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lunedì 25 maggio 2020

Novus Ordo Diaconi

Ordinazione di un diacono amazzonico
Notizia



Domenica 15 marzo 2020, Antelmo Pereira, della tribù Ticuna, è stato ordinato diacono. La cerimonia si è svolta nella città di São Francisco de Assis, nella diocesi di Alto Solimões, Stato di Amazzonia, Brasile.
L’ordinazione è stata conferita dal vescovo della diocesi: Mons. Adolfo Zon.



Antelmo Pereira è un insegnante locale, sposato e con nove figli. Ha aiutato la sua chiesa locale per molti anni.

La cerimonia, condotta secondo il Novus Ordo, ha registrato l’aggiunta di molte note indigene, per compiacere Papa Francesco e soddisfare le sue richieste espresse nella sua Esortazione Apostolica Querida Amazonia.

Il giornale della Conferenza Episcopale brasiliana ha riportato l’evento, arricchendo la notizia con alcune note messianiche:

“I Ticuna di Belém di Solimões si sono diretti alla chiesa di São Francisco de Assis cantando e ballando, ognuno con il volto dipinto secondo i 12 clan dell’etnia della Terra Santa degli Eware. Questi clan, confrontandoli con la storia del popolo di Dio riportata nella Bibbia, possono essere messi in relazione con le 12 tribù di Israele nel contesto di un’evangelizzazione inculturata”.



La cerimonia è stata accompagnata da strumenti musicali indios, suonati dagli indios con i volti dipinti, da danze e da canti. Tra gli altri simboli indios adottati nella cerimonia c’era il copricapo di paglia del diacono Antelmo, ornato di piume e piccole noci di cocco rosse, il tappeto di paglia in buriti - una palma locale - su cui Antelmo si è prostrato, e un arazzo circolare che è rimasto esposto durante tutta la cerimonia: un talismano pagano portafortuna per propiziare all’ordinando la protezione delle forze della natura.



Dopo l’ordinazione, il nuovo diacono ha celebrato con il vescovo.



La notizia è stata ripresa dal sito americano Tradition in Action


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3592_Ordinazione_di_un_diacono_amazzonico.html

MONS. ICS. DOPO “QUERIDA AMAZONIA” CI SARÀ “DEAR CHINA”?

25 Maggio 2020 Pubblicato da  3 Commenti --



Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ieri il Pontefice regnante ha ricordato, nel giorno di Maria Ausiliatrice, la Cina e i cattolici che vivono là. Un messaggio che – per quanto riguarda la preghiera alla Vergine – è piaciuto a mons. ICS, che però ha analizzato con finezza parole e situazione, e ne ha tratto un’ipotesi molto interessante. Buona lettura.

§§§

Caro dottor Tosatti, allego il link con una bella preghiera indirizzata da Papa stamattina, alla Vergine Maria a sostegno dei cattolici cinesi.
La bella preghiera viene riportata da Vatican News, con tre successivi commenti. Uno che ricorda la festa della Beata Vergine indetta da Papa Benedetto XVI nel 2007 (Lettera ai cattolici cinesi).
Poi seguono altri due commenti che tentano di spiegare il rapporto di papa Francesco con la Cina. In questi si ricorda l’accordo (provvisorio) del card. Parolin con il governo cinese per “camminare insieme” e dialogare affinché i cattolici cinesi abbiano pastori cattolici.
In terzo luogo il Pontefice sottolinea sostanzialmente la solidarietà della Santa Sede alla Cina per quello che riguarda la pandemia. Dice infatti: <Recentemente, dall’inizio della pandemia del coronavirus, reciproche sono state le manifestazioni di solidarietà tra Santa Sede e Cina con vicendevoli donazioni di protezioni sanitarie e dispositivi di sicurezza finalizzati al contrasto del virus>.
Praticamente Vatican News certifica un “assist” di papa Bergoglio al Governo cinese in tema di Covid 19  quando molti governi, ma veramente molti, e in primis gli USA di Trump, minacciano di denunciare la Cina per la gestione, i silenzi, le omissioni e – ancora adesso per la scarsa collaborazione a fare chiarezza sulle origini e lo sviluppo; ed eventualmente chiedere i danni, per il cataclisma provocato a livello mondiale.
Così vediamo papa Bergoglio, pur di fare un dispetto a Trump, prendere al volo l’occasione di questa veramente bella preghiera per sostenere il governo cinese. Chissà se lo fa per dialogare o per altro motivo; ma non farò processi alle intenzioni, lancio solo l’idea che ci sia qualcosa sotto, o dietro..
Vorrei però prender questa occasione per informare i lettori di Stilum Curiae sulle religioni in Cina, giusto per ricordarcelo. Su un miliardo e quattrocentomila cinesi (circa) i cattolici dell’Associazione Patriottica cattolica cinese (quella riconosciuta dal governo e dal Partito Comunista Cinese) son 3 o 4 milioni. Poi c’è quella clandestina (in comunione con Roma) di cui non abbiam dati ufficiali.
Quello che mi ha incuriosito, quando nel 2018 cercai di comprendere le trattative del card. Parolin, fu a cosa credono i cinesi. Bene, a parte le religioni buddiste, protestanti, islamiche, la vera religione che conta più di un miliardo di fedeli (più del 70% dei cinesi) è una religione difficilmente definibile: la Religione Popolare Cinese. Non è facile capire a cosa credano i suoi aderenti, essendo una religione molto spesso su base etnica con vari culti a divinità varie (Shen) a me –ammetto – piuttosto incomprensibili.
Quello che appare esser il criterio che accomuna queste credenze è la divinità “Natura”.
E qui mi son ricordato dell’Amazzonia e del riconoscimento del valore delle religioni pagane così apprezzate perché rispettano la natura più di quelle monoteiste (soprattutto cristiane).
Mi son chiesto se per caso la Santa Sede non pensi di rifare o ritentare la Querida Amazzonia bis, con una “Dear China”?
Certo l’Amazzonia il coronavirus neppure sa cosa è, o quasi, ma la Cina sembra di sì, invece.
Ergo le manifestazioni di solidarietà ad un paese così potente, ma con il 70% di fedeli in religioni panteistiche, naturalistiche, animistiche, che fan però circolare il virus, mi sorprende.
Ripeto: che ci sarà sotto ?

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