ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 aprile 2020

Ritorno alla schiavitù dell’Egitto

Il ritorno agli idoli
e il nuovo ordine mondiale
https://berlicche.files.wordpress.com/2019/10/idoli-650x365.jpg(immagine aggiunta)
Reliqui domum meam, dimisi hereditatem meam: dedi dilectam animam
meam in manu inimicorum eius (Ger 12, 7).

Non stupisce più di tanto che un professorino estratto dall’anonimato e imposto come Presidente del Consiglio inverta il significato della Pasqua cristiana definendola un ritorno alla schiavitù dell’Egitto. Il pupillo del defunto cardinal Silvestrini, membro di spicco della sedicente mafia di San Gallo in odore di massoneria, ha evidentemente – piuttosto che essersi lasciato sfuggire un lapsus – alluso in codice al vero scopo dell’incarico ricevuto dai  poteri occulti, i quali, nell’ambito del loro programma di governo mondiale, vogliono restaurare l’idolatria come colonna portante del progetto. 

Esso si fonda infatti sul culto di Lucifero, ispiratore di tutti quelli falsi e di tutte le persecuzioni contro coloro che, in virtù della libertà che detengono quali figli di Dio e con la loro obbedienza al Padre, fan da ostacolo al suo dominio sul mondo. Con singolare convergenza di vedute, colui che la già citata mafia ha posto a capo della Chiesa promuove apertamente la religione dell’ambiente propugnata da quella stessa oligarchia che vuole asservire l’umanità intera, una pseudoreligione immanentistica che ci insegna – secondo la nuova “rivelazione” panteistica promulgata dall’ultimo sinodo – a considerarci tutti interconnessi tra di noi e con la natura…

Il sopraddetto, anziché chiedere perdono al Creatore e invitare tutti a fare altrettanto, patrocina la Madre Terra, che si vendicherebbe, con l’epidemia, delle nostre scarse attenzioni… conformemente all’atteggiamento, tipicamente satanico, proprio dei falsi dèi. Ciò che altresì addolora è che, anche nel resto del clero, sembri del tutto assente una visione soprannaturale di questa situazione abnorme. Chi osa sia pur solo accennare al bene maggiore che la Provvidenza prepara per noi permettendo questo male per mezzo delle cause create? Come minimo, esso è un effetto della giustizia retributiva, nonché un richiamo celeste a riconoscere i peccati per farne penitenza. In sette anni di bestemmie e insolenze vomitate da chi occupa il vertice della Chiesa visibile, la misura è giunta al colmo con l’atto di idolatria perpetrato in Vaticano il 4 ottobre scorso e con la profanazione dell’altare della Confessione: i primi casi di contagio sono stati registrati proprio il mese successivo. La Madre Terra, benché adorata, si è rivelata una volta di più per ciò che è nello stato decaduto: natura matrigna in balìa di demoni e di perversi. In seguito a quell’adulterio spirituale commesso ai più alti livelli della gerarchia, il Signore sembra essersi ritratto inorridito dalla Sposa infedele, lasciandola a se stessa priva di nutrimento e di conforto: «Ho lasciato la mia casa, ho abbandonato la mia eredità; ho dato l’anima mia diletta in mano ai suoi nemici» (Ger 12, 7).

L’individuo che, quasi fosse sciolto da qualsiasi autorità superiore, agisce da padrone assoluto della Chiesa; colui che pare voler usurpare perfino il ruolo dello Sposo, di cui non si riconosce più vicario; quello che tra la sera e la mattina ha ordinato la chiusura e la riapertura delle chiese, tace su castigo e riparazione proprio durante il Sacro Triduo, culmine dell’attualizzazione dell’opera redentrice, pur essendo praticamente l’unica voce che si sia potuta udire. Ma guarda un po’ dove han condotto cinquant’anni di partecipazione attiva e di assemblee celebranti: per la Santa Pasqua il Popolo di Dio si è dovuto accontentare di starsene davanti al televisore, in modo del tutto passivo, a sorbirsi il verbo del falso profeta… un grande fratello in veste clericale. La Chiesa terrena non ha più parola che non sia quella del cappellano del nuovo ordine mondiale: han fatto tombola, sebbene non sia Natale. Anche se ad assistere c’eran solo quattro gatti, i commedianti han disposto un tavolo rivolto al popolo: su questo “dogma” della loro nuova religione non si discute; Dio, evidentemente, non c’entra nulla: è solo una faccenda socio-antropologica, orizzontalismo puro, trascendenza zero.

Evidentemente è proprio questo il risultato che perseguono. Invece – osserva acutamente un liceale in un lavoro scolastico – se un’epidemia dimostra che l’uomo non è così potente come si crede per via delle sue conquiste tecnico-scientifiche, «è il momento di rientrare in sé stessi e di cercare aiuto rivolgendosi a Dio, Padre misericordioso». Se però le chiese sono chiuse e i sacerdoti si vedono solo in streaming, «il processo di secolarizzazione sarà ancor più inarrestabile»; questa situazione potrebbe altresì «incrementare il fenomeno del sacro fai-da-te, svuotando ulteriormente le chiese qualora riaprissero». Seguire la Messa per via telematica – la chiosa è mia – è un aiuto per chi è impedito di andare in chiesa (ed è per ciò stesso dispensato dal precetto), ma «tutta questa virtualità non aiuta per niente la fede». La liturgia cattolica, in effetti, richiede la presenza fisica: essa è un evento che rende presente l’opera della salvezza per chi vi partecipa, non un semplice espediente per ravvivare la fede, come sostengono i protestanti, né una mera cerimonia da officiare per ossequiare la divinità, come vorrebbe un certo tradizionalismo; in un caso o nell’altro, la partecipazione effettiva dei fedeli risulta, in fin dei conti, qualcosa di accessorio, dato che si può ottenere lo stesso risultato anche senza.

