ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 29 giugno 2020

Il bavaglio

VERSO "LA FINE DEL DIRITTO"?


Cari cattolici, ma lo capite cosa fa il Parlamento? Contro la "famiglia naturale": passerà la "legge bavaglio" Zan-Scalfarotto? Il giudice dovrà sentenziare sulla base della "percezione soggettiva" di chi ha intentato la causa 
di Francesco Lamendola  

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Il Parlamento italiano si accinge ad approvare una legge contro la discriminazione verso le persone dalla sessualità “diversa”, siamo anzi alle battute finale di un iter iniziato due anni fa, e vale la pena di chiedersi quale impatto essa avrà sulla società, sulla scuola, sulla famiglia, su tutte le relazioni interpersonali, ma soprattutto sul quadro complessivo culturale, morale, religioso che si verrà a delineare dopo che sarà entrata in vigore. Ma cosa dice, esattamente, la legge Zan-Scalfarotto, che prevede pene fino ad alcuni anni di prigione, lavori sociali obbligatori (magari presso qualche associazione LGBT), limitazioni sociali molto pesanti, come il ritiro del passaporto, nonché salatissime sanzioni pecuniarie? Per farcene un’idea, andiamo a leggere il testo del disegno di legge, presentato il 4 luglio 2018 in ordine “al contrasto dell’omofobia e della transfobia” (riportiamo per brevità soli i paragrafi iniziali):

ONOREVOLI COLLEGHI! La presente proposta di legge è volta a estendere alle discriminazioni fondate sull’omofobia e la transfobia le sanzioni penali introdotte dall’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654 (cosiddetta Legge Reale, poi modificata dal decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205 – cosiddetta legge Mancino), che ha reso esecutiva la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, fatta a New York il 7 marzo 1966, da ultimo trasposte negli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale. L’intenzione è quella di equiparare le manifestazioni di odio fondate sull’omofobia e sulla transfobia a quelle, già riconosciute e punite dal nostro ordinamento, fondate su motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o rivolte contro gli appartenenti alle minoranze linguistiche. In questo modo si potrà finalmente rimuovere l’irrazionale differenza che esiste nel nostro Paese, per esempio, tra l’apporre uno striscione gravemente razzista in uno stadio – il che può, almeno in teoria, configurare una condotta antigiuridica – e l’apporre il medesimo striscione, riportante le medesime parole di dileggio, nei confronti delle persone omosessuali. In questo caso, fino ad oggi, non di reato si tratta, ma di semplice espressione del pensiero, poiché la legge penale non prevede che l’omofobia sia una forma d’odio perseguita dalla legge e posto che in una democrazia, in uno Stato di diritto, tutto ciò che non è vietato è e deve essere permesso. Senza una legge contro l’omofobia e la transfobia, nemmeno l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) istituito dalle forze di polizia si è dichiarato in grado di tenere una contabilità delle aggressioni, dei pestaggi, delle violenze contro gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Non c’è una legge che qualifichi questi come reati d’odio e non ci sono dunque nemmeno i numeri e la possibilità di monitorare il fenomeno. La presente proposta di legge riproduce il testo unificato che era stato approvato alla Camera dei deputati nella XVII legislatura e che in seguito è stato sottoposto all’esame del Senato, ma non approvato definitivamente. Esso era stato concepito come risposta ormai indifferibile alla terribile scia di episodi di omofobia e transfobia che hanno funestato il nostro Paese negli ultimi anni. Già allora, più di cinque anni fa, appariva infatti ineludibile il dovere affrontare un problema che da tempo le associazioni a tutela delle persone lesbiche, omosessuali, bisessuali, transessuali e transgenere (LGBTI) denunciano. L’omofobia e la transfobia sono fenomeni non affatto nuovi, ma l’eco mediatica di quanto è accaduto e del crescendo di violenza discriminatoria e basata sull’odio a cui si è dovuto assistere ha destato l’attenzione sociale e della classe politica. Nella violenza e nella discriminazione di stampo omofobico e transfobico, la peculiarità dell’orientamento sessuale della vittima, ossia l’essere omosessuale oppure l’essere transessuale (così come l’essere donna, per fare un esempio, nella violenza sessuale contro queste ultime), non è neutrale rispetto al reato, del quale costituisce il fondamento, la motivazione e, in senso tecnico, il movente, né è neutrale rispetto ad essi l’autore del reato stesso, che si trova in uno stato soggettivo di disprezzo o di odio nei riguardi della vittima.

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A cosa cosa mira la legge Zan-Scalfarotto? Probabilmente a mettere il bavaglio a chiunque oserà ancora affermare, che la famiglia naturale è quella formata da un uomo, una donna e dei bambini, o che le adozioni di minori da parte delle persone omosessuali sono un male!

