La bufera causata dall'epidemia ha molteplici conseguenze. Da parte della Chiesa, alcuni episcopati hanno visibilmente fallito nel loro dovere di difendere la religione e il culto divino.
Senza dubbio la situazione richiede un'attenta considerazione di tutte le circostanze; non si tratta di correre rischi sconsiderati, per sé stessi o per gli altri, con la scusa della religione. Ma ciò non può giustificare l'atteggiamento di diversi episcopati che si sono sottoposti alle condizioni imposte dallo Stato, che ha interferito nel culto cattolico in modo inaccettabile.
Se lo dice Le Figaro...
In Francia, il destino riservato al culto cattolico dal decreto del governo dell'11 maggio 2020 sulla deconfinamento era ingiusto e contrario alla libertà di culto. Certamente questa libertà non è più compresa oggi, poiché si applica indistintamente a tutte le religioni, a causa del principio del secolarismo, ma per diritto divino, solo la vera religione, la religione cattolica, ha questa libertà. Le altre religioni possono solo essere tollerate. Solo il vero culto, istituito da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, ha diritti.
Il decreto del governo francese era ingiusto, poiché consentiva la ripresa di una certa vita sociale escludendo quella del culto. Attaccata da una dozzina di associazioni dinanzi al Consiglio di Stato, questa decisione è risultata contraria alla libertà di culto. Ciò ha consentito la rapida ripresa del culto cattolico, dal 23 maggio invece che dal 3 giugno, data inizialmente prevista.
In questa vicenda, i vescovi si sono distinti per la loro assenza. Jean-Marie Guénois scrive giustamente a Le Figaro: "Onestamente, nulla sarebbe accaduto senza la tenacia di undici associazioni cattoliche tradizionaliste e un partito politico, il partito democratico cristiano". E aggiunge: "La conferenza dei vescovi nel suo insieme - per quanto perfettamente informata della possibilità del successo di un ricorso - non ha osato confrontarsi legalmente con il governo su un terreno per quanto legittimo, la libertà di culto".
Il cronista religioso osserva che "la conferenza dei vescovi ha perso parte della sua credibilità tra molti cattolici. (...) Molti ritengono - specialmente dopo la spettacolare attuazione della decisione del Consiglio di Stato - che ha mancato di coraggio non difendendo sufficientemente i semplici fedeli, di cui vescovi sono pur sempre i pastori, come per un diritto religioso previsto dalla Costituzione".
E ancora: "Inutile commentare il recupero da parte della conferenza dei vescovi del risultato legale quando questo è stato ottenuto da persone che riconosce così poco. Sarebbe stata una strategia "parallela" quasi concordata con i gruppi tradizionalisti! Ovvero un "felice risultato": è bello, ma falso".
La conclusione è tristemente corretta: "La Conferenza dei Responsabili dei Culti in Francia (CRCF) è ormai l'interlocutore autorizzato e ascoltato presso lo Stato. La Chiesa cattolica, seppur la più potente, anche a livello storico e culturale - prima che l'Islam la superi - è ora ridotta a una religione tra le altre in questo corpo fondato nel 2010. (...) In altre parole, il governo ha un solo interlocutore di peso: le "religioni" in stretta parità di trattamento. Sapevamo che la Chiesa cattolica aveva perso un po' di precedenza in Francia nel dibattito pubblico, ma questa settimana dell'Ascensione segna innegabilmente una fase di discesa".
Ma dovevamo aspettarci qualcos'altro dal decreto sulla libertà religiosa del Concilio Vaticano II? Come monsignor Marcel Lefebvre ha denunciato con forza, gli uomini della Chiesa hanno "detronizzato" Nostro Signore Gesù Cristo. Lo Stato secolare non può che rallegrarsi di questo abbandono della dottrina di Cristo Re degli individui, delle famiglie e delle società.
Un protocollo devastante
In Italia, il deconfinamento del culto è stato negoziato a lungo tra lo Stato e l'episcopato cattolico. Questi negoziati hanno portato a un "protocollo sulla ripresa delle celebrazioni con affluenza di popolo", firmato il 7 maggio 2020 tra il presidente della conferenza episcopale, il cardinale Gualtiero Bassetti, il presidente del consiglio, Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.
