Cuscini letto
 Non è previsto in nessun DPCM, ma credo di dover  “sanificare” il mio cuscino. Oramai sanifichiamo tutto, anche la messa! Sono ormai alcune settimane che appena appoggio la testa sul cuscino per dormire, una ridda di pensieri molesti si affaccia alla mia mente e…….addio sonno! Comincio a girarmi e rigirarmi finché, stufa di rincorrere l’oblio e l’agognato riposo, scendo a fare un giro in cucina per non disturbare mio marito che, beato lui, dorme serenamente.

A volte è il pensiero dei lavori iniziati e mai finiti, una maglia, un ricamo… Altre volte una frase letta o sentita durante il giorno che, rimasta silente tutto il giorno, appena mi corico, ritorna alla mente e scatena tutta una serie di riflessioni inquietanti. Faccio alcuni esempi.
“All’inizio dell’epidemia, l’Istituto Superiore di Sanità aveva provato a sottolineare che occorreva distinguere tra morti di Coronavirus  e morti con Coronavirus, una distinzione fondamentale. Ma il premier Conte aveva messo immediatamente a tacere i vertici dell’Istituto: questa distinzione non andava fatta. I numeri dei morti dovevano lievitare, per aumentare la paura”.  (La NBQ del 18 maggio 2020).
Questa frase, scritta dal dottor Paolo Gulisano, che mi pare uomo serio e pacato nei giudizi, continua a ronzarmi nella mente. Ma come è possibile che chi ci governa, in modo del tutto antidemocratico perché nessun voto popolare l’ha scelto e gli ha attribuito il potere di amministrare la “cosa pubblica”, abbia la disonestà, l’incoscienza  di prendere decisioni di tal portata? Lui e i suoi sodali hanno deliberatamente ingigantito il numero dei decessi per  terrorizzarci e farci accettare tutte quelle norme anti costituzionali che ci hanno rinchiusi in casa per più di due mesi, eliminando tutte le garanzie di libertà contenute nella nostra Costituzione, la celebre “Costituzionepiùbelladelmondo”? Ma si è reso conto dei danni enormi che una tale strategia del terrore avrebbe provocato nel nostro Paese? Danni sociali, economici, ….. Il virus ha colpito i più deboli fisicamente, ma questa strategia ha anche colpito i più deboli psicologicamente! Anche ora che il Virus si sta naturalmente indebolendo e va verso la sua naturale estinzione (come tutti i virus che si rispettino), vivono con guanti e mascherina anche quando sono da soli e camminano all’aperto per paura del contagio! Basta cliccare su Google “ virus e disagio mentale” e compare una serie di articoli e di studi che prendono in considerazione questa drammatica situazione. Disturbi come ansia, depressione, insonnia, fino al rischio di suicidio, sembrano interessare addirittura il 30-40% della popolazione. Senza contare le conseguenze che avrà sui bambini, che non sono stati intervistati, sulle loro paure e insicurezze. Conte ed i suoi colleghi ne dovranno rendere conto!
Un altro “pensiero molesto” è relativo al comportamento della Chiesa italiana, in modo particolare della gerarchia ecclesiastica, cioè della CEI.  Non entro nel merito perché altri hanno preso in considerazione il fatto e si sono espressi in modo ineccepibili. A questo riguardo tendo a perdere il “bon ton” e farmi travolgere dall’irruenza.  Però sono capitati alcuni fatti, assurti agli onori della cronaca come si suol dire, che mi fanno riflettere e mi angustiano.
Gallignano, provincia di Cremona. Il sacerdote, don Lino Viola 80 anni, celebra una messa di suffragio per due defunti per il Covid-19. Presenziano alcuni parenti delle vittime, tutti a debita distanza l’uno dall’altro. Entrano i carabinieri e interrompono la messa proprio al momento della consacrazione. Il sacerdote continua la celebrazione. Commento della diocesi: “………tale comportamento è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche …..”. Ma davvero i sacerdoti, i credenti cattolici d’ora in avanti dovranno rispondere prima al potere civile e poi alla legge di Dio?
Leno, provincia di Brescia. Don Gianluca Loda, 54 anni viene prelevato a forza dalla sua canonica da carabinieri, vigili e polizia (gran dispiegamento di forze degne di più giusta causa), e condotto in ospedale. Nel comunicato della diocesi si legge che “il sacerdote è affetto da disagio personale….e sarà accompagnato in un percorso di verifica e di sostegno che gli consenta un pieno ristabilimento….”. Cosa aveva combinato don Gianluca per meritare un TSO per reato di “diverso pensiero”? (L’espressione è del giornalista Aldo Maria Valli). Don Loda aveva pensato bene di infrangere le ferree norme  sul distanziamento sociale allestendo in piazza una tavolata e condividendo la pizza con gli operai che avevano restaurato la facciata della Parrocchia. Anche in questa occasione erano intervenuti i carabinieri e avevano multato i commensali. La sera don Gianluca, per protestare contro il provvedimento, aveva cenato in piazza da solo.