Benissimo; abbiamo capito. Si propone un’estensione della Legge Mancino contro le discriminazioni razziali, etniche, nazionali, religiose, fino ad includere fra i “reati d’odio” tutte le cosiddette discriminazioni nei confronti degli omosessuali, transessuali, ecc.: cioè, in apparenza, per tutelare una minoranza nei confronti dei soprusi della maggioranza. Ma è davvero questo ciò a cui mira la legge? O non piuttosto mettere il bavaglio a chiunque oserà ancora affermare, ad esempio, che la famiglia naturale è quella formata da un uomo, una donna e dei bambini, o che le adozioni di minori da parte delle persone omosessuali sono un male? Oppure, ancora, che criticare la pratica della fecondazione eterologa o quella del cosiddetto “utero in affitto” - pratica quest’ultima che peraltro è illegale nell’ordinamento giuridico italiano e quindi attuata all’estero, aggirando le leggi italiane - equivalgono a forme d’insulto e dileggio, e quindi si invoca quella stessa legge italiana affinché punisca gli “istigatori all’odio”. In tale tipologia, dunque, potrebbe rientrare la maestra d’asilo che domandi a un bambino come si chiamano il suo papà e la sua mamma, perché dare per scontato che un bambino abbia dei genitori di sesso diverso potrebbe configurarsi come un incitamento all’odio o come una grave forma di disprezzo nei confronti dei genitori di quel bambino, i quali potrebbero anche essere due persone dello stesso sesso. Certo, moltissimi casi potrebbero collocarsi in una zona grigia ove non è facile stabilire se dileggio e disprezzo vi siano davvero, o se qualcuno non ce li voglia vedere a tutti i costi, per poter intentare una causa e dare una bella lezione in nome non della difesa delle minoranze discriminate, ma della lotta contro la famiglia naturale e contro i valori culturali, sociali, morali e religiosi stabiliti da secoli e secoli, e accettati e condivisi dalla stragrande maggioranza della popolazione; in altre parole, per stravolgere il profilo culturale e morale della nostra società. Ebbene, in tutti i casi dubbi ciò che eserciterà il peso decisivo sarà la percezione soggettiva della parte offesa, o meglio della pare che si sente offesa, che si sente vittima: e quando la legge si mette per una simile via, cioè impone al giudice di emettere una sentenza sulla base della percezione soggettiva di chi ha intentato la causa, non si sa davvero dove si andrà a finire. Intanto però una cosa è certa: questa è la fine della certezza del diritto. Il diritto non è più una norma chiara, universale, oggettiva, ma viene consegnata all’arbitrio di una delle due parti in causa, quella che ritiene di essere stata offesa, sulla base non di riscontri certi e inequivocabili, ma di una sua percezione soggettiva. Tanto per dare un’idea.

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La neochiesa di Bergoglio vuole forse varare un "vangelo rivisto e corretto" da padre James Martin, e autorizzato da Zan-Scalfarotto?

Abbiamo accennato ai valori anche religiosi sui quali si fonda la nostra cultura, e non a caso. L’Italia è un Paese di cultura cattolica, o meglio ex cattolica; in ogni caso è innegabile che la sua cultura, la sua fisionomia spirituale, sono state stata forgiate dal cattolicesimo, il quale esisteva ed era già una religione universale molti e molti secoli prima che nascesse anche solo l’idea di Italia, per non parlare dello Stato italiano. E quel che pensa la Chiesa della pratica omosessuale – lasciamo perdere quella bisessuale, o transessuale, di cui fino a ieri nessuno parlava, e teniamo bene a mente il concetto di “pratica”, perché il cattolicesimo non ha mai condannato la tendenza omosessuale in sé, perché sarebbe assurdo condannare un istinto – è, o dovrebbe essere noto, a dispetto di quel che pensano e dicono tanti, troppi “cattolici” che non hanno mai letto i documenti del Magistero, né il Catechismo, e probabilmente neppure il Nuovo Testamento. Il testo più noto e più importante delle Scritture che tratta l’argomento, ma non l’unico, è contenuto nella Lettera ai Romani di San Paolo, il capolavoro teologico dell’Apostolo delle genti, capitolo 1, 16-32:
Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: “Il giusto vivrà mediante la fede”. In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

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Cari cattolici, ma lo capite cosa sta facendo il Parlamento? Lo capite che presto, prestissimo dovrete scegliere se obbedire alla legge degli uomini o alla legge di Dio?

Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.

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Cari cattolici, ma lo capite cosa fa il Parlamento? Contro la "famiglia naturale": passerà la "legge bavaglio" Zan-Scalfarotto? Il giudice dovrà sentenziare sulla base della "percezione soggettiva" di chi ha intentato la causa!

Cari cattolici, ma lo capite cosa sta facendo il Parlamento? Lo capite che presto, prestissimo dovrete scegliere se obbedire alla legge degli uomini o alla legge di Dio? Che sarete discriminati, perseguitati, imprigionati per essere stati fedeli al Vangelo di Gesù Cristo? Perché i casi sono due: o resterete fedeli al Vangelo, e allora sfiderete automaticamente i rigori della legge umana e i furori di qualche giudice, di qualche associazione LGBT, oppure obbedirete alle leggi del Parlamento italiano, e allora potrete nascondere la vostra Bibbia in cantina, o gettarla nella spazzatura, perché non potrete più nemmeno leggerla ad alta voce: sarebbe un crimine d’odio un incitamento all’omofobia, alla transfobia, ecc. ecc. Certo, esiste in effetti un’altra possibilità, ed è quella che di fatto stanno percorrendo, dal Concilio Vaticano II in poi, il clero e la massa dei fedeli: fare lo gnorri, fare il finto tonto, fingere che la cosa non vi riguardi, perché la Bibbia, si sa, va interpretata (come i protestanti) e non bisogna prenderla troppo alla lettera. Dopotutto, è stata scritta tantissimo tempo fa, e come se non bastasse, parola del signor Luigino Bruni, economista con interessi teologici, che scrive sulle colonne de L’Avvenire, giornale della C.E.I., la Bibbia non è un libro su Dio, ma per l’uomo; e siamo noi ad arricchire Dio, non Lui ad illuminare e salvare noi. Coerente e ineccepibile sviluppo della nouvelle théologie di Henri de Lubac e della “svolta antropologica” di Karl Rahner. In questa prospettiva, quella di san Paolo è solo un’uscita infelice, dovuta alla mentalità del tempo e alla sua personale ristrettezza mentale, e non va intesa come verità di fede, tanto meno come Rivelazione della Parola di Dio. Del resto, a san Paolo era già stato fatto un simile trattamento fin dagli anni ’60, ad opera della teologia femminista, allorché le sue affermazioni sulla donna e sulla moglie erano state bollate come sfoghi di un maschilista impenitente. Ora si vede dove porta il tacere davanti a una distorsione delle Scritture: perché ogni distorsione ne richiama un’altra, in una spirale inarrestabile. Se ieri san Paolo aveva torto sul ruolo della donna, oggi ha torto sulla questione della sodomia; e domani, chissà, lo stesso Gesù Cristo avrà torto su tante altre cose. Non parliamo di progetti futuri: lo stanno già facendo. Il signor Bergoglio si è già permesso di cambiare, di suo arbitrio, un importante paragrafo del Catechismo (sulla pena di morte); di cambiare le parole della più preziosa preghiera dei cristiani, il Padre nostro, insegnataci da Gesù in Persona; di cambiare le Litanie Lauretane, aggiungendovi un’improbabile Maria, aiuto dei migranti, dove la strumetalizzazione in chiave ideologica è così evidente che ci si chiede cosa aspettino i cattolici in buona fede a rendersene conto. Comunque, non è solo una privata opinione di san Paolo, quella espressa in Romani 1, 16-32: ci sono altri passi, anche dei Vangeli, dai quali risulta chiaramente ciò che Gesù diceva e la Chiesa ha sempre insegnato. Se ora si vuol varare un vangelo rivisto e corretto da padre James Martin, e autorizzato da Zan-Scalfarotto, è un altro paio di maniche. De gustibus...