Le condizioni generali ripetono le misure ormai convenzionali: distanza di sicurezza, indossare una maschera, uso sistematico di prodotti disinfettanti. I luoghi di culto, così come tutti gli accessori di culto, devono essere accuratamente disinfettati tra ogni cerimonia. Si richiede di ridurre al minimo la presenza di concelebranti ...
Ma c'è una disposizione, non solo discutibile, ma francamente inaccettabile. La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso (...)".
Va detto che la comunione nella mano ha banalizzato questa sacra azione e che la presenza reale nella nuova messa è stata fortemente svalutata. Resta il fatto che i vescovi italiani hanno accettato senza batter ciglio l'uso dei guanti per distribuire la santa Eucaristia.
Alcuni vescovi hanno timidamente protestato. Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha affermato che indossare i guanti non è obbligatorio, ma purtroppo ha aggiunto che le pinzette potrebbero essere usate per mettere l'ostia nelle mani dei fedeli. Altri vescovi italiani hanno seguito l'esempio.
La misura non è passata senza reazioni da parte dei fedeli e persino dei sacerdoti. Lo scandalo è palpabile, alcuni fedeli si rifiutano di comunicare in queste condizioni; e alcuni sacerdoti arrivarono al punto di rassegnare le dimissioni per protesta.
È incoraggiante vedere questa reazione soprannaturale di sacerdoti e fedeli di fronte a pastori confusi che non sanno più predicare Gesù Cristo. Ma ciò non toglie la responsabilità dei vescovi italiani che, come i vescovi di Francia, hanno perso un po' di più la fiducia del loro gregge.
(Fonti: Le Figaro/Diocesi di Torino – FSSPX. Actualités - 28/05/2020)
https://fsspx.news/it/news-events/news/l%E2%80%99episcopato-e-linfezione-del-covid-19%C2%A0-58369
di Antonello Iapicca
PROPOSTA: AGGIUNGERE AL ROSARIO I “MISTERI DELLA DISFATTA”.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, da qualche giorno ho sulla scrivania del computer un commento di un sacerdote amico di Stilum Curiae, don Sandro, che mi sembra giusto proporre anche a quanti normalmente non seguono i commenti agli articoli; o a quanti potrebbero non averlo visto. E mi sembra che sia un modo per cominciare a festeggiare – se quanto dice il prof. Zangrillo risponde a verità, come personalmente non dubito, l’inizio dell’uscita dal tunnel di terrore, insipienza panico e strumentalizzazioni in cui tante forze indipendenti ma unite dall’unico interesse di creare paura, (grazie a mass media complici e fomentatori) ci hanno mantenuto in queste settimane. Con un sorriso. Amaro, ma che vogliamo fare? Giusto quelli, di sorrisi, sembra che abbiamo a disposizione. Buona lettura.
§§§
Caro dott. Tosatti, non vorrei sembrare dissacrante, ma propongo di inserire, nei tradizionali Misteri del Rosario, anche una nuova serie di misteri: quella della DISFATTA.
1° mistero: La disfatta di un governo incompetente e incapace di far fronte ad una emergenza.
2° mistero: La disfatta di un popolo cristiano che si lascia abbindolare da false promesse e comandare a bacchetta.
3° mistero: La disfatta dei vescovi che si allineano ad un potere dispotico e ne sposano le idee.
4° mistero: La disfatta dei preti che obbediscono supinamente e dimenticano il loro dovere di fronte a Dio e al popolo.
5° mistero: La disfatta di una Europa che si dimostra disunita e ben lontana dalla ricerca del bene di tutti.
Per questi misteri occorre davvero pregare, perché ricordiamo le parole di Gesù: Io sono con voi, fino alla fine dei tempi.
