POSSESSIONE
sacerdote battezza con la pistola ad acqua |
sacerdote benedice con lo spazzolino del water |
Può sembrare superfluo ricordare queste “porcate” dopo le innumerevoli profanazioni degli ultimi anni da parte di consacrati di Santa Romana Chiesa e, soprattutto, dopo la “madre di tutte le profanazioni” avvenuta lo scorso ottobre nei luoghi sacri del Vaticano, con l’adorazione di alcuni ripugnanti pezzi di legno, da parte del “papa” e di alti prelati. Eppure questi due episodi, in cui viene usata l’acqua benedetta, hanno qualcosa di beffardo e infernale insieme che palesa la firma del loro esecutore.
Se nessun provvedimento drastico, da parte dei diretti superiori, è stato preso;
se nessun annuncio di biasimo, da parte della gerarchia, è stato diffuso;
se nessuna proposta di riparazione, da parte dei cardinaloni, è stata fatta;
se nessun grido, da parte dei vescovi, è stato rivolto…
allora vuol dire che i vertici della Chiesa sono conniventi di questa folle empietà. Allora vuol dire che satana in persona si è impadronito delle alte cariche utilizzando i loro simulacri come semplici paraventi.
dopo il lockdown
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Si chiama Diletta Chiara Rosamaria la prima bambina battezzata nello Stato Città del Vaticano dopo il lockdown per la pandemia di Covid-19. Nel pomeriggio di oggi, domenica di Pentecoste, la piccola, un anno appena compiuto, è stata battezzata da Padre Mario Millardi nella "parrocchia del Papa", Sant'Anna dei Palafrenieri, l'unica del Vaticano che prevede attività pastorali.
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/05/31/fase-2-primo-battesimo-in-vaticano-dopo-il-lockdown_1a39c111-c854-4f8e-ac73-9b05d37e4a18.html
Cari vescovi, cari pastori,
siamo alla vigilia di un passaggio legislativo molto importante perché in Parlamento sono in corso i lavori che potrebbero portare alla promulgazione di una legge sulla omotransfobia. E’ questo un passaggio molto delicato per la nostra vita democratica poiché è in gioco la libertà di tutti.
Stiamo correndo il rischio che venga approvata una legge, quella sulla omotransfobia, che introduce il reato di opinione in materia di omosessualità e transessualità poiché indefinito è l’oggetto del reato. Un reato fluido, che ha a che fare con la mutevole “identità di genere” che viene qualificata come la percezione “che una persona ha di sé come uomo o donna, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico”. Un reato connesso allo stato soggettivo psicologico e interno alla persona che si ritiene offesa, e come tale non oggettivamente percepibile da parte dei terzi. Una percezione che, come ci insegna la teoria del gender, può cambiare continuamente nella stessa persona.
Ma se il reato non è specificamente definito, allora una condotta dichiarata omofobica dipenderà dal contesto e soprattutto dal soggetto che si ritiene leso nella sua sensibilità e nei suoi diritti. Non sarà dunque colpito un comportamento violento o persecutorio chiaramente e oggettivamente riscontrabile, che sarebbe già sanzionabile secondo le leggi esistenti, ma un modo di pensare e, ancor prima, di essere. In breve, sarà sanzionabile il semplice fatto di essere cristiani, come si dirà tra poco.
Cari vescovi, cari pastori,
se dovesse essere approvata la legge sulla omofobia, presto potremo rischiare il carcere semplicemente perché seguiremo il vostro insegnamento; presto rischieremo la prigione solo perché seguiremo l’insegnamento bimillenario della Chiesa a voi affidato.
Infatti, saremo condannati per comportamento omofobico se dichiareremo che “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li
creò” (Genesi 1,27); correremo il rischio del carcere se diremo che: “Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola” (Marco 10, 6-7); finiremo in tribunale se affermeremo che l’unica famiglia degna di questo nome è quella naturale, cioè fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla generazione di figli; dovremo farci difendere da un avvocato se non saremo d’accordo con chi propone l’adozione per le coppie gay e lesbiche.
Se sarà approvata questa legge come potrete voi continuare ad insegnare quello che Cristo vi ha affidato?
Come si vede, se l’obiettivo immediato è approvare il reato di omofobia, il risultato finale sarà quello di criminalizzare la fede cristiana e la morale cattolica. Sul banco degli imputati finirà la Chiesa Cattolica.
Siamo in presenza di chiare tendenze liberticide che non hanno a cuore la libertà di manifestazione del pensiero garantita dall’art. 21 della nostra Costituzione, come anche dall’art. 10 Convenzione EDU. Una libertà individuale che include la libertà d’opinione e la libertà religiosa, che è presupposto fondante la democrazia, conditio sine qua non dell’esercizio di altre libertà.
Cari vescovi, cari pastori,
è in gioco la libertà della Chiesa, la libertas ecclesiae, cioè la libertà di annunciare la verità sull’uomo, la libertà di indicarci la via della Verità, di educarci alla libertà personale di aderire a Gesù.
San Colombano, il grande missionario irlandese del VI secolo, aveva come motto: «Si tollis libertatem, tollis dignitatem», cioè «Se togli la libertà, togli la dignità».
Un popolo a cui non sia consentita la piena libertà di cercare Cristo, Via, Verità e Vita, e di aderire all’insegnamento morale che ne deriva, non può sussistere, precipita nell’anarchia, finisce in una deriva autoritaria.
Difendere la libertà della Chiesa, che custodisce la verità sull’uomo, significa difendere l’uomo contro qualsiasi riduzione ideologica, significa amare l’uomo, un amore che però non può prescindere dalla verità sull’uomo.
Come ha scritto Joseph Ratzinger: «L’amore, senza la verità, diviene cieco e si trasforma in caricatura di se stesso – la verità senza l’amore diviene crudele e perde la sua stessa natura».
Abbiamo bisogno di una Chiesa libera che testimoni Dio perché l’uomo ha bisogno di essere liberato dalla schiavitù del peccato affinché abbia veramente la sua libertà. Infatti, il fondamento assoluto della libertà dell’uomo è Dio.
Cari vescovi, cari pastori,
fate sentire la vostra voce.
di Sabino Paciolla
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