Cari cattolici, ma lo capite cosa fa il Parlamento?

di Francesco Lamendola

DDL ZAN-SCALFAROTTO-BOLDRINI: una legge per combattere l’”omotransfobia” e la “misoginia”. Ma davvero?

Giustizia LGBTQ
di Annarosa Rossetto
Martedì verrà presentato il testo unico definitivo del famoso disegno di legge Zan-Boldrini-Scalfarotto che nell’immaginario collettivo servirà per rendere finalmente il nostro Paese uno Stato civile dove frotte di omofobi smetteranno di dare la caccia a omosessuali e transessuali per picchiarli, licenziarli, dileggiarli e vessarli. Questa la rappresentazione dell’Italia negli articoli come quello di oggi di Repubblica (foto) in cui
Legge omotrasfobia pagina di Repubblica
come esempi di “odio” verso gli omosessuali si racconta una galleria degli orrori che non ha riscontro nei dati ufficiali dell’OSCAD, l’ente preposto a controllare i reati di odio di tipo razziale. L’OSCAD, infatti per quanto riguarda l’incidenza dei reati connessi ad una matrice discriminatoria, nel periodo 2010-2018 fornisce un totale di 197 eventi legati all’Orientamento sessuale, a cui possiamo aggiungere 15 eventi connessi all’identità di genere, per un totale di 212 reati, pari al 14% del totale. Numerosità che si colloca al di sotto delle casistiche più ricorrenti (Razza/Etnia 59% e Credo Religioso 19%) e che smentisce quindi il quadro emergenziale che si vuol dipingere.
Oggi dall’articolo di Repubblica scopriamo che la legge vorrebbe combattere anche la “misoginia”….
Su questo blog vi abbiamo più volte parlato dei rischi di questa legge e di come anche femministe e lesbiche trovino gravi rischi in alcuni aspetti del suo impianto ideologico. Oggi vi presentiamo alcuni stralci dell’ultimo articolo di Marina Terragni, femminista, da anni è in prima linea per difendere i diritti delle donne, che riprende il tema della “misoginia” e della identità di genere.
La Terragni inizia l’articolo parlando di “impostazione assurdamente vendicativa” riguardo alle pene previste per il reato di omotransfobia: 6 anni di detenzione e poi eventualmente un anno di “coprifuoco” –obbligo di rientro a casa entro un’ora stabilita-, lavori socialmente utili, mega-risarcimenti, ritiro di passaporto, patente e documenti validi per l’espatrio, divieto per 3 anni anche di una semplice partecipazione a una campagna elettorale, augurandosi che questo aspetto verrà in qualche modo emendato. Sarà difficile, ritengono i giuristi, poiché sono le pene previste dalla Legge Mancino per chi propaganda odio razziale e religioso e se la legge serve per inserire nuove categorie nella legge esistente il rischio di condanna a tali pene rimarrà tale e quale.
La giornalista prosegue ricordando che le donne “che pure di ingiustizie se ne intendono più di tutti e da qualche millennio (…)  non hanno mai pensato che bastasse una legge contro la misoginia a cambiare le cose” e prosegue Se comunque ci venisse voglia di una legge del genere ce la faremmo da sole. E invece una “manina” (Boldrini?) ha ritenuto di aggiungere nel testo di legge ai soggetti tutelati (di orientamento omosessuale o per “identità di genere”) anche il “genere” (cioè noi donne). L’intento era probabilmente buono, il risultato disastroso”
Definisce la legge “una vera catastrofe simbolica” perché riduce le donne ad una “sfumatura della galassia  LGBT”  e prosegue: “una legge che introduce il rischio di essere perseguiti penalmente se dici, per esempio, che una donna è una donna e non un mestruatore o una persona dotata di “ buco davanti”; o che solo le donne partoriscono;  o che l’omofecondità è solo un delirio di onnipotenza;  o che l’utero in affitto è un abominio… una legge del genere sembra voler colpire più le donne che gli uomini. E infatti donne di tutto il mondo stanno opponendo resistenza alla neolingua patriarcale che intende cancellarle (…) Ciò che oggi viene conteso è l’essere donna che si vuole a disposizione di tutti, e non più “privilegio” delle nate di sesso femminile.”
Dopo essersi domandata anche lei se davvero serva una legge contro la omotransfobia rileva che, in contraddizione con la vulgata degli omosessuali come categoria discriminata e da difendere, “in particolare i maschi gay siano ormai ottimamente piazzati nei gangli della politica, del governo e degli organismi sovranazionali, dell’impresa, della cultura, dello showbitz, dei media e così via” e punta il dito verso i due punti che secondo lei sono i più controversi: il concetto di “identità di genere”, che vorrebbe fosse sostituito con il termine più preciso “transessualità”, e l’uso dei 4 milioni di euro di finanziamenti pubblici richiesti. In merito a questo ricorda che l’anno scorso in Emilia Romagna, dove è stata approvata una legge regionale contro l’omotransnegatività, si dovette lottare perché i fondi regionali non potessero essere utilizzati per campagne di propaganda all’utero in affitto.  “Questo stesso paletto e alcuni altri andrebbero posti a livello nazionale. I fondi non dovrebbero essere utilizzati per pubblicizzare l’utero in affitto; per rifornire le biblioteche scolastiche di librini sulle signore buone che regalano gli ovini e ospitano nei pancini; per finanziare spettacolini di favolose drag queen –genere da me adorato, ma non per le scuole materne, come usa recentemente” e ricorda che “Un paio d’anni fa lo spettacolo teatrale più rappresentato in assoluto nelle scuole italiane non fu un testo di Goldoni, di Pirandello, Moliere o Samuel Beckett. Fu  Fa’afafine,  storia di un ragazzino genderfluid.”
La Terragni richiama a questo punto la nota vicenda di J.K. Rowling e le assurde accuse con le quali è stata aggredita sui social da attivisti LGBT ma anche da molti esponenti dello Star System per aver sostenuto che l’identità sessuale è reale mentre l’identità di genere mette a repentaglio l’identità delle donne. “La maggioranza delle donne probabilmente non ha idea di quanto sta accadendo e ormai da anni: l’identità di genere è il luogo in cui la realtà dei corpi -in particolare quella dei corpi femminili- viene fatta sparire. E’ la premessa all’autodeterminazione senza vincoli nella scelta del genere a cui si intende appartenere.”
In vari passaggi del suo articolo ricorda i paradossali termini che dovrebbero essere usati per definire le donne: “persona dotata di ‘buco davanti’”, “gente che mestrua”, “persone che allattano” o “persona che partorisce” perché definirsi donne in base al proprio corpo di donna sarebbe transescludente.
Elenca poi tutta una serie di situazioni in cui le persone che si identificano come donne stanno sottraendo spazio privato e pubblico e anche fondi alle donne stesse: in politica dovele quote politiche destinate alle donne vengono occupate da uomini che si identificano come donne: vedi la già responsabile donne del Labour Party Lily Madigan, trans ventenne nemica acerrima ed epuratrice delle sue compagne nate donne, o l’americana Emilia Decaudin che si è detto donna da un giorno all’altro per poter scalare il Partito Democratic”.
Nello sport dove “atlete nate uomini che si nominano come donne ma conservano il loro corpo di uomini e con quello vincono tutte le competizioni sportive femminili, come denunciato ripetutamente dalla tennista Martina Navratilova.”
Nei “luoghi delle donne” come  “gli spogliatoi femminili a cui devono poter accedere persone con apparati genitali maschili. Le case-rifugio per donne maltrattate che devono ospitare anche persone con pene e testicoli. O gli studi di estetiste costrette a chiudere bottega perché si rifiutavano di depilare lo scroto femminile” di Jessica Yaniv, trans canadese violando a suo dire i diritti umani.
Ricorda i vari casi di donne licenziate dopo aver affermato che non è possibile cambiare il proprio sesso biologico e che “l’identità di genere ha a che vedere anche con altre questioni, come l’utero in affitto: le molte donne che lottano contro questa pratica vengono bullizzate come omotransfobiche che vogliono conservare il proprio ‘privilegio’”
L’identità di genere”, dice ancora, “sono i circoli Arcigay che chiedono la cacciata da Arci di Arcilesbica accusata di transfobia per avere organizzato un incontro con la femminista inglese Sheila Jeffrey” coautrice di una Dichiarazione dei Diritti delle Donne Basati sul Sesso cui hanno aderito.
A questo punto la Terragni ammette che difficilmente Zan e compagni rinunceranno a questo concetto che in effetti “è l’architrave dell’intero ddl”  perché la cosiddetta “identità di genere” “introdotta in una legge italiana, funzionerebbe da cavallo di Troia per un’altra legge che attende di essere presa in considerazione su proposta del MIT, Movimento Identità Trans. La proposta intende “garantire la piena effettività del diritto all’identità di genere e all’espressione di genere” riformando la legge 164/82 che oggi regola la materia” consentendo alle persone che abbiano effettuato un intervento chirurgico per il cambiamento di sesso di cambiare genere sui documenti (rettificazione anagrafica). Con “la nuova proposta”, spiega la Terragni, “chiunque potrà liberamente richiedere la rettificazione anagrafica (…) con una semplice autodichiarazione (eventualmente reversibile?) e senza necessità di alcun intervento chirurgico e/o farmacologico né alcuna perizia” e conclude mettendo in guardia le donne su “che cosa sta capitando e per quale ragione è necessario prestare la massima attenzione alle novità introdotte dal ddl contro l’omotransfobia, e il rischio che corriamo se si insisterà a parlare di ‘identità di genere’.
Quel ddl ci riguarda, è necessario vigilare e resistere insieme.”
Quel ddl non riguarda solo le donne e noi, ovviamente, su questo ddl siamo già vigili da un pezzo anche e soprattutto per il grave rischio di compromissione della libertà di parola, di educazione, di associazione e religiosa che la sua approvazione comporterebbe: è una visione dell’uomo e della società che è in gioco, non solo gli “spazi delle donne”.

