La vera risposta all’apostasia
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Quando ti sottometti umilmente ad un altro, allora ti innalzi mirabilmente al di sopra di te stesso. […] O figlio, porta dunque il giogo dell’obbedienza insieme con Cristo, Figlio di Dio. […] O fratello, corri, ti scongiuro, unisciti a lui sotto quel giogo, portalo insieme con Gesù, sollevalo insieme con Gesù. […] Aiuta dunque, o fratello, aiuta Gesù, perché, se sarai stato partecipe delle sue sofferenze, lo sarai anche della sua consolazione (sant’Antonio di Padova, Sermone per la Domenica XI dopo Pentecoste, I, 9; cf. 2 Cor 1, 7)
Il perseguimento della pace interiore per mezzo della meditazione è indissociabile da un’umile e prudente obbedienza. È impossibile accostarsi a Dio in un dialogo intimo e familiare se si coltivano disposizioni di superbia e di insubordinazione, che spingono a porsi al di sopra di tutti gli altri e ad arrogarsi il diritto di infliggere condanne senza averne il compito. È sì doveroso denunciare abusi ed errori, ma questo non abilita certo ad emettere sentenze in foro esterno usurpando l’autorità altrui e ancor meno autorizza a ritenersi esonerati dalla sottomissione – in ciò che è legittimo – a chi detiene la giurisdizione. Che un Pastore sia decaduto per eresia deve essere stabilito da un’istanza superiore, non da un suddito, il quale rimane comunque libero, nella coscienza e nella prassi, di non seguirne eventuali insegnamenti eterodossi. Il fatto che ci siano effettivamente Pastori di dubbia ortodossia, poi, non implica automaticamente che lo siano indistintamente tutti, come sembrano presupporre taluni che si considerano dotati, a quanto pare, dell’onniscienza divina.
La crisi che attanaglia la Chiesa non può essere superata se non mediante la santificazione dei suoi membri fedeli. Essa – come ci ricorda sant’Antonio – consiste essenzialmente nel portare la croce con il Signore, il quale si è caricato di tutti i nostri peccati. Chi vuol risolvere i problemi attuali in modo rapido e violento si muove in direzione opposta, dominato com’è da uno spirito cattivo. Uno solo può salvare la propria Sposa – e lo farà come e quando vorrà Lui, non come stabilito da questo o quell’arrogante che pretende di dargli istruzioni. Chi davvero Lo conosce e Lo ama, come i Santi di ogni tempo, arde dal desiderio di imitarlo nell’abiezione della Sua santissima Passione, quando, senza ribellarvisi, accettò la sentenza ingiusta di un’autorità religiosa che si era messa al posto di Dio. È così che fu redenta l’umanità: con una soluzione tutto divina, non umana. Ora, per trattenerci da spinte centrifughe che ci porterebbero a spirituale rovina, il Signore ci comanda di meditare il Vangelo per insegnarci il Suo metodo di resistenza, sempre e universalmente valido.
Abbiamo considerato il primo passo, che consiste nel metterci alla presenza di Dio scendendo nel cuore per trovarvi il Padre, come ci insegna Gesù stesso. La riuscita di questa premessa dipende, fra l’altro, anche da una scelta oculata dell’orario più favorevole e del luogo più adatto, nonché dalla serietà dell’impegno assunto. Quest’ultima si manifesta anzitutto nella determinazione a perseverare in un esercizio di meditazione per tutto il tempo prestabilito e nell’individuazione anticipata di un oggetto definito su cui riflettere (brano biblico, testo liturgico, preghiera tradizionale, scritto di un santo, pagina di una lettura spirituale…). Sempre la grazia ci precede e spesso ci sorprende; tuttavia è altrettanto necessaria la nostra cooperazione nel predisporre le condizioni più idonee per il suo operare, ponendo una distanza tra il nostro cuore e tutto il resto e facendo tacere ogni altra voce, pensiero o desiderio. Tutta la vita cristiana è un inestricabile intreccio tra azione divina e umana: già la semplice decisione di dedicarsi alla meditazione è frutto di un dono di Dio, ma la sua attuazione richiede il pieno coinvolgimento della nostra volontà libera sostenuta dalla grazia. Il nemico tenterà in tutti i modi di scoraggiare l’impresa, poiché sa bene che chi ascolta il Signore diventa capace di agire efficacemente a suo danno; ma basta cacciarlo via con i nomi di Gesù e Maria.