Pinerolo. Il vescovo, don Derio Olivero, in una nota del 18 maggio afferma che ci sono cose più urgenti della Messa. Le sue esatte parole sono state: “In questi giorni si è acceso un dibattito sulle Messe: aprire o aspettare ancora? In realtà la vita di tutti ci sta dicendo di pensare a cose più urgenti:….” (leggi qui qui) Ma dov’è andata a finire la testimonianza dei martiri di Abitene: Sine Dominico non possumus”? ma davvero un vescovo può affermare e scrivere che ci sono cose più importanti della Messa? Ma i vescovi non sono i successori degli Apostoli, i primi amici di Gesù, quelli che lo hanno seguito nella sua vita terrena e anche nel martirio? Non so con quale criterio vengano scelti e nominati i vescovi… Forse viene fatta una graduatoria come nella seconda parte delle gare di sci: scende per primo chi è arrivato ultimo…… senza offesa e con un certo grado di preoccupazione….. Troppi sacerdoti hanno dimenticato (come ci ricorda monsignor Crepaldi)  che il termine “salus” si riferisce sia alla salute del corpo, ma anche la salvezza dell’anima. E loro dovrebbero occuparsi in modo particolare di aiutarci a salvarci per la vita eterna.
Altro fatto che mi provoca inquietudine (eufemismo). L’avvocato Giuseppe Conte, l’attuale inquilino di Palazzo Chigi, ha deciso di regalare centoquaranta milioni di euro a Bill Gates, ormai definito “filantropo” per antonomasia (giustamente, qualcuno ha fatto osservare che un “filantropo” i soldi li dovrebbe dare non prendere!),  per il vaccino contro il Coronavirus. Solo per sapere: ma di chi è questa valangata di soldi? Sono le paghette risparmiate dell’avvocato Conte o sono soldi pubblici, cioè i soldi versati dai contribuenti italiani grazie a tasse, imposte e balzelli vari che ci dissanguano? E se sono i nostri soldi, come può  un uomo solo, un NON eletto decidere di regalarli ad un suo “amichetto” senza controlli da parte di una qualche istituzione democratica? Tanta generosità mentre gran parte del popolo italiano, che nei due mesi di arresti domiciliari non ha potuto lavorare, ora non ha i soldi per campare e le promesse del Governo su aiuti e sussidi sono rimaste tali: semplici promesse.
Una cosa ancora e poi termino sperando di essermi spiegata.
La parola PROTOCOLLO. Quando andavo a scuola, decenni orsono, con la parola protocollo ci si riferiva ai fogli per i compiti in classe. Poi ce la siamo trovata un po’ dappertutto.  Il vocabolario Treccani enumera diverse accezioni relative al termine “protocollo” e mi pare che la definizione più appropriata riguardi l’insieme di procedure che devono essere seguite per svolgere un determinato compito. Probabilmente, nello svolgimento di pratiche burocratiche, seguire un “protocollo” è la via più efficace per raggiungere lo scopo con economia di tempo. Ma in medicina che senso ha? Le malattie devono per forza essere curate tutte nello stesso modo anche se i pazienti sono diversi e presentano quadri clinici diversi? Mi rendo conto che per i medici sia un’ancora di salvezza vista la litigiosità dei parenti dei pazienti! Se il medico ha seguito il protocollo è salvo. E non è cosa di poco conto. Questa situazione però rischia di “de-responsabilizzare” i dottori e limitare la loro creatività, obbligandoli a meri esecutori di pratiche prefissate. D’altronde, se nel caso del Coronavirus tutti i medici fossero stati obbedienti, seguendo le direttive del Ministro della salute che nella circolare del 2 aprile sconsigliava di eseguire le autopsie, l’errore diagnostico in base al quale venivano curati i malati di Covid avrebbe avuto conseguenze assai più tragiche. Ringraziamo quindi il dottor Stefano Manera e tutti i suoi colleghi per  non aver seguito le direttive ministeriali, e aver seguito piuttosto il loro istinto. Il buon Dio ci ha dotati di cervello: è cosa buona e giusta usarlo!
E poi….. Beh, per il momento “facciamo basta”: se non si risolverà il problema del cuscino ci risentiremo. Credo che pensieri molesti se ne presenteranno ancora. E ancora…..
di Brunella Rosano