Cattolici e legge contro l’omofobia

San Pietro e San Paolo

San Pietro e San Paolo
CATTOLICI E LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA
Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
Fondatori, Fondamenti e Rocce della Santo Chiesa Romana
Patroni presso di Dio dell’Alma Città di Roma
Lunedì 29 giugno 2020

I due apostoli che hanno percorso il mondo, hanno lasciato la patria e le loro tranquille abitudini per affrontare la corsa di Dio e gridare in e nei secoli verso ogni angolo della terra, davanti a Dio e agli angeli, opportune et importune, che non è dato agli uomini altro nome in cui possono avere salvezza se non il Nome di Cristo Gesù.
Egli è il Verbo Figlio di Dio, fattosi uomo per venire a compiere a nostro riguardo la volontà del Padre. Che è appunto di compiere la nostra salvezza facendosi volontaria offerta sacrificale cruenta di se stesso sulla Croce. Proprio perciò Gesù è poi risorto nello Spirito Santo a gloria di Dio Padre.
Il Messaggio fatto di testimonianza di vita e annuncio, scrive San Paolo, ha potuto sentirlo tutto l’universo e tocca pertanto a noi fedeli cristiani in ogni circostanza della nostra vita, come staffetta dei tedofori nelle olimpiadi, fare in modo che l’Annuncio continui il suo cammino, si sviluppi nei cuori e non perda il suo vigore, scuota e inquieti tutte le anime a noi intorno.
Guardando adesso noi e il mondo possiamo dire che oggi sia esattamente così? O non abbiamo piuttosto bisogno di un severo esame di coscienza e ritrovare la fede senza gli accomodamenti a mode che il tempo come patine depone in noi su di essa?
Siamo noi lontani dalla comoda illusione che smussandone gli angoli la Croce di Gesù sia meglio accetta agli uomini del nostro tempo sentendo noi più vicini ad essi?
Siamo sicuri di non rendere agli uomini vana la Croce di Cristo e gli uomini non capiscano in che cosa e da chi essere salvati?
Gli avvenimenti che si succedono continuamente e mettono la vita di tutti a durissima prova devono aiutarci a fare quelle riflessioni che ciascuno considera a sé più opportune.
Con la proposta di legge contro l’omofobia, quale si va proponendo nel parlamento italiano, si vuole certamente legalizzare una battaglia ideologica che non mette ordine in un preesistente disordine ma ne aggiunge un altro con un nemico per legge.
Si vuole imporre di combattere con un’altra fobia una presunta omofobia, che per non discriminare discrimina e si leggono in proposito lamenti da parte di alcuni cattolici che chiamano in causa i cosiddetti poteri forti e rimpianti come: “Ah, se i cattolici non avessero votato in massa per il PD, ecc., ecc.!”
Sarebbe invece bastato che i vescovi avessero pensato che non era possibile andare con chiunque purché i parlamentari cattolici fossero poi stati uniti sui principi negoziabili.
Gravissimo errore e fatale utopia. In politica si vale se si è gruppo e non invece se si è disseminati qua e là senza serio collegamento.
E infatti non pare proprio che la società abbia particolarmente guadagnato dagli ex scout Renzi, Pinotti, Binetti e altri, come Conte, che pare essere più devoto a Casalino che a Padre Pio, tanto nei partiti, che in parlamento e al governo continuano a dirsi cattolici pur contraddicendosi nei fatti.
Stare in un partito infatti significa sottostare alla sua disciplina, subire gli inevitabili condizionamenti e accettare i compromessi che vanno anche oltre i normali limiti.
Nessuno può stare fermo nel mare tempestoso di impetuose tentazioni se tralascia preghiera e pratica di vita sacramentale con le quali coltivare una profonda unione spirituale con Cristo, la Roccia ferma in mezzo ai marosi del mondo che si dissolve nel fuoco del walhalla con le prometeiche sue illusioni contro Cristo e Dio.
La torre di Babele non toccherà mai il cielo e cadrà rovinosamente sugli improvvidi vani costruttori.
Siamo stati molto preoccupati, noi cattolici, dell’accoglienza senza fine e senza controlli, proibendoci di pensare doverosamente sin dove siffatta accoglienza fosse giusta e possibile e delle conseguenze sull’identità della nazione italiana storica, civile, culturale, religiosa.
Colpa dei poteri forti? Può darsi e certamente non del tutto.
A parte il fatto che detto così non si capisce propriamente che cosa significhino poteri forti. Poteri forti, sovranisti, fascisti, fondamentalisti, destra, sinistra, tradizionalisti, progressisti che cosa significano nell’uso politico e comune?
A me pare che non vogliano dire nulla se non lo sprezzo, e anche l’odio, verso chi la pensa diversamente. Servano a intimidirlo psicologicamente e metterlo a tacere non avendo argomenti da opporre ed essendo incapaci di serio e onesto dibattito libero da condizionamenti delle ideologie.
Paiono opportuna scorciatoia a chi vuol imporre la propria ideologia risparmiando a sé la fatica e il coraggio di un critico leale confronto dialettico.
Sempre, se vogliamo, ci sono stati nel mondo i poteri forti, ma essi vengono resi ancora più forti dalla nostra dabbenaggine e timidezza, ignoranza e infingardaggine e dalla nostra resa.
Il cristiano sa da sempre che deve sostenere una lotta senza quartiere col mondo.
Sa che: “Il mondo vi odia e prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo, ma perché non siete del mondo, anzi io vi ho tratti dal mondo, perciò vi odiano” (Gv 15,18-19).
Qui la parola odio non è detta da Gesù al modo semitico di non amare, ma nel senso forte di malevola diabolica avversione con la quale si vuole la distruzione, la cancellazione anche solo del ricordo e il totale oblio del Signore Nostro Gesù Cristo.
