre Langendörfer, sessantotto anni, segretario generale della conferenza episcopale dal 1996, ha affermato di ritenere che “ora sia un buon momento per consegnare questo ufficio a mani più giovani”. Non solo: ha aggiunto che un laico o una laica potrebbe assumere l’incarico al suo posto, e se ciò avvenisse sarebbe la prima volta nella storia della conferenza episcopale tedesca.
Come scrive Edward Pentin, in quanto uomo-chiave nei meccanismi dell’episcopato di Germania nell’ultimo quarto di secolo, padre Langendörfer è stato uno degli attori più influenti dietro la maggior parte delle principali decisioni della gerarchia tedesca.  Noto per il suo senso tattico e le capacità politiche, è stato una figura di spicco nel percorso sinodale intrapreso dalla Chiesa tedesca, tutto incentrato sulla necessità del “rinnovamento” in un senso che i critici ritengono filo-protestante, contrario all’insegnamento tradizionale della Chiesa e tale da rischiare di portare a uno scisma.
Poco prima dell’inizio del percorso sinodale, Langendörfer ha ribadito di ritenere “inaccettabile” che tutte le questioni relative al sinodo siano decise a Roma e prese senza la partecipazione delle Chiese locali. Inoltre, in opposizione a quanto insegnato dal papa san Giovanni Paolo II nella Ordinatio sacerdotalis, ha sostenuto di nuovo che non esiste alcun reale divieto all’ordinazione delle donne.
Dato il suo ruolo, il gesuita tedesco ha avuto un’influenza significativa anche sul recente sinodo amazzonico, che anche grazie ai suoi sforzi è stato sostenuto dalla Chiesa tedesca con l’obiettivo di introdurre donne diacono e clero sposato. Due obiettivi comunque mancati, dato che nell’esortazione Querida Amazonia papa Francesco non ne parla.
Nel 2015 padre Langendörfer si fece promotore di controverse modifiche che per la prima volta consentirono alla Chiesa tedesca di impiegare nei suoi uffici cattolici divorziati e risposati e persone che vivono unioni omosessuali.
Oltre a ricoprire la carica di segretario generale della conferenza episcopale, il gesuita è stato anche capo dell’Associazione delle diocesi tedesche (Vdd), ente pubblico fondato nel 1968 che è un po’ il braccio civile della conferenza episcopale tedesca e ha una notevole influenza sul diritto e sull’economia delle diocesi.
Proprio la Vdd nel 2011, con a capo padre Langendörfer, si trovò al centro di uno scandalo perché, secondo alcune rivelazioni, possedeva il Verlagsgruppe Weltbild GmbH, il più grande venditore di libri in Germania dopo Amazon, accusato di avere in catalogo materiale pornografico e di avere investito nel settore della pornografia. All’epoca padre Lagendörfer, che era anche nel consiglio d’amministrazione del gruppo Weltbild, sopravvisse allo scandalo dopo che lo staff di Vdd gli confermò piena fiducia, ma il presidente di Vdd, Klaus Donaubauer, fu costretto alle dimissioni.
Langendörfer ha lavorato come segretario della conferenza episcopale accanto ai presidenti Karl Lehmann (fino al 2008), Robert Zollitsch (2008-2014) e Reinhard Marx (2014-2020). Precedentemente fu ricercatore presso la Cancelleria federale al tempo del cancelliere della Cdu Helmut Kohl e capo del Foyer of the Jesuits di Bonn. Nel 2019 insieme al cardinale Marx  ha dato inizio al cosiddetto “sentiero sinodale” intrapreso dalla Chiesa cattolica tedesca per discutere del suo futuro.
Negli anni della sua segreteria, il gesuita tedesco ha lavorato a stretto contatto con il portavoce dei vescovi, Matthias Kopp, ed entrambi, scrive Pentin, “hanno gestito i media della Chiesa in Germania in un modo molto sottile e politico, dietro le quinte”, come riferisce una fonte vicina alla Chiesa tedesca. Secondo la fonte, padre Langendörfer esercitava un particolare controllo sul portale di notizie online Katholisch.de.
