ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 21 marzo 2020

“Tutto sarà bene”

La profonda radice cristiana del “Tutto andrà bene”
Tutto andrà bene” dicono i cartelli appesi ai balconi degli italiani in questi giorni di quarantena nazionale. Una frase che è diventata un po’ il simbolo della speranza coltivata, nonostante tutto, in un momento così difficile. Una speranza, potremmo dire, laica, fondata sulla tenacia delle persone, sulla capacità di resistenza alle difficoltà, sullo spirito di solidarietà e di abnegazione.


Molti quindi resteranno stupiti apprendendo che in realtà il “tutto andrà bene” ha radici cristiane. Si tratta infatti di un’espressione che possiamo far risalire a Giuliana di Norwich (1342 – 1416), mistica inglese, ricordata come santa sia dai cattolici (13 maggio) sia dagli anglicani (8 maggio).
Com’è storia comune a tanti mistici, Giuliana a un certo punto della sua vita (aveva circa trent’anni), si ammalò gravemente e incominciò ad avere visioni di Gesù Cristo. Il racconto delle visioni fu scritto ed è ritenuto il primo testo in inglese redatto da una donna.
“Questa rivelazione – scrive Giuliana – fu fatta a una creatura semplice e illetterata mentre viveva ancora nella sua carne mortale, nell’anno di nostro Signore 1373, il 13 maggio”.

La prima edizione stampata delle Rivelazioni risale al 1670, poi ci furono ristampe nel corso dell’Ottocento e del Novecento.
L’epoca di Giuliana di Norwich fu travagliata (la Chiesa era lacerata dallo scisma seguito al ritorno del papa da Avignone a Roma, il mondo era devastato dalla Guerra dei cent’anni fra Inghilterra e Francia, in Europa imperversava la peste nera), eppure la teologia della mistica è improntata all’ottimismo: l’amore di Dio è più forte di ogni difficoltà. Di qui il suo detto più conosciuto: “È stato necessario che esistesse il peccato; ma tutto sarà bene, e tutto sarà bene, ed ogni sorta di cosa sarà bene” (Rivelazioni, cap. 27). Concetto spiegato così: “Io posso compiere bene ogni cosa, Io sono in grado di compiere bene ogni cosa, Io voglio compiere bene ogni cosa, e Io compirò bene ogni cosa; e tu vedrai da te stessa che ogni sorta di cosa sarà bene” (Rivelazioni, cap. 31).
Occorre sottolineare che, secondo Giuliana, quando dice “io posso” il soggetto è il Padre; quando dice “sono in grado” il soggetto è il Figlio; quando dice “voglio” è lo Spirito Santo e infine quando dice “Io compirò” è l’intera Trinità divina.

Un’altra espressione di Giuliana, ripresa da papa Giovanni Paolo I, è: «Com’è vero che Dio è nostro Padre, così è vero che Dio è nostra Madre» (Rivelazioni, cap. 59).
Il poeta Thomas S. Eliot inserì il verso “E tutto sarà bene e / ogni sorta di cose sarà bene” nel terzo tempo del quarto poemetto dei Quattro quartetti, Little Gidding.
Va notato che il “tutto andrà bene” è comunque riduttivo rispetto al “tutto sarà bene” (all shall will be well) di Giuliana. “Tutto sarà bene”, infatti, significa non tanto che una certa vicenda andrà a finire bene, ma che qualsiasi cosa succederà sarà buona, sarà “bene” perché voluta da Dio, il quale non può volere che il bene delle sue creature. E in questa differenza di verbo c’è anche tutta la differenza tra una speranza semplicemente umana e una speranza che ha il suo fondamento in Dio.
Atto di confidenza in Dio
 di San Claudio de La Colombiere
Mio Signore e Dio, io sono così convinto che Voi avete cura di tutti quelli che sperano in Voi e che niente può mancare a coloro che aspettano tutto da Voi, che ho deciso, per l’avvenire, di vivere senza alcuna preoccupazione e di riversare su di Voi ogni mia inquietudine.
Gli uomini possono spogliarmi di tutti i beni e del mio stesso onore; le malattie possono privarmi delle forze e dei mezzi per servirti; col peccato posso smarrire perfino la tua grazia, ma non perderò mai e poi mai la mia fiducia in Voi.
La conserverò fino all’estremo della mia vita e il demonio, con tutti i suoi sforzi, non riuscirà mai a strapparmela.

Altri aspettino pure la loro felicità dalle ricchezze e dal loro ingegno; facciano anche affidamento sull’innocenza della loro vita, sui rigori delle loro penitenze, sulla quantità delle loro opere buone e sul fervore delle loro preghiere; per me tutta la mia confidenza è la mia stessa confidenza; confidenza che non ha mai ingannato nessuno.
Ecco perché ho l’assoluta certezza di essere eternamente felice, perché ho l’incrollabile fiducia di esserlo e perché lo spero unicamente da Voi.
Per mia triste esperienza devo purtroppo riconoscere di essere debole ed incostante; so quanto le tentazioni possono contro le virtù più affermate; eppure nulla, finché conserverò questa ferma fiducia in Voi, potrà spaventarmi; starò al riparo da ogni disgrazia e sarò certo di continuare a sperare, perché spero questa stessa immutabile speranza.
Infine, mio Dio, sono intimamente persuaso che non sarà mai troppa la fiducia che ho in Voi e che, ciò che otterrò da Voi, sarà sempre al di sopra di ciò che avrò sperato.

Spero anche, Signore che Voi mi sorreggerete nelle facili debolezze; mi sosterrete negli assalti più violenti; farete trionfare la mia fiacchezza sopra i miei temuti nemici.
Ho tanta fiducia che Voi mi amerete sempre e che anche io, a mia volta, Viamerò per sempre. E per portare al più alto grado questa mia fiducia, o mio Creatore, io spero Voi daVoi stesso, per il tempo e per l’eternità. 

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