E’ constatazione di ogni giorno: si accoglie e si esalta come segno di progresso e libertà ogni follia, ogni stortura e malgrado l’evidenza ci si inginocchia penitenti e seriosi davanti alla Menzogna. Si ostenta pubblicamente una falsa bontà del cuore e si tace completamente ogni riferimento alla perpetua tragedia che tanti cristiani sono costretti a subire in ogni angolo del pianeta.
Il Crocifisso che perdona no, ma l’atroce Sharia islamica sì.
Il Crocifisso che invoca perdono per i suoi assassini, il Crocifisso che ha salvato de consolidata la civiltà antica spingendola a universali imperiture altezze più grandi.
E’ ovunque udibile nel mondo e nei parlamenti di nazioni già cristiane l’invito dell’illuministica intolleranza dei tolleranti Voltaire a schiacciate l’infame e quello antico pagano gridato nel circo: Christiani ad beluas, vengano i cristiani dati alle bestie feroci.
E si sa che i più feroci oppositori di Cristo sono i bigotti del fondamentalismo radicale, i fanatici della loro tolleranza intollerante, i sovvertitori della natura, i fomentatori di leggi avverse allo spirito, i distruttori inquieti della pace delle persone e della quiete sociale.
Di tutta questa canea che gli viene lanciata contro il cristiano sa perché.
Sa infatti che il mondo odia la Luce per la ragione che le opere del mondo sono malvagie, odia la Luce, non vuole che vengano alla Luce e siano viste.
E’ il giudizio di Dio che per proprio con ciò, senza avvedersene, gli uomini pronunciano su se stessi (cfr Gv 3,19-21).
Il cristiano sa dunque che “se hanno odiato me (Gesù) odieranno anche voi” (Gv 15,18).
Ma sa anche che a causa purtroppo della propria umana debolezza lui pure non manca di far parte, più o meno spesso, di quel mondo che avversa Cristo e lui medesimo quando con la sua presenza e comportamento richiama Cristo.
Si dà così modo allo Spirito di Santità del Dio Santo di convincere il mondo di peccato con irriformabile suo assoluto divino giudizio.
E’ proprio ciò a cui stiamo assistendo oggi, se abbiamo occhi per vedere e capacità di cogliere oltre lo stordimento delle passioni e della cronaca il movimento interno delle cose.
Vale per tutti che “senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5) e solo lo sforzo di tenerci uniti permette a Lui di compiere miracoli e farci passare l’impossibile Mar Rosso. E vale pure per noi quel: “voi siete il sale della terra. Ma se il sale diventa insipido non serve che ad essere gettato per la via ed essere calpestato dagli uomini” (Mt 5,13-14).
Per restare nella politica di oggi e ai fatti dei nostri tempi, quello fu proprio ciò che segnò il giudizio di Dio e la fine del partito cattolico, il Partito Popolare di Don Luigi Sturzo detto poi da De Gasperi contro il parere dello stesso Don Sturzo Democrazia Cristiana.
Collaborare nel rispetto vicendevole con le persone con le quali viviamo è opportuno, giusto e doveroso, perché dobbiamo essere operatori di pace e annunciatori a tutti della salvezza, ma la duttilità e lo sforzo di accettare sovente opportuni compromessi non possono superare una mora e intelligente linea rossa, non possiamo voler vivere con tutti e dovunque tranquilli e in pace a qualsiasi costo senza impegnare la nostra persona. Sarebbe la perdita della propria dignità, tradimento dei propri ideali e negazione della pace. La Croce di Cristo non è dono di sofferenza di amore per gli incerti timidi don Abbondio. “Nessuno che ha messo mano all’aratro e si volge indietro è adatto per il Regno di Dio” (Lc 9,62). E: “Chi ama suo padre o sua madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia e persino se stesso e la propria vita più di me non è degno di me. Chi non prende la croce che importa seguirmi e non mi segue non è degno di me. Chi avrà perduta la propria vita per causa mia la troverà” (Mt 10,37-39)
L’amore è zelo, è passione di furore e furore di passione. L’amore non è zucchero filato, la misericordia è dono altissimo di amore, è amore e croce, non la banalizzazione con un frego delle nostre responsabilità di mancanza di amore. L’amore che brucia è sofferenza e gioia di amore, non esiste l’amore che riposa se non l’amore quando è rimasto lui solo a se stesso. Non esiste l’amore tiepido de curvo sul suo piacere, la fornace del fuoco nucleare brucia trasformando materia in energia senza soste.
Immaginare l’amore godereccio come sotto l’ombrellone d’estate non merita che disprezzo (Ct 8,7), come l’orpello che si finge oro.
Le bandiere arcobaleno non possono considerarsi oltre il folclore bandiere di pace.
Come disse Churchill nel 1938, dopo gli accordi di Monaco: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”.
Ricordiamo anche che a doversi salvare siamo noi non Gesù e la sua Chiesa, che invece salvano noi.
E a chi pensa di disfarsi delle leggi morali e di poter trascorrere lietamente la vita quaggiù senza vederne la fine e nella perpetua sbornia di infinite molteplici forme come degli umani gay-pride, ecc., bisogna ricordare che “il giudizio incomincia dalla casa di Dio”(1 Piet 4,17) e insegue poi tutti gli altri e gli “allegri buontemponi impareranno la lezione” (cfr Is 29,24).
Perché “se trattano così il legno verde – Gesù e la sua Chiesa – che sarà del legno secco?” (Lc 23,31). Di noi, degli altri cioè?
Le parole del Vangelo non sono sonus di parole, ma Verbum (cfr Sant’Agostino. Discorso 293) e hanno perciò valore e peso di eternità.
Di Giuliano Di Renzo

