IL COVID-19 E GLI ABUSI SESSUALI DEL CLERO: CHI HA DENUNCIATO É STATO IGNORATO
di Gene Thomas Gomulka,
pubblicato su ChurchMilitant, 23 marzo 2020
La morte di Li Wenliang, un medico arrestato dalla polizia di Wuhan per aver avvertito il pubblico della mortale minaccia del Coronavirus, ha scatenato «un livello di rabbia collettiva e dolore mai visto sui social media cinesi».
Il modo in cui i funzionari del governo comunista cinese hanno gestito la pandemia di Coronavirus è simile a come i vertici della Chiesa Cattolica hanno nascosto la vera portata e la vera causa dell’abuso sessuale del clero.
Mentre la maggior parte delle segnalazioni di abusi negli ultimi anni è venuta alla luce negli Stati Uniti, l’ufficio vaticano responsabile dei casi di abuso sessuale del clero ha riferito di aver registrato un record di mille casi nel solo 2019, molti dei quali da paesi di cui non si era sentito ancora parlare. Questo sviluppo ha portato alcuni vaticanisti a credere che «il peggio potrebbe ancora venire» (qui).
Nel 1985, padre Thomas Doyle OP ha avvertito i funzionari vaticani e tutti i Vescovi statunitensi delle gravi conseguenze dell’abuso sessuale del clero nel suo rapporto Il problema della molestia sessuale da parte del clero cattolico romano: affrontare il problema in modo comprensibile e responsabile (qui).
Il modo in cui i funzionari comunisti cinesi hanno trattato il dottor Li Wenliang ricorda la maniera in cui i capi della Chiesa estromisero padre Doyle dalle sue mansioni alla Nunziatura Apostolica di Washington, e come essi insabbiarono il rapporto da lui scritto. Fu l’allora Arcivescovo Edwin O’Brien a revocare le facoltà ecclesiastiche di Doyle, mentre fu l’ex Cardinale Theodore McCarrick a sospenderlo a divinis, per impedire che questi informasse i parrocchiani circa gli abusi commessi su minori, seminaristi e giovani e ch’egli sapeva essere stati deliberatamente nascosti.
Proprio come centinaia di migliaia di persone avrebbero potuto evitare di contrarre il Coronavirus se i funzionari cinesi avessero seguito il consiglio del dottor Wenliang, così migliaia di Cattolici statunitensi e centinaia di migliaia di Cattolici di tutto il mondo avrebbero potuto evitare di essere molestati sessualmente da chierici se la Gerarchia della Chiesa avesse ascoltato gli avvertimenti di padre Doyle e non avessero insabbiato il suo rapporto. E se Doyle ha avvertito che il costo derivante dal voler ignorare questo problema sarebbe potuto costare alla Chiesa fino ad un miliardo di dollari, si scopre che la Chiesa degli Stati Uniti ha pagato fino ad oggi quasi quattro miliardi per risarcire gli abusi e sostenere le spese legali.
Doyle non è l’unico esperto i cui allarmi sono stati ignorati e messi a tacere. Nel 2001 i Boy Scouts of America discutevano se consentire agli omosessuali di prestare servizio come capigruppo. Già da vent’anni i Vescovi cattolici avevano iniziato ad ammettere i gay agli studi in Seminario, come documentato da don Paul Sullins nel suo studio del 2018, Rapporto: abuso sessuale del clero (qui). Prima che i leader degli scout decidessero di permettere ai gay di essere scoutmaster, furono avvertiti delle gravi conseguenze dalla dottoressa Judith Reisman, le cui ricerche (qui), insieme ad altri, dimostrarono come «il 73% degli omosessuali ha ammesso di aver molestato adolescenti o ragazzi» (qui).
Come ora sappiamo, i vertici dei Boy Scouts hanno ignorato gli avvertimenti della Reisman, credendo a coloro che sostenevano che non vi fosse alcuna connessione tra pedofilia e omosessualità. Ciò che i capi degli Scout non riuscirono a capire, tuttavia, era che a differenza dei Lupetti, i Boy Scout sono bambini post-pubescenti e non pre-pubescenti. E fu solo pochi anni dopo che i Boy Scout iniziarono a permettere ai gay di diventare scoutmaster che i ricercatori del John Jay College of Criminal Justice riferirono che oltre l’80% delle vittime di abusi sessuali da parte di chierici erano adolescenti post-pubescenti (qui). I ricercatori hanno inoltre dimostrato che la relazione tra omosessualità e pedofilia è irrilevante in quanto «meno del 5% dei sacerdoti con accuse di abuso ha mostrato comportamenti pedofili» (qui).
Quindi, mentre gli omosessuali potrebbero non costituire una minaccia per i bambini pre-pubescenti, non si può sostenere che preti e scoutmaster gay non rappresentino una minaccia (qui) per i giovani. Se realmente non vi fosse alcun rischio, allora i Boy Scouts of America probabilmente non avrebbero annunciato il loro fallimento lo scorso 17 febbraio 2020 (qui), proprio come hanno già fatto oltre venti Diocesi cattoliche statunitensi e Ordini religiosi (qui).
