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mercoledì 8 luglio 2020

Non a tutti le rompono..!

Salvini: "Basta clandestini che rompono le palle"

L'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini interventuto a sostegno della campagna elettorale di Susanna Ceccardi a Massa Carrara ha espresso ancora una volta il suo parere sulla linea dura da adottare verso gli sbarchi imponenti di migranti in Italia

Basta clandestini che rompono le palle”: sono queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini a Massa Carrara nel corso della campagna elettorale di Susanna Ceccardi, candidata del centrodestra per la presidenza della Toscana per le regionali.
Poi il leader del carroccio ha tuonato ancora più forte: “Uno può essere bianco, nero, rosso, giallo, verde, importante è che siano persone per bene, quelli che non voglio più sono i clandestini che rompono le palle. Noi- ha aggiunto- vogliamo turisti che pagano, non pagare gli immigrati”.
Il riferimento di Salvini è alla circostanza che ha visto, soprattutto negli ultimi giorni ed in particolar modo nel sud Italia, l’arrivo quasi più di migranti che di turisti. Il numero degli sbarchi, soprattutto in Sicilia, ha subito un’accelerata con l’aggravante di una situazione sanitaria pericolosa dal momento che, molti di loro, sono risultati positivi al Covid. Oltre agli sbarchi autonomi, in tanti sono riusciti ad arrivare nei porti siciliani attraverso l’intervento delle Ong che, con le loro operazioni vicino la Libia e anche in zona Sar Maltese, hanno ottenuto poi il benestare del Viminale per approdare in Italia.

Il caso Sea Watch

Andando con ordine la prima Ong ad ottenere l’ok per entrare in acque territoriali italiane e da qui, nel porto di Porto Empedocle, è stata la nave tedesca Sea Watch. Quest’ultima ha fatto ingresso nella banchina della Città Marinara il 21 giugno scorso con a bordo 211 migranti recuperati in tre differenti operazioni vicino la Libia. Tutti gli stranieri sono stati trasferiti sulla nave Moby Zazà per trascorrervi la quarantena. Dopo due giorni è scoppiato l’allarme coronavirusun migrante a bordo della nave, dopo aver accusato i sintomi tipici della malattia è stato ricoverato in ospedale e da qui la conferma della positività al virus. Il giorno successivo sono risultati positivi altri 27 migranti e poi altri due per un totale di 30 persone positive. Tutto questo ha reso necessario l’istituzione della zona rossa all’interno della nave quarantena, mentre per la Sea Watch è arrivato l’ordine di rimanere ferma al porto dove l’equipaggio sta trascorrendo la quarantena in attesa di ritornare in missione nel mar Mediterraneo per come preannunciato ufficialmente.

Il caso Mare Jonio

Dopo il caso Sea Watch ecco che è esploso quello relativo alla nave italiana Mare Jonio. L’imbarcazione della Mediterranea Saving Humans è tornata nella sua missione in mare il 19 giugno. Il 29 ha recuperato 43 migranti a circa 40 miglia della città libica di Zuara proseguendo il viaggio verso Pozzallo per farli sbarcare. Qui però l’hotspot era al completo con altri ospiti che stavano trascorrendo la quarantena. Allora, dopo un cambio di rotta, la nave italiana si è diretta nel porto di Augusta, dove tutti i migranti sono stati trasferiti successivamente nel centro di accoglienza di Noto. Ed ecco che ancora una volta è esploso l’allarme sanitario: 8 migranti sono risultati positivi al test sul coronavirus. Anche in questo caso per la Mare Jonio l’ordine di osservare il periodo della quarantena nel porto siracusano.
Il caso Ocean Viking e le reazioni del sindaco pentastellato contro il “suo” governo
Maxi arrivo invece a Porto Empedocle con 180 migranti il 6 luglio attraverso l’Ocean Viking dell’Ong francese Sos Mediterranée. La nave, dopo il lockdown, aveva iniziato la sua missione lo scorso 25 giugno ritornando in pieno mar Mediterraneo. Da lì, in diverse operazioni, ha soccorso in totale i 180 migranti iniziando a chiedere un porto sicuro dove farli sbarcare. E le modalità per esercitare pressione mediatica non sono mancate. L’Ong parlava infatti di allarmi a bordo come nervosismo tra i migranti, tentativi di suicidio al punto che il Viminale ha inviato a bordo un team di medici e di psicologi per verificare la situazione ritenuta poi non critica.
Tutto questo è stato però sufficiente a rendere debole il governo nel solito braccio di ferro con gli altri Paesi chiamati ad intervenire: in questo caso la Francia, sede della Sos Mediterranèe e la Norvegia perché la nave ha bandiera norvegese. In questo caso nessuno dei migranti a bordo è risultato positivo al Covid ma l’arrivo dei nuovi ospiti sulla Moby Zazà è bastato a sollevare il malcontento fra i cittadini e la reazione sindaco pentastellato contro gli stessi rappresentanti di governo.
Parole dure e di rabbia quelle del primo cittadino 5Stelle Ida Carmina che ha dato dei “radical chic” al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Uno sfogo di rabbia legato alla situazione che genera allarmismi tra i cittadini e nessuna soluzione in vista. E le Ong sopra citate non si fermeranno qui: torneranno in mare per portare avanti la loro missione. E le preoccupazioni aumentano dal momento che le principali partenze hanno come base la Libia, Stato del Nordafrica dove, come dichiarato su "il Gornale.it"a Mauro Indelicato dal giornalista libico Faraj Aljarih, la situazione epidemiologica sta peggiorando e si attende ancora il picco.