La speranza – concludeva lo studente – è che non si debba rimanere senza Sacramenti per mesi, per giunta in una condizione – aggiungo io – di forte tensione emotiva, di acuto disagio psicologico e, per molti, anche di difficoltà economiche vieppiù penose a causa dell’arresto delle attività lavorative, imposto con misure irrazionali in quanto non proporzionate al grado locale di gravità dell’emergenza sanitaria, che varia da regione a regione. Proprio quando più urgente si rivela, anche per le necessità di questa vita terrena, il soccorso della grazia (con quei benefici che i testi del Messale tradizionale indicano spessissimo), si assiste a un accanimento intransigente contro le persone che escono di casa per ricercarlo, mentre zingari e immigrati son lasciati liberi di andare indisturbati dove vogliono… Osservare un’evidente incongruenza non è – almeno per chi ragiona – una manifestazione di razzismo, ma un esercizio di rigore intellettuale, quello di cui si dimostra privo chi, al contrario, discrimina e criminalizza, paradossalmente, i propri stessi concittadini. A quanto pare, le nostre autorità – civili o ecclesiastiche che siano – odiano coloro per il servizio dei quali esistono… a meno che non stiano pedissequamente eseguendo degli ordini.

È sempre più difficile reprimere tale sospetto. La restaurazione dell’idolatria esige la cancellazione di fatto della vera religione, realtà pubblica per essenza, ed è la premessa “spirituale” del governo mondiale unico, la cui implementazione (come usa dire con orribile anglicismo) richiede altresì il controllo totale di una popolazione ridotta ai minimi termini. I nuovi vaccini – pare – contengono sostanze che indeboliscono le difese immunitarie e perfino dispositivi di nanotecnologia che rendano gli uomini fisicamente tracciabili grazie alla velocissima rete 5G, anch’essa molto nociva alla salute: senza eufemismi, una vera e propria arma di sterminio. L’arresto delle attività produttive non sarebbe altro, alla luce di ciò, che una pausa resa necessaria dall’adeguamento ai nuovi standard informatici; esso – guarda caso – non ha affatto interessato la posa della fibra ottica, che invece è proseguita a ritmi serrati, anche con l’impiego di manovalanza chiamata da altre regioni. Il motivo è semplicissimo: senza di essa l’Internet di quinta generazione (sistema integrato di trasmissione con cavi e antenne) non può funzionare, poiché intaserebbe la fibra finora utilizzata. Cominciano a tornare i conti…

L’emergenza sanitaria è dunque molto vantaggiosa per chi vuole imporre la vaccinazione forzata e mascherare segrete manovre con l’ausilio di un apparato mediatico totalmente succube, catalizzato com’è dalla “pandemia” e completamente dimentico di qualunque altro problema. L’obiettivo (lo stesso che il sinodo ha predicato) è un mondo in cui siano tutti connessi… cioè tutti controllati e manipolati – per la nostra salute e sicurezza, s’intende – con la tecnologia digitale: è il cosiddetto Internet delle cose, che mira a collegare computer, cellulari, elettrodomestici, automobili, tessere sanitarie, conti bancari… Non è un romanzo distopico né un film di fantascienza, bensì la realtà verso la quale ci stanno portando. Il neonato sistema totalitario, di cui i precedenti erano soltanto timide sperimentazioni, ha pure il proprio instrumentum regni, cioè la nuova religione unica, sincretica e panteistica, che deve asservire gli uomini anche spiritualmente. Il quotidiano della C.E.I. è giunto in questi giorni a titolare: È il momento di gettare le basi per un nuovo ordine mondiale. Caspita, si son finalmente tolti la maschera: a cominciare dal loro capo, son tutti agenti del regime.

La Provvidenza ha lasciato che l’umanità, con il suo allontanamento da Dio, giungesse a un passo dall’essere rinchiusa in una schiavitù ben peggiore di qualsiasi altra del passato. Ritornare agli idoli dopo esser stati redenti è enormemente più grave che adorarli per l’ignoranza del Salvatore; è una colpa che reclama un castigo molto più severo. Ora il mondo è davanti a un bivio: o riconoscere il Creatore e obbedire ai Suoi comandamenti, o essere inghiottito dal potere di Satana per mezzi dei suoi accoliti. Noi cristiani sappiamo che l’esito finale della lotta è la vittoria di Gesù Cristo, ma non conosciamo come ci si giungerà. Oggi siamo minacciati da un potere talmente forte e pervasivo da essere umanamente incontrastabile; soltanto il Signore può capovolgere la situazione con un Suo intervento, o provocando un fatto di portata tale da sventare le trame occulte, o suscitando un eletto che le sveli e abbia un ruolo tale da essere ascoltato (magari uno che abbia mandato in Lombardia i suoi migliori esperti  militari a vedere che sta succedendo). In ogni caso, siamo più che mai nelle mani di Dio, ragion per cui dobbiamo più che mai pregare e offrire perché si muova a compassione di noi, facendo altresì del nostro meglio per meritarlo con l’aiuto della grazia.

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Pubblicato da Elia

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