A.M.V.
https://www.aldomariavalli.it/2020/02/26/chiesa-tedesca-si-dimette-il-gesuita-langendorfer-uomo-chiave-del-processo-sinodale/
Il “caso Weninger” ex diplomatico, sacerdote, curiale, massone

(P. Paolo Maria Siano) Nel 1982 Michael Heinrich Weninger (nato a Wiener Neustadt nel 1951) entra nel Servizio Diplomatico della Repubblica d’Austria dove intraprende una brillante carriera. Tra l’altro è Capo dell’Ambasciata Austriaca a Belgrado nel 1993-1997 e a Sarajevo nel 2008-2009. Rimasto vedovo nel 2009, viene ordinato sacerdote a Vienna il 24 giugno 2011 dal Card. Schönborn. Dal novembre 2012 P. Weninger fa parte del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Nell’ottobre 2014, il website della “East Lancashire Provincial Grand Lodge of Mark Master Masons” (la Massoneria inglese del “Marchio”, o “Mark Masonry”, è formata da Maestri Massoni della “United Grand Lodge of England” – UGLE) informa che alcuni giorni prima, alla presenza di una delegazione massonica inglese, si sono svolte in Austria tre cerimonie di Installazione di Maestro Venerabile di due Logge di Maestri Massoni del Marchio (“St. Margaret’s Lodge of MMMs” e “New Quarries Lodge of MMMs”) e di una Loggia della Massoneria “Royal Ark Mariner” (“New Shores Lodge of RAMs”). Quelle tre logge austriache con nomi inglesi sono legate alla Massoneria inglese e usano rituali in lingua inglese. In ciascuna di quelle tre Logge è stato installato e investito come Cappellano per l’anno 2014-2015, il “Fratello” Rev. Michael Weninger («Bro. Rev. Michael Weninger»), il quale ha pure celebrato una Messa di commemorazione per il 5° anniversario di consacrazione della “New Quarries Lodge” e per la consacrazione della “St. Margaret’s Lodge”. Alla Messa erano presenti 500 massoni di tutte le fedi. Il website massonico aggiunge che «Bro. Rev. Michael» («Bro.» = Brother = Fratello, cioè massone) è ben qualificato alla carica di Cappellano di Loggia in quanto vive in Vaticano come membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso: «since he lives in the Vatican as a member of the Pontifical Council for Inter-religious Dialogue but works in Rome».
Chi si intende un po’ di cose massoniche sa che P. Weninger, per poter essere installato Cappellano di Loggia (anzi di tre Logge), dev’essere stato già, anni prima, “Iniziato” massone al 1° grado, poi “Passato” al 2° grado, poi “Elevato” al 3° grado di Maestro e poi a quello del “Mark Master Mason” e “Royal Ark Mariner”, senza escludere che abbia anche altri gradi collaterali (“side degrees”). È probabile che P. Weninger sia diventato massone prima della sua ordinazione sacerdotale. Ricordo che anni fa qualcuno mi accennò al caso di un ex diplomatico austriaco che, divenuto sacerdote, era poi entrato nella Curia Romana ed era ritenuto membro della Massoneria. Solo ora constato, senza ombra di dubbio, che quella informazione corrispondeva a realtà. E veniamo ai nostri giorni. Mercoledì 12 febbraio 2020, a Vienna, alla presenza di Georg Semler, Gran Maestro della Gran Loggia d’Austria (Großloge von Österreich – GLvÖ), lo stesso P. Michael Heinrich Weninger ha presentato il suo libro di circa 500 pagine, Loge und Altar: Über die Aussöhnung von Katholische Kirche und regulärer Freimaurerei (trad.: Loggia e Altare: circa la riconciliazione della Chiesa Cattolica e della Massoneria regolare) in cui afferma (così sintetizzo): che le condanne della Chiesa alla Massoneria sono state motivate più da ragioni politiche che teologiche; che la Chiesa non ha saputo distinguere tra Massoneria regolare e Massoneria irregolare; che i massoni delle Massonerie regolari (es. UGLE, GLvÖ, ecc.) non sono scomunicati e che pertanto si può essere cattolici e massoni “regolari”… P. Weninger ha fatto avere il suo libro a Papa Francesco, al Card. Schönborn e a varie personalità vaticane. Il Gran Maestro Semler ha lodato questo libro come un passo importante verso la conciliazione tra Chiesa e Massoneria. I massoni e P. Weninger sperano in un incontro con il Santo Padre o con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La Massoneria austriaca non è nuova al dialogo con esponenti della gerarchia cattolica. Dal 1968 al 1983 il Card. Franz König, Arcivescovo di Vienna, fu protagonista di dialoghi con esponenti della Massoneria austriaca, svizzera e tedesca che culminarono nella Dichiarazione di Lichtenau del 1970 in favore della compatibilità tra Chiesa Cattolica e Massoneria regolare: quest’ultima non sarebbe un pericolo, pertanto la scomunica andrebbe rimossa.
