ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 agosto 2020

Nello scafo della Barca di Pietro

IL PAPA E L’AMBIGUA TEOLOGIA ECUMENICA DEL MIGRANTISMO.


Carissimi Stilumcuriali, ieri abbiamo ricevuto questa riflessione da parte di un amico di Stilum Curiae, e ci è sembrata così pertinente e interessante che abbiamo voluto farvene parte. Buona lettura, e continuiamo con coraggio. 

§§§

Solacium migrantium?
13 agosto 2020
Nostra Signora, rifugio dei peccatori

In una lettera del 20 giugno 2020, memoria del Cuore Immacolato di Maria, secondo il Novus Ordo, il Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha informato i presidenti delle conferenze episcopali che «il Sommo Pontefice Francesco, accogliendo i desideri espressi, ha voluto disporre che nel formulario delle litanie della beata Vergine Maria, chiamate “Lauretane”, siano inserite le invocazioni “Mater misericordiae”, “Mater spei” et “Solacium migrantium”». È certo bizzarro che la prima invocazione sia posta dopo “Mater Ecclesiae”, un’invocazione aggiunta da Paolo VI, e prima di “Mater divinae gratiae”. Anche se in modo sottile, ancora una volta Bergoglio prende una posizione, attraverso la Sacra Liturgia, a favore del Concilio Vaticano II e dei cambiamenti che ne derivano. Teoria della cospirazione, si potrebbe dire.
Tra le tre nuove invocazioni, perfettamente dispensabili, l’ultima richiama la nostra attenzione, ovvero il “Solacium migrantium”, che in italiano significa “Rifugio dei migranti”. Il pontificato di Bergoglio, sin dal suo primo giorno, è stato riempito di un’agenda che, con grande tristezza della cristianità, va di pari passo con un’altra agenda, che ai fini pratici è la stessa, assolutamente globalista.
Non dimentichiamo che l’8 luglio 2013, poco dopo essere stato eletto, il Papa si è recato nell’isola italiana di Lampedusa per chiedere, nelle sue parole, «perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle» e, più avanti, per coloro che «hanno creato situazioni che conducono a questi drammi». Ritornando al principio dell’omelia (qui – http://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130708_omelia-lampedusa.html), è possibile leggere quanto segue: «Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi: o’scià!».
Dopo tutto, cosa ci resta? Comincia lodando i maomettani e finisce chiedendo perdono per coloro che hanno provocato e continuano a provocare situazioni che minacciano la dignità dell’Uomo, fatto a immagine e somiglianza del Creatore? Non sappiamo che la stragrande maggioranza dei rifugiati sta fuggendo da paesi musulmani? Perché non ricordare tutti quei cristiani che, ancora oggi, vengono perseguitati, torturati e uccisi per aver professato la Fede completa, la Fede Cattolica, nell’unico vero Dio? Questa non è, tuttavia, la prima situazione caricata di Papa Bergoglio. Il 19 dicembre 2019, dopo aver ricevuto un gruppo di rifugiati da Lesbo, in Grecia, ha condiviso (qui – http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/december/documents/papa-francesco_20191219_rifugiati-lesbo.html) che «Ho deciso di esporre qui questo giubbotto salvagente, “crocifisso” su questa croce, per ricordarci che dobbiamo tenere aperti gli occhi, tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti l’impegno inderogabile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti». Stiamo assistendo, allo stesso tempo, a una quasi diminuzione del vero significato della Croce e all’ennesimo tentativo di unione tra i credenti e coloro che rifiutano ostinatamente il Signore della Vita e della Morte!
Si può quindi dire che, attraverso l’introduzione di questa invocazione, chiaramente politica, nelle Litanie Lauretane, un altro colpo d’ascia è dato nello scafo della Barca di Pietro, che è la Santa Chiesa. Ed è proprio in questo ambiente che, ieri, a Cova da Iria, è iniziato il pellegrinaggio per l’anniversario dell’apparizione della Vergine di Fatima – anche se nell’agosto 1917 è avvenuto il 19 e non il 13, poiché i Pastorelli erano stati arrestati e portati a Ourém fino al 15 agosto -, in questo mese fortemente segnato dalla settimana nazionale delle migrazioni, e va ricordata la dichiarazione di una responsabile nazionale del settore che, nella Chiesa Cattolica, si dedica ai migranti: «Per riconciliare occorre ascoltare cosa è dietro tutto questo e le ferite che esistono e entrare in un processo di guarigione, la guarigione dell’anima e della memoria». Sembra, ancora una volta, che si continui a incrementare una logica in cui dobbiamo sentirci colpevoli di tutti i mali che accadono perché, per ereditàsiamo tutti segregatori! Questo è il ragionamento che continua ad essere generalizzato e che, purtroppo, ha trovato eco dal più alto Soglio!
Supplichiamo la Madonna, Virgo prudentissima, di darci la grazia di essere prudenti nella nostra condotta cristiana e, inoltre, cerchiamo in Lei, che è la Madre del Verbo di Dio, il rifugio che, a Fatima, ha promesso alla piccola Lucia e che, innegabilmente, si estenderà a coloro che sono fedeli fino all’ultimo respiro. E la fedeltà implica anche confutare ciò che non è buono, bello o corretto. Respingiamo quindi con fermezza tutte le manipolazioni liturgiche con le quali intendono ingannarci e riflettiamo su quanto, nell’agosto 1917, la Beata Vergine chiese in Portogallo: «Pregate, pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro».
D.C.
Marco Tosatti
15 Agosto 2020 Pubblicato da  13 Commenti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.