Coronavirus

La “scienza” (quella che, diceva San Paolo “gonfia”) priva di un’autentica antropologia (che è quella Rivelata…) è sempre soggettiva, perché i numeri si possono interpretare, sbianchettare, arrotondare. La scienza, almeno dalla grande sbornia razionalistica dell’illuminismo, è intrinsecamente ideologica, con l’eccezione di chi, da scienziato, è stato guidato dalla fede, e quindi dall’amore all’uomo e quindi a Dio, e non a se stesso, che significa idolatria, madre di ogni gnosticismo ideologico. Chi conosce i nomi degli scienziati cattolici, quelli che, nella storia, con la ragione scientifica illuminata dalla fede hanno dato le vere svolte al progresso integrale dell’uomo? La tristezza di questo teatro è che, magari inconsapevolmente, la stragrande maggioranza delle persone, e, peggio, dei giornalisti e della comunicazione, è stata irretita da un perverso tifo degno delle curve degli stadi. Questo meglio di quello, questo ispira e dice la verità, quest’altro no. Come fossero gusti del gelato… Senza poi rendersi conto, ma basterebbe davvero un pochino di freddezza per accorgersene, che le “preferenze” più o meno fideistiche per l’uno o per l’altro virologo, scienziato, medico, anestesista o esperto, sono dettate, cioè gestate ed automaticamente attribuite, dal proprio retroterra culturale, ideologico, politico, magari anche religioso. Si crede, si posta, si afferma, si tifa più o meno educatamente, per l’uno o per l’altro in virtù di preferenze previe, come ad esempio il colore politico, la sensibilità culturale, il modo di intendere e vivere il cristianesimo, e molto altro, persino i propri gusti, le proprie sensazioni, i giudizi estetici e d’istinto sulle persone, emersi e di cui si è convinti solo in base a qualche comparsata in tv. E credo proprio che questo sia un obiettivo del nemico dell’uomo, del menzognero, che è riuscito ad usare questa grande prova per il mondo intero, per dividere (dove ci si divide sull’essenziale c’è sempre la firma del diavolo) e armare gli schieramenti. E così lui e i suoi discepoli sedotti dalle sue menzogne, possono trionfare indisturbati. E le persone che non sanno, come la stragrande maggioranza di tutti noi, restano confuse, incapaci di appoggiarsi alla minima certezza, nemmeno a quella, umile seria, che dovrebbe far balbettare tutti gli uomini di scienza un semplice: “del virus sappiamo poco, proviamo a studiare e a fare qualcosa, abbiate pazienza e, soprattutto, ci appelliamo alla vostra coscienza, non possiamo imporre nulla senza evidenze, ma vi chiediamo di fare qualche sacrificio per il bene di tutti. E scusateci se sbaglieremo, non siamo Dio” (Come hanno fatto, ad esempio, più o meno in Giappone, Paese senza influenze cristiane…). Ecco, queste dovrebbero essere le parole di ogni medico o scienziato. Ma, avendo il mondo cancellato Dio, medici e scienziati ne hanno preso il posto, essendo quelli che armeggiano con la vita e la morte. Ma, come sempre, dai frutti si riconosceranno; soprattutto, sappiamo con certezza che non prevarranno le menzogne sataniche. Si soffriranno le conseguenze della divisione certo, le soffriranno i più deboli e i più poveri, le soffriranno gli arruolati nelle diverse fazioni trasformati in nemici in virtù del nulla e della pancia; ma proprio i più piccoli, gli ultimi, i confusi, gli sballottati dai marosi ideologici e menzogneri, coloro che portano le stigmate di Cristo crocifisso, saranno quelli che potranno ascoltare e accogliere la Verità che li farà liberi. Sarà Dio stesso che si rivelerà a loro nei modi che non possiamo immaginare, mentre risuona nel mondo la Parola del Vangelo di Cristo risorto vincitore della morte e del peccato, che annuncia e annuncerà sino alla fine dei secoli la Chiesa, l’unica che non sposa nessuna opinione mondana, e neppure nessuna teoria scientifica prima che sia più che vagliata e dimostrata (benedetta proverbiale lentezza di nostra Madre Chiesa) perché salda nella certezza della fede. Perché la scienza della Chiesa è la Carità, l’unica che edifica e salva dalla morte, e la Carità è Cristo, Via, Verità e Vita.

di 
Antonello Iapicca
Don Antonello Iapicca è missionario da 30 anni in Giappone. Ora opera nella città di Takamatsu.