DDL ZAN : UNA CENSURA IMBARAZZANTE


La vicenda  del ddl Zan Scalfarotto è francamente imbarazzante, ma l’aggettivo corretto forse sarebbe sempre un altro.
Il settimanale L’Espresso ha pubblicato un testo da cui si evince che non ci sono solo 6 anni di galera, non solo risarcimenti astronomici, non solo lavori gratuiti per le associazioni LGBTQ… Dopo aver scontato la condanna alla prigione ai condannati per “discriminazione per orientamento sessuale” sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto e ogni altro documento valido per l’espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto.
Quella del coprifuoco è deliziosa. Hanno paura che, protetti dalle tenebre, i discriminanti  scrivano sui muri che un bambino ha diritto ad avere papà e mamma? È discriminazione: affermare che un bambino ha diritto a papà e mamma darà prigione, risarcimenti milionari, patente e diritti civili revocati. O peggio hanno paura che i discriminanti scrivano le parole di Santa Caterina da Siena sul peccato contro natura o i versi dei Vangeli dove si cita la distruzione di Sodoma?  Il Vecchio e il Nuovo Testamento “discriminano”, affermano che determinati comportamenti sono peccato. Questi versi porteranno in prigione, ma torniamo all’Espresso.
Il senatore Pillon della lega lancia l’allarme sulla sua pagina fb, notando che mancano le pene corporali, le 20 frustate, e l’esilio. Questo è il concetto di libertà di Zan, Scalfarotto, Boldrini & company, tuona il senatore, dovreste solo dimettervi dal Parlamento e vergognarvi per aver anche solo pensato cose del genere. Fate girare questo messaggio perché non lo troverete certo sui giornaloni. “
A dimostrazione della veridicità delle sue affermazioni il post era accompagnato dalla relativa foto della pagina del Progetto di Legge, su L’Espresso. .