È stato dimostrato che i funzionari cinesi hanno ampiamente sottovalutato il numero di cittadini cinesi colpiti dal Coronavirus. A partire dal 18 febbraio 2020, è stato riferito che «le autorità cinesi potrebbero aver sottostimato le infezioni Covid-19 di un sorprendente 520%» (qui). Questa sottovalutazione non è diversa da quella dei Vescovi statunitensi nei confronti dei ricercatori del John Jay. Se lo studio del John Jay del 2004 ha portato le persone a credere che solo «circa il 4% dei chierici cattolici aveva accuse credibili o comprovate di abusi sessuali su minori durante l'ultima metà del ventesimo secolo» (qui), è stato perché molti dei Vescovi hanno sottostimato il numero di molestatori sessuali nelle loro Diocesi.
Prima di diventare Cardinale, l’Arcivescovo Edwin O’Brien dell’Ordinariato Militare (AMS) ha riportato solo due casi di abusi sessuali (qui) che coinvolgono minori durante il periodo di 52 anni (1950-2002) del primo studio della John Jay. Sebbene questi fossero due casi in più rispetto a quanto riportato dallo stesso papa Francesco quando era Arcivescovo di Buenos Aires («Nella mia diocesi non è mai successo»), il sito Bishop Accountability (qui) ha da allora scoperto oltre 150 sacerdoti dell’AMS con accuse fondate di abuso.
L’Associated Press ha anche recentemente identificato «più di 900 membri del clero accusati di abusi sessuali su minori che mancavano dalle liste rilasciate dalle Diocesi e dagli Ordini religiosi in cui prestavano servizio» (qui). La grave e documentata sottovalutazione di abusi da parte di funzionari della Chiesa bugiardi rivela che la percentuale di chierici molestatori è molto più alta di quanto riportato dal team di ricerca del John Jay.
Proprio come le persone in tutto il mondo sono infuriate con i funzionari cinesi (qui) per la loro sottovalutazione del Covid-19 e per aver nascosto rapporti di medici quali Li Wenliang, secondo cui il nuovo virus viene trasmesso da persona a persona, così anche molti Cattolici e genitori di Boy Scout sono adirati con la Chiesa e i vertici degli Scout per aver permesso la predazione omosessuale dei loro figli anziché ascoltare gli avvertimenti di persone come padre Thomas Doyle e la dottoressa Judith Reisman.
Il presidente cinese Xi Jinping e Papa Francesco sono entrambi sottoposti a un attento esame per la gestione dei rispettivi accordi. È interessante notare che sia Ren Zhiqiang (qui), critico nei confronti del presidente Xi, sia l’Arcivescovo mons. Carlo Maria Viganò (qui) sono entrambi costretti a vivere in un luogo segreto. Alcuni amici di Zhiqiang temono per la sua vita (qui).
Dopo che il Papa ha annunciato diciotto mesi fa (qui) che sarebbe stata avviata un’indagine in risposta alle accuse che lui e altri Prelati di alto rango avevano insabbiato per il predatore omosessuale l’ex Cardinale Theodore McCarrick, nessun rapporto è stato ancora pubblicato (qui). Un giornalista investigativo vincitore del Premio Pulitzer che si è occupato sia delle vicende del Covid-19 sia degli scandali del clero e che desidera rimanere anonimo, ha dichiarato: «Tutte le istituzioni potenti sembrano raggiungere un punto in cui lavorano piuttosto per proteggere se stesse che non le persone per le quali le istituzioni sono state create».
Proprio come il presidente Xi ha reagito contro Li Wenliang e altri che hanno criticato la sua gestione di quella che è diventata una pandemia, così anche i Prelati come il Cardinale Blase Cupich (qui) e mons. Barry Knestout (qui) si sono rivalsi contro sacerdoti come don Paul John Kalchik (qui) e don Mark White (qui) i quali - come ha fatto l’Arcivescovo mons. Viganò (qui) - hanno criticato Papa Francesco e i vertici della Chiesa per aver nascosto il legame tra omosessualità e l’abuso clericale di minori, seminaristi e adulti vulnerabili. A differenza di Li Wenliang che è morto (qui); Ren Zhiqiang che «è irreperibile» (qui); e mons. Viganò che vive in un luogo segreto (qui); padre Mark White è stato messo a tacere (qui) e padre Paul John Kalchik (qui) deve ancora essere riammesso al ministero dopo ch’egli ha lasciato che i suoi parrocchiani bruciassero una bandiera arcobaleno appesa nella chiesa dal precedente parroco gay, che morì nelle circostanze più scandalose (qui).
Testo originale in inglese: https://www.churchmilitant.com/news/article/whistleblowers-of-covid-19-and-clerical-sex-abuse
Copyright MMXX - Cesare Baronio
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