Può anche succedere – specie quando si comincia a progredire nella vita di unione – che questo primo passo esaurisca tutto il tempo della meditazione. Non c’è affatto da sorprendersi: la presenza di Dio basta da sola a colmare il cuore umano, tanto è soave e traboccante di vita. Quam magna multitudo dulcedinis tuae, Domine, quam abscondisti timentibus te! (Quanto è grande l’immensità della tua dolcezza, Signore, che hai nascosto per coloro che ti temono; Sal 30, 20). Inebriabuntur ab ubertate domus tuae, et torrente voluptatis tuae potabis eos; quoniam apud te est fons vitae, et in lumine tuo videbimus lumen (Saranno inebriati dell’abbondanza della tua casa e li disseterai al torrente delle tue delizie, poiché presso di te è la fonte della vita e nella tua luce vedremo la luce; Sal 35, 9-10). Bisogna credere fermamente che queste parole sono vere e si realizzano per chiunque perseveri con umiltà e fiducia nello sforzo intrapreso.
Normalmente, tuttavia, dopo questo primo passo occorre passare al secondo: l’invocazione dello Spirito Santo, perché illumini la mente, infiammi l’affetto e diriga la volontà. Puoi scegliere fra le preghiere tradizionali, tutte molto efficaci, oppure parlargli spontaneamente; la prima opzione è più raccomandata per i principianti, che devono avvalersi di strumenti ben collaudati e attenersi a criteri certi. Coinvolgendo tutte e tre le Persone della Trinità, puoi eventualmente chiedere al Padre di farti udire la voce del Verbo per opera del Suo Santo Spirito; l’importante è che tu lo domandi con fede, confidando nel fatto che il Paraclito è pronto a riversarsi nei cuori ben disposti che ne implorano umilmente l’assistenza, consci della propria miseria e debolezza. Con questa richiesta, d’altronde, non fai altro che esercitare i tuoi diritti di figlio di Dio: «Non avete ricevuto lo spirito di schiavitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito dell’adozione filiale, nel quale gridiamo: “Abbà, Padre!”» (Rm 8, 15). Il carattere battesimale ti abilita a chiedere e ricevere dal Maestro interiore luci, ammonizioni e conforto.
La via più diretta per ottenere dallo Spirito Santo le grazie necessarie a una buona meditazione è il ricorso alla mediazione materna di Maria. Tu sei anche figlio Suo, come Gesù stesso ha rivelato dall’alto della croce nel momento in cui la Redenzione giungeva al culmine (cf. Gv 19, 25-27); la tua richiesta non può trovarla indifferente e, unita alla Sua, avrà un effetto irresistibile sul Cuore di Gesù, purché tu sia realmente disposto a fare qualunque cosa ti dica (cf. Gv 2, 5): «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3, 35). Per unire più facilmente la tua preghiera a quella della Madre celeste, puoi collocarti idealmente, recitando l’Ave Maria, nel Suo Cuore Immacolato, il quale, durante la vita terrena, custodiva ogni detto e fatto riguardante il Figlio meditandolo con fede (cf. Lc 2, 19.51) ed è quindi il tuo migliore modello e guida. Non dimenticare che Gesù stesso ti esorta a domandare con fiducia: «Chiedete e vi sarà dato, […] perché chi chiede ottiene […]. Se voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11, 9-10.13).