"Abusi sessuali sugli immigrati". Le accuse choc a padre Zanotti

Antonio Zanotti, sotto inchiesta per associazione per delinquere finalizzata alla truffa sulle spese per l’accoglienza dei migranti, è accusato di abusi sessuali da un immigrato che fu ospite del suo centro d’accoglienza

Padre Antonio Zanotti è nei guai. La sua comunità Oasi 7, in provincia di Bergamo, è al centro di un’indagine in cui il religioso stesso è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
Secondo gli inquirenti, il convento in cui frate Zanotti è deus ex machina ha rendicontato spese inesistenti, emettendo così fatture false, per assicurarsi i 35 euro quotidiano erogati dallo Stato per ciascun migrante ospitato.
Ora a questa brutta storia se ne somma un’altra altrettanto brutta. E non è una storia nuova, bensì un qualcosa che era già emerso due anni fa. Il religioso è infatti accusato di abusi sessuali da un immigrato che fu ospite della comunità del bergamasco.
Nel luglio di due anni fa, come riportò il Corriere della Sera, il ragazzo sostenne di aver subito abusi nella comunità di Zanotti (che accoglie profughi e minori in difficoltà), portando all’attenzione delle autorità anche filmini e fotografie hard, depositate sia alla Procura di Roma sia in Vaticano, con tanto di denuncia per violenza sessuale. In quei materiali il frate cappuccino è in compagnia di un ragazzo.
Lo straniero che accusa Zanotti racconta, sostanzialmente, di essere stato costretto – a suon di botte e minacce – a diventare l’amante dell’uomo di Chiesa.
Ecco la Chiesa: in questi due anni di provvedimenti radicali da parte delle autorità ecclesiastiche non ne sono arrivati. Ciò che è arrivato è solamente un comunicato dei cappuccini per prendere le distanze da Zanotti, che fino a oggi però continua a indossare l’abito talare.
"Dopo circa tre o quattro mesi dal mio arrivo all’Oasi 7, il frate cominciò ad approcciarmi sessualmente. Poi, dopo avermi invitato a bere nella sua stanza, mise le mani nei miei genitali. Nonostante non fosse mio desiderio avere rapporti sessuali con il frate, non riuscivo ad oppormi…", la testimonianza choc del migrante, riportate quest’oggi da La Verità.
Ed eccone un altro estratto preoccupante: "Padre Zanotti cominciò a farmi dei regali costosi, mi prometteva un lavoro retribuito e, se accondiscendevo alle sue richieste […] Mi minacciava che senza di lui avrei passato la mia vita in mezzo alla strada insieme ai disperati".
Un racconto sconvolgente che prosegue così: "Le pretese di padre Zanotti erano sempre più insistenti e pressanti. Mi toccava di continuo. E mi costrinse a prendere del Viagra (una volta mi fece persino ingerire tre pasticche) perché lui potesse soddisfarsi…". La Curia continuerà a rimanere in silenzio?
Migranti

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