Ma, in seguito, i Vescovi tedeschi, nel 1980, e poi la Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 1981 e nel 1983, ribadirono l’incompatibilità tra Chiesa e Loggia, e ciò non per motivi politici bensì dottrinali, in seguito allo studio critico di testi massonici forniti da membri della Massoneria regolare tedesca. Altra novità interessante è che il libro di P. Weninger si basa sulla sua tesi di laurea discussa presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma e pubblicata dalla medesima Università nel novembre 2019. Ecco il titolo: Weisheit. Stärke. Schönheit. Über die Aussöhnung von Katholische Kirche und regulärer Freimaurerei, Tesi Gregoriana. Serie Spiritualità 16. PUG 2019, pp. 523.
Il caso di P. Weninger suscita alcune domande e riflessioni:
1) Perché quel website della “Mark Masonry” inglese ha rivelato lo status massonico del P. Weninger, il quale è così ben inserito in Vaticano? È stata un’imprudenza non voluta oppure un’ostentazione ricercata?
2) Nell’ambito dell’Arcidiocesi di Vienna e della Curia Romana da quanto tempo è nota l’appartenenza di P. Weninger alla Massoneria?
3) Ora, dinanzi a questa sorta di “coming-out” filomassonico, come si configura la posizione canonica di P. Weninger?
4) Come si comportano i prelati massoni verso quei subalterni che sollevano perplessità sull’appartenenza di chierici e laici alla Massoneria ?
5) Può la cosiddetta “regolarità massonica” assurgere a criterio per la riabilitazione canonica della Massoneria di tipo anglosassone? In effetti sul tema della “regolarità massonica” riscontro una certa contraddizione. Ad esempio, la “United Grand Lodge of England” (UGLE) riconosce come “regolare” la Gran Loggia d’Austria (GLvÖ), la quale a sua volta riconosce come “regolare” il Grande Oriente d’Italia (GOI) che però non è riconosciuto dalla UGLE. Ora, poiché la GLvÖ riconosce come “regolare” il GOI, che è una Massoneria chiaramente laicista ed esoterica con lunga tradizione anticlericale, quale credibilità può avere la GLvÖ dinanzi alla Curia Romana?
6) La Massoneria austriaca vuole un dialogo con il Papa, con il Prefetto della CDF, ed altre personalità vaticane. Bene. Mi auguro, però, che la Massoneria austriaca consegni agli interlocutori vaticani non solo il libro di P. Weninger, ma anche: i Rituali dei Tre Gradi di Apprendista, Compagno e Maestro; i Rituali dei Riti di Alti Gradi cui possono accedere i Maestri Massoni della GLvÖ; gli scritti di natura più esoterica ed iniziatica riservati a Maestri Massoni (ce ne sono, lo so benissimo). Solo l’esame accurato di tale documentazione può permettere, ad Autorità ecclesiastiche e a studiosi di parte cattolica, un giudizio reale e oggettivo sulla Massoneria.
Infine, per motivi di spazio, mi limito a questa breve informazione. A proposito della Massoneria inglese del “Marchio” (“Mark Master Masons”) e del “Royal Ark Mariner” (il grado RAM è riservato ai MMM) legati alla suddetta UGLE, so di certo che anche i massoni di questi gradi, apparentemente biblici, sono in grado di coltivare l’Esoterismo. Lo stesso avviene nella Massoneria austriaca. Pertanto le suddette affermazioni di P. Weninger mi sembrano tutt’altro che convincenti.

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