In memoria di Jean Raspail
Il tempo dei mille anni giunge alla fine. Ecco, escono le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, il cui numero eguaglia la sabbia del mare. Esse partiranno in spedizione sulla faccia della terra, assalteranno il campo dei Santi e la Città diletta.
(Apocalisse 20,7-9)
di Paolo Maria Filipazzi
E’ tornato alla casa del padre, all’età di 95 anni, Jean Raspail, esploratore, antropologo, giornalista e scrittore. Cattolico e monarchico, la sua fama è legata soprattutto a Il campo dei Santi, uno di quei libri che è fondamentale leggere ai giorni nostri.
Era il 1973 e l’autore francese dava alle stampe quello che all’epoca veniva presentato come un romanzo distopico. Oggi leggere quella “distopia” fa tremare i polsi molto più di tutti i romanzi di Orwell e Huxley messi assieme. Superando questi ben più noti autori, Raspail non ha semplicemente immaginato un mondo futuro che esaspera i connotati grotteschi della propria epoca, ma ha descritto con perfezione millimetrica, in ogni più minuto dettaglio, gli anni che stiamo vivendo con decenni di anticipo.
La trama del libro è il racconto di un’imponente migrazione di massa dal Terzo Mondo, del modo delirante ed autodistruttivo con cui l’intera società europea affronta la situazione, del clima surreale che si genera e di come i pochi che, conservata la lucidità, cercano di mettere in guardia e spronare alla difesa di una plurimillenaria civiltà, vengano trasformati dall’opinione pubblica in mostri.
Agghiaccianti sono soprattutto le pagine riguardanti la Chiesa, con la descrizione delle sue follie che sono esattamente quelle della Chiesa progressistizzata dei nostri tempi, e delle gesta di tal Benedetto XVI, primo papa sudamericano della storia che, se poco assomiglia al Benedetto XVI della realtà, è quasi identico al vero papa sudamericano…
E’ chiara fin dal titolo la consapevolezza dell’Autore che questo fenomeno abbia una portata apocalittica, rappresentando l’avverarsi della profezia di San Giovanni sull’assalto che il Campo dei Santi (che Raspail identifica con l’Europa cristiana) subirà da parte della Bestia, i cui emissari percorrono il romanzo, muovendosi dietro le quinte, per giungere all’agognata caduta della civiltà occidentale.
E’ come se Raspail avesse viaggiato nel futuro e, tornato nella propria epoca, avesse voluto scrivere una lettera di avvertimento ai propri posteri.
Alla fine, ha vissuto abbastanza per vedere realizzarsi il proprio incubo, morendo mentre le schiere della Bestia, gli occidentali in lotta contro sé stessi e la propria storia, stavano ormai dilagando per il Campo dei Santi.
Tuttavia, a confortarci, resta il prosieguo del brano dell’ Apocalisse scelto da Raspail per frontespizio del suo libro: “dal cielo scese del fuoco e le divorò”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.