Marco Tosatti
3 Giugno 2020 Lascia il tuo commento --
La “scienza” (quella che, diceva San Paolo “gonfia”) priva di un’autentica antropologia (che è quella Rivelata…) è sempre soggettiva, perché i numeri si possono interpretare, sbianchettare, arrotondare. La scienza, almeno dalla grande sbornia razionalistica dell’illuminismo, è intrinsecamente ideologica, con l’eccezione di chi, da scienziato, è stato guidato dalla fede, e quindi dall’amore all’uomo e quindi a Dio, e non a se stesso, che significa idolatria, madre di ogni gnosticismo ideologico. Chi conosce i nomi degli scienziati cattolici, quelli che, nella storia, con la ragione scientifica illuminata dalla fede hanno dato le vere svolte al progresso integrale dell’uomo? La tristezza di questo teatro è che, magari inconsapevolmente, la stragrande maggioranza delle persone, e, peggio, dei giornalisti e della comunicazione, è stata irretita da un perverso tifo degno delle curve degli stadi. Questo meglio di quello, questo ispira e dice la verità, quest’altro no. Come fossero gusti del gelato… Senza poi rendersi conto, ma basterebbe davvero un pochino di freddezza per accorgersene, che le “preferenze” più o meno fideistiche per l’uno o per l’altro virologo, scienziato, medico, anestesista o esperto, sono dettate, cioè gestate ed automaticamente attribuite, dal proprio retroterra culturale, ideologico, politico, magari anche religioso. Si crede, si posta, si afferma, si tifa più o meno educatamente, per l’uno o per l’altro in virtù di preferenze previe, come ad esempio il colore politico, la sensibilità culturale, il modo di intendere e vivere il cristianesimo, e molto altro, persino i propri gusti, le proprie sensazioni, i giudizi estetici e d’istinto sulle persone, emersi e di cui si è convinti solo in base a qualche comparsata in tv. E credo proprio che questo sia un obiettivo del nemico dell’uomo, del menzognero, che è riuscito ad usare questa grande prova per il mondo intero, per dividere (dove ci si divide sull’essenziale c’è sempre la firma del diavolo) e armare gli schieramenti. E così lui e i suoi discepoli sedotti dalle sue menzogne, possono trionfare indisturbati. E le persone che non sanno, come la stragrande maggioranza di tutti noi, restano confuse, incapaci di appoggiarsi alla minima certezza, nemmeno a quella, umile seria, che dovrebbe far balbettare tutti gli uomini di scienza un semplice: “del virus sappiamo poco, proviamo a studiare e a fare qualcosa, abbiate pazienza e, soprattutto, ci appelliamo alla vostra coscienza, non possiamo imporre nulla senza evidenze, ma vi chiediamo di fare qualche sacrificio per il bene di tutti. E scusateci se sbaglieremo, non siamo Dio” (Come hanno fatto, ad esempio, più o meno in Giappone, Paese senza influenze cristiane…). Ecco, queste dovrebbero essere le parole di ogni medico o scienziato. Ma, avendo il mondo cancellato Dio, medici e scienziati ne hanno preso il posto, essendo quelli che armeggiano con la vita e la morte. Ma, come sempre, dai frutti si riconosceranno; soprattutto, sappiamo con certezza che non prevarranno le menzogne sataniche. Si soffriranno le conseguenze della divisione certo, le soffriranno i più deboli e i più poveri, le soffriranno gli arruolati nelle diverse fazioni trasformati in nemici in virtù del nulla e della pancia; ma proprio i più piccoli, gli ultimi, i confusi, gli sballottati dai marosi ideologici e menzogneri, coloro che portano le stigmate di Cristo crocifisso, saranno quelli che potranno ascoltare e accogliere la Verità che li farà liberi. Sarà Dio stesso che si rivelerà a loro nei modi che non possiamo immaginare, mentre risuona nel mondo la Parola del Vangelo di Cristo risorto vincitore della morte e del peccato, che annuncia e annuncerà sino alla fine dei secoli la Chiesa, l’unica che non sposa nessuna opinione mondana, e neppure nessuna teoria scientifica prima che sia più che vagliata e dimostrata (benedetta proverbiale lentezza di nostra Madre Chiesa) perché salda nella certezza della fede. Perché la scienza della Chiesa è la Carità, l’unica che edifica e salva dalla morte, e la Carità è Cristo, Via, Verità e Vita.
di Antonello Iapicca
Don Antonello Iapicca è missionario da 30 anni in Giappone. Ora opera nella città di Takamatsu.
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