Guanti, mascherine, Comunione sulla mano. Ultime notizie e qualche riflessione
A seguire, qualche mia impressione dopo aver preso parte a una Messa secondo il nuovo rito igienizzato.
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Se perfino l’Oms dice che il guanto non va usato
Caro Valli, la distribuzione della Comunione con il guanto monouso non poggia su alcuna consistente ragione igienico-profilattica: è sufficiente che il sacerdote si disinfetti la mano con Amuchina prima di distribuirla, e il guanto può uscire ingloriosamente di scena.
La conferma giunge ora dalla fonte più imprevista: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che l’uso del guanto in luoghi pubblici non è raccomandabile.
Per quanto riguarda la distribuzione della Comunione sulla lingua, considerato che:
1) il professor Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dei Medici cattolici, ha affermato un mese fa che la Comunione sulla lingua è più sicura di quella sulla mano
2) il dottor Sansonna, esaminando la letteratura scientifica, ha concluso che né la Comunione sulla lingua né quella in mano presentano “un serio rischio di infezione”
3) il professor Clementi ha dimostrato che, rispetto a marzo, a maggio il Sars-CoV-2 nel nostro Paese ha perso carica virale in maniera “assolutamente macroscopica, fino a cento volte”
4) il prof. Tarro (virologo poco televisivo e, forse per questo, poco ascoltato) ha ripetutamente dichiarato che da tempo non esiste più alcuna emergenza epidemica in Italia, poiché il virus ha smarrito quasi tutta la propria aggressività (a causa della sinergia di più fattori: soffre notevolmente il caldo, incontra una popolazione sempre più immunizzata e si sta adattando all’ospite, sicché non lo danneggia più o lo fa in maniera molto blanda)
possiamo ritenere giunto il tempo di abbandonare definitivamente il guanto e di ristabilire compiutamente la legge universale della Chiesa, cioè di eliminare il divieto di ricevere la Comunione sulla lingua, divieto che non solo è canonisticamente inammissibile, ma che – come chiarito – non trova più alcuna sensata e fondata ragione igienico-profilattica.
Alessandro Martinetti
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Tutto l’orrore della Messa igienizzata
Mi sono fatto forza e sono andato alla Messa igienizzata, secondo il nuovo rito anti-virus escogitato da pastori al tal punto terrorizzati, e consacrati al pensiero dominante, da mettersi sotto la protezione di Santa Amuchina.
Non è facile esprimere a parole lo sconforto. Rivedo la scena. I fedeli mascherati mi sembrano l’immagine esatta di questo nostro cattolicesimo precomatoso, segnato dall’autocensura intellettuale e morale, per compiacere il mondo.
Quando poi compare il celebrante, anche lui mascherato, e si incammina verso l’altare preceduto da tre chierichette ugualmente mascherate, non posso evitare di paragonare il tutto a una grottesca carnevalata. La chiesa in cui siamo riuniti è grande e potrebbe ospitare mezzo migliaio di persone. I fedeli presenti sono invece una cinquantina, tutti ben separati: nessun rischio del temutissimo assembramento, nessun rischio di trasmettere le famigerate goccioline. Eppure, lo scenario è da reparto infettivi.
E che dire della “liturgia del guanto in lattice”, quando, prima di distribuire la Comunione ai fedeli, il celebrante si infila appunto l’orrendo guanto e lo cosparge di gel? Viene da piangere a vedere Nostro Signore trattato in quel modo, come un untore, e il celebrante, alter Christus, ridotto a una specie di inserviente che si prepara a operazioni sconvenienti.
“State ai vostri posti, girerò io fra i banchi. Ricordate di stendere bene le mani” intima il celebrante, il quale, mascherato e guantato, si mette a distribuire le ostie sante come fossero pillole, sulle mani dei fedeli. Più che in chiesa sembra di essere al dispensario.
Chi riceve l’ostia si scosta la maschera giusto il tempo di infilarsi in bocca la particola. Così Nostro Signore sembra diventare un intruso, una presenza dannosa, alla quale accedere con il massimo della circospezione. Siamo a casa sua, siamo lì per lui, abbiamo risposto alla sua chiamata, ma ce ne cibiamo con sospetto, come se la presenza reale non fosse fonte di salvezza ma di possibile malattia.
Mentre il prete mascherato e guantato gira tra i fedeli mascherati, il crocifisso osserva la scena. Lo guardo. Gesù, a quale profanazione siamo arrivati! Potrai mai perdonarci? Tu che hai dato la vita per noi, tu che dovresti essere ricevuto in ginocchio e sulla bocca, perché noi siamo bambini bisognosi di tutto, sei stato ridotto a pillola.
Quando il prete mascherato e guantato arriva davanti a me provo l’impulso di inginocchiarmi e riceverti sulla bocca, ma, come mi è stato intimato, stendo le mani, la destra sotto la sinistra. Mi sento un traditore. Ti prendo con la mia mano certamente carica di germi. Il passaggio dalla mano orrendamente guantata del prete alla mia avviene in modo quasi furtivo. Tu che sei la salvezza, tu che sei la vita, mi sei stato consegnato in fretta: il compito va sbrigato rapidamente.
Gesù, mi sento protagonista di una scena sacrilega. Mentre dalla mia mano piena di germi tu passi alla mia bocca, il prete mascherato e guantato è già altrove. Mi rimetto a posto la maschera.
Durante la preghiera di ringraziamento riesco soltanto a chiederti perdono, a nome mio e dell’intera Chiesa igienizzata, resa folle dal terrore. Il sonno della ragione genera mostri liturgici. La santità barattata con una presunta sanità. Per il Nemico uno spettacolo imperdibile.
A Messa terminata, mentre il prete mascherato se ne torna in sacrestia scortato dalle altrettanto mascherate chierichette, sul fondo della chiesa si formano capannelli. La gente chiacchiera. Mini-assembramenti. La distanza minima di un metro nessuno la rispetta. Idem fuori, sul sagrato. Solo alla tua presenza, Signore mio, siamo stati condizionati e paralizzati. Perché? Perché questa recita triste e mostruosa? C’è un che di deforme nella liturgia igienizzata. Gesù, impareremo mai la lezione? Abbi pietà di noi.
(A casa leggo qualche notizia e scopro che, circa l’uso dei guanti, l’Oms ha cambiato idea: ora dice che fanno più male che bene. Ecco che succede a innalzare la Scienza e la Sanità a nuove divinità, al posto di Dio Padre. Il Nemico se la gode).
A.M.V.
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