ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 9 marzo 2020

La fede, non contempla la psicosi..


La prossima messa


Ieri sera sono andato a Messa in Duomo ed è stata l’ultima: da stamane anche in Trentino, come già in altre parti d’Italia, sono sospese tutte le funzioni. Si potrà pregare solo individualmente, evitando ogni assembramento che possa favorire il dilagare dell’epidemia. Giusto o sbagliato? Non saprei. A me sembra soprattutto doloroso. Succede sempre così, del resto: quando una cosa – ancorché sacra – è a portata di mano, riceve un’attenzione relativa. Quando però quella stessa cosa ti viene tolta, ecco che finisce tutto sotto una luce nuova, diversa e malinconica.


Pur avvilito, riesco tuttavia a trovare due motivi di conforto. Il primo me lo serve su un piatto d’argento il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima, che a un certo punto dice: «I discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”» (Matteo 17,6-7). Nessun riferimento ante litteram al coronavirus, ovvio: ma quell’«alzatevi e non temete» – ascoltato oggi e detto da Gesù stesso – risuona proprio come balsamo per lo spirito, incoraggiamento a non cedere al panico di bozze di decreti governativi assurdamente anticipati dai media.

Una seconda ragione di sollievo mi deriva dal fatto che, quando potrò tornare a Messa, soffocherò sul nascere ogni titubanza, ogni pigrizia, ogni lamentela: ci andrò e basta. Anzi, mi recherò in chiesa svariati minuti prima e, inginocchiato, osserverò con rinnovato stupore le colonne, le volte e le statue del Duomo di Trento, in attesa che la celebrazione abbia inizio. E se la mia panca si affollerà di gente che mi stringerà in un angolo, non batterò ciglio. E se pure l’omelia sarà noiosa, l’ascolterò con più attenzione del solito. Perché nella mente avrò stampato un pensiero prima dimenticato: essere cristiani significa essere grati.

di Giuliano Guzzo
http://campariedemaistre.blogspot.com/2020/03/la-prossima-messa.html

Coronavirus tra verità e psicosi collettiva. La vicenda assurda di uno dei Padri de L’Isola di Patmos accusato di essere «medioevale» per avere semplicemente pregato


[…] la processione
 non vuole richiamare nessun assembramento esterno, non vuole contravvenire a nessuna norma o sfidare l’autorità di nessuno. La processione è un atto di culto a Dio e io, come sacerdote, non posso rinnegare ciò per cui sono stato chiamato né tradire il popolo cristiano. È pertanto il caso di dire che la fede ― come diceva Sant’Anselmo d’Aosta ― richiede la ragione, mentre invece, la fede, non contempla la psicosi.

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Padre Ivalo Liguori benedice i fedeli nella chiesa di Laconi

 sono passate meno di ventiquattro ore dalla pubblicazione del post di Facebook sulla pagina ufficiale della parrocchia che amministro, per sentirmi dare del «medioevale» e del… beh gli altri aggettivi è meglio ometterli.
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Oltre alle simpatiche aggettivazioni verso di me, non è mancato chi ha pensato bene di minacciarmi persino di denuncia. Ma veniamo al punto: come parroco ho deciso di organizzare, insieme ai miei confratelli cappuccini, una processione quaresimale nella parrocchia del paese di Laconi, che si trova nella zona del Sarcidano di Sardegna.
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La motivazione che ha portato alla genesi di questa processione è stata suggerita naturalmente dal Tempo di Quaresima che stiamo vivendo. Periodo liturgico in cui si chiede a Dio Padre il perdono e la purificazione per i propri peccati e per i peccati della Chiesa. Tale pratica si avvale, tra le altre cose, della recita dei Sette Salmi Penitenziali e delle Litanie dei Santi.
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Laconi, l’incantevole silenzio di un’oasi verde. Cliccare sopra l’immagine per aprire il video

Quest’anno la Quaresima è segnata dall’emergenza Coronavirus, situazione sanitaria anomala che sta destando preoccupazione nel cuore ti tante persone, cristiani compresi. Cosa fare dunque? Da frate cappuccini, da sacerdote e parroco che sono, ho sentito il dovere pastorale, insieme ai miei confratelli, di caratterizzare questa processione con l’intenzione di chiedere a Dio Padre di scongiurare l’emergenza del Coronavirus dentro la nostra piccola comunità di Laconi che attualmente conta circa 1.764 abitanti. Ovviamente, pregare per il paese di Laconi, implicava l’intenzione di pregare per tutta l’Italia e per il mondo. Ovviamente la Chiesa non vieta di elevare a Dio esplicite preghiere che riguardano le intenzioni di una comunità particolare. Penso che sia una cosa scontata, affrontare in modo cristiano e attraverso la fede una prova importante come questa emergenza sanitaria in corso.
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La fede non misconosce le norme igieniche sanitarie, non demonizza le cure mediche e non nega l’utilità della scienza e della tecnica. E questo penso di poterlo dire con una certa cognizione di causa, avendo passato anni del mio sacro ministero a svolgere funzioni di cappellano presso una grande struttura ospedaliera pubblica.
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Laconi, la cascata maggiore del parco. Per aprire il video cliccare sull’immagine

La fede non si contrappone ad alcuna norma di buon senso utile in casi come questi ma non può rinunciare a infondere speranza ai Christi fideles e compiere quel ministero di consolazione che può derivare solo dalla grazia del Signore.
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Ci tengo a precisare che, a tutt’oggi, gli organi di informazione ci dicono che in Sardegna solo cinque casi di infezione sono stati segnalati, tanto da essere stati subito trattati e isolati secondo i protocolli.
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Grazie a Dio, è proprio il caso di dirlo, la Sardegna non condivide il primato di altre regioni italiane ben più vessate dal virus. Nello specifico, il paesino di cui sono parroco e nel quale si trova il nostro convento, è posto nell’entroterra sardo, lontano dal caos frenetico metropolitano, tanto da garantire tranquillità e amenità sufficienti e non paragonabili ad altre cittadine con più frequenti scambi umani. Detto questo, nel Comunicato Stampa della Conferenza Episcopale Italiana del 5 maggio n°10/2020 si legge che:
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il più illustre cittadino di Laconi, il frate cercatore cappuccino Sant’Ignazio 

«Nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attività pastorali e formative, la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima».
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Per questo motivo, supportato dalle parole della Conferenza Episcopale, vivendo in un paese dell’interno che garantisce un bassissimo rischio per tutti, fiducioso nella Provvidenza di Dio porto avanti il bene spirituale dei fedeli e di coloro che vedono in Dio non un concorrente della scienza ma colui che è il creatore di tutte le cose, scienza compresa.
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L’iniziativa della processione non vuole richiamare nessun assembramento esterno, non vuole contravvenire a nessuna norma o sfidare l’autorità di nessuno. La processione è un atto di culto a Dio e io, come sacerdote, non posso rinnegare ciò per cui sono stato chiamato né tradire il popolo cristiano. È pertanto il caso di dire che la fede ― come diceva Sant’Anselmo d’Aosta ― richiede la ragione, mentre invece, la fede, non contempla la psicosi.

AutoreIvano Liguori, Ofm. Capp.

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Laconi, 7 marzo 2020
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