All’inizio sono rimasta perplessa, era troppo grossa. Ho cercato su internet la documentazione del pdl Zan, per sincerarmi della veridicità di una notizia così incredibile, da sembrare inventata, ma non ho trovato nulla del genere. A questo punto ho telefonato a Simone Pillon convinta che fosse un errore, capita che mettano in giro notizie folli così da riprendere e ridicolizzare chi le riporta. Le parole riportate dall’Espresso non potevano essere vere: si tratta di misure di una violenza inaudita, rivelatrice di un odio ideologico, così radicato e irrazionale, da rasentare la patologia. Il senatore Pillon mi ha confermato le righe pubblicate da l’Espresso, anche se sul sito del governo è pubblicata la versione del disegno di legge, presentata il 2 maggio 2018, che non riporta nessuna delle misure riferite da Pillon.
La completa assenza di smentite o di articoli che bollassero l’intervento del senatore leghista col marchio d’infamia di fake news, ha  avvalorato la fondatezza della notizia, così da indurci a proseguire nella ricerca del famigerato documento in rete.
Oggi finalmente abbiamo trovato il link, dov’è possibile leggere e scaricare il documento che riporta le “Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere A.C 569” n.217 del 23 ottobre 2019 (http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/gi0109.pdf), che alla pagina 11, riporta testualmente: “A completamento della legislazione di contrasto delle discriminazioni, occorre infine richiamare il decreto-legge 122/1993 (c.d. Legge Mancino), il cui contenuto è confluito nel codice penale solo limitatamente all’aggravante dell’art. 604-ter.  Sono tuttora disciplinate dal decreto-legge (articolo 1) le sanzioni accessorie in caso di condanna per discriminazione: dall’obbligo di prestare un’attività non retribuita a favore della collettività all’obbligo di permanenza in casa entro orari determinatidalla sospensione della patente di guida o del passaporto al divieto di detenzione di armi, al divieto di partecipare, in qualsiasi forma, ad attività di propaganda elettorale”.
Evidentemente si tratta di misure talmente violente e sproporzionate, da aver indotto gli stessi fautori ad autocensurarsi.
E’ la strategia di questo governo non eletto decidere delle sorti degli italiani, nell’ombra e senza contraddittorio: dagli Stati Generali a porte chiuse in Villa Doria Pamphili ai dpcm liberticidi di Conte.
Questo DDL distruggerà la storia, distruggerà la letteratura, non sarà più possibile leggere Dante. Distruggerà il diritto di un genitore a non volere che suo figlio a scuola debba leggere orridi libri su due uomini che obbligano un bambino a nascere senza madre, perché una signora gentile ha regalato l’ovino e un’altra ha portato il bimbo nel suo pancino. Non vi ripugnano i diminutivi quando si parla di dolore umano? Questa pratica causa dolore e malattia a due donne (chi cede gli ovuli si sottopone al rischio della sindrome da iperstimolazione ovarica e alla certezza di un intervento cruento, chi porta la gravidanza deve prendere una sberla di ormoni perché attecchisca un feto estraneo, con nessuna parte del patrimonio genetico in comune, porta una gravidanza con i rischi moltiplicati di aborto e parto prematuro). Ogni donna che rifiuterà di trovarsi un uomo vestito da donna, un uomo magari con pene e testicoli nel letto di fiano in ospedale, nella stessa cella in carcere, negli spogliatoi, sarà punita.  Non è possibile cambiare sesso, un uomo che si sia fatto castrare e si sia fatto mettere mammelle di silicone resta un uomo castrato con protesi toraciche non diventa una donna. La vera strada per quell’uomo sarebbe stata una banale e incruenta psicoterapia dove, con aiuto di EMDR, una tecnica sull’elaborazione del trauma, e una buona psicoterapia cognitiva per ricostruire il senso del sé e l’amore e l’accettazione per il proprio corpo, cioè per la realtà, ma questo sarà vietato, bollato come transfobia.
Come succede in Germania, chi rifiuterà che la propria bambina di 10 anni assista a una esplicita lezione di sesso anale, perderà la patria podestà per manifesta omofobia. Come succede in UK chi criticherà una madre che ha portato il figlio sedicenne, minorenne, in Thailandia per farlo castrare ( il termine tecnico è chirurgia di riassegnazione del sesso) finirà fisicamente in prigione. .
Il ddl Zan Scalfarotto combatterà la pedofilofobia, nuovo psicoreato.
Le parole ORIENTAMENTO SESSUALE includono la cosiddetta omosessualità, la cosiddetta bisessualità, la pedofilia, che è stata nel 2013 dichiarata un orientamento sessuale dall’Associazione Psichiatri Americani. Con il termine pedofilia si intende l’attrazione erotica per i bambini, non l’atto fisico di abuso. La descrizione della pedofilia come semplice orientamento sessuale è stata molto discussa al suo apparire nel 2013, ma è sempre più diffusa, e soprattutto in questo senso è presentata dai movimenti LGBT. Mario Mieli, l’intellettuale gay morto suicida a 31 cui è intitolato l’omonimo circolo di Roma, che riceve fiumi di denaro pubblico in quanto ente morale ha diffusamente scritto nel suo libro Elementi di critica omosessuale la bellezza della coprofagia ( mangiava in pubblico gli escrementi suoi e del suo cane) e della bellezza della pedofilia. La sua frase più famosa: „Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, si, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro.“. Mieli  stigmatizza come canaglia reazionaria chiunque si opponga o intralci le attività erotiche che coinvolgano i bambini. Ora la canaglia reazionaria potrà essere aggredita grazie al ddl Zan Scalfarotto. Dopo l’approvazione del DDL Scalfarotto ogni libraio che si rifiuti di tenere il libro di Mieli potrà essere denunciato e condannato per discriminazione, ogni gestore di cinematografo che rifiuterà di proiettare il film su Mario Mieli, sarà denunciato e condannato, ogni genitore che si rifiuterà di mandare i figli a scuola il giorno in cui ci sono gli attivisti del Mario Mieli che tengono corsi sull’affettività ritenendo che persone che si inscrivono a un circolo intitolato a Mario Mieli non siano in grado di insegnare niente a nessuno
A Bibbiano l’accusa di omofobia, fatta dall’assistente sociale Federica Anghinolfi, ha rischiato di far perdere a un padre i suoi tre bambini. Dopo il ddl Zan Scalfarotto, non sarà più un rischio. Vostro figlio riferisce che avete detto, a casa, che secondo voi un bambino deve avere padre e madre e che Vladimir Guadagno detto Vladimir Luxuria è un uomo? Perderete i vostri figli. E anche la patente per andare a trovarli dopo la rieducazione.
Ps un’ultima chicca. Sulla padina Wikipedia dedicata al senatore Pillon, c’è scritta la data di nascita e dopo la data di nascita, dove è scritta la data di morte dei già morti, c’è la dizione “il prima possibile”
Si tratta di una goliardata o di un suggerimento?
Concludo con l’ultimo rigo del post di Pillon
Sabato 11 luglio tutti in piazza.” L’ 11 luglio va in piazza la manifestazione #restiamoliberi#: 100 piazze contro il ddl Zan perché non veniamo costretti, pena la morte civile, ad aggiungere alla mascherina sanitaria, un bavaglio ideologico, che annienterebbe ogni libertà di pensiero ed espressione. Anche ogni libertà di sentire. Nessuna dittatura è mai arrivata a questo.