Il Cuore Immacolato di Maria è assolutamente esente dalla minima traccia di orgoglio e di ogni suo derivato, come la ribellione, la disobbedienza e il giudizio. Non si tratta qui, ovviamente, dei giudizi che la tua coscienza morale, come sua attività propria, deve emettere di continuo sugli atti buoni o cattivi, approvando gli uni e proscrivendo gli altri; mi riferisco invece, come già accennato, a quelle sentenze di condanna delle persone che non ti competono, in quanto riservate a Dio. Non intendo nemmeno escludere i necessari ammonimenti del prossimo, purché nascano dalla carità, piuttosto che dalla superbia, e siano espressi con umiltà e misura, nei modi e nelle forme consentiti dal tuo stato e dalle tue responsabilità. L’abitudine di meditare regolarmente, del resto, plasma il tuo cuore rendendolo sempre più docile allo Spirito Santo, così che il tuo agire sia mosso da Lui anziché dalle pretese dell’ego che si esalta da sé.
Il più efficace antidoto è proprio la sottomissione raccomandata da sant’Antonio, che ti preserva dalla superbia e permette alla grazia di innalzarti ad altezze che non puoi nemmeno immaginare. La preparazione immediata alla meditazione, che abbiamo fin qui considerato, è inseparabile da quella remota, che consiste appunto in una vita ordinata e obbediente, guidata dall’umiltà. Quest’ultima è la disposizione di fondo che rende autentiche tutte le altre virtù; essa è infatti – come insegna sant’Agostino – fondamento della carità che edifica, quel fondamento che è Cristo stesso (aedificans caritas a fundamento humilitatis, quod est Christus Iesus; Confessiones, VII, 20). Se dunque desideri contrastare l’apostasia che dilaga nella Chiesa, non hai altra strada da seguire per non arrecarle un danno peggiore. L’appoggiarsi prevalentemente sulla propria scienza – reale o presunta – gonfia il cuore di orgoglio e frantuma la comunione ecclesiale, priva l’anima delle consolazioni celesti e allontana lo Spirito Santo; in una parola, separa da Cristo. È questo che vuoi?
Pubblicato da Elia
Quindi, secondo lei,tutti coloro che non misero in discussione la giurisdizione di Lutero furono giustificati agli occhi di DIO!Così come chi segui Calvino...così chi divenne seguace di Ario non mettendo in discussione la sua autorità di vescovo erano "nell'AMORE DI CRISTO"?Quindi bisognerebbe rigiudicare la santità tutti coloro che furono "ribelli"contro l'autorità a cominciare da San Atanasio fino ad arrivare a San Thomas Moore?forse che Nostro Signore non avesse detto:chi ama il padre la madre,il fratello,la sorella,la moglie il marito più di me Non è degno di me?E quando disse:Non sono venuto a portare la pace ma una spada secondo lei che cosa voleva essere dire?Ma che obbedienza ci può essere ci può essere nei confronti di chi sta travisando tutta la dottrina cattolica,punto dopo punto??E forse anche lei "vittima"del "chi sono io per giudicare"????Ma non si ricorda che San Paolo diceva esattamente il contrario,cioè valutate tutto e ritenete ciò che è buono?Pensa forse che un cristiano cattolico possa serenamente frequentare coloro che hanno deciso di essere devoti del nemico di Cristo,senza che il veleno delle loro dottrine non ammorbi la propria anima??Posso stare tranquillamente in compagnia del demonio anzi cercarlo pure tanto sono "consacrato"al Cuore Immacolato di Maria!!Quale follia è questa!!E quale atto di superbia!!Non sta scritto forse :NON TENTARE IL SIGNORE TUO DIO!Meglio a questo punto che coloro che invitano e si trincerano dietro "l'obbedienza"lo facciano per vigliaccheria(anche se personalmente i vigliacchi e i traditori mi hanno sempre fatto schifo)e non per fini diversi dal bene delle anime!!
RispondiEliminaForse sarebbe più giusto fare questo commento direttamente sul sito dell'autore, che ne riporta altri tre..
RispondiEliminaA me non sembra che si voglia "rigiudicare la santità tutti coloro che furono "ribelli"contro l'autorità" "tanto sono "consacrato"al Cuore Immacolato di Maria!!Quale follia è questa!!E quale atto di superbia!", ma invece un richiamo "personale" all'umiltà di chi, anche giudicando gli errori altrui, riconosce il Giudice Supremo, che giudicherà anche noi. In tal senso la consacrazione al Cuore immacolato di Maria, non è una scappatoia, ma la via più vera.