IN PIAZZA CONTRO IL DDL LIBERTICIDA. #RESTIAMOLIBERI, 11 LUGLIO.

29 Giugno 2020 Pubblicato da  9 Commenti --


Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ci ha colpito una fotografia postata da Francesco Agnoli su Facebook, che riportiamo più sotto, per il suo evidente collegamento con il DDL Zan-Scalfarotto, l’attacco più grave alla libertà di pensiero, opinione ed espressione mai vissuta in tempi repubblicani. Contro questo DDL si manifesterà in molte piazze italiane l’11 luglio. Pubblichiamo quanto scrive Jacopo Coghe sotto l’hashtag #restiamoliberi
“Si sta discutendo di una proposta di legge – cosiddetta “legge contro l’omotransfobia”, primo firmatario On.le ZAN che viola gravemente il principio cardine di ogni società democratica, il principio di libertà di pensiero, di parola e di libera manifestazione del pensiero, garantito dall’art. 21 della nostra Costituzione.
Per questa ragione è necessario far sentire la nostra voce di forte contrasto, tutti riuniti sotto un unico slogan: #RestiamoLiberi
– vogliamo poter affermare che la famiglia è papà, mamma e figli;
– vogliamo poter dire che i bambini hanno diritto ad avere una mamma ed un papà;
– vogliamo poter condannare l’incivile e vergognosa pratica dell’utero in affitto;
– vogliamo opporci con forza ad ogni tentativo di educazione gender nelle scuole
– vogliamo poter affermare che il gender è “uno sbaglio della mente umana” (Papa Francesco)
– vogliamo educare i nostri figli alla bellezza dell’identità sessuata e della procreazione maschio e femmina
– vogliamo poter educare secondo il Magistero della Chiesa Cattolica in tema di “teologia del corpo”
Sono solo alcuni esempi di che cosa significherebbe questa pericolosa e dannosa legge, che abbiamo il dovere di fermare!”.

§§§

Elenco delle città che hanno aderito alla nostra iniziativa #restiamoliberi.
Per partecipare o avere più informazioni vai su contatti e scrivici.
Monitora regolarmente questa pagina per conoscere, piazze ed orari.
Clicca sul nome della città per aprire la locandina
ANCONA
ASCOLI PICENO
BARI – 5 luglio, P.zza del Ferrarese, ore 18.00
BASSANO DEL GRAPPA (VI)
BENEVENTO – 11 luglio, P.zza Castello, ore 17:30
BERGAMO – 11 luglio, P.zza Vittorio Veneto, ore 17:30
BIELLA
BOLOGNA
BOLZANO – 11 luglio, P.zza Mazzini, ore 11
BRESCIA – 11 luglio, P.zza Vittoria, ore 17.00
BRINDISI
BUSTO ARSIZIO (VA)
CAGLIARI
CATANIA
CATANZARO
CESENATICO – 11 luglio, P.zza Costa, ore 18:15
CHIETI
COMO – 11 luglio, P.zza Volta, ore 16:30
CORREGGIO (RE)
COSENZA
CREMA (CR) – 11 luglio – P.zza Duomo, ore 21
CREMONA – 12 luglio, P.zza Cittanova, ore 17:30
CUNEO
ENNA
FAENZA (RA)
FANO (PU) – 11 luglio, Tensostruttura Sassonia, V.le Adriatico, ore 21:30
FIRENZE –    14 luglio, P.zza San Lorenzo, ore 21
FROSINONE
GALLARATE (VA)
GENOVA – 10 luglio, Via Galata ang. Via S.Vincenzo, ore 18
GORIZIA
IMPERIA
LA SPEZIA – 11 luglio, P.zzetta del Bastione, ore 11
LADISPOLI (RM)
LANCIANO (CH)
L’AQUILA
LATINA
LECCE
LORETO (AN) – 11 luglio, P.zza della Madonna, ore 18
LUCCA
MANTOVA
MATERA
MESSINA
MILANO – 11 luglio, P.zza San Carlo al Corso, ore 16
MODENA
MONZA – 11 luglio, P.zza Roma (Arengario), ore 11
NAPOLI
NOVARA
PADOVA
PALERMO
PARMA
PESARO
PESCARA – 11 luglio, P.zza Salotto, ore 21
PIACENZA – 11 luglio, V.le Pubblico Passeggio, angolo Piazzale Libertà, ore 17
PISA
PISTOIA
PONTREMOLI (MS)
RAVENNA
REGGIO CALABRIA
REGGIO EMILIA
RIMINI
ROMA – 11 luglio, P.zza del Popolo, ore 11.00
ROVERETO
SASSARI
SAVONA
SCHIO (VI)
SIENA – 10 luglio 2020, P.zza Salimbeni, ore 21
TARANTO
TORINO
TRENTO
TRIESTE
UDINE
VANZAGHELLO (MI)
VARESE – 11 luglio, P.zza Montegrappa, ore 17
VERONA – 11 luglio 2020, P.zza dei Signori, ore